UNRAE: Presidente Meloni, ci ascolti per il bene del Paese

di Michele Crisci, Presidente di UNRAE
(la lettera inviata il 13/12/2022 al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni)

Mi rivolgo a Lei, le scrivo da Presidente di UNRAE, una delle associazioni più illustri e longeve della storia dell’Automotive in Italia. Un’Associazione che in 70 anni di storia è stata capace di costruire basi solide e continuative per accogliere in Italia una lunga serie di operatori esteri, accompagnandoli e supportandoli in un cammino che non è stato certamente facile, specialmente ai tempi delle quote fisse di importazione.

Sono aziende che negli anni hanno provveduto ad importare e distribuire milioni di autovetture, veicoli commerciali, industriali e bus, automezzi che rappresentavano sempre il meglio della tecnologia del momento – spesso non disponibile in Italia – e che hanno garantito mobilità a persone e merci sulle nostre strade con la massima efficienza e sicurezza possibili.

Si tratta di investitori che hanno portato lavoro e ricchezza al nostro Paese Portando allo stesso tempo crescita economica e sociale. UNRAE, con i suoi Presidenti dal 1950 a oggi, ha avuto sempre confronti costruttivi con tutti i 60 Governi – di ogni formazione politica – che nel frattempo si sono succeduti in Italia, nonché con le amministrazioni locali, attraverso le Regioni, le Province e i Comuni.

In questi decenni abbiamo anche interloquito, con mutua soddisfazione, con il cosiddetto “costruttore nazionale” che non fa parte della nostra associazione, ma con il quale – ancora oggi che difficilmente lo si può ancora definire tale – ci confrontiamo regolarmente pur nel massimo rispetto della libera concorrenza. La stessa che caratterizza sempre i rapporti fra membri della Associazione. Sì, perché la competizione libera e corretta è alla base della crescita, del mercato e delle aziende.

I marchi che noi rappresentiamo hanno contribuito allo sviluppo del nostro Paese in generale, e in particolare della nostra Industria, anche e soprattutto nell’area della componentistica la cui qualità è nota in tutto il mondo. Sì, presidente, anche nell’auto esiste il “Made in Italy” ed esiste grazie alle sfide vinte nel mondo.

Mi rivolgo a Lei perché in un Suo recente discorso, prima di andare al Governo, Lei ha espressamente detto, tra le altre cose, di essere fiera di essere Italiana e di essere Madre. Bene da qui vorrei partire… Io sono Italiano, come Lei, e fiero di esserlo anche e soprattutto quando rappresento il nostro Paese all’estero, nel mio Headquarter svedese. Sì perché noi siamo uno dei pochi Paesi al mondo che hanno scritto la storia dell’Automotive, innovando nelle tecnologie, nel design e nei contenuti.

Negli ultimi anni, tuttavia, il mondo e con esso “il nostro mondo” dell’Automotive sta cambiando radicalmente, l’introduzione ormai definitiva di nuove tecnologie motoristiche che riducano fortemente l’impatto ambientale, di tecnologie legate, all’elettronica, al digitale, all’intelligenza artificiale, stanno profondamente sfidando la capacità dell’Italia di tenere il passo.

I sacrosanti target ambientali dettati dall’Europa, e ripeto sacrosanti, impongono una riconversione industriale rapida ed efficiente, basata su queste nuove tecnologie e non sulla difesa del passato, su una capacità di innovazione che, sola e quale condizione irrinunciabile, potrà ridarci il posto che meritiamo come Paese in questo settore strategico, in Europa e nel Mondo.

Non possiamo difenderci arroccandoci su posizioni passate e su tecnologie passate, basti pensare che nella componentistica, per esempio, oltre il 60% del fatturato delle aziende italiane si sviluppa verso le aziende estere che UNRAE rappresenta.

Le chiedo cosa succederà alle nostre aziende italiane quando le loro clienti estere, come sta accadendo, si concentreranno velocemente sul fabbisogno solo di queste nuove tecnologie? Come saranno in grado le aziende della componentistica italiana di rispondere a questa sfida per mantenere quel 60% di fatturato… senza il quale è facile prevedere la loro chiusura e la perdita di migliaia di posti di lavoro?

Difendere il passato non significa proteggere l’Italia dagli “invasori esteri” come qualcuno continua a dire in giro… piuttosto ahimè significa consegnare le nostre aziende ad un futuro… senza futuro. E allora: come velocizzare questa riconversione?

Dando direzioni chiare al mercato(operatori e clienti, sia aziende che consumatori) sull’accoglimento delle nuove tecnologie. Perché solo un mercato in salute (e quello italiano non lo è più da tempo) può rappresentare un’interessante area dove investire, sia per le nostre aziende che per quelle estere.

Sì, perché quello a cui stiamo assistendo in Italia è una serie di provvedimenti poco pragmatici, quasi di facciata o che spesso, per non si capisce quale “fine ultimo sociale”, restano incompiuti e inefficaci. Mi riferisco, è chiaro, agli incentivi basati sulle classi di CO2, che prima sono stati ben pensati su base triennale e poi sono stati rovinati da limitazioni senza senso, quali le soglie di prezzo o l’esclusione delle aziende, che di fatto ne hanno completamente sterilizzato l’efficacia.

Ma mi riferisco anche e soprattutto alla ormai cronica assenza di una revisione fiscale sull’Automotive, per le auto aziendali e non solo, soprattutto alla luce dei chiarissimi segnali dati in questa direzione dalla stragrande maggioranza dei mercati europei, da ultimo il Belgio, dopo Norvegia, Olanda, Germania e Francia.

Le aziende Italiane non possono essere solo un vanto del “Made in Italy” quando vendono i loro prodotti, dovrebbero essere tutelate nella competizione verso i mercati europei e mondiali anche quando acquistano, in questo caso le auto.

La conseguenza di questi provvedimenti non chiari e di altrettanti messaggi non chiari o di segno completamente opposto, talvolta mirati unicamente a una sterile raccolta di consensi, sono i dati che mostrano l’Italia unico aese europeo che retrocede nelle vendite di auto con la spina e resta fanalino di coda dei Major 5 markets europei. Così non si attraggono gli investimenti dall’estero, al contrario si rallenta la transizione. Così non si proteggono le aziende italiane, le si mettono fuori mercato per molti decenni a venire.

L’Italia deve poter contare su infrastrutture di ricarica in grado di convincere gli italiani di quale sia la scelta da fare, con impianti di ricarica potenti, capillari su tutto il territorio italiano, su tutte le autostrade e le strade di maggior traffico. Oggi per l’elettrificazione, domani o forse prima, per l’idrogeno. Investire sulle infrastrutture sarà una grande opportunità per le aziende italiane, esattamente quelle che vogliamo difendere.

So quanto Lei sia consapevole della fortuna di tutti noi che viviamo in questo meraviglioso Paese, costellato di bellezza e meta di tutto il turismo mondiale. E quindi ben consapevole del PIL che il turismo genera. Ecco, facciamo che i turisti che raggiungano l’Italia in auto possano davvero trovare dove e come ricaricare le loro auto, pensiamoci con serietà.

Chiudo questa mia lettera a Lei, Presidente del Consiglio, riallacciandomi a quando Lei ha detto con orgoglio di essere madre. Io sono papà di una ragazza di 15 anni, e sento tutto il dovere, tutta la pressione e tutta l’urgenza di iniziare con serietà a invertire la rotta che il nostro pianeta ha preso, una rotta che noi abbiamo segnato con i nostri comportamenti anche nell’esigenza di diffondere benessere e sicurezza.

Oggi la tecnologia ci può aiutare a continuare su questa strada di diffusione del benessere ma al contempo ci può aiutare, ed è in grado di farlo mi creda, a invertire il degrado a cui abbiamo consegnato il nostro pianeta. E allora approfitto per affrontare un ultimo argomento che forse avrebbe potuto essere il primo, il parco circolante italiano di auto e veicoli commerciali leggeri e pesanti. Il più vecchio e numeroso d’Europa. Non voglio raccontarLe di nuovo le cifre, ormai sono chiare a tutti. Il parco auto, così come quello dei veicoli commerciali va rinnovato con somma urgenza.

Le auto legate ai cicli omologativi ante Euro 5 (4,3,2,1) vanno gradualmente ma velocemente sostituite, aiutando chi non è in grado di farlo con scivoli verso ibridi o piccoli endotermici nuovi e/o usati di ultima generazione, virtuosissimi rispetto alle auto che guidano, che invece vanno inderogabilmente rottamate.

Non possiamo pensare e nemmeno aspettare che sia l’elettrico o l’idrogeno la soluzione in questo caso specifico perché la legge della domanda e dell’offerta e i costi relativi non lo consentirebbero.

Ci vuole pragmatismo, ci vuole la capacità di individuare le soluzioni giuste a misura delle problematiche urgenti, ma ci vuole anche la visione per mettere a terra strategie per il prossimo futuro. Abbracciare le nuove tecnologie velocizzandone l’adozione a partire dai soggetti che hanno la disponibilità di farlo, velocizzando al contempo, l’abbattimento dei costi e dei prezzi, questo è l’unico modo per aumentarne la diffusione per tutti. Come sempre è successo alle innovazioni nel corso della storia. Solo le nuove tecnologie ed il loro accoglimento possono difendere il tessuto sociale ed economico di questo meraviglioso Paese, accrescendone il PIL per il benessere di tutti.

Un benessere sostenibile, Presidente, che va ormai irrinunciabilmente ricercato e trovato anche al nostro pianeta per il futuro dei nostri figli. Questo è il dovere di una madre e di un padre… ma più in generale mi creda questo è il dovere di tutti.

 

Autotorino: ricavi +14,5%, piano welfare per i dipendenti, nuovo sito

A fine 2022, la Lombardia, con 34 filiali attive, è la regione dove venderà più auto (stima 34.700) seguita dall’Emilia-Romagna (6.100), dal Piemonte (6.000), Friuli-Venezia Giulia (4.800) e Veneto (3.100). I collaboratori sempre più al centro del modello aziendale: attivato un programma di welfare che per l’anno in corso stanzia 1,6 milioni di euro e avviato il percorso evolutivo condiviso “DNA Autotorino”. Il Gruppo continua il suo percorso per semplificare e rendere accessibile la mobilità a tutti e lancia il nuovo portale online: un hub al servizio del cliente per tutte le sue esigenze, con nuove dinamiche di ricerca avanzate e innovative.

Autotorino, primo dealer automotive italiano, attraverso le sue 62 sedi in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, si avvia a chiudere un 2022 in crescita, con una proiezione di fatturato pari a 1,6 miliardi di euro, con un aumento del 14,5% sull’anno precedente, e oltre 54.700 auto vendute. Risultati frutto del lavoro e della dedizione dei 2050 collaboratori che hanno agevolato la mobilità a 250.000 clienti per i servizi commerciali e/o di post-vendita. È quanto emerso durante la convention annuale del Gruppo, tenutasi a Fiere di Parma, e tornata in presenza dopo i due anni di pandemia.

In un anno caratterizzato da macro-eventi che hanno influenzato l’economia in tutti i settori a causa del rincaro del costo dell’energia e delle materie prime – nonché la loro scarsa reperibilità – gli italiani si sono affidati molto all’usato, che rappresenta il 42,5% del totale delle vetture vendute da Autotorino durante il 2022. Tra gli ordini di auto nuove (31.600, 57,5% del totale), l’ibrido incide per il 38,7% superando le vetture a motore Diesel (23,4%) e benzina (26,3%): un segnale che evidenzia l’incontro tra la crescente introduzione della tecnologia elettrificata nelle gamme e l’attenzione degli italiani verso la transizione della mobilità e la sostenibilità ambientale. Risultati che confermano la solidità dei pilastri su cui si basa il modello di Autotorino: persone, processi e tecnologia. 

“Durante la convention, abbiamo proseguito l’approfondimento dei valori su cui abbiamo fondato Autotorino e sui quali intendiamo dare continuità per il futuro – ha commentato Plinio Vanini, presidente di Autotorino – si tratta di DNA Autotorino, nato da un percorso di confronto e scrittura che ha coinvolto tutti i nostri collaboratori, affinché ciascuno si senta sempre più parte di una comunità umana e professionale coinvolgente e appagante,  continuando a stringere e consolidare quel rapporto di fiducia con i clienti che ci ha permesso di raggiungere i risultati di questi anni.  Il buon andamento dell’anno 2022 – conclude Vanini – ci ha consentito di attivare un programma di welfare che per quest’anno prevede un valore globale di 1,6 milioni di euro che fornirà a tutti i collaboratori e alle loro famiglie la possibilità di mitigare in parte gli aumenti dei costi energetici e del costo della vita”.

“Per noi – sottolinea Mattia Vanini, partner Autotorino – il 2023 è già iniziato e siamo pronti a coglierne le opportunità: il nostro obiettivo è creare un ecosistema interamente dedicato alla mobilità che sia accessibile e soddisfacente per tutti, con un modello che guarda a nuove prospettive, anche all’estero, mantenendosi sempre radicato nel rapporto con le comunità locali e le persone. È proprio in quest’ottica che abbiamo perseguito e portato a termine il lancio del nuovo sito, che porta online il nostro approccio di “mobility as a service”, nella fluida continuità tra esperienza digitale e di servizio nelle sedi fisiche”.

Il nuovo portale – presentato durante la convention e realizzato in collaborazione con Engineering, la Digital Transformation Company che ne ha avuto la responsabilità degli sviluppi tecnologici, e Cernuto Pizzigoni & Partner, la Brand Experience Design Company che ne ha curato la progettazione di UX e UI – si presenta come un vero e proprio hub al servizio di tutte le esigenze di mobilità, grazie anche a nuove ed avanzate dinamiche di ricerca e ad un approccio estremamente rivolto alla user experience: offre la possibilità di acquistare o vendere veicoli, informarsi, entrare in contatto con gli specialisti Autotorino, scoprire, configurare soluzioni di mobilità “All-Inclusive” complete di servizi accessori (sempre più graditi e richiesti dai clienti) e molto altro. A tutto questo si aggiunge la trasparenza dell’offerta e la possibilità di creare un’area riservata personale con diverse funzionalità personalizzate evolute, garantite dall’ecosistema digitale sviluppato dal Dealer.

“La nuova piattaforma lanciata proprio durante la convention – dichiara Stefano Martinalli, direttore generale e consigliere delegato di Autotorino – non è che l’inizio: costituisce un nuovo punto di partenza su cui continueremo a sviluppare nuovi servizi e funzioni che anticipino e rispondano ai cambiamenti del mercato e delle tendenze. Un approccio che sarà sostenuto anche dalla continua formazione dei nostri collaboratori, dall’ampliamento di partnership qualificanti e dall’esplorazione di nuove vie affinché il cliente possa sempre individuare in Autotorino un interlocutore di qualità e di fiducia. In questo senso, l’impegno di competenze e di risorse in campo tecnologico per noi rappresenta un amplificatore del know-how maturato in decenni e delle potenzialità professionali che ciascun collaboratore sa esprimere nel rapporto con il pubblico che si rivolge a noi. Siamo nel corso di una rivoluzione dei modelli di mobilità sin qui conosciuta edogni persona in Autotorino è coinvolta nel plasmare la nostra evoluzione, per continuare a garantire sempre libertà di scelta e movimento ai nostri clienti”.

Tra i risultati dell’anno, Autotorino per il secondo anno consecutivo è stata inclusa dalla ricerca ITQF ‘Italy’s Best Employers’ tra le migliori 400 aziende italiane in cui lavorare, per cultura aziendale e possibilità di realizzazione professionale, e ha ricevuto lo scorso 24 novembre il premio “Industria Felix – l’Italia che compete”, annoverata dall’indagine di CERVED e Università LUISS tra le 203 aziende più competitive e affidabili d’Italia del 2022.

Toyota e transizione “green”: 6 novità e…una città in costruzione

di Roberta Pasero

Prius ma non soltanto Prius. Elettrico, ma non soltanto motorizzazioni elettriche. Al Kenshiki Forum 2022, a Bruxelles, è stato svelato il futuro del marchio

 

Lo racconta, a Diario-Forumautomotive, Luigi Lucà, amministratore delegato di Toyota Italia: una transizione ecologica che passerà dai 6 modelli da qui al 2026 a una città ideale in costruzione che ruota attorno.

Hyundai Italia e Healthy Seas: educare all’economia circolare

Hyundai Italia e l’organizzazione per la conservazione marina Healthy Seas hanno incontrato circa 70 alunni della scuola secondaria di 1° grado “IC GD Romagnosi” di Carate Brianza (MB) per sensibilizzarli sull’importanza dell’economia circolare attraverso esempi concreti, giochi e attività educative. L’evento – parte dei programmi educativi sviluppati da Hyundai ed Healthy Seas nell’ambito della loro partnership . si è tenuto presso la sede di Hyundai Italia, a Milano, illustrando l’importanza della tutela delle acque marine, spiegando il fenomeno delle reti fantasma e i loro effetti devastanti, oltre alle possibili soluzioni secondo il modello dell’economia circolare.
 
La giornata ha preso il via con una presentazione a cura di Healthy Seas sull’inquinamento da plastica e gli effetti devastanti che la pesca fantasma ha sulla fauna marina. Ai ragazzi sono state poi mostrate immagini subacquee di grande impatto, scattate dai volontari dell’organizzazione benefica Ghost Diving, che opera in diversi Paesi del mondo per recuperare le reti da pesca abbandonate, note come “reti fantasma”, dalle barriere coralline e dai relitti di navi.
 
Successivamente, il team di Healthy Seas ha spiegato come attraverso l’approccio dell’economia circolare i rifiuti di plastica possano essere trasformati in nuove risorse: Aquafil, uno dei partner fondatori di Healthy Seas, rigenera infatti le reti fantasma, insieme ad altri rifiuti di nylon, trasformandole in Econyl, un filato riciclato e riciclabile all’infinito utilizzato per prodotti sostenibili come i tappetini disponibili su Hyundai Ioniq 5 e 6, ma anche costumi da bagno e abbigliamento sportivo. Per sottolinearne la versatilità, e mostrare ulteriori possibilità di applicazione, all’evento sono intervenute due designer di Milano, Isabella Zanconato e Ludovica Gualtieri: entrambe utilizzano il filato Econyl per produrre rispettivamente abbigliamento sportivo e costumi da bagno, coniugando così creatività e sostenibilità con il rispetto dell’ambiente.
 
Dopo la presentazione, gli studenti hanno potuto mettere in atto quanto appreso diventando subacquei per un giorno grazie a visori VR che li trasportavano digitalmente sui fondali dei mari, e hanno indossato riproduzioni di attrezzature subacquee per salvare alcuni animali giocattolo intrappolati in reti da pesca. Il gioco è stato un modo per aumentare la consapevolezza dei ragazzi sulla pericolosità delle reti fantasma, non solo come elemento inquinante, ma anche come grave pericolo per la sopravvivenza della fauna marina – capendo quando sia difficile per loro liberarsi una volta intrappolati.


I ragazzi e le ragazze hanno inoltre potuto esprimere la loro creatività sul tema della sostenibilità, scrivendo messaggi e disegnando con pennarelli colorati su una Hyundai Ioniq 5, il crossover 100% elettrico di Hyundai, potendone scoprire gli elementi innovativi e sostenibili, come i tappetini in filato Econyl.

Nel 2021 Healthy Seas, con il supporto di Hyundai, ha eseguito la più grande bonifica mai realizzata negli allevamenti ittici abbandonati a Itaca. Per dare inizio alle attività del 2022, entrambi i partner sono tornati sull’isola greca per rimuovere ulteriori rifiuti. Rispetto allo scorso anno, l’evento ha visto una maggiore partecipazione della comunità locale. Infatti, oltre ai pescatori e ai subacquei volontari che prestano assistenza in 14 località di bonifica dell’isola e ai programmi educativi sulla protezione marina e del mare e sull’economia circolare per i bambini, Healthy Seas insieme al partner Enaleia ha portato i pescatori in aree remote inquinate, in modo tale che potessero “pescare” rifiuti durante la bassa stagione. Grazie all’iniziativa “Fishing for Litter”, i pescatori ricevono un compenso per i rifiuti che raccolgono, contribuendo a ripristinare la bellezza dell’isola.
 

Accanto ai programmi di pulizia dei mari, quelli educativi costituiscono un importante pilastro della partnership tra Hyundai e Healthy Seas, con lo scopo di aiutare le giovani generazioni a comprendere il loro ruolo cruciale nella lotta contro l’inquinamento e fornendo loro strategie per vivere in modo più sostenibile.

Emissioni di CO2: l’Europa? C’è molto da fare altrove

di Mario Verna, direttore generale del Gruppo Queen Car

 

Questa è la mappa delle emissioni di CO2 pro capite. Di nuovo, proviamo a vedere come stanno le cose con numeri e non con slogan. L’intensitá del colore è autoesplicativa, per questo vale la pena aggiungere anche qualche dato di trend, questa volta, sulla dinamica demografica. Abbiamo raggiunto, qualche giorno fa, gli 8 miliardi di abitanti sul pianeta Terra, ma in Europa e negli Usa siamo meno di un miliardo e, se è vera la previsione che nel 2050 la popolazione mondiale sarà prossima ai 10 miliardi, guardando anche i tassi di natalità, l’Europa rappresenterà meno del 5% della popolazione totale.


Le moltiplicazioni sono facili da fare e per questo varrebbe la pena di farle, perché il rischio gigantesco (ovviamente non casuale) in cui ci stiamo imbattendo è quello di confondere la trave e la pagliuzza. Se la CO2 è davvero una minaccia, beh c’è molto da fare altrove.