di Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE
In Italia veniamo da una lunga campagna elettorale che ha visto spesso al centro i temi del settore automotive, con la difesa delle alimentazioni tradizionali a scapito di quelle di ultima generazione come l’elettrico. In Europa, all’indomani del voto sono fiorite dichiarazioni, da parte di esponenti dei partiti premiati dalle urne, riguardo alla necessità di rivedere il Green Deal.
UNRAE auspica che si faccia chiarezza il più presto possibile sulle politiche ambientali dell’UE, che condizionano pesantemente le strategie industriali e gli investimenti delle Case auto: operatori e clienti hanno oggi più che mai bisogno di certezze, per potersi orientare in una transizione estremamente complessa.
La lunga attesa tra i primi annunci dei nuovi incentivi e la pubblicazione del DPCM che li ha resi operativi ha paralizzato il mercato delle auto BEV e PHEV. Con l’apertura della piattaforma per le prenotazioni sono andati esauriti in poche ore i poco più di 200 milioni del fondo dedicato, assorbiti dalle richieste insoddisfatte nei mesi precedenti, lasciando migliaia di acquirenti nell’impossibilità di acquistare l’auto che desideravano. Gli operatori hanno anche dovuto fronteggiare serie difficoltà con le campagne di comunicazione predisposte all’uopo, che non hanno potuto essere utilizzate fino al 25 maggio perché gli incentivi non erano ancora in vigore, ma nemmeno dopo il click day del 3 giugno perché i fondi erano già esauriti. Impegni considerevoli, nell’ordine dei milioni di euro, sprecati o non usati in modo efficiente.
Ci auguriamo, ora, che i 240 milioni residui per gli incentivi, comprensivi dei 178 che avrebbero dovuto essere resi disponibili già da subito, vengano prontamente stanziati con un nuovo DPCM, andando a rifinanziare le dotazioni per la fascia 0- 20 g/Km di CO2, palesemente insufficienti per soddisfare la domanda.
Inoltre, per favorire la transizione energetica, ribadiamo l’auspicio che venga presto indicata una strategia chiara, con un orizzonte di almeno 2-3 anni, in tema di incentivi e supporti alla transizione, per consentire a consumatori e imprese di programmare gli acquisti ed evitare che nuovi stop & go creino ulteriori danni al mercato.
Foto Ufficio Stampa Unrae