Italiani e mobilità: auto centrale, micromobilità solo occasionale

dida: Alberto Viano, presidente di ANIASA

Gli italiani, venute meno le restrizioni alla mobilità, sono tornati a muoversi, anche più rispetto al pre-pandemia. Lo fanno principalmente spostandosi in auto, più comoda e sicura degli altri mezzi, e attraverso il trasporto pubblico locale. L’incertezza economica frena gli acquisti di nuove vetture, mentre cresce la propensione a noleggiare e a utilizzare le vetture in sharing. Queste sono le principali evidenze del nuovo studio condotto da ANIASA e Bain & Company “La mobilità degli italiani riaccende i motori”: un’indagine sulla mobilità degli italiani condotta su un campione ampiamente rappresentativo di residenti nelle principali città italiane, intervistati nel mese di maggio 2022.

Circa il 90% degli italiani utilizza prevalentemente l’auto per muoversi. L‘auto ad uso personale è infatti il mezzo preferito da chi si muove nelle grandi città, seguito a distanza dal trasporto pubblico locale. Sono queste le due forme di trasporto che oggi garantiscono agli italiani il diritto alla mobilità. Tutto il resto è confinato a un utilizzo più saltuario e specifico (car sharing, bicicletta, taxi, monopattini), perché i mezzi cosiddetti “alternativi” vengono usati regolarmente (cioè tutti i giorni) solo dal 2-3% degli italiani. Lo scooter si avvicina al TPL e all’auto, ma con un profilo più stagionale. L’auto è ancora un mezzo imprescindibile per chi vive in Italia: infatti, come evidenziato dalla ricerca, addirittura il 60% di chi non l’ha utilizzata nel 2021 pensa invece di usarla nel corso del 2022. Sempre più auto quindi, non il contrario.

L’auto vince perché considerata più pratica e comoda

La ragione principale della rilevanza dell’automobile nel nostro tessuto sociale ed economico ha un’origine ben precisa: i consumatori la trovano comoda e sicura, e quindi la preferiscono per spostamenti di lavoro e per i viaggi, anche a discapito di altri elementi come la possibilità di parcheggio o la convenienza economica. Le nuove forme di mobilità (ad esempio sharing o monopattini) sono preferite da alcuni per la maggiore sostenibilità o per spostamenti veloci, ma sono per lo più un’alternativa all’andare a piedi e non all’automobile. Il motivo? Rispondono a casi d’uso diversi: uno (l’auto) ripetitivo e continuativo, l’altro sporadico e non ricorrente. Questa evidenza è confermata dal fatto che anche per chi usa di frequente i mezzi alternativi, l’auto è comunque sempre il secondo mezzo di trasporto.

I mezzi condivisi ripartono

Dopo 2 anni di sofferenza, nel 2022 torna a crescere la propensione a utilizzare il car sharing (+2%) ed i monopattini elettrici (+5%). Anche le formule di noleggio tornano a vedere un futuro roseo, dopo la difficile fase acuta della pandemia, con un +5% di propensione all’utilizzo per il lungo termine e +1% per il breve termine. Il motivo di questo ritorno, secondo i consumatori, è una ritrovata disponibilità economica. Un cambio di rotta importante, che dovrà trovare il modo di consolidarsi. L’analisi conferma come l’emergenza sanitaria sia stata di recente uno dei motivi principali per il mancato utilizzo dei mezzi condivisi (noleggio a breve, sharing, monopattini), ma ai timori di natura sanitaria si stanno oggi sostituendo quelli di natura economica, almeno per un loro utilizzo ricorrente.

L’incertezza economica pesa ancora sulle scelte di acquisto

Gli utenti di mobilità si mantengono scettici verso l’acquisto di una nuova automobile: ben il 55% del campione (in leggero calo rispetto al 57% dell’anno scorso) non ha preso neanche in considerazione l’acquisto di una vettura nuova, e come prima motivazione si conferma l’incertezza economica (33%), seguita dall’attesa di un calo dei prezzi (26%) in un futuro prossimo. Non è un caso se il 51% degli intervistati considera l’incentivo governativo un prerequisito per valutare se, o meno, acquistare un’auto nuova. In sostanza, gli italiani quando valutano un’auto si concentrano su prezzo e risparmio sui consumi, oltre che sulla sicurezza. Ed il contesto attuale di certo non facilita la propensione all’acquisto di un bene durevole.

“Il nuovo studio condotto con Bain & Company”, ha commentato il presidente di ANIASA, Alberto Viano a margine della presentazione, “certifica la centralità dell’auto nella mobilità degli italiani, il ritorno a una crescita della propensione verso la pay-per-use mobility e il clima di incertezza economica destinato a frenare il mercato degli acquisti anche nei prossimi mesi. Dati, questi, che rendono ancora meno comprensibile la scelta del Governo di escludere i veicoli a noleggio e le auto aziendali dagli incentivi. Il noleggio resta il principale strumento in grado di favorire la transizione ecologica del nostro parco circolante e di accelerare il ricambio dei veicoli più inquinanti con quelli ibridi ed elettrici”.

“L’ascolto costante delle esigenze dei consumatori si conferma centrale nella definizione di un’offerta di mobilità che sia realmente efficace. La transizione ecologica non è solo opportuna, ma anche necessaria. È però imprescindibile che questa avvenga di pari passo con una corretta informazione dei clienti e con lo sviluppo delle precondizioni a supporto. Con l’obiettivo quindi di garantire a tutti il diritto alla mobilità non è solo cruciale lavorare sulla disponibilità di colonnine e infrastrutture, ma in modo più ampio anche sulla creazione di offerte di prodotto modulate sulle specifiche esigenze dei diversi gruppi di clienti: percorrenze elevate, ma anche tragitti ridotti, capacità di spesa superiore, ma anche quella più contenuta”, spiega Gianluca Di Loreto, partner di Bain & Company.

Comparto auto a rischio: il Governo intervenga

da una nota del gruppo di Forza Italia al Senato(nella foto la capogruppo Anna Maria Bernini)

La transizione verso la mobilità elettrica al ritmo previsto dal Fit for 55% non sarà possibile, per l’Italia, senza che questo obiettivo implichi traumi gravissimi per il settoreautomotive in termini produttivi, occupazionali e quindi sociali. Attraverso una mozione chiediamo un intervento del Governo affinchè l’Unione europea riveda questa decisione per consentire a tutti una transizione veramente sostenibile del comparto automotive.

Non c’è solo l’elettrificazione della mobilità, che tra l’altro comporta il rischio di creare dipendenze dalle importazioni di materie prime e batterie, condannandoci al passaggio da una dipendenza all’altra. Ci sono strade alternative per raggiungere gli stessi obiettivi combinando sostenibilità ambientale a quella economica e sociale. Sarebbe, infatti, un errore trascurare nuove possibili soluzioni rinnovabili come l’utilizzo di carburanti sintetici, dei low carbon fuel e dei biocarburanti allo scopo di accompagnare anche le filiere connesse all’automotive, come il comparto petrolchimico e della raffinazione, verso una transizione sostenibile.

Il nostro intento è sviluppare soluzioni in grado di ridurre le emissioni di anidride carbonica, ma al tempo stesso mantenere e rafforzare la competitività della filiera italiana nel percorso di transizione. Il Mise sta già lavorando alla definizione di una strategia complessiva che affronti questo tema, ma il timing europeo del 2035 va rivisto, come va rivisto l’orientamento generale che non può essere solo elettrificazione bensì un mix tecnologico coerente con gli obiettivi green.

Chiediamo quindi al Governo di attivarsi nelle sedi istituzionali europee per sostenere l’industria automobilistica italiana e la sua componentistica, se non vogliamo correre il rischio di avere un Paese insostenibile sotto il profilo industriale, occupazionale, economico e sociale.

Next: da Generali Jeniot e Telepass servizi per la mobilità

di Roberta Pasero

Sí chiama Next l’ultima sfida tecnologica legata alla mobilità e nasce dalla partnership tra Telepass, storico inventore del telepedaggio, e Generali Jeniot, società del Gruppo assicurativo italiano dedicata allo sviluppo di servizi innovativi nell’ambito della Connected Insurance e dello IoT.

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Nasce Federmotorizzazione Varese: coinvolgere il territorio nelle nuove sfide

di Luca Talotta

La “mobilità che si mobilita” e lancia un messaggio alle istituzioni. Presso la sede della Confcommercio di Varese si è tenuto l’evento «Mobilita», voluto per sottolineare la nascita del polo di Federmotorizzazione sul suolo varesino. Promotore dell’iniziativa, il presidente di Federmotorizzazione, Simonpaolo Buongiardino (nell’intervista)

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Ricarica a induzione: Stellantis allunga la vita delle batterie

Bobine sistemate sotto l’asfalto trasferiscono energia direttamente ad auto, camion e autobus senza che debbano fermarsi alle apposite stazioni per ricaricare la batteria. Si chiama Dynamic Wireless Power Transfer (Dwpt) l’innovativa tecnologia presentata sul circuito “Arena del Futuro” da Stellantis, e dai partner coinvolti nel progetto pilota, che è in grado di essere adattata a tutti i veicoli dotati di uno speciale “ricevitore” in grado di trasferire l’energia proveniente dall’infrastruttura stradale direttamente al motore elettrico, estendendo l’autonomia e salvaguardando la carica della batteria del veicolo.

 

“Questo progetto rappresenta la quintessenza di dove vogliamo arrivare come azienda”, spiega Anne-Lise Richard, Head of Global e-Mobility Business Unit di Stellantis, secondo cui “la tecnologia di ricarica induttiva può alimentare il nostro futuro elettrificato. Questi progetti congiunti sono passi in avanti entusiasmanti nel percorso verso l’allungamento della vita utile della batteria, una minore ansia da autonomia, una maggiore efficienza energetica, una riduzione delle dimensioni delle batterie, prestazioni eccezionali e una riduzione di peso e costi”.

 

“Arena del futuro” è il circuito di poco più di un chilometro costruito da A35 Brebemi in collaborazione con Stellantis per collegare Brescia e Milano sfruttando l’innovativa tecnologia della ricarica elettrica a induzione dinamica, citata dalla rivista “Time” come una delle 100 invenzioni più importanti del 2021.I testi sono stati condotti su Fiat Nuova 500 e hanno dimostrato che il Dynamic Wireless Power Transfer (DWPT) semplifica l’approccio del cliente alla mobilità elettrica eliminando l’ansia da autonomia e favorisce la decarbonizzazione e la sostenibilità ambientale.

 

“Siamo lieti di contribuire con i nostri servizi a un progetto innovativo, concreto ed utile, che favorisce lo sviluppo della smart mobility – commenta Luciano Albanese, responsabile Sales Energy, Utilities and Transportation di Tim, tra i partner del progetto -. L’elettrificazione dei trasporti potrà accelerare il percorso verso la decarbonizzazione su larga scala e questo è un obiettivo in cui crediamo molto. Inoltre, grazie al 5G e alle piattaforme evolute messe a disposizione, sarà possibile sperimentare nuove soluzioni in grado di accrescere la sicurezza stradale e ottimizzare il traffico”.

Autopromotec e transizione “green”: le opportunità da cogliere

Foto: Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor

“Ci sono le condizioni in Italia per portare avanti la transizione alla mobilità elettrica nell’arco dei prossimi anni utilizzando energia prodotta appositamente da fonti rinnovabili. E’ questa una condizione necessaria per non vanificare i vantaggi ecologici del passaggio all’elettrico”. Lo ha dichiarato l’on. Gianluca Benamati, promotore dell’Intergruppo parlamentare automotive, nel corso del convegno “Sfide e opportunità dell’electric city” che si è tenuto al recente Autopromotec in Fiera a Bologna. “Negli ultimi anni, in una situazione di crisi, ci sono state grandi aperture per la filiera dell’auto – ha continuato l’on. Benamati – con l’obiettivo di tenere fede agli impegni presi per la sostenibilità ambientale a livello nazionale e internazionale e di favorire allo stesso tempo lo sviluppo della filiera automotive italiana. Per questo sono stati stanziati 12 miliardi di euro fino al 2030, che saranno utilizzati per sostenere il mercato automobilistico tramite gli incentivi all’acquisto di vetture nuove e anche per rilanciare la fase di ricerca e sviluppo di nuove soluzioni e la formazione degli addetti del settore automotive”.

Il convegno, moderato da Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, si è aperto con i saluti di Renzo Servadei, amministratore delegato di Autopromotec, che ha sottolineato l’estremo interesse dei temi affrontati nel corso della discussione, temi che sono di fondamentale importanza per avere risposte per tutta la filiera automotive sugli interrogativi ancora aperti riguardo al processo di transizione energetica. A seguire l’intervento di Michele Crisci, presidente di UNRAE, che ha fatto il punto sul processo di transizione ecologica, un processo iniziato prima della pandemia e che richiede grandi investimenti industriali. “Nei prossimi anni – ha dichiarato Crisci – saranno molti i modelli elettrici messi sul mercato dalle case automobilistiche, con un’offerta che sarà sempre più varia e diffusa in tutti i segmenti di mercato. Per proseguire in maniera efficace su questa strada è necessario che la sostenibilità ambientale si sposi sempre di più con la sostenibilità economica e sociale e che si prosegua speditamente sulla strada della neutralità tecnologica”.

Per fare il punto sullo stato della rete di ricarica è intervenuto Marco Belletti, Head of Communications di Free2move eSolutions, che ha sottolineato come oggi in Italia si stiano svolgendo importanti sperimentazioni finalizzate a rendere sempre più efficiente la fase di ricarica delle auto elettriche. “Ad esempio – ha detto Belletti – nello stabilimento di Mirafiori è in corso una sperimentazione promossa da Stellantis e Terna sulla tecnologia del Vehicle-to-Grid, che grazie all’uso dicolonnine bidirezionali consente di utilizzare le auto elettriche momentaneamente in sosta come riserve di energia per assorbire i picchi di consumo della rete”.

 

E’ intervenuto poi Luciano Marton, direttore generale di Texa, che ha parlato dell’impatto del processo di transizione ecologica sul comparto dell’autoriparazione. “Per un meccanico – ha detto Marton – l’arrivo dei veicoli elettrici comporta un mondo di attività e soluzioni specifiche che sono in fase di sviluppo. Nelle auto elettriche ci sono meno componenti, ma di una complessità superiore rispetto a quelli presenti in un motore endotermico. E’ un falso mito che l’elettrico tolga lavoro alle officine: le auto elettriche hanno bisogno di una specifica ingegneria della manutenzione”.

La fase di recupero e riciclo dei materiali contenuti nelle batterie è stata approfondita da Giuliano Maddalena, amministratore delegato del Consorzio Ecopower. “Il corretto riciclo – ha precisato Maddalena – può essere gestito solo da filiere controllate. La circolarità delle batterie al litio parte dal raccolto del rifiuto. Inizialmente, le batterie hanno bisogno di essere totalmente scaricate in sicurezza. Poi vengono sottoposte a verifiche scrupolose e alla fine si ottengono batterie riutilizzabili, per esempio, per l’energy storage: una funzione utile nei Paesi in via di sviluppo, privi di una rete elettrica strutturata”.