Chip: la “bacchetta magica” tedesca

di Pierluigi Bonora
 
Dalla Germania arrivano segnali positivi sui microchip, la cui carenza da mesi sta rallentando e bloccando le fabbriche di auto e veicoli industriali. Mercedes-Benz, Daimler Trucks, Bmw e Volkswagen – come riferisce l’agenzia “Bloomberg” – sarebbero prossimi a riprendere a sfornare veicoli a pieno regime. Una possibile svolta che coincide con la discussione, a Bruxelles, sul «tutto elettrico» dal 2035. Resta però da vedere se per gli altri “big”, tra cui Stellantis, che comunque sono riusciti a gestire il problema, vale la stessa indicazione ottimistica. Diverso, per esempio, è l’atteggiamento in Volvo Trucks dove si attende un impatto negativo dal problema sulla produzione del secondo trimestre.
 
Singolare, comunque, che fino a ieri tutte le Case erano nel panico proprio per la mancanza di semiconduttori e altre materie prime, e ora – invece, almeno quelle citate – tendono a gettare acqua sul fuoco. Una strategia di comunicazione mirata e indirizzata a Bruxelles allo scopo di ribadire, per esempio, che “noi siamo prontissimi alla svolta elettrica e anche il caso della mancanza di chip presto potrebbe risolversi”? A essere maliziosi, il ragionamento starebbe in piedi, visti i fiumi di miliardi già investiti e previsti dai costruttori sull’elettrico. Ormai non c’è più da meravigliarsi di nulla.
 
Proprio nei giorni scorsi, in proposito, il colosso taiwanese dell’elettronica Foxconn, tra l’altro partner di Stellantis, aveva annunciato di «vedere una seconda parte di 2022 più serena dal punto di vista dell’approvvigionamento di semiconduttori», grazie anche all’allentamento dei blocchi nelle fabbriche in Cina, chiuse per i contagi da Covid-19. Tutto ok, ma perché a reagire subito all’unisono sono stati solo i “big” tedeschi?
 
E’ doveroso rammentare che la crisi dei microchip, per lo più prodotti a Taiwan (area strategica e nel mirino della Cina) e dintorni, era esplosa a causa della pandemia da Covid-19 e i lockdown collegati, cogliendo in contropiede i costruttori che non avevano programmato le opportune scorte. 

Raccontare la mobilità sostenibile in piazza a Catania

di Luca Talotta

Come si fa a raccontare la mobilità sostenibile? Una domanda che spesso in molti mi fanno e alla quale, ancora oggi, faccio fatica a rispondere. Non si può raccontare, è un concetto astratto. O meglio, è un’abitudine, un’idea, qualcuno direbbe un’ideologia (a torto o a ragione?). Di certo, come fai a raccontare un qualcosa che non è tangibile?

Io, comunque, ho provato a farlo. Recentemente sono stato a Catania, ospite del Giro-E, il Giro d’Italia con le biciclette a pedalata assistita. E lì, nella centralissima Piazza Duomo, abbiamo provato a raccontare che cos’è la mobilità sostenibile. È stato difficile? Per nulla. È stato impegnativo? Molto. Perché le persone hanno fame di sapere, sono curiose, vogliono scoprire cosa le riserva il mondo di oggi. Ma, spesso, non s’informano o lo fanno in modo parziale.

Quello che le persone non sanno (e le aziende non raccontano)

Un esempio su tutti. Durante il mio intervento, un utente ha chiesto: «Mi scusi, ma l’ibrido secondo lei è inquinante?». E io: «Beh, dipende dalla tipologia di ibrido». Risposta alla quale è seguita un’altra domanda: «Ma perché, quanti tipi ne esistono?». Ecco, questo è un esempio di quello che bisognerebbe fare oggi: andare nelle piazze e spiegare che sì, esistono diversi tipi di ibrido. Che il full hybrid è diverso dal plug-in hybrid che è ancora diverso dal mild hybrid. Paroloni che, messi lì così, se non vengono spiegati nella loro totalità servono a poco. Bisogna educare le persone, formarle, ma allo stesso tempo attirarle con modi di esporre semplici, chiari e concisi. E, perché no, parlare anche degli aspetti negativi della mobilità sostenibile.

Incentivi: bene, ma bisogna fare di più

di Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE

L’avvenuta pubblicazione del Decreto sugli incentivi, a tre mesi dall’annuncio, è finalmente una buona notizia, ma non sufficiente a far ripartire velocemente il mercato, anche perché non sono ancora disponibili tutti i chiarimenti operativi necessari per orientare correttamente i concessionari.

Inoltre, rimane ancora fermo il limite di 180 giorni dalla firma del contratto per  l’immatricolazione, invece dei 300 giorni chiesti dall’intero settore per ovviare alla carenza delle  forniture di microchip, creando il rischio concreto di disguidi e contenziosi.
Peraltro, la riduzione del limite massimo al prezzo di listino per usufruire degli incentivi, che penalizza drasticamente i veicoli elettrici, riduce la scelta dei consumatori a un numero  inferiore di modelli: una decisione che riduce l’efficacia del provvedimento nei suoi aspetti fondamentali, sia come sostegno al settore automotive, sia come accelerazione del processo di transizione energetica del parco circolante.

ANCMA: rinnovata la governance

Foto: Il presidente Paolo Magri

ANCMA aggiorna i propri organi di governo. L’assemblea annuale dell’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori ha infatti eletto i nuovi membri del proprio Consiglio Generale. Entrano in carica William Armuzzi (Honda Motor Europe), Davide Brambilla (Trek Bicycle Srl), Ezio De Carlo (Decathlon Produzione Italia Srl) e Stefano Gianotti (Kmi Srl).

 

Confermati Franco Acerbis (Acerbis Italia Spa), Fabrizio Corsi (Yamaha Motor Europe), Cristiano De Rosa (De Rosa Ugo E Figli Srl), Gianfranco Nanni (Askoll Eva Spa), Massimo Panzeri (Atala Spa) e Tommaso Telaro (Ktm Sportmotorcycle Italia Srl).

 

Nomi che si affiancano ai responsabili dei gruppi merceologici: Andrea Buzzoni (Triumph Motorcycles Srl) per il gruppo moto, Stefano Casalin(Casalini Srl) per i quadricicli,Gary Fabris (Five Srl) veicoli elettrici, Matteo Fossati (B2c Innovation Spa) servizi,Fabio Frattini (Suomy Motorsport Srl) caschi, Mario Meyrat (Amg Spa) parti bici eAndrea Saporetti (Società Generali Ricambi) per le parti moto.

 

Il presidente Paolo Magri ha poi nominato Mariano Roman di Fantic Motor Spa vicepresidente dell’associazione.

Dopo aver approvato all’unanimità il Bilancio Consuntivo dell’esercizio sociale del 2020 e quello del 2021, l’assemblea ha rinnovato inoltre i Probiviri, che diventano Marcello Doniselli (Doniselli Velo Moto Srl), Enrico Pellegrino (Mv Agusta Motor Spa), Mario Schiano (Mario Schiano Srl), Sgorbati Diego e Marco Taschin(Nolangroup Spa), e il collegio dei revisori.