Dazi e piano d’azione UE: più dialogo e pragmatismo

L'auto nel quadrimestre: solo il 12% dell'immatricolato è prodotto in Italia

di Roberto Vavassori, presidente di ANFIA

 
Nel terzo mese dell’anno, il mercato europeo dell’auto risulta in recupero (+2,8%) in parte per via del confronto con un marzo 2024 i cui volumi, in calo del 2,8%, avevano risentito negativamente dell’impatto delle Festività pasquali.
Nel mese, tre dei cinque major market (incluso UK) riportano un segno positivo, a partire dalla Spagna, che chiude a +23,2%, seguita dal Regno Unito, a +12,4%, e dall’Italia (+6,3%). In flessione, invece, la Germania, a -3,9%, e la Francia, in contrazione a doppia cifra (-14,5%).

Se da un lato continuiamo a guardare con preoccupazione ai dazi imposti dal governo statunitense all’importazione di autoveicoli e componenti dall’UE, sperando che la via del dialogo possa scongiurare l’escalation di una guerra commerciale, destinata, tra l’altro, a far aumentare notevolmente i prezzi di vendita delle vetture, dall’altro attendiamo che l’UE riveda e integri il suo piano d’azione per l’automotive.

Non si tratta soltanto di accelerare il raggiungimento di un accordo tra Parlamento europeo e Consiglio sulla proposta di modifica al regolamento sulle emissioni di CO2 di auto e veicoli commerciali leggeri, per calcolare su tre anni (2025-2027), anziché uno, la conformità ai target di emissioni scattati nel 2025 sulle vendite dei nuovi veicoli.
 
Se questo è importante per garantire prevedibilità e certezza agli operatori dell’industria automotive, è parallelamente necessaria una revisione più profonda del piano, che ripristini il principio di neutralità tecnologica alla base di un rinnovato approccio alla decarbonizzazione della mobilità; che preveda di modificare il regolamento sulle emissioni di CO2 dei veicoli industriali, i cui produttori sono in egual modo passibili di multe di non-compliance; che ponga in essere misure concrete per la salvaguardia della
competitività delle imprese e un piano almeno decennale di rinnovo del parco
circolante auto, primo fattore su cui intervenire per l’abbattimento dell’attuale livello di emissioni.
Foto da ufficio stampa ANFIA

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