Volvo Trucks: più protezione per ciclisti e pedoni

Volvo Trucks introduce un nuovo sistema di sicurezza per rilevare gli utenti della strada che entrano nell’angolo cieco su entrambi i lati del camion. Nelle situazioni di traffico intenso, anche i conducenti più esperti hanno difficoltà a percepire tutto ciò che succede intorno al camion. Per evitare inutili stress al conducente, Volvo Trucks ha sviluppato un nuovo sistema di sicurezza. Un doppio sensore presente su entrambi i lati del veicolo, rileva quando altri utenti della strada, come ad esempio i ciclisti, entrano nell’area a rischio.

 

“Un incidente può accadere in una frazione di secondo. Le nostre approfondite ricerche sulla prevenzione degli incidenti si basano su decenni di studio di situazioni reali, e questo nuovo sistema di sicurezza aiuterà il conducente a evitare potenziali collisioni”, dichiara Anna Wrige Berling, Traffic & Product Safety Director di Volvo Trucks.

 

Quando qualcuno entra nell’angolo cieco, il sistema, chiamato Side Collision Avoidance Support, informa il conducente attraverso una spia rossa sullo specchietto del lato interessato. Se il conducente inserisce la freccia per cambiare corsia, la spia rossa inizia a lampeggiare e viene emesso un segnale acustico sul lato della possibile collisione. In questo modo, il conducente viene informato del pericolo e può frenare per consentire il passaggio al ciclista o al pedone.

 

“La visione a lungo termine di Volvo Trucks è quella di assicurare zero incidenti, e la sicurezza ricopre un ruolo fondamentale in tutto ciò che facciamo. Questo nuovo sistema è un ulteriore esempio degli sforzi che compiamo per raggiungere questi obiettivi“, conclude Anna Wrige Berling.

 

Il nuovo sistema sarà disponibile a livello globale sui modelli Volvo FH, FM e FMX alimentati a Diesel, a gas ed elettrici, a partire dal prossimo settembre. I modelli Volvo FL e FE riceveranno il nuovo sistema di sicurezza nel 2023.

Caro benzina, no carburanti: c’è chi vuole farci andare a piedi

di Cristiano Donelli, Policy Advisor – European Parliament 

Nonostante gli sforzi reattivi del governo italiano, il prezzo dei carburanti alla pompa salgono e stanno di nuovo pericolosamente sforando il simbolico muro dei 2 euro al litro. Da metà marzo è in vigore un taglio delle accise senza precedenti perché si erano sempre aumentate le tasse senza togliere ridicoli balzelli che andavano ancora a compensare guerre antiche. ma anche perché in termini quantitativi il taglio era significativo essendo, ad esempio, per la benzina nell’ordine di circa 30 centesimi. Doveva essere per un mese solamente, ma subito si è capito che una volta che inizi poi non ne esci più, pena dover affrontare un contraccolpo ancor più doloroso per chi dovrebbe affrontare improvvisi rincari.

 

Coi soliti colpi di decreti dei governi di queste epoche si continua a tamponare la situazione contingente, per ora fino all’8 luglio, ma sempre più ci si accorge che se non ci si prende la briga di affrontare il problema nel complesso si rischia di invalidare l’effetto delle misure palliative adottate. Paragonando l’Italia (ma anche nel resto d’Europa non è che sia tanto diversa la situazione) a un malato, il problema del caro carburanti è cronico.


La malattia è peggiorata nell’ultimo anno alla ripresa dei consumi, si è tentato di prolungare la vita con cure palliative, ma ora sta arrivando l’effetto assuefazione e lo scenario non sembra roseo anche perché se aumenteremo il dosaggio della cura (taglio accise) prima o poi avremo controindicazioni in bilancio. Se ascoltassimo la linea “green” che va per la maggiore nel contesto fuori dalla realtà di Bruxelles, andremmo solo a piedi o in bicicletta, e ci può stare per chi può, quando può, anche come toccasana, ma qui ancora vogliono far credere che non vi sia più bisogno di carburanti per spostarsi e per trasportare oggetti.

 

Purtroppo c’è bisogno di sottolineare queste banalità dopo che si sentono certi discorsi in questi ambienti, e assolto questo triste compito bisogna andare alla radice del problema, per avere una situazione più sostenibile per chi si muove, nel mentre che la ricerca e sviluppo proseguiranno a trovare carburanti tecnologici e meno impattanti.

 

Le energie rinnovabili, i carburanti di nuova generazione di origine biologica e non, l’efficienza energetica, tutto da applicare: ma se non affrontiamo con decisione le tensioni internazionali vi continuerà ad essere una degenerazione anche economica che previene qualsiasi miglioramento oltre a rendere difficile la vita nel qui e ora. Cominciamo a pensare che l’obiettivo principale sia avere la Pace, la stabilità, la serenità che ognuno stia nel suo per fare il bene dei propri territori senza pensare a disegni di conquista del mondo (con le armi o con i virus da laboratorio) che interessano solo a pochi potenti che rovinano il mondo.

Osservatorio Compass: i giovani vogliono l’auto. E sull’elettrico…

L’auto resta un obiettivo aspirazionale per i giovani. Questo è uno dei dati che vengono confermati dalla ricerca che l’Osservatorio Compass ha dedicato al settore. È un fatto che sorprende? Non proprio, almeno non per una larga parte di studiosi, giornalisti e appassionati. Gira questa storia che l’auto non sia più argomento di scelta primaria per i diciottenni e non rappresenti più scelta differenziante per molte persone.

 

In effetti la comunicazione dei Costruttori sono anni che martella su specifiche più legate a vantaggi di utilizzo (sempre uguali per tutti), alle emissioni, alle spettacolari prestazioni dell’infotainment, omologando una narrazione di prodotto che, nel tempo, ha smesso diemozionare. Siccome l’aspetto emotivo si attiva sempre prima di quello cognitivo, se per anni racconti l’auto che vuoi vendere come un insieme di caratteristiche e benefici, chiudendo con il prezzo, ecco che l’emozione lascia il posto alla ragione. L’attenzione spontanea viene meno e gli interessi, verso cui indirizzare le proprie giovani passioni, possono diventare altri. Ma non è così e questa ricerca dell’Osservatorio Compass sembra confermare.

 

L’auto è uno status symbol

L’analisi sul target 18-30 anni ci dice, in maniera netta, che si tratta di un gruppo molto aspirazionale e con meno attenzione agli impatti ambientali. Per il 61% degli under 30 l’auto riflette la personalità di chi la usa. Attenzione perché il totale del campione non è che si differenzi molto perché l’auto è un elemento differenziante per il 53% così come l’interesse nel volere i modelli più aggiornati 41% vs 37%.

Questa analisi viene completata (e confermata) andando a indagare i principali fattori, oltre al prezzo, nella scelta dell’auto. Per i più giovani l’estetica (38% vs 32%) e la tecnologia (31% vs 25%) rivestono importanti elementi di scelta.

 

L’auto si usa tutti i giorni

Gli italiani restano degli heavy user dell’auto. Il 95% degli intervistati posseggono almeno un’auto, il 44% due. L’uso quasi quotidiano appartiene al 62% e l’auto viene guidata in prima persona.

 

L’auto è piacere della guida

Più volte si parla del rischio di declassare l’auto a mera commodity, ma il piacere della guida ancora lo ritroviamo tra gli atout richiesti e cercati dai clienti. Per gli italiani l’auto rappresenta ancora il mezzo attraverso il quale vivere il piacere della guida. Tra i valori di scelta più alti il piacere di guida supera di gran lunga l’interesse verso auto poco inquinanti (35% vs 29%).

 

Le concessionarie auto dovranno fare i conti con il mercato digitale? Non proprio

Da diverso tempo si dibatte spesso sul futuro delle concessionarie: esisteranno nell’assetto che conosciamo o saranno costrette a ridimensionarsi? Senza dubbio il processo di vendita si deve già rifocalizzare sulla qualità della consulenza e del servizio post-vendita, ma dalla ricerca dell’Osservatorio Compass, emerge che l’80% degli italiani considera la concessionaria il principale canale di acquisto dell’auto mentre solo un 12%sceglierebbe di acquistare l’auto online. Una quota, questa, che sale al 23% tra gli Under 30.  La scelta del marketplace digitale è preferita nel mercato dell’usata, ma la necessità di provare l’auto rimane molto forte.

 

La customer journey del cliente parte dall’Internet

L’utente interessato ad acquistare l’auto parte, nel suo processo d’acquisto, dalla rete. Oltre il 70% (media tra il campione totale e la fascia 18-30) compra in concessionaria dopo aver raccolto tutte le informazioni online. In concessionaria si cerca professionalità, capacità del venditore, possibilità di toccare e provare il prodotto e la qualità dell’assistenza post-vendita.

 

Intenzioni di acquisto: molto meglio l’auto elettrificata rispetto a quella elettrica

Interessante il dato relativo alle intenzioni di acquisto degli italiani: il 63% di questi è più aperto verso l’auto ibrida rispetto a quella totalmente elettrica scelta per il 38% del campione e dal 44% dei giovani. Da registrare un alto numero degli indecisi e dei contrari sull’auto elettrica che è il 62% dell’intero campione e un 56%della fascia 18-30 anni. Relativamente all’auto elettrificata questa percentuale risulta uguale per ambedue i gruppi considerati: 37%.

Per concludere lo scenario è molto chiaro: la passione per l’auto esiste eccome, c’è una corposa percentuale di italiani interessata a viverla anche per il semplice piacere di farlo. I giovani, ma non solo, la considerano un oggetto di appartenenza. Le concessionarie esistono ed esisteranno e la loro sfida sarà ripensarsi in termini di servizi offerti e capacità di aggregare attenzione spontanea sul marchio. In questo senso la differenza tra premium e generalista andrà a scomparire. L’auto elettrica, malgrado gli enormi sforzi di comunicazione dei Costruttori, resta una scelta di poco appeal diversamente dall’auto elettrificata decisamente più compresa e selezionata. 

AppassionAuto 2022: in 10 anni 125mila euro per Casa Sebastiano

di Pierluigi Bonora

Grande successo di partecipazione per la decima edizione di AppassionAuto, evento benefico per auto storiche e non, che si è svolto con partenza da Pinzolo, in Trentino, e si è snodato per le magnifiche Valle Rendena e Val di Non. La manifestazione, ideata e organizzata dall’imprenditore Lorenzo Berlanda, si propone di sostenere Casa Sebastiano di Coredo, in Val di Non, centro specializzato per i Disturbi dello Spettro Autistico, dedicato alla memoria di Sebastiano, ragazzino autistico simpatico e vivace scomparso tragicamente nel 2001, figlio di uno dei soci fondatori della Fondazione Trentina per l’Autismo.

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L’auto in Italia: in 30 anni produzione -72,5%

La Fondazione Rosa Luxemburg ha presentato lo studio sul tema «La necessità di una trasformazione. Sfide per il settore automobilistico internazionale» dal quale emerge come negli ultimi ultimi 30 anni l’industria automobilistica europeo «è stata ripetutamente caratterizzata da crisi di vendita e sovrapproduzione, con una corrispondente pressione sui costi salariali e sulle condizioni di occupazione».

 

Lo studio, che ha preso in esame le situazioni in Francia, Italia, Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Serbia, Brasile, è stato illustrato durante un convegno organizzato da Fiom Cgil Lombardia e dalla stessa Fondazione alla Camera del Lavoro di Milano. Emerge che in Italia tra il 1989 e il 2019 la produzione di autovetture è diminuita di 1.429.497 unità, con un calo di circa il 72,5%. Il crollo della produzione di auto tradizionali non è stato compensato dai veicoli elettrici.

 

L’evoluzione dei volumi di produzione delle autovetture ha avuto un impatto molto netto sui livelli e sulla struttura dell’occupazione. In 10 anni gli occupati a tempo pieno sono diminuiti di 36.621 unità, passando dai 177.419 nel 1998 ai 140.798 del 2018. Per quanto riguarda la Lombardia, seconda regione in Italia per volume di produzioni dopo il Piemonte, sono quasi 30mila gli addetti delle fabbriche del comparto automotive. Ma la filiera è molto più ampia.