L’Italia dell’auto: appello unanime al Governo

L'Italia dell'auto: appello unanime al Governo
Illustri Ministri/Presidenti,
ACI, ANFIA, ANIASA, Federauto, Motus-E e UNRAE, in rappresentanza dell’intero settore automotive italiano, intendono sottoporre alcune proposte urgenti per affrontare la crisi in atto nel settore – di una gravità senza precedenti – e guidarne con successo la trasformazione.

Il settore automotive italiano, in tutti i suoi comparti, vale a dire autovetture, veicoli commerciali leggeri, veicoli industriali, autobus e rimorchi e semirimorchi, versa in un autentico stato di emergenza, a causa di una serie di criticità concomitanti.
La stagnazione del mercato, in continuo calo nel corso dell’anno e senza alcun cenno di ripresa all’orizzonte, su volumi nettamente inferiori a livello pre-pandemico (2019): per esempio, nel comparto autovetture -21,5% nei primi 8 mesi del 2025; la conclamata crisi della filiera industriale, legata anche – ma non solo – alle condizioni del mercato nazionale ed europeo, con la produzione di veicoli ridotta al minimo storico:
una situazione che sta mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza di un’eccellenza italiana; il continuo invecchiamento del parco circolante, tra i più anziani d’Europa con i suoi 13 anni di età media per il settore autovetture, rispetto agli 11,5 anni del 2019 e ai 7,9 anni del 2009, e ancora più marcato nei comparti dei veicoli pesanti e di quelli trainati, con effetti particolarmente negativi sia sotto l’aspetto ambientale che della sicurezza stradale.
E ancora: lo stallo della transizione energetica, con una quota di mercato dei veicoli elettrici puri assolutamente insufficiente (per esempio, nel comparto autovetture 5,2%, circa un quarto della media degli altri Paesi Europei, 19,1%, e ancora inferiore negli altri comparti), e con un livello di emissioni delle nuove immatricolazioni lontanissimo dagli obiettivi fissati dalle norme europee.
Tutti questi fattori simultanei testimoniano l’urgente necessità di un’azione corale per proteggere e rilanciare il settore automotive nazionale in tutti i suoi comparti. Qui di seguito elenchiamo pertanto i sei punti prioritari su cui riteniamo indispensabile intervenire in tempi rapidi, per invertire le tendenze negative riportate sopra.
1. Stabilità e chiarezza delle misure incentivanti a carattere strutturale
Misure di sostegno per la diffusione di veicoli a basse e zero emissioni che siano semplici, strutturali e di lungo periodo, con uno stretto coordinamento fra tutti i ministeri competenti (MASE, MEF, MIMIT, MIT), per dare fiducia e visibilità prospettica a clientela e operatori.
2. Piano nazionale per le infrastrutture di ricarica elettrica e per le altre alimentazioni
Un cronoprogramma con obiettivi cogenti per accelerare l’installazione e l’attivazione di colonnine di potenza adeguata così come di tutti gli altri sistemi di distribuzione di vettori energetici puliti, interoperabili e di facile utilizzo per tutte le categorie di veicoli, assicurandone una diffusione
omogenea in aree urbane, zone periferiche e reti stradali e autostradali, con un coordinamento nazionale che garantisca la semplificazione delle procedure autorizzative e paesaggistiche e la effettiva erogazione dei fondi stanziati, per rendere l’Italia pronta alla sfida europea della mobilità sostenibile e pluri-tecnologica. Accanto a ciò, occorre introdurre interventi normativi e regolatori, in ambito tariffario, in grado di ridurre il prezzo dell’energia per gli utenti che utilizzano le infrastrutture pubbliche o private, attraverso misure temporanee capaci di sostenere i cittadini e le imprese in questa fase iniziale.
3. Riforma della fiscalità sull’auto aziendale
Allineamento del sistema fiscale alle best practices europee in tema di deducibilità, detraibilità e tempi di ammortamento, con regole che favoriscano il rinnovo delle flotte aziendali e del parco veicoli da lavoro, motori della crescita di mercato e della transizione energetica, generando benefici ambientali, economici e occupazionali, ma anche erariali, e migliorando la competitività internazionale delle imprese italiane.
4. Sostegno alla filiera industriale e artigianale italiana
Supporto agli operatori del settore lungo l’intera catena del valore, dai componentisti ai concessionari, a gestire la transizione tecnologica, rafforzando gli strumenti per la riconversione industriale, incentivando la ricerca e lo sviluppo su tecnologie chiave, e investendo nella formazione delle competenze necessarie a mantenere la competitività globale della filiera italiana.
5. Supporto alla clientela
Accompagnamento di consumatori e aziende clienti in questo cambiamento con informazioni chiare e neutrali e una visione di medio-lungo periodo su regole, divieti e misure incentivanti così da aumentare la serenità sulla scelta del veicolo, offrire garanzie su sicurezza e sostenibilità ed evitare che i clienti restino spaesati o esclusi dalla transizione. Particolare attenzione e coordinamento tra le regole di circolazione regionali e comunali, alla parità di diritti e obblighi degli utenti delle strade.

6. Valorizzazione culturale dell’automobile e del trasporto merci su gomma come moltiplicatore
fondamentale dell’attività economica e benessere nazionale Attività di comunicazione istituzionale per aiutare i cittadini a riconoscere l’auto, e più in generale i veicoli su gomma, non solo come mezzo di trasporto, ma come elemento culturale e identitario, capace di generare passione, design, innovazione, trasferimento tecnologico, indotto nei settori economici più disparati, flussi turistici, connessione tra territori e comunità, valorizzando tutte le soluzioni disponibili e tutti gli operatori presenti sul mercato, aderendo al principio della pluralità tecnologica e la libertà di scelta dei consumatori.
In merito a quanto sopra, le scriventi Associazioni si rendono sin d’ora disponibili a partecipare ad occasioni di confronto diretto, costante e strutturato sulle esigenze del settore automotive, senza escludere o sostituire altri organismi o iniziative istituzionali già in essere, per un approfondimento strategico con l’analisi, l’elaborazione e la realizzazione di proposte puntuali e sostenibili.
Tale confronto dovrebbe vedere coinvolti: in rappresentanza del settore automotive le scriventi Associazioni, così da garantire alle Istituzioni un dialogo diretto, concreto e autorevole sulle scelte decisive per il futuro del settore; in rappresentanza delle Istituzioni nazionali e locali, tutti i Ministeri competenti (MASE, MEF, MIMIT, MIT) e i rappresentanti degli Enti Locali (ANCI e Conferenza Stato-Regioni) per il doveroso coordinamento.
L’Italia non può permettersi di restare indietro nel cammino mondiale ed europeo verso il futuro, e l’automobile deve tornare a essere compresa e percepita come motore di progresso e di benessere.
Foto da uffici stampa di ACI, ANFIA, ANIASA, Federauto, Motus-E e UNRAE

Federauto alla Commissione UE: sul regolamento CO3 la revisione completa, pragmatica e multi tecnologica

Asse Italia-Germania: apprezzamento e condivisione sulla lettera all'UE

Foto: Massimo Artusi, presidente di Federauto

Anche Federauto ha risposto alla consultazione indetta dalla Commissione dell’Unione europea sulla revisione del Regolamento CO2 per i veicoli leggeri, con un dettagliato Position Paper nel quale chiede una «revisione completa, pragmatica e multitecnologica» degli obiettivi e delle scadenze previste.

Il documento chiede, in particolare, l’attuazione immediata delle clausole di revisione del Regolamento che prevedono un riesame approfondito del suo contenuto e delle relative scadenze; l’eliminazione delle sanzioni CAFE a carico dei costruttori; la separazione delle regolamentazioni per le autovetture da quelle applicate ai furgoni; la revisione del regolamento AFIR, integrando le misure per la diffusione delle infrastrutture di ricarica elettrica con nuove misure per incoraggiare la diffusione di impianti di distribuzione e fornitura di combustibili rinnovabili; il riconoscimento dei combustibili rinnovabili attraverso il «fattore di correzione del carbonio» (CFC) come «tecnologia chiave» per la decarbonizzazione, adottando il principio normativo della neutralità tecnologica, per garantire il contributo di tutte le tecnologie alla decarbonizzazione.

“Ci riconosciamo nella posizione della nostra associazione europea AECDR, sostenendo quella neutralità tecnologica capace di garantire che tutte le tecnologie possano contribuire alla decarbonizzazione. La consultazione della Commissione europea  giunge in un momento in cui non siamo soltanto noi concessionari italiani – testimoni di un mercato in cui i veicoli BEV che non arrivano al 5% – a sostenere la necessità di una rapida correzione di rotta, anche per favorire un ricambio più rapido del parco automobilistico vetusto, inquinante e malsicuro, senza aspettare i tempi dell’elettrificazione che la realtà sta mostrando più lunghi è più complessi delle previsioni condizionate da preconcetti ideologici”.

 

Foto da ufficio stampa Federauto

 

 

Brembo SGL Carbon Ceramic Brakes: forte crescita tra Italia e Germania

Brembo SGL Carbon Ceramic Brakes: forte crescita tra Italia e Germania

Il mercato dell’automotive di fascia alta non conosce sosta, e con esso la richiesta di soluzioni frenanti sempre più performanti. È in questo scenario che Brembo SGL Carbon Ceramic Brakes (BSCCB) ha completato una significativa espansione della propria capacità produttiva, portandola a crescere di circa il 50%. Un investimento che interessa direttamente due stabilimenti chiave: quello di Stezzano (Bergamo) e quello di Meitingen, in Germania.

La joint venture tra Brembo e SGL Carbon SE ha scelto di rafforzare ulteriormente la propria posizione in un segmento che non ammette compromessi: quello delle supercar, delle vetture premium e dei veicoli ad alte prestazioni. In questi ambiti, i dischi freno carboceramici non rappresentano un optional, ma una vera e propria necessità tecnica e di immagine.

 

Investimenti in tecnologia e automazione

A Meitingen, in Baviera, il polo SGL Carbon ha visto nascere in soli 14 mesi due nuovi stabilimenti con una superficie complessiva di 8.500 metri quadrati. A Stezzano, cuore pulsante di Brembo in Italia, le aree produttive esistenti sono state ampliate di altri 4.000 metri quadrati. Non si è trattato di semplici ampliamenti di spazi: impianti produttivi di ultima generazione, linee ad alta efficienza e sistemi di automazione avanzata hanno reso possibile un salto qualitativo decisivo. L’intero processo produttivo – dalla formatura alla lavorazione meccanica, fino all’assemblaggio finale – è stato rivisto e ottimizzato per garantire la massima qualità e una capacità produttiva scalabile.

Secondo quanto dichiarato dai General Manager, Florian Hofner e Nicola Frambrosi, «con l’ampliamento della nostra capacità produttiva a Stezzano e Meitingen, stiamo tracciando una rotta decisiva verso il futuro». Un futuro fatto di domanda crescente e di clienti che non accettano ritardi né compromessi.

 

Freni carboceramici, un’eccellenza che fa la differenza

La tecnologia carboceramica rappresenta oggi uno dei simboli dell’innovazione applicata all’automotive. Non solo perché permette di ottenere spazi di frenata ridotti e performance stabili anche sotto stress termico, ma perché è in grado di coniugare leggerezza, durata e design esclusivoI dischi freno carboceramici hanno infatti un peso sensibilmente inferiore rispetto a quelli tradizionali in ghisa, riducendo le masse non sospese e migliorando così anche la dinamica del veicolo. Resistono a temperature elevatissime senza perdere efficienza e, aspetto non trascurabile, hanno una vita utile molto più lunga, riducendo la necessità di sostituzioni frequenti.

Non è un caso se i principali marchi del lusso e delle supercar – da Ferrari a Porsche, da Lamborghini ad Aston Martin – hanno fatto dei carboceramici una caratteristica distintiva dei loro modelli di punta.

 

Italia protagonista, ma con troppe barriere

Per il nostro Paese, questa espansione ha un valore doppio. Da un lato conferma l’Italia come culla della tecnologia frenante mondiale, grazie al sito di Stezzano che continua a essere un punto di riferimento globale. Dall’altro, però, riapre la ferita delle troppe difficoltà burocratiche e normative che ancora oggi rallentano le aziende. È inaccettabile che realtà come Brembodebbano sempre fare i conti con vincoli ambientali, permessi eccessivamente lunghi da ottenere e politiche industriali che, invece di sostenere il settore, spesso lo ostacolano. Mentre altri Paesi si muovono con decisione, in Italia il rischio è quello di frenare lo sviluppo di chi porta innovazione, posti di lavoro e prestigio nel mondo.

Non dimentichiamo che proprio nel segmento premium e sportivo – quello che traina la ricerca e la tecnologia – nascono soluzioni che nel tempo arrivano anche sulle auto di tutti i giorni.Penalizzare questo settore significa penalizzare l’intero comparto automobilistico.

 

Un investimento che guarda lontano

L’espansione degli impianti BSCCB non è soltanto un fatto produttivo: è un messaggio al mercato globale. La joint venture mira infatti a consolidare la propria leadership mondiale, proponendosi come partner insostituibile per tutti i costruttori che vogliono il massimo in termini di performance e affidabilità. In un momento storico in cui l’industria auto affronta la doppia sfida della transizione elettrica e della necessità di ridurre emissioni e consumi, non bisogna dimenticare che la sicurezza resta un valore imprescindibile. E i freni sono il primo elemento che determina la sicurezza di un veicolo.

Per questo l’investimento di Brembo e SGL Carbon assume un valore strategico, non solo per i mercati di lusso, ma anche per l’intera filiera automobilistica. Perché è proprio qui che si sperimentano oggi le tecnologie che domani potranno diventare standard diffusi.

 

Il futuro dei sistemi frenanti è già iniziato

Guardando oltre i numeri, il messaggio è chiaro: la corsa verso l’innovazione non si ferma. Le tecnologie consolidate si integrano con l’automazione, la digitalizzazione dei processi e lo sviluppo di materiali sempre più avanzati. freni carboceramici, oggi protagonisti sulle supercar e sulle vetture più esclusive, sono destinati a diventare sempre più centrali anche su auto elettriche e ibride di fascia alta, dove il contenimento delle masse e la gestione del calore assumono un ruolo ancora più importante.

 

Foto da ufficio stampa Brembo

Aixam: le sue minicar a X Factor con una maxi campagna

Aixam: le sue minicar a X Factor con una maxi campagna

Per la prima volta in Italia Aixam Mega investe in una campagna televisiva nazionale, scegliendo la cornice della 19ª edizione di X Factor su Sky. Dal casting alla finale, gli spot da 10 secondi accompagneranno il talent show con oltre 3.500 passaggi su Sky Uno e TV8, 12.000 spot sui canali Sky e una copertura digitale stimata in 4,5 milioni di impression su YouTube e Sky Digital Network. Il claim, «Il tuo stile, dappertutto.», sintetizza perfettamente l’obiettivo del brand: posizionare la minicar come una scelta di mobilità personale e libera, adatta a target diversi, dai più giovani agli adulti.

 

Spot per tutti i target e voce narrante di Elisa Contestabile

Gli spot sono stati realizzati dall’agenzia parigina Big Success e adattati per l’Italia da Balzac di Torino, con la post-produzione curata da Nova Rolfilm. I tre soggetti raccontano storie diverse: una ragazza elegante, un quarantenne sicuro di sé e una signora più matura. A unire i messaggi è la voce della speaker Elisa Contestabile, che descrive la libertà di guidare un’Aixam già a 14 anni, la praticità del parcheggio, la scelta fra motorizzazioni elettriche o termiche e la possibilità di scoprirle in concessionaria. Accanto alla TV, è prevista una campagna social coordinata da Balzac, con focus su YouTube e una strategia specifica su TikTok affidata a NativeJ di Milano.

 

Una gamma in crescita tra elettrico e Diesel

Il 2025 segna per Aixam una fase di espansione. Dopo il lancio della e-City GTO elettrica e della Minauto Access Diesel Euro 5+, la gamma conta 10 modelli, di cui 7 disponibili sia in versione elettrica che diesel, 2 solo elettriche e 1 esclusivamente diesel. Una varietà che riflette il momento positivo del mercato: solo nei primi mesi del 2025, le immatricolazioni di Aixam Mega in Italia sono cresciute del 13%. Come ricorda Ilaria Morra, Direttrice Marketing di Aixam Mega Italia, «Abbiamo scelto la TV perché è il momento giusto per affermare con decisione la nostra leadership. Oggi il cliente non è solo giovane, ma anche adulto e professionista, e l’elettrico rappresenta ormai oltre il 60% del mercato italiano».

 

Aixam Mega, leader europeo delle minicar

Fondata in Francia nel 1983, Aixam Mega è il primo produttore europeo di quadricicli leggeri, con 400.000 veicoli venduti fino al 2024. Nel 2008 è stata pioniera nelle minicar 100% elettriche e dal 2013 fa parte di Polaris Industries. Nel 2024 ha consolidato la sua leadership con una quota del 30,6% in Europa e del 25,1% in Italia, con 4.358 immatricolazioni (+19,2% rispetto al 2023). Con tre stabilimenti operativi in Francia e una capacità produttiva fino a 30.000 veicoli l’anno, il brand guarda al futuro puntando su stile, sostenibilità e accessibilità

Lo studio di Roland Berger per CLEPA: l’UE intervenga, a rischio 350.000 posti

Il futuro dell'automotive in Europa: CLEPA chiede misure per salvaguardare la produzione

Con fino al 75% del valore dei componenti per veicoli realizzati in Europa, l’industria fornitrice automobilistica del continente genera un valore economico sostanziale e sostiene centinaia di migliaia di posti di lavoro. Eppure, i fornitori automobilistici europei lanciano un duro allarme basato su un recente studio sulla creazione di valore in Europa: senza un’azione urgente e decisa dell’UE, il continente rischia di perdere la sua spina dorsale industriale, centinaia di migliaia di posti di lavoro e la sua capacità di essere leader nella mobilità pulita e nell’innovazione.

Un nuovo studio di Roland Berger, commissionato da CLEPA, l’Associazione europea dei fornitori del settore automobilistico, evidenzia che i fornitori europei si trovano ad affrontare  uno svantaggio di costo del 15-35% , dovuto principalmente agli elevati costi dell’energia e del lavoro, agli oneri normativi e alla frammentazione dei quadri normativi. Nel frattempo, paesi come Cina e Stati Uniti combinano  misure di sostegno industriale  con meccanismi di protezione, creando svantaggi strutturali e concorrenza sleale.

Secondo lo studio, senza un intervento urgente dell’UE,  fino al  23% del valore aggiunto europeo sarà a rischio  entro il 2030 a causa dell’effetto combinato della transizione dei sistemi di propulsione e del trasferimento di valore al di fuori dell’UE. In pratica, l’Europa potrebbe  perdere fino a 350.000 posti di lavoro, erodendo sia l’occupazione sia i contributi sociali più ampi del settore.

“L’Europa è impegnata in una battaglia decisiva per la propria sovranità industriale”, ha dichiarato Benjamin Krieger, Segretario Generale del CLEPA. “I fornitori sono impegnati a investire e innovare, ma non possono farlo in condizioni di parità. Mantenere un ecosistema automobilistico competitivo e resiliente nell’UE richiederà un’azione urgente e orientata al mercato da parte dell’industria e misure politiche mirate, per rafforzare l’attrattiva dell’Europa come sede di produzione, ricerca e sviluppo e investimenti. Ciò include la gestione di fattori chiave per la localizzazione, come i prezzi dell’elettricità e gli oneri normativi, e al contempo la valutazione di politiche volte a garantire il contenuto locale dell’UE nei veicoli per preservare il know-how e la capacità produttiva”.

I fornitori, che impiegano 1,7 milioni di persone in Europa e investono 30 miliardi di euro all’anno in ricerca e sviluppo, esortano i responsabili politici su questo nodì da sciogliere: affrontare rapidamente le sfide della competitività, valutando le opzioni per ridurre i costi strutturali e ridurre la burocrazia; dare priorità all’apertura tecnologica nella decarbonizzazione attraverso una rapida revisione della normativa sugli standard di CO2 per auto, furgoni e camion; avviare un dialogo sulle misure volte a contribuire al mantenimento della produzione locale, degli investimenti in ricerca e sviluppo e del know-how critico nella regione, proteggere il contenuto locale nei veicoli dell’UE e garantire le capacità critiche dell’UE nei componenti chiave, non solo batterie, semiconduttori e software; l’Europa non può permettersi di restare inerte mentre i concorrenti agiscono con decisione. La sopravvivenza della filiera automobilistica europea – e delle industrie che da essa dipendono – richiede un’azione immediata e coordinata. La scelta è chiara: salvaguardare la sovranità industriale dell’Europa oggi o rischiare di perderla domani.

 

Benjamin Krieger, segretario generale del CLEPA – Foto da ufficio stampa CLEPA

 

 

AppassionAuto 2025: il raduno di Comano Terme dove vince il cuore

AppassionAuto 2025: il raduno di Comano Terme dove vince il cuore

Grande successo per l’edizione 2025 di AppassionAuto, giunto alla 13a edizione, il raduno annuale di auto d’epoca e supercar a scopo solidale e beneficenza che, allo stesso tempo, permette di godere della bellezza di un sito Riserva Biosfera Unesco. Sede dell’evento il Grand hotel Terme di Comano, in Trentino, che ha visto affluire, anche dalla Germania, un’ottantina di auto e oltre 100 appassionati. Il ricavato, che ha superato in questi anni i 170mila euro, va alla Fondazione Trentina per l’Autismo come sostegno ai bambini e ai ragazzi “amabili” di “Comunità Handicap”, ’”Oasi Valle dei Laghi” e “Noi per Voi”. Casa Sebastiano, inoltre, è la struttura destinata alla residenzialità di persone autistiche in gravi difficoltà familiari gestita dalla Fondazione Trentina per l’Autismo creata dall’imprenditore Giovanni Coletti.

Ad AppassionAuto, evento organizzato da Lorenzo Berlanda in collaborazione con il Lions club Tione – Valli Giudicarie presieduto da Tania Guetti,  si partecipa per condividere la passione per le belle automobili, per scoprire con un tour dedicato laghi alpini, antichi castelli, dimore signorili, vette dolomitiche, orti biologici, per farsi conquistare da sapori genuini e autentici, ma soprattutto per far del bene ai ragazzi autistici di Casa Sebastiano, a Coredo in Val di Non. AppassionAuto aggrega vetture di tipologie diverse, da quelle storiche, alle supercar moderne, ma non rifiuta anche chi ha una vettura, diciamo, tradizionale ma vuole essere partecipe dell’evento.

Anche quest’anno, la serata di gala ha visto esibirsi con tanto entusiasmo, davanti ai partecipanti al raduno con le loro famiglie, i ragazzi di “Comunità Handicap”, ’”Oasi Valle dei Laghi” e “Noi per Voi” che hanno cantato i brani più famosi. All’esordio assoluto, inoltre, il complesso “Standing Stones”. Applausi interminabili e tanta commozione.

 

Il Dialogo strategico del 12 settembre: CLEPA dà l’ultima sveglia

Il Dialogo strategico del 12 settembre: CLEPA dà l'ultima sveglia

Foto: Matthias Zink,  CLEPA Presidente e CEO Powertrain e Chassis presso Schaeffler

 

I CEO dell’industria europea delle forniture automobilistiche hanno incontrato il 12 settembre la Presidente Ursula von der Leyen nell’ambito del terzo Dialogo Strategico, lanciato otto mesi fa per affrontare la crescente crisi in un settore vitale per l’economia europea. I fornitori hanno sottolineato che solo un approccio tecnologicamente neutrale può fornire la certezza e la flessibilità necessarie per superare le attuali sfide strutturali.

Oggi abbiamo proseguito il dialogo iniziato in inverno. C’è accordo sulla necessità di lavorare insieme per il successo della trasformazione. Si tratta di un compito importante, non solo per implementare infrastrutture di ricarica e quadri normativi per l’elettrificazione, ma anche per garantire l’adozione di politiche adeguate. Non c’è molto tempo e dobbiamo raggiungere soluzioni efficaci nei prossimi mesi“, ha dichiarato Matthias Zink, Presidente del CLEPA.

“Dobbiamo mantenere obiettivi climatici ambiziosi, ma costruire insieme il percorso. Una revisione sostanziale e tempestiva della normativa sulla CO₂, una vera apertura a tutte le tecnologie a impatto climatico zero – incluso il congelamento del fattore utility per gli ibridi plug-in – e passi decisivi verso un quadro normativo realistico che sostenga il ruolo di ibridi, range extender, idrogeno e combustibili rinnovabili sono essenziali. Concentrarsi esclusivamente su soluzioni esclusivamente elettriche rischia di mettere da parte il portafoglio tecnologico flessibile e a impatto climatico zero, in cui l’Europa è già leader a livello mondiale”.

Ha aggiunto: “Per salvaguardare il futuro industriale dell’Europa, l’UE deve anche affrontare con urgenza come mantenere la produzione, la ricerca e sviluppo e il know-how in Europa, preservando il contenuto locale nei nostri veicoli e garantendo capacità critiche lungo l’intera catena di approvvigionamento, non solo per batterie, semiconduttori e software. Allo stesso tempo, sono necessarie soluzioni a lungo termine per affrontare le sfide strutturali, come gli elevati costi energetici e la burocrazia”. 

Secondo dati recenti, i fornitori del settore automobilistico si trovano ad affrontare uno svantaggio di costo del 15-35% rispetto ai concorrenti globali, a causa degli elevati costi energetici e del lavoro, degli oneri normativi e della frammentazione dei quadri normativi dell’UE. Le aziende stanno inoltre subendo gravi perdite di posti di lavoro: nel 2024 sono stati annunciati oltre 54.000 licenziamenti, con ulteriori 22.000 già previsti quest’anno, a causa della chiusura di stabilimenti e del blocco degli investimenti.

La prossima riunione del Dialogo Strategico è prevista per dicembre.

 

Foto Matthias Zink da ufficio stampa CLEPA

 

 

SUV e crossover: i preferiti dagli automobilisti europei

SUV e crossover: i preferiti dagli automobilisti europei

Negli ultimi anni, SUV e crossover hanno conquistato il settore automobilistico, affermandosi rapidamente come le carrozzerie più richieste in Europa. Questo cambiamento ha influenzato profondamente le strategie dei costruttori, spingendoli a puntare sempre più su modelli dalle dimensioni più grandi.

Tuttavia, la popolarità dei SUV non è uniforme in tutto il continente: le preferenze variano da Paese a Paese, riflettendo le peculiarità di ogni mercato. Per analizzare queste differenze, carVertuical, società leader nella raccolta di dati per il settore automobilistico, ha condotto un’indagine su oltre 20.000 utenti in tutta Europa, per determinare quali tipologie di carrozzeria siano le più amate nei Paesi europei.

 

3 conducenti su 10 preferiscono auto più grandi

La ricerca ha rivelato che il 30,6% dei conducenti preferisce SUV e crossover, il 21,3% le berline, il 17,3% le station wagon, l’11,9% le “hatchback” e il 9,7% le coupé. I SUV e i crossover sono i più popolari in Romania (35%), Polonia (27,3%) e Regno Unito (28,3%).Anche in Italia, i dati UNRAE1confermano la crescente popolarità dei SUV: nei primi 8 mesi dell’anno più del 50% delle immatricolazioni riguarda infatti un SUV. 

Gli automobilisti spesso scelgono i SUV per la loro altezza da terra superiore, che garantisce una migliore visibilità, un accesso più facile all’abitacolo e un maggiore senso di sicurezza. La loro popolarità li rende anche più appetibili sul mercato dell’usato, poiché in genere sono più facili da rivendere. Molti modelli, inoltre, offrono anche ampio spazio per il trasporto di attrezzature, passeggini o animali domestici.

Le berline hanno dominato il mercato automobilistico fino all’inizio degli anni 2000, quando hanno iniziato a perdere popolarità. In genere, offrono una migliore efficienza nei consumi rispetto ai veicoli più ingombranti, rendendole ideali per i pendolari che percorrono lunghe distanze o per le flotte aziendali.

Gli appassionati di station wagon apprezzano in genere il vano di carico posteriore esteso, che consente di trasportare oggetti come biciclette o sci senza dover ripiegare i sedili posteriori.

Mentrele “hatchback” si confermano una scelta ideale nei contesti urbani ad alta densità, grazie alle dimensioni compatte e all’agilità che facilitano le manovre di parcheggio e la guida nelle strade più strette.

Le coupé, invece, attirano un pubblico che privilegia il design raffinato e una guida sportiva, e sono spesso dotate di motori più performanti e assetti più rigidi. Sono particolarmente apprezzate tra gli acquirenti più giovani o gli appassionati, che guidano prevalentemente da soli o utilizzano raramente i sedili posteriori

Le preferenze relative alla carrozzeria delle auto sono cambiate radicalmente negli ultimi vent’anni, con SUV e crossover che hanno sostituito le berline come scelta principale per molti automobilisti. Questa tendenza riflette il cambiamento degli stili di vita: oggi le persone dannopriorità allo spazio di carico, all’altezza da terra e alla sicurezza percepita, rispetto al profilo ribassato e all’efficienza nei consumi delle berline. Nel frattempo, segmenti di nicchia come station wagon e coupé continuano ad attrarre appassionati fedeli che privilegiano la praticità o la dinamica di guida rispetto al fascino mainstream”, commenta Matas Buzelis, esperto del settore automobilistico di carVertical.

 

Foto da ufficio stampa CarVertical

 

Il punto di AlixPartners: l’intero settore automotive è sotto pressione

Il punto di AlixPartners: l'intero settore automotive è sotto pressione
Foto: Dario Duse, EMEA Leader per Automotive & Industrial e Italy Country Head di AlixPartners
Il settore dell’auto è sempre più messo a dura prova dalle tensioni generate da mercati occidentali stagnanti, dall’avanzata dei costruttori cinesi e dalle incertezze normative. In Italia, l’obiettivo di ritorno a 1 milione di veicoli prodotti si allontana sempre di più. Nel frattempo procede l’elettrificazione con ritmo leggermente aumentato grazie al contributo delle flotte, mentre l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale nell’industria diventa sempre più significativa. È quanto emerge dal recente aggiornamento del Global Automotive Outlook di AlixPartners in occasione dell’IIA svoltosi a Monaco di Baviera.
I brand cinesi continuano a crescere in Europa con prodotti competitivi e strategie aggressive, ma devono combattere una guerra sui prezzi nel mercato domestico dove si assiste a un necessario consolidamento.


“I costruttori cinesi continuano ad avere un vantaggio significativo legato a tempi di
sviluppo – anche del 50% inferiori -, costi e tecnologie competitive”, commenta Dario Duse, EMEA Leader per Automotive & Industrial e Italy Country Head di AlixPartners, società di consulenza globale. “Tuttavia, la guerra dei prezzi in corso sul mercato locale continuerà per diversi anni, accelerando il consolidamento dell’industria cinese che passerà da 130 a 15-20 brand nel giro di 6 anni. Si rafforzerà quindi il percorso di crescita dei “vincitori” che, oltre a incrementare l’export, acquisiranno le quote di mercato oggi in mano ai piccoli costruttori locali”.
 
“In questo modo la traiettoria di sviluppo sarà ancor più solida e l’aumento dei volumi consentirà maggiori economie di scala, con profitti che già negli ultimi trimestri sono superiori a quelli dei costruttori statunitensi: rispettivamente circa 3% per i cinesi (in crescita) contro 1,4% degli americani e circa 4% degli europei (in riduzione del 70% e 60% rispetto al Q2 2023)”.

In Italia e in Europa i volumi di vendita 2025 saranno in contrazione rispettivamente del
3% e 2% vs il 2024, e le modeste aspettative di recupero sui volumi di produzione sono legate sostanzialmente alla localizzazione di player cinesi in Europa: produzione in Europa in calo del 24% nel 2025 rispetto al 2017, mentre in Italia la produzione è scesa del 54% nel 2025 rispetto al 2017 (ultimo anno con volumi di produzione superiori al milione di veicoli).

“In aggiunta alla domanda debole legata a una situazione economica non brillante,
l’incertezza normativa collegata al Green Deal continua a pesare sulle vendite. Anche dopo i recentissimi confronti e nonostante l’urgenza da più parti sottolineata, non ci sono vere decisioni di cambiamento prese ma solo aperture ancora generiche verso la neutralità tecnologica. L’elettrico è in modesta accelerazione rispetto al 2024 (+3%. di quota BEV in Europa nel primo semestre del 2025) ma rimane lontano dagli obiettivi. La crescita è sostanzialmente legata alle flotte aziendali, la cui sostituzione periodica potrebbe agevolare il superamento di alcune condizioni limitanti la penetrazione del BEV, come il prezzo. Ad esempio, in Italia i BEV hanno una share nelle flotte del 50% maggiore rispetto alla media di mercato. Considerato il valore residuo più basso per i BEV, il rinnovo delle flotte potrebbe renderli accessibili anche ai privati”, continua Duse.

I margini dei costruttori in questo contesto sono in marcato calo (4,5% medio nel secondo trimestre 2025 contro 7,8% nel secondo trimestre 2023). In particolare i costruttori cinesi, in passato con profittabilità inferiore agli altri, nel Q2 del 2025 hanno registrato un EBIT del 3% circa, mentre gli europei e gli americani hanno visto un crollo della profittabilità di 6% e 3.5%. rispettivamente negli ultimi due anni.


“I profitti dei costruttori, innaturalmente alti nel periodo post – COVID, sono tornati a
essere inferiori a quelli dei fornitori (4,5% contro 6,5% EBIT nel Q2 2025). Con questi valori di profittabilità, l’indebitamento dei costruttori cresce e diminuisce ancor di più il rapporto tra i due valori, fondamentale per la sostenibilità finanziaria del business”, afferma Fabrizio Mercurio, Director nella practice Automotive di AlixPartners.

Anche nell’industria dell’auto, l’intelligenza artificiale è invece sempre più un veicolo di opportunità che gli OEM hanno iniziato a utilizzare con maggiore frequenza per creare efficienza in ambito produttivo e nell’area vendite e marketing.

“Sono stati identificati più di 110 use cases di applicazione dell’AI nell’industria
automotive, con forte crescita negli ultimi anni e con ambito di applicazione principale legato al prodotto e al processo produttivo (circa 40% delle applicazioni). Esistono tuttavia importanti opportunità abilitate dall’AI anche nel mondo Sales&Marketing. Qui le applicazioni sono meno diffuse rispetto a quelle su prodotto e manifattura (circa 25% dei casi) ma potrebbero ridurre del 30% il costo per lead, oltre a migliorare l’efficacia del processo di vendita, per esempio con campagne più personalizzate e l’utilizzo di chatbot intelligenti”, conclude Emanuele Cordone – Director nella practice Automotive di AlixPartners.

Foto ufficio stampa AlixPartners

 

 

UNRAE e Federauto a Pichetto: no “Eco-score” nei prossimi incentivi

UNRAE e Federauto a Pichetto: no "Eco-score" nei prossimi incentivi
Il ministro Gilberto Pichetto Fratin
UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) e Federauto (Federazione Italiana Concessionari Auto) hanno inviato una lettera al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiedendo di non inserire il criterio di punteggio ambientale (“Eco-score”) nel nuovo programma di incentivi all’acquisto di veicoli elettrici previsto dal PNRR.

Secondo le due Associazioni, che rappresentano la distribuzione, il commercio e l’assistenza nel settore automotive italiano la ventilata adozione del modello francese di Eco-score – che considera esclusivamente la fase di produzione e trasporto dei veicoli, senza includere l’intero ciclo di vita –
risulterebbe inopportuna, discriminatoria e controproducente.


Dalle analisi emerge infatti che l’applicazione automatica del sistema francese comporterebbe l’esclusione di numerosissimi modelli disponibili nei listini delle case costruttrici, riducendo drasticamente la scelta per consumatori e aziende, e mettendo a rischio la capacità di spesa delle risorse stanziate (quasi 600 milioni di euro).
Inoltre, un vincolo di tal genere presterebbe il fianco a discriminazioni difficilmente sostenibili sul piano tecnico e giuridico. Nella media del mercato BEV i modelli potenzialmente esclusi rappresentano il 66,5% del totale immatricolato nei primi otto mesi del 2025, ma la situazione delle singole Case risulta fortemente eterogenea: si va da operatori che non subirebbero alcuna decurtazione ad altri che vedrebbero completamente azzerata la propria offerta di prodotto incentivata, generando così una chiara distorsione della libera concorrenza.
Le conseguenze sarebbero fortemente negative non solo per gli acquirenti, ma anche per concessionari, officine, fornitori e componentisti, con i relativi inevitabili effetti sull’occupazione.
Un sistema di Eco-score ambientalmente efficace e legalmente inoppugnabile richiederebbe una radicale revisione dello schema francese, con tempistiche incompatibili con le esigenze del mercato e gli obiettivi del Ministero stesso.
Per questo motivo, UNRAE e Federauto invitano il Ministro a non introdurre l’Eco-score e sollecitano l’attivazione urgente della piattaforma informatica SOGEI per consentire al più presto l’avvio delle prenotazioni dei bonus, ponendo fine alla paralisi che blocca il mercato da mesi e
garantendo la ripresa tempestiva e ordinata delle attività degli operatori del settore.
Foto ufficio stampa