#FORUMAutoMotive al giro di boa: è adesso cosa accadrà?

#FORUMAutoMotive al giro di boa: è adesso cosa accadrà?

Francesco Mazzone (Direttore generale ACI Infomobility) intervista il promotore Pierluigi Bonora. (Link all’intervista: https://www.spreaker.com/episode/speciale-forum-automotive-intervista-a-pierluigi-bonora–68148034) 

 

In un decennio di attività, #FORUMAutoMotive si è affermato come punto di riferimento per il confronto e il dialogo sul mondo dell’auto e della mobilità in Italia, coinvolgendo esperti, istituzioni, aziende e media.

In occasione di questa importante ricorrenza, il Direttore Generale di ACI Infomobility, Francesco Mazzone, ha intervistato il promotore dell’evento e Direttore di ACI Radio, Pierluigi Bonora, per ripercorrere i momenti salienti di questa esperienza e riflettere sulle prospettive future.

La Dakar a EICMA 2025: ecco la mostra “Desert Queens”

La Dakar a EICMA 2025: ecco la mostra "Desert Queens"

La Dakar sbarca a Milano. L’Edizione numero 82 dell’Esposizione internazionale delle due ruote, in programma dal 6 al 9 novembre a Fiera Milano Rho, ospiterà la mostra Desert Queens, un percorso espositivo interamente dedicato alle moto e alle persone che hanno scritto la storia della leggendaria competizione rallistica. L’annuncio è arrivato attraverso un comunicato stampa congiunto di EICMA e ASO (Amaury Sport Organisation), organizzatore della Dakar e partner ufficiale dell’iniziativa. 

La mostra Desert Queens sarà un tributo agli oltre quarant’anni di storia della Dakar, che gli organizzatori racconteranno attraverso l’esposizione di più di trenta moto, ma anche memorabilia, foto e video. Ospitato nell’area esterna MotoLive di EICMA, il progetto non si limiterà all’esposizione dei veicoli più iconici, ma offrirà al pubblico anche experience interattive, come l’incontro diretto con i piloti e gli approfondimenti divulgativi su navigazione, sicurezza e l’evoluzione dell’equipaggiamento tecnico.

“Dopo il successo della mostra celebrativa organizzata l’anno scorso per il 110° anniversario del nostro evento espositivo – ha dichiarato Paolo Magri, ad di EICMA – abbiamo deciso di rendere ricorrente la realizzazione di un contenuto tematico attrattivo. E questo fa parte di una prospettiva strategica che configura il pieno passaggio di EICMA da fiera a evento espositivo ricco anche di iniziative speciali e contenuti extra.  La scelta è caduta in modo naturale sulla Dakar, una gara unica al mondo che fa battere ancora forte il cuore degli appassionati. Grazie alla preziosa collaborazione con ASO, la mostra Desert Queens assume un valore ancora più importante e sono certo che sarà una proposta molto apprezzata dal nostro pubblico, oltre a costituire un’ulteriore occasione di visibilità e comunicazione per l’industria motociclistica”.

“EICMA – spiega David Castera, direttore della Dakar – non è solo una fiera; è un palcoscenico leggendario, un moderno campo base dove si riuniscono coloro che vivono il motociclismo come un’avventura. Qui, più che in qualsiasi altro luogo, la storia della Dakar prende davvero vita: dalle prime tracce lasciate sulla sabbia dai pionieri agli incredibili risultati odierni. È una vetrina di passione, un luogo dove questa storia risuona, ma anche un punto d’incontro dove possiamo dialogare con una comunità di appassionati che vivono la Dakar come un viaggio epico. È con questo spirito che abbiamo scelto di sostenere il progetto Desert Queens e di contribuire pienamente alla narrazione della mostra. Partecipiamo condividendo immagini, ricordi ricchi di emozioni e persino oggetti iconici, tra cui la moto di Thierry Sabine, l’uomo che ha osato lanciare la Parigi-Dakar non solo come una gara, ma come un’avventura umana alla scala del deserto”.

 

EICMA_Dakar-Foto da ufficio stampa EICMA

 

 

L’ANFIA sulla transizione: massima priorità alla revisione del regolamento UE

L'ANFIA sulla transizione: massima priorità alla revisione del regolamento UE

ANFIA, in coordinamento con le imprese associate, il sistema confindustriale e le Associazioni europee del settore ha partecipato alla consultazione pubblica avviata lo scorso luglio dalla Commissione Europea per raccogliere contributi per la revisione del regolamento che definisce i target di riduzione delle emissioni di CO2 per le auto e i veicoli commerciali leggeri.


Aperta a cittadini, imprese e associazioni di categoria, l’iniziativa si è conclusa il 10 ottobre e
rappresenta uno strumento utile a fare massa critica ed inviare un segnale forte e condiviso alla Commissione.

Le osservazioni di ANFIA mirano a rendere la normativa efficace ed efficiente nei suoi condivisi obiettivi ambientali, affiancando alla mobilità elettrica soluzioni tecnologiche innovative già disponibili in grado di salvaguardare anche competenze industriali e posti di lavoro.

Considerato l’andamento del mercato, allo stato attuale i target al 2030 ed al 2035 non sono raggiungibili e non può essere l’industria a pagare il prezzo di una transizione che dipende da molteplici fattori non direttamente controllabili ed interventi pubblici che in questi anni sono stati del tutto carenti.

ANFIA ritiene necessario adottare un approccio pragmatico e tecnologicamente neutrale,
proponendo, in particolare: l’adozione di un approccio differenziato tra autovetture e veicoli commerciali leggeri, considerando, per questi ultimi, le difficoltà di adozione della tecnologia elettrica per il mercato B2B, derivante in particolare dall’elevato TCO; l’introduzione di flessibilità che considerino a zero emissioni i veicoli alimentati esclusivamente a carburanti rinnovabili; di rendere la normativa CO2 coerente con l’ETS e la RED nel riconoscere i benefici di riduzione delle emissioni di CO2 dei carburanti non di origine fossile; la sospensione dell’entrata in vigore dell’utility factor per non penalizzare i veicoli ibridi plug-in (PHEV) e i veicoli ad autonomia estesa (REEV), tecnologie fondamentali per la transizione; la possibilità, per i piccoli Costruttori, di rinegoziare i target.

Auspichiamo che, nei prossimi mesi, il lavoro della Commissione e degli esperti si traduca in misure concrete ed efficaci che bilancino la tutela ambientale con la salvaguardia della competitività della filiera industriale europea.
photo-1625440153141-1ae4c27ff33b – Foto da ufficio stampa ANFIA

Digitalizzazione e IA: i motori per mobilità sostenibile e il rilancio industriale

Digitalizzazione e IA: i motori per mobilità sostenibile e il rilancio industriale

Unire la forza delle tecnologie digitali alla transizione ecologica del settore trasporti: questa è una delle sfide decisive per il futuro della mobilità e della manifattura italiana. Con questo obiettivo si è svolto, presso la sede di Confindustria a Roma, l’evento “Tecnologie digitali e AI per una mobilità smart e sostenibile” promosso dal Competence Center CIM4.0 e dal Cluster Nazionale Trasporti, nell’ambito dell’iniziativa HD-Motion, European Digital Innovation Hub, dedicato alle PMI e alle Pubbliche Amministrazioni. Il dibattito è stato moderato da Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive.

 

AI e digitale per guidare il cambiamento

I numeri parlano chiaro: secondo il Gartner CIO and Technology Executive Survey 2025, il 71% delle aziende a livello globale prevede di implementare soluzioni basate su Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) entro il 2025, percentuale che salirà al 95% entro il 2027. Tuttavia, ad oggi, solo una piccola impresa su dieci ha già adottato l’AI, dato raddoppia se parliamo di medie imprese. La forbice tra intenzioni e applicazione reale e continuativa è ancora molto ampia, soprattutto in un settore strategico come quello della mobilità che comprende l’automotive, il trasporto pubblico e ferroviario, i veicoli elettrici e la guida autonoma.

Mobilità sostenibile: il contesto e i dati a livello Italiano

L’Italia sconta ancora ritardi nell’elettrificazione del trasporto: questo è certificato da una crescita lenta dei veicoli elettrici a batteria a cui si somma il fatto che i veicoli Plug-in Hybrid stentano a decollare e che l’attuale parco auto circolante è tra i più vecchi di tutta Europa. Si può affermare che di fatto la “politica europea” al contenimento della CO2 non sta funzionando.
 
Inoltre, va considerato che il trasporto su gomma rimane centrale nel nostro Paese sia per i privati sia per la logistica, motivo per cui si dovrebbe guardare con sempre più attenzione a soluzioni sostenibili per i veicoli commerciali leggeri e pesanti, con l’impiego di biocarburanti
e low-carbon fuels.

Risulta evidente come la ricerca e l’Innovazione, attraverso le nuove tecnologie applicate alla mobilità,
rappresentino una grande forza propulsiva in termini di competitività globale. L’avanzamento competitivo di questo settore non può che favorire la ricostruzione di una leadership Industriale europea.

Proprio in tale direzione, puntando su una Europa leader nella mobilità sostenibile, è stato pensato il progetto HD-Motion, coordinato da CIM4.0 che punta a favorire la trasformazione digitale delle MPMI e lo sviluppo di filiere industriali innovative, in cui pubblico e privato collaborino in sinergia.
Il confronto, che ha visto coinvolti i principali attori dell’automotive e della mobilità in Italia, ha evidenziato la necessità di: accelerare l’adozione dell’AI e del digitale nei settori della mobilità: dallo sviluppo prodotto ai servizi; sostenere le imprese nella transizione industriale; sviluppare politiche pubbliche coerenti e sostenibili nel tempo; creare un contesto favorevole per PMI, startup e filiere strategiche del Made in Italy; potenziare infrastrutture smart e connesse; adottare politiche industriali orientate allo sviluppo di una mobilità sicura e a basse emissioni.
Un messaggio chiaro: l’Italia può guidare la transizione

“HD-Motion va visto come un modello di partnership che funziona a cui ispirarsi per definire, con coraggio, una nuova azione decisamente più ambiziosa, la più grande iniziativa pubblico-privata di ricerca e innovazione nel settore automobilistico o della mobilità, finalizzato a mantenere e riconquistare la competitività dell’UE e colmare il divario di innovazione.
“Un’iniziativa che dovrà concentrarsi sull’impatto, garantendo la leadership nelle tecnologie e nelle capacità produttive future e affrontando al contempo le sfide sociali, a vantaggio degli utenti e della società. E che dovrà coinvolgere tutti gli ecosistemi industriali e le migliori competenze del Paese, attrarre i giovani talenti ma, soprattutto, essere un riferimento per i settori coinvolti, in primis quello automobilistico, i relativi processi, il quadro normativo e gli standard applicativi, in modo che vi sia un’unica linea strategica e operativa da perseguire in maniera sistemica”, ha dichiarato Enrico Pisino, CEO di CIM4.0.

Il trasporto su gomma rimane centrale. Dobbiamo però guidare la transizione con soluzioni tecnologiche sostenibili e accessibili. Il Paese ha tutte le carte in regola per diventare hub europeo dell’innovazione a zero emissioni, a condizione di attuare scelte coraggiose, coordinate e orientate al lungo periodo”, ha commentato il prof. Ennio Cascetta, Presidente del Cluster Nazionale Trasporti.

“In linea con l’input dell’action plan UE per l’automotive, che prevede una forte spinta alla diffusione dei veicoli a guida autonoma e connessa, le aziende europee e italiane della nostra filiera hanno l’opportunità di emergere con le loro eccellenze tecnologiche – le parole di Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA -. Affinché questa possibilità si concretizzi, stiamo lavorando con il Governo e con gli stakeholder europei per l’approvazione di un IPCEI dedicato, in grado di accelerare l’immissione di queste tecnologie sul mercato. L’Italia deve lavorare rapidamente alla creazione delle condizioni necessarie per la sperimentazione e la circolazione dei veicoli a guida autonoma di livello 3 e superiore, dalle modifiche del Codice della strada, alle tematiche relative alla responsabilità dei Costruttori e dei conducenti, alla semplificazione nell’implementazione delle infrastrutture intelligenti”.
Foto da ufficio stampa ANFIA

Euro 7 e pneumatici: perché servono test affidabili per proteggere ambiente e innovazione

Euro 7 e pneumatici: perché servono test affidabili per proteggere ambiente e innovazione

L’entrata in vigore della normativa Euro 7, adottata nell’aprile 2024, segna un momento cruciale nella transizione verso una mobilità più sostenibile. Per la prima volta, infatti, vengono introdotti limiti specifici alle emissioni di particelle da usura degli pneumatici, un fenomeno che genera ogni anno quasi 500.000 tonnellate di residui sulle strade europee. Michelin, leader mondiale nel settore, sostiene pienamente questo passo in avanti e sottolinea l’importanza di adottare metodi di prova realistici e trasparenti per garantire l’efficacia della normativa.

 

Euro 7: una svolta per la mobilità sostenibile

L’obiettivo di Euro 7 è chiaro: ridurre in modo significativo l’impatto ambientale dell’usura dei pneumatici e, al tempo stesso, premiare i produttori virtuosi che investono in ricerca e sviluppo. Non tutti gli pneumatici, infatti, sono uguali: in base a materiali, architettura e scelte progettuali, le emissioni possono variare fino a quattro volteGrazie al regolamento, pneumatici che superano i limiti di emissione stabiliti non potranno più essere commercializzati nell’Unione europea.

 

Il test su strada: realistico e già validato

Il metodo di prova che misura le emissioni in grammi per chilometro e per tonnellata di carico in condizioni reali è quello considerato più affidabile. Frutto di sei anni di lavoro congiunto tra industria e istituzioni, è stato adottato anche dall’ADAC, l’Associazione automobilistica tedesca nota per il rigore scientifico dei propri test. I risultati, coerenti con quelli dei produttori, lo rendono il candidato ideale come riferimento normativo per Euro 7.

 

Il test in laboratorio: rischi di distorsione

In alternativa, si sta valutando un metodo basato su prove al tamburo in laboratorio. Tuttavia, lo stesso ADAC – in uno studio pubblicato nel giugno 2025 – ha evidenziato che questo approccio non è ancora sufficientemente maturo e può produrre discrepanze significative: fino al 28% di differenza per lo stesso pneumatico. Il rischio è duplice: economico, favorendo l’importazione di pneumatici a basso costo e minore innovazione; ambientale, riducendo l’efficacia stessa della normativa Euro 7. Per questo Michelin sostiene l’applicazione immediata dei test su strada, lasciando ai test di laboratorio un ruolo complementare, ma solo quando avranno raggiunto una piena affidabilità tecnica.

 

Michelin: oltre 20 anni di ricerca per pneumatici più sostenibili

La riduzione delle particelle di usura è da oltre vent’anni una priorità per Michelin. Già dal 2005 l’azienda ha investito risorse significative in ricerca sui materiali e sull’architettura dei pneumatici. Alcuni dati: tra il 2015 e il 2020 le emissioni di usura sono diminuite del 5%, con oltre 100.000 tonnellate di particelle evitate; uno studio ADAC del 2025 su 160 modelli di pneumatici ha confermato che i prodotti Michelin emettono in media il 26% in meno di particelle rispetto ai concorrenti premium; uno studio del 2022 aveva già certificato una riduzione del 28% rispetto alla media del mercato. L’azienda ha annunciato che sarà in grado di applicare la normativa Euro 7 dal 2028 per i nuovi modelli e dal 2030 per l’intera gamma auto.

 

La posizione di Michelin

Florent Menegaux, Presidente del Gruppo, ha dichiarato: «Mentre l’Europa prende coscienza della necessità di sostenere la propria industria senza rinunciare alle proprie ambizioni ambientali, le decisioni sul metodo di prova degli pneumatici nell’ambito della normativa Euro 7 illustrano perfettamente le scelte che si trova di fronte: sostenere l’innovazione e il rigore a beneficio dell’ambiente, oppure accettare compromessi che minano lo standard e penalizzano gli stakeholder responsabili».

 

Un passaggio chiave per l’industria europea

La sfida di Euro 7 non riguarda solo i costruttori di pneumatici, ma l’intera filiera della mobilità. L’affidabilità dei metodi di prova sarà determinante per distinguere i produttori realmente impegnati nell’innovazione da chi cerca scorciatoie. La transizione verso pneumatici a basse emissioni di particelle è uno dei tasselli fondamentali per costruire un futuro di mobilità sostenibile in Europa.

 

madeline-liu-H86zjx6FPdU-unsplash – Da ufficio stampa Michelin

Il futuro dell’automotive in Europa: CLEPA chiede misure per salvaguardare la produzione

Il futuro dell'automotive in Europa: CLEPA chiede misure per salvaguardare la produzione

L’industria automobilistica europea sta attraversando un momento cruciale. I fornitori generano il 75% del valore di un veicolo e sostengono 1,7 milioni di posti di lavoro, ma l’aumento dei costi, la frammentazione della regolamentazione e la concorrenza globale minacciano la base industriale europea. CLEPA, l’associazione europea dei fornitori del settore automobilistico, ha appena pubblicato un nuovo documento di posizione che evidenzia misure urgenti per proteggere la creazione di valore, i posti di lavoro e l’innovazione nell’UE, garantendo al contempo che il continente rimanga leader mondiale nella mobilità.

“L’Europa è impegnata in una battaglia decisiva per la propria sovranità industriale”, ha dichiarato Benjamin Krieger, Segretario Generale del CLEPA. “I fornitori sono impegnati a investire e innovare, ma non possono farlo in condizioni di parità. Mantenere un ecosistema automobilistico competitivo e resiliente nell’UE richiederà un’azione urgente e orientata al mercato da parte dell’industria e misure politiche mirate, per rafforzare l’attrattiva dell’Europa come sede di produzione, ricerca e sviluppo e investimenti”.

“Ciò include la gestione di fattori chiave per la localizzazione, come i prezzi dell’elettricità e gli oneri normativi, e al contempo la valutazione di politiche volte a garantire il contenuto locale dell’UE nei veicoli per preservare il know-how e la capacità produttiva”.

Il documento delinea le principali raccomandazioni politiche per proteggere i posti di lavoro e l’ecosistema automobilistico europeo: dall’apertura tecnologica e dalle condizioni favorevoli alla mobilità elettrica e ai carburanti alternativi, alle politiche sui contenuti locali , alle strategie commerciali e di investimento, fino al sostegno alle transizioni verde e digitale . Senza un’azione rapida, l’Europa rischia di perdere capacità produttive e know-how essenziali, mettendo a repentaglio gli obiettivi climatici e la competitività.

 

 

Benjamin Krieger, segretario generale del CLEPA – Foto da ufficio stampa CLEPA

 

Obiettivo auto sicure: i 16 modelli testati da Euro NCAP nel 2025

Obiettivo auto sicure: i 16 modelli testati da Euro NCAP nel 2025

Euro NCAP ha pubblicato i risultati della settima serie di test 2025, un banco di prova fondamentale per valutare i livelli di sicurezza passiva e attiva delle nuove automobili in commercio. Sedici i modelli sottoposti a prove rigorose, dai crash test alle verifiche sui sistemi di assistenza alla guida, con esiti che confermano l’innalzamento degli standard globali, ma anche alcune criticità da non sottovalutare.

 

Le auto premiate con 5 stelle

A brillare in questa sessione sono i primi modelli europei elettrici della turca Togg, la T10F e la T10X, entrambe premiate con le cinque stelle. La T10F ha ottenuto un punteggio del 95% nella protezione degli occupanti adulti, mentre la T10X si è attestata al 94%, piazzandosi tra le migliori vetture testate da Euro NCAP. La protezione dei bambini ha raggiunto l’85%, mentre i sistemi di sicurezza attiva hanno garantito un livello elevato di affidabilità.

 

Firefly, la sorpresa cinese nel segmento compatto

Risultato eccellente anche per Firefly, marchio del gruppo NIO, che si distingue nel settore delle citycar elettriche con un 96% di protezione degli adulti, il valore più alto registrato da inizio 2024.

 

Audi, Hyundai, MINI e smart confermano gli standard

Tra i grandi nomi europei e coreani, hanno ottenuto cinque stelle: Audi Q4 e-tronHyundai IONIQ 9MINI Acemansmart #5. SUV e crossover che uniscono design, tecnologia e sistemi di sicurezza avanzati.

 

L’ascesa dei marchi cinesi

I costruttori cinesi confermano una crescita costante anche sul fronte sicurezza. Cinque stelle sono andate a AION V (SUV elettrico), EXLANTIXES (berlina familiare), IM IM6 (crossover), BYD Dolphin Surf (hatchback). Un segnale importante di come la competizione globale spinga verso standard qualitativi sempre più alti.

 

Volkswagen ID.Buzz e Lynk & Co 08: promosse, ma con riserve

Anche Volkswagen ID.Buzz e Lynk & Co 08 hanno ottenuto le cinque stelle, seppur con qualche criticità. Entrambi i modelli hanno rischiato di perdere il massimo riconoscimento a causa della scarsa protezione del bacino dei pedoni, evidenziando margini di miglioramento per i costruttori.

 

I modelli a 4 stelle

Non tutti i veicoli hanno raggiunto l’eccellenza. Tra i sedici testati, quattro si sono fermati a quattro stelleBMW 1 Series, penalizzata per la scarsa protezione di torace e arti inferiori del conducente e del passeggero nei crash test frontali; Ctroën C5 Aircross, che ha perso punti per la protezione degli utenti vulnerabili e per i sistemi di assistenza alla guida; Suzuki e-Vitara e la gemella Toyota Urban Cruiser, entrambe penalizzate per la scarsa protezione del torace del conducente in caso di urto frontale contro barriera rigida.

 

La sfida della sicurezza continua

«Con la disponibilità di veicoli sempre più sicuri, i guidatori e i passeggeri possono beneficiare di una maggiore protezione – ha dichiarato l’ing. Luigi Di Matteo, Coordinatore Centrale dell’Area Tecnica ACI -. Questa sfida continua nel settore automobilistico spinge all’innovazione, portando a standard di sicurezza più elevati a beneficio di tutti». Il messaggio è chiaro: l’obiettivo è ridurre il più possibile i rischi su strada, rafforzando la fiducia dei consumatori nelle nuove tecnologie.

 

Perché i test Euro NCAP sono fondamentali

I test di Euro NCAP non rappresentano soltanto un indice di qualità, ma sono diventati un parametro essenziale nelle decisioni di acquisto. I consumatori europei, sempre più attenti a temi come sicurezza, sostenibilità e valore tecnologico, valutano questi risultati come garanzia di affidabilità. In un mercato globale in cui i nuovi attori – dalla Turchia alla Cina – stanno sfidando i colossi storici, la competizione porta benefici diretti per chi guida ogni giorno.

 

choi-wingkin-8AFoZLezJ3c-unsplash – Foto da ufficio stampa Euro NCPA

 

 

“Se non sei lucido non guidare”: ACI e FIA insieme per la sicurezza stradale

“Se non sei lucido non guidare”: ACI e FIA insieme per la sicurezza stradale

L’Automobile Club d’Italia ha aderito alla nuova campagna “Se non sei lucido, non guidare”, promossa da FIA Region I – Federazione Internazionale dell’Automobile – lanciata in oltre trenta Paesi tra Europa, Africa e Medio Oriente. L’iniziativa durerà fino al 30 settembre 2026.

 

I rischi legati ad alcool, droghe, medicinali e stanchezza

“Se non sei lucido, non guidare” vuol dire guidare solo se si è in pieno possesso delle proprie facoltà psico-fisiche. In gioco ci sono rischi concreti: l’assunzione di alcoldroghecerti medicinali, ma anche la stanchezza possono compromettere drasticamente la concentrazione, la velocità di reazione e la capacità decisionale.

 

 

Sensibilizzare per evitare incidenti

La campagna si pone l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della lucidità mentale e fisica alla guida; far comprendere che anche piccole dosi di alcol o medicinali, o la semplice stanchezza, possono essere pericolose; promuovere comportamenti responsabili attraverso messaggi semplici ma incisivi.

 

Strumenti e diffusione

ACI sosterrà l’iniziativa tramite i propri canali social, diffondendo video brevi che evidenziano comportamenti virtuosi e rispettosi delle norme stradali. La campagna è sostenuta da FIA Foundation e dal FIA Safe and Sustainable Mobility Grants Programme.

 

Il ruolo di ACI

Il Commissario Straordinario di ACI, Generale Tullio Del Sette, ha affermato che guidare è una responsabilità che «richiede il massimo dell’attenzione e delle abilità». Ha sottolineato come anche minime quantità di alcol, medicinali o droghe, oltre alla stanchezza, possano compromettere la capacità di reazione, decisione e dunque la sicurezza. Restare lucidi significa, secondo Del Sette, proteggere la propria vita e quella degli altri. Anche il sub-Commissario, Giovanni Battista Tombolato, ha ribadito l’importanza del messaggio: attraverso video incisivi l’ACI mira a diffondere comportamenti attenti che salvaguardino tutti gli utenti della strada.

 

 

Il contesto internazionale: la campagna FIA “Stay in Control”

La campagna è parte della più ampia azione “Stay in Control” di FIA Region I, che ha come focus il pericolo di guidare sotto l’influenza (non solo dell’alcol, ma anche di sostanze psicotrope, medicinali e della fatica).

 

gabe-pierce–UAmLjpbFis-unsplash – Foto da ufficio stampa ACI

 

Green Deal e mobilità: a Roma la sfida del buon senso

Green Deal e mobilità: a Roma la sfida del buon senso

Durante la prima giornata di ECO Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti, in corso a Roma, il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e il Ministro delle Imprese Adolfo Urso hanno preso posizione contro l’approccio troppo rigido dell’Unione Europea. Pichetto Fratin ha ribadito la necessità di «superare il no ideologico ai biocarburanti», sottolineando che il Green Deal così come concepito rischia di penalizzare famiglie e imprese italiane. Urso, dal canto suo, ha evidenziato come il parco auto italiano, con 36 milioni di veicoli e un’età media di 13 anni, non possa essere sostituito a colpi di imposizioni e costi proibitivi.

Queste parole segnano un punto di svolta: finalmente la politica sembra rendersi conto che non si può chiedere agli automobilisti di farsi carico da soli della transizione ecologica, pagando prezzi insostenibili per vetture elettriche che, senza incentivi, rimangono fuori portata.

 

Una transizione che rischia di lasciare indietro gli automobilisti

Il Ministro Pichetto Fratin ha avvertito che i consumi elettrici del Paese nei prossimi 15 anni più che raddoppieranno, ponendo problemi enormi alla rete nazionale. «Sono convinto che l’UE ci ripenserà sul tutto elettrico al 2035», ha detto, aprendo chiaramente alla possibilità che idrogeno e biometano diventino alternative reali. Perché di questo si tratta: dare agli automobilisti la libertà di scelta, non obbligarli a un’unica soluzione.

Urso è stato ancora più diretto: «Decarbonizzare sì, ma senza ideologia. L’auto resta il mezzo principale degli spostamenti e la crisi del settore rischia di trascinare con sé tutto il manifatturiero». Una presa di posizione netta che difende un comparto che in Italia occupa 1,3 milioni di addetti e che non può essere sacrificato sull’altare di regole astratte scritte a Bruxelles.

 

Le città e le nuove tecnologie

Dal dibattito è emerso anche un tema cruciale: la mobilità urbana. Antonio Decaro, in collegamento dal Parlamento Europeo, ha sottolineato che «le città devono puntare su pianificazione inclusiva, trasporto pubblico e micromobilità», senza dimenticare però le esigenze concrete dei cittadini. Nel frattempo, Francesco Naso, di Motus-E, ha ricordato i progressi tecnologici delle batterie, ormai sei volte meno costose rispetto a dieci anni fa, segnale che la tecnologia evolve ma che va accompagnata da politiche industriali solide, non da imposizioni improvvisate.

 

Tra premi e riconoscimenti, il festival accende il dibattito

La prima giornata del Festival ha visto anche la consegna degli Eco Awards 2025 a realtà che hanno saputo coniugare sostenibilità, innovazione e tradizione. Premi simbolici, certo, ma che confermano un punto: la transizione non può essere calata dall’alto, deve partire dai territori, dalle comunità, dalle imprese che sperimentano ogni giorno nuove soluzioni. Non dai diktat europei che rischiano di schiacciare consumatori e aziende.

 

La voce che mancava agli automobilisti

Ecco perché le parole di Pichetto Fratin e Urso assumono un valore politico e sociale di primo piano. Dopo anni in cui gli automobilisti sono stati trattati come colpevoli da punire, finalmente si dice ad alta voce ciò che noi difendiamo da tempo: non si può imporre il tutto elettrico senza alternative e senza realismo economico. Idrogeno, biometano, nuove tecnologie ibride: sono strade che vanno percorse, altrimenti la mobilità sostenibile rimane un sogno per pochi privilegiati. Il rischio, altrimenti, è che la transizione ecologica diventi una tassa occulta sugli italiani. E questo è inaccetabile.

 

Foto da ufficio stampa ECO Festival

 

 

Rapporto economico e di mercato ACEA: punto sull’industria automobilistica globale e dell’UE

Rapporto economico e di mercato ACEA: punto sull'industria automobilistica globale e dell'UE

Le prospettive economiche dell’UE rimangono moderatamente ottimistiche, con una crescita prevista del PIL dell’1,1% nel 2025, a fronte delle tensioni commerciali e delle modifiche tariffarie degli Stati Uniti. L’inflazione complessiva dovrebbe scendere al 2,3% nel 2025 e attestarsi in media all’1,9% nel 2026, leggermente al di sotto dell’obiettivo del 2% della Banca Centrale Europea (BCE). Le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide, con l’occupazione destinata ad aumentare e il tasso di disoccupazione che dovrebbe raggiungere il minimo storico del 5,7% nel 2026.

 

I mercati automobilistici globali hanno mostrato andamenti contrastanti nella prima metà del 2025. Le immatricolazioni mondiali sono aumentate del 5%, raggiungendo i 37,4 milioni di unità, trainate dall’aumento del 12% in Cina, sostenuto dagli incentivi alla rottamazione e dalle politiche sui veicoli a energia rinnovabile. Il Nord America ha registrato una crescita modesta del 2,5%, sebbene permangano preoccupazioni circa un indebolimento della domanda più avanti nel corso dell’anno. Al contrario, l’Europa è rimasta indietro, con le immatricolazioni complessive in calo del 2,4% e il mercato UE in calo dell’1,9%, sebbene Turchia, i paesi EFTA e Regno Unito abbiano garantito una certa stabilità.

 

Il panorama della produzione automobilistica dell’UE è rimasto fortemente concentrato, con la Germania che produce il 20% delle auto vendute nell’UE, seguita da Spagna, Repubblica Ceca, Francia e Slovacchia. Insieme, i produttori con sede nell’UE fornivano il 74% del mercato. Nel frattempo, le auto prodotte in Cina rappresentano ora il 6% delle vendite nell’UE, evidenziando sia la crescente competitività dei marchi cinesi sia il ruolo crescente delle importazioni.

 

La produzione mondiale di automobili è cresciuta del 3,5%, raggiungendo i 37,7 milioni. L’Asia ha dominato con il 60,1% della produzione totale, mentre l’UE ha rappresentato il 15,9%. La produzione europea ha subito una contrazione del 2,6%, ostacolata da obiettivi più severi sulle emissioni di CO2, elevati costi energetici e dazi, mentre la produzione cinese è aumentata del 12,3% grazie al sostegno politico e all’aumento delle esportazioni. Nonostante le difficoltà, le auto prodotte nell’UE hanno mantenuto una forte domanda internazionale, con oltre un terzo vendute al di fuori dell’Unione. Regno Unito, Stati Uniti e Turchia si sono confermate le principali destinazioni; d’altro canto, le vendite in Cina hanno continuato a calare a causa della concorrenza locale e delle tendenze dei veicoli a nuova energia.

 

Anche l’andamento degli scambi commerciali nel settore automobilistico dell’UE ha registrato alcune difficoltà. Sia le importazioni sia le esportazioni sono diminuite del 3,3%,riducendo ulteriormente il surplus commerciale. Le importazioni dalla Cina sono aumentate, mentre le esportazioni verso la Cina sono diminuite drasticamente del 42%. Nel frattempo, il Regno Unito si è distinto, con un aumento del valore delle esportazioni dell’8,1%, mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite del 13,6%.

 

Il mercato europeo dei veicoli commerciali ha dovuto affrontare una prima metà del 2025 difficile, con un calo delle immatricolazioni di furgoni, camion e autobus. La flessione riflette sia una normalizzazione verso tendenze di lungo termine, sia le continue sfide nel rinnovamento della flotta e nella transizione verso propulsori a zero emissioni. Alcuni mercati, come la Spagna per i furgoni, hanno mostrato resilienza, ma la domanda complessiva è rimasta debole nei principali mercati dell’UE.

 

La produzione di veicoli commerciali ha mostrato chiare differenze regionali nella prima metà del 2025. La produzione globale di furgoni è cresciuta dell’1%, mentre l’Europa è diminuita del 6,8%, principalmente a causa dei forti cali nell’UE e nel Regno Unito. Nel frattempo, si prevede che la produzione di camion e autobus nell’UE recupererà rispettivamente del 5,7% e del 6,2% entro la fine dell’anno.

 

I saldi commerciali dei vari segmenti hanno registrato notevoli divergenze. Il surplus commerciale del settore dei furgoni si è dimezzato, quello degli autocarri si è ridotto del 12,1% e il deficit commerciale del segmento degli autobus ha superato 1,2 miliardi di euro.

 

Foto di Sara Kurfeß su Unsplash