Mercato UE dell’energia elettrica: perché è da riformare

L’attuale mercato dell’energia elettrica dell’UE deve essere riformato. Sono necessari degli adeguamenti per conseguire i tre obiettivi fondamentali di un sistema energetico sostenibile: sicurezza dell’approvvigionamento, costi e prezzi accessibili e neutralità climatica. Questa è la principale conclusione scaturita dal dibattito tematico organizzato a Bruxelles dalla sezione Trasporti, energia, infrastrutture e società dell’informazione (TEN), cui hanno partecipato rappresentanti del settore pubblico e di quello privato.

La relazione 2022 sull’assetto del mercato dell’energia elettrica all’ingrosso dell’UE, elaborata dall’Agenzia europea per la cooperazione tra i regolatori nazionali dell’energia (ACER), indica che la debolezza dell’attuale mercato dell’energia dell’UE è dovuta alla sua dipendenza dal gas, per cui la recente impennata dei prezzi di quest’ultimo ha provocato un forte aumento dei prezzi dell’energia.

“È importante che, nel compensare la graduale indipendenza dall’approvvigionamento russo di gas e petrolio, non si creino nuove dipendenze a lungo termine dai combustibili fossili, ha dichiarato la presidente della sezioneTEN, Baiba Miltoviča. “Sebbene la transizione verso un sistema energetico più pulito e sostenibile debba rimanere la priorità, la diversificazione dell’approvvigionamento è fondamentale per una reazione rapida ed efficace alle crisi”.

 

Verso un nuovo mercato

 

Dall’adozione del piano REPowerEU, nel 2022 il CESE ha adottato una serie di raccomandazioni volte a promuovere mercati dell’energia che siano meglio integrati e producano benefici reali. Secondo il comitato, i mercati dell’energia post-crisi devono concentrarsi sull’innovazione e sulla concorrenza, con regole di mercato adeguate e una maggiore parità di condizioni. L’assetto del mercato deve essere adattato alle energie rinnovabili prevalenti e creare le condizioni necessarie per l’attività delle imprese, come pure nuove opportunità di partecipazione per i cittadini.

Al fine di rendere il mercato dell’energia dell’UE più resiliente, nel marzo 2023 la Commissione europea ha pubblicato una proposta di riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, intesa a promuovere le energie rinnovabili, a garantire una migliore protezione dei consumatori e a rafforzare la competitività industriale. Christof Lessenich, della direzione generale dell’Energia (ENER) della Commissione europea, ha sottolineato che la proposta di riforma tiene conto dell’esperienza della crisi e prende spunto dall’ampio processo di consultazione.

Il CESE contribuirà al dibattito sul futuro assetto del mercato con il parere sul tema Riforma del mercato dell’energia elettrica, attualmente in fase di elaborazione da parte di Jan Dirx e Christophe Quarez. Tutte le seguenti conclusioni e raccomandazioni scaturite dal dibattito tematico confluiranno nel parere, la cui adozione è prevista per la sessione plenaria di giugno.

 

Assetto del futuro mercato

 


Secondo Dirx, l’attuale mercato dell’energia elettrica non è in grado di tenere sotto controllo i prezzi per i consumatori e le imprese, e i rischi vengono trasferiti ai consumatori: “Dobbiamo trovare un approccio che ci permetta di evitare la povertà energetica. L’energia non dovrebbe essere considerata un bene economico, ma un servizio pubblico, poiché rappresenta una delle pietre angolari del sistema economico e sociale dell’UE. È necessario creare norme e condizioni per garantire un approvvigionamento energetico affidabile ed economicamente accessibile”.

Quarez sottolinea l’importanza di prestare attenzione alla giustizia dell’accesso all’energia e di tenere conto dell’opinione pubblica, dal momento che la crisi dei prezzi dell’energia ha colpito i cittadini europei, rendendoli più vulnerabili al populismo: “Dobbiamo tenere fede alla promessa, fatta negli anni ’90, di liberalizzare i mercati dell’energia: bisogna fare in modo che i prezzi siano equi, poiché si tratta di un servizio pubblico, e anche tenere conto dell’opinione pubblica e risultare comprensibili per i consumatori, il che si traduce in prezzi più bassi”.

Albert Riera Muniesa, del ministero spagnolo della Transizione ecologica e della sfida demografica, ha osservato che gli attuali problemi del mercato dell’energia sono legati alla mancanza di contratti a lungo termine, con la conseguenza che le famiglie si impoveriscono, l’industria perde competitività e l’inflazione dà luogo a problemi nel settore bancario. Una proposta della prossima presidenza spagnola del Consiglio dell’UE consisterà nel combinare i contratti a breve e a lungo termine per l’energia elettrica e la capacità di stimolare gli investimenti nelle energie rinnovabili.

Per Federico Benito Dona, rappresentante dell’Associazione europea della siderurgia (Eurofer), l’impatto della crisi sui prezzi dell’energia ha inciso profondamente sulla competitività del settore industriale. Il costo di produzione dell’energia per i produttori di acciaio è aumentato del 47 % nell’UE, rispetto al 22 % degli altri concorrenti internazionali. Dona ha poi aggiunto che la protezione della competitività internazionale rispetto ai prezzi e ai costi dell’energia non è prevista dalla legislazione dell’UE.

Peter Boerma, consulente in materia di energia, ha sottolineato che, nell’attuale assetto del mercato, il prezzo è fissato dall’ultimo contributore necessario per soddisfare la domanda, quello che ha i costi più elevati, e che tale situazione ha dato luogo all’aumento dei prezzi. Ha quindi concluso che attualmente mancano un orientamento e un controllo dei prezzi e che per realizzare un mercato dell’energia più stabile e prevedibile si potrebbe proporre di creare uno strumento governativo che lasci il controllo ai governi, garantendo nel contempo la libertà di mercato.

Bain & Company: auto, trasporto pubblico e avanzata cinese

di Pierluigi Bonora

Avanzano i costruttori cinesi, destinati a crescenti quote in un mercato sempre più proiettato su vetture medio-grandi e in cui l’elettrico continua a non sfondare. E intanto il parco circolante continua a invecchiare e le emissioni aumentano. Il mercato italiano dell’auto sta gradualmente cambiando pelle, ancora molto lontano nei numeri dai livelli pre-pandemia. Complici la crisi dei chip e la guerra in Ucraina, stiamo assistendo a un ulteriore invecchiamento del parco circolante, con emissioni in aumento.

 

Grazie a costi di produzione più competitivi, i costruttori dell’Est (Europa e asiatici) conquisteranno nei prossimi anni crescenti fette di mercato (in Italia il 4% al 2030), a scapito dei brand tradizionali del Vecchio continente. Dal 2015 a oggi l’Europa ha perso la produzione sul proprio territorio di 5 milioni e 300mila vetture, oggi prodotte per lo più in Cina.

 

Sono solo alcune delle evidenze del nuovo studio condotto da ANIASA e Bain & Company sul tema “Il vento dell’Est soffia sull’automotive”. A illustrare il tutto è stato Gianluca Di Loreto, Partner di Bain & Compan, il quale ha evidenziato come il settore automotive sia destinato a cambiare molto più di quanto non abbia fatto negli ultimi decenni. Non solo nuovi modelli, anche nuove motorizzazioni (BEV, HEV), nuovi produttori (dall’Est), nuovi modelli di business, nuovi mix di segmenti (più grandi), nuovi canali (noleggio). Ma abbiamo voluto saperne di più. Ecco Di Loreto al microfono di #FORUMAutoMotive-Diario.

 

Range Rover: con Velar è tempo di “modern luxury”

di Pierluigi Bonora

 

È stata presentata una nuova versione di Range Rover Velar che punta ancora più verso il concetto di modern luxury. La nuova arrivata del brand punta sulla più recente tecnologia, sulla raffinatezza e su un nuovo design all’insegna dell’essenziale. “La nostra idea di modern luxury – ha commentato Marco Santucci, presidente e amministratore delegato di Jaguar Land Rover Italia – passa attraverso il design di Velar, che ora si evolve ulteriormente”.

 

Sul fronte esterno la nuova Velar è caratterizzata da una griglia che si coniuga con il caratteristico tetto sospeso, dalla linea di cintura ininterrotta e dalle maniglie delle porte a filo che definiscono la famiglia di Suv di lusso. I nuovi fari sono super-slim Pixel Led 5 e offrono una nuova estetica, oltre ad una visibilità ottimale. Gli esterni sono arricchiti da un nuovo paraurti posteriore basso e da dettagli scuri. La filosofia di design riduttivo di Range Rover continua poi negli interni, dove la console centrale integra un nuovo touchscreen in vetro curvo da 11,4 pollici, che consente un controllo immediato e intuitivo di tutte le funzioni chiave del veicolo. Allo stesso tempo, l’abitacolo presenta sedili ridisegnati, nuovi colori e nuovi materiali, inclusa un’opzione alternativa alla pelle.

 

Con il presidente Santucci commentiamo la novità e le strategie del gruppo automobilistico britannico di proprietà indiana (Tata Motors).

 

Mercato Italia: e il Tavolo Automotive?

di Michele Crisci, presidente di UNRAE

Siamo arrivati a maggio, e i dati dimostrano che gli incentivi all’acquisto di autovetture a basse emissioni non stanno funzionando: in aprile infatti la CO2 media è cresciuta del 2,9%. E’ urgente una loro riformulazione, con innalzamento dei tetti di prezzo e l’inclusione di tutte le persone giuridiche con bonus a importo pieno.

Aspettiamo, quindi, una convocazione del Tavolo Automotive, di cui non si hanno più notizie, per lavorare di comune accordo verso obiettivi condivisi. Inoltre è necessario recuperare i ritardi accumulati sul fronte delle infrastrutture, accelerando l’installazione di colonnine di ricarica sia private che pubbliche, in particolare lungo le autostrade e strade statali, evitando la formazione di nuovi divari geografici all’interno del Paese e, anzi, andando a sanare quelli già esistenti.

UNRAE chiede, pertanto, di accelerare l’emanazione delle norme previste dai decreti MASE e di quelle per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica da parte di privati e condomini, senza dimenticare una politica infrastrutturale ad ampio raggio e di orizzonte lungo anche per il rifornimento di idrogeno, in linea con la nuova direttiva AFIR.

La discussione in Parlamento sul DDL Delega Fiscale rappresenta l’opportunità attesa da tempo per rivedere la fiscalità per le auto aziendali in uso promiscuo, modulando la detraibilità Iva e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2, con una parallela riduzione del periodo di ammortamento a tre anni, perché – conclude – le auto aziendali possono svolgere il ruolo di traino nella diffusione della mobilità a zero emissioni.