I “mostri” del web: quanto vale una vita per un “Bordeline”?

di Influencer con la testa sulle spalle

Un episodio drammatico, bruttissimo, che ha colpito tutti. Il mondo dei genitori, dei figli, dei giornalisti, dei papà, delle mamme e dei creatori digitali. Già, perché quanto accaduto a Casal Palocco, a Roma, quando una Lamborghini Urus, il SuperSuv di Lamborghini, ha urtato una smart sulla quale viaggiavano una mamma e i suoi due bambini, deve far riflettere. Uno dei due piccoli, Manuel, 5 anni, è morto sul colpo.

Quello che fa ribrezzo è la dinamica dell’incidente: perché alla guida della potente Lamborghini c’era uno YouTuber, uno di quei ragazzi che fanno soldi pubblicando video su YouTube. Loro si chiamano i “The borderline”, ragazzi che ora avranno sulla coscienza per tutta la vita la morte di un bambino. Per che cosa? Per un video e acchiappare qualche visualizzazione in più su YouTube. Avranno tempo per riflettere su quanto hanno fatto, ma soprattutto quanto accaduto deve farci riflettere: sono questi i creatori digitali che vogliamo? Sono queste le persone che popolano i vari social network?

La risposta è no, non sono questi. Ringraziando Dio, i “pazzi” (non fatemi usare parole diverse…) sono davvero pochi; un nugolo di malviventi digitali (a me piace questo neologismo) che non hanno capito l’aspetto più importante di popolare la Rete: bisogna divenire dei punti di riferimento, bisogna dare il buon esempio. Sempre e comunque. E, dunque, niente video con il telefono in mano, mani alle 10.10, cintura sempre allacciata (anche dietro…), rispettare la segnaletica e così via. Se proprio vuoi correre, vai a farlo all’autodromo: lì dove potrai anche schiantarti, se vuoi. Quanto vale una vita? Quella del piccolo Manuel tantissimo, quella dei “The Bordeline”… beh, decidete voi.

Recommended Posts