Altroconsumo: gomme estive “green” e amiche del portafoglio

Cambio gomme, pneumatici

L’automobile è uno dei mezzi di trasporto più usati per gli spostamenti quotidiani e il mezzo privilegiato in vista dei lunghi viaggi estivi. In questo contesto, gli pneumatici ricoprono un ruolo fondamentale sia a livello di prestazione dell’auto che a livello di riduzione dell’impatto ambientale. Il tema risulta centrale, specialmente in questo periodo in cui si avvicina l’obbligo di montare le gomme estive, da effettuare tra il 15 aprile e non oltre il 15 maggio. Altroconsumo, leader nei test pneumatici per le associazioni di consumatori EU all’interno del consorzio di Automobil Club, al fine di aiutare i consumatori ad orientarsi fra le varie scelte di pneumatici disponibili, ha realizzato un’analisi per valutare i punti di forza e di debolezza di 16 gomme del tipo 185/65 R15 (adatte alle auto di piccole dimensioni) e 16 del tipo 215/60 R16 (utilizzate principalmente per i Suv).

 

Gli pneumatici sono stati sottoposti a misurazioni in laboratorio che si basano sugli standard Adac, ente specializzato in test nel settore della mobilità, e sono stati messi alla prova con numerosi esami come, ad esempio, stabilità in rettilineo e in curva, risposta allo sterzo, sicurezza durante i cambi di corsia e le curve multiple e risposta in frenata con abs a 100 km/h.

 

Il miglior marchio della categoria 185/65 R15 tra i pneumatici estivi testati è Goodyear EfficientGrip Performance 2 che secondo Altroconsumo è il Migliore del testMigliore acquisto e Miglior scelta green per la durata nel tempo. Bridgestone Turanza T005 ottiene il titolo di Miglior acquisto nella categoria insieme a Pirelli Cinturato P1 Verde, anche se con un punteggio lievemente inferiore. La Miglior scelta green va al marchio Michelin Primacy 4 per il consumo di carburante ridotto e la durata nel tempo del pneumatico.

 

Passando alla categoria 215/60 R16, il Migliore del test è Michelin Primacy 4 che risulta anche essere Miglior scelta green per consumi e durata. A pari merito nella classifica si trova Continental PremiumContact 6 che ottiene gli stessi risultati. Il marchio Bridgestone Turanza T005 si aggiudica il titolo di Miglior scelta green per le buone prestazioni sia sul consumo di carburante che sulla durata. Toyo Tires Proxes Comfort, in 5a posizione, ottiene il bollino di Miglior acquisto e Miglior scelta green. 

 

Utilizzare il giusto set di pneumatici può aiutare a ridurre l’impatto su ambiente e portafoglio. Scegliere una gomma di una classe efficiente come, ad esempio, quella B, permette un risparmio medio di carburante fino al 7% rispetto a uno pneumatico in classe C. Oltre alla scelta della classe di pneumatici, la giusta pressione della gomma è fondamentale per risparmiare carburante, infatti, il consumo aumenta dell’1-2% ogni 0,2 bar sotto la pressione ottimale.

 

Con l’intento di perseguire l’obiettivo di minor impatto economico e ambientale, Altroconsumo ha lanciato la piattaforma Mile21, la quale aiuta i consumatori con consigli utili su come risparmiare carburante, cosa fare per impattare meno sull’ambiente quando si guida, ma soprattutto permette di tenere sotto controllo consumi ed emissioni della vettura inserendo i propri dati al suo interno.

 

Intanto il governo ha fatto marcia indietro sul bonus gomme, ritirando l’emendamento che avrebbe aiutato i consumatori nell’acquisto di nuovi penumatici di classe A e B. In vista dell’imminente obbligo di passaggio alle gomme estive, gli automobilisti che hanno la necessità di cambiare il treno di pneumatici possono seguire i consigli dei test di Altroconsumo, confrontare i prezzi dei vari pneumatici in commercio e scegliere classi più elevate sia per un discorso di sicurezza, sia per la possibilità di risparmiare carburante e inquinare meno.

Snam: priorità sicurezza energetica e decarbonizzazione

Stefano Venier, Ceo di Snam

di Stefano Venier, Ceo di Snam 

Sono orgoglioso di poter mettere la mia esperienza al servizio di un’azienda che ha un ruolo centrale nel sistema energetico, con oltre 80 anni di storia e competenze uniche, e ringrazio il consiglio di amministrazione e gli azionisti per la fiducia. Inizio la mia avventura in Snam in una fase molto delicata e decisiva, nella quale è essenziale lavorare per la sicurezza energetica dell’Italia e nel contempo proseguire il percorso verso la neutralità carbonica.

 

Insieme a tutta la squadra di Snam, lavoreremo con il massimo impegno per dare il nostro contributo nell’affrontare queste sfide e per garantire all’azienda un percorso di crescita sostenibile nel tempo, nell’interesse di tutti gli stakeholder.

Snam: 6 anni per il futuro dell’energia 

Marco Alverà, Snam

di Marco Alverà, ex Ceo di Snam (il saluto al team e l’augurio di buon lavoro)

Snam, un’azienda bellissima in cui ho trascorso 6 anni straordinari. Grazie al lavoro di tutta la squadra, abbiamo fatto molto per farla crescere e renderla protagonista del settore energetico. Penso agli sforzi fatti per completare il TAP, alle nuove iniziative nella transizione energetica, alla indispensabile attività quotidiana sul territorio e negli impianti. E poi alla passione e competenza che abbiamo messo a servizio delle istituzioni per contribuire al dibattito pubblico sul futuro dell’energia, al nostro impegno per rendere Snam un leader degli ESG e un’azienda attraente nella quale lavorare.

 

Gli ultimi due anni di pandemia e la recente situazione geopolitica hanno evidenziato la centralità di Snam e del nostro lavoro nell’interesse di tutti gli stakeholder e dei territori nei quali operiamo. Oggi l’azienda è ben posizionata per poter ulteriormente contribuire alla sicurezza degli approvvigionamenti e alla transizione energetica, con l’obiettivo di proseguire il proprio percorso di crescita.

 

Ringrazio gli organi sociali, i colleghi e tutti gli stakeholder che in questi 6 anni hanno contribuito allo sviluppo dell’azienda e auguro buon lavoro al nuovo Consiglio di amministrazione. Un grosso in bocca al lupo (e un enorme grazie!) a tutti i colleghi di Snam, vi porterò sempre nel cuore.

p.s: Il futuro non è solo di chi se lo sa immaginare, ma anche di chi ha le competenze e le qualità per andarselo a costruire.

“Fit for 55” verso il de profundis: “No addio ai motori termici dal 2035”

Eurodeputato di Forza Italia, Massimiliano Salini
Foto: L’eurodeputato di Forza Italia, Massimiliano Salini

“Con il voto espresso e la richiesta di modificare il pacchetto Fit-for-55, dal Parlamento Ue arriva un sussulto di realismo, un segnale importantissimo a tutela di imprese e posti di lavoro della filiera automotive: la Commissione Trasporti (Tran) si è pronunciata per il mix tecnologico e contro l’abolizione totale del motore a combustione interna dal 2035, seguendo la linea del Ppe e di Fi, sgretolando di fatto l’approccio rigido e monolitico votato completamente all’elettrico”.

 

Lo dichiara l’eurodeputato di Forza Italia, Massimiliano Salini, relatore Ppe del regolamento sugli standard di CO2 per auto nuove e veicoli leggeri, approvato in Commissione Tran con 27 voti favorevoli, 14 contrari e 7 astenuti. “Il testo del parere approvato – spiega l’europarlamentare – prevede che dal 2035 i veicoli di nuova immatricolazione riducano le emissioni del 90%, e non del 100% come proposto inizialmente dalla Commissione Ue. Si lascia dunque spazio al motore a combustione con carburanti alternativi e si afferma il principio di neutralità tecnologica. In questo modo si salvano dal tracollo le filiere dell’industria automobilistica e componentistica, che solo in Italia contano decine di migliaia di posti di lavoro, valgono decine di miliardi di fatturato e verrebbero messe in ginocchio da un passaggio non graduale all’elettrico, con in più la drammatica conseguenza di consegnare nel breve termine l’automotive ad una dipendenza quasi totale dalle batterie cinesi, ad oggi l’80% delle forniture mondiali. Lasciare spazio ai motori a combustione interna dotati di tecnologia green significa invece scommettere sulla capacità delle nostre imprese di innovare, puntando sui combustibili rinnovabili e alternativi”.

 

«Oltre a introdurre deroghe per i piccoli produttori e un sistema di crediti e incentivi ai combustibili alternativi con cui decarbonizzare il parco auto circolante – sottolinea Salini – la maggioranza dei deputati, con il voto di in Commissione Trasporti, chiede di cambiare gradualmente anche la metodologia di calcolo delle emissioni. Occorre cioè passare dal conteggio “tail-pipe” che quantifica e identifica le emissioni con i gas di scarico dei veicoli, all’approccio life-cycle, modalità più aderente alla realtà che valuta la CO2 dell’intero ciclo produttivo del veicolo”.

Suona la sveglia a Bruxelles: traballa la visione del solo “tutto elettrico”

di Pierluigi Bonora

Traballa sempre di più la volontà dell’Ue di mandare in pensione, dal 2035, i motori a benzina e Diesel, per fare spazio unicamente all’auto elettrica. Il segnale forte in questa direzione è arrivato dall’Eurocommissione ai Trasporti che si è da poco pronunciata, a maggioranza, a favore del mix tecnologico e contro l’abolizione totale del motore a combustione interna.

 

Sta dunque prevalendo la linea del buon senso, quella del principio della neutralità tecnologica che propone un ventaglio di validissime alternative a protezione dell’ambiente, grazie soprattutto ai bio-carburanti. Toccherà poi al mercato scegliere l’opzione più confacente alle esigenze dei singoli.

 

Anche il passaggio dal conteggio “tail-pipe”, che quantifica e identifica le emissioni con i gas di scarico dei veicoli, all’approccio life-cycle, modalità più aderente alla realtà che valuta la CO2 dell’intero ciclo produttivo del veicolo, gioca la sua importante parte. Ma di quali emissioni zero si è parlato fino a oggi se per produrre l’energia che fa funzionare una batteria si è “climalterato” a monte? La presa d’atto di questa incongruità è finalmente arrivata, purtroppo con il silenzio colpevole di chi ha continuato a pompare fake su fake.

 

Una visione razionale, quella che emerge a Bruxelles, che coincide con i tanti allarmi lanciati al riguardo, già da tempo, da #FORUMAutoMotive, movimento di opinione che per primo ha proceduto, con consapevolezza e anche coraggio, “contro corrente”.

 

Una visione razionale che induce alla riflessione chi riteneva di aver vinto, con largo anticipo, la propria battaglia a favore del “tutto elettrico”. Una visione razionale che, se da una parte gioca a favore delle filiere industriali obbligate dall’imposizione Ue a riconvertirsi a tempi da record, dall’altra, per essere stata annunciata con eccessiva fretta, rischia ora di creare problemi ai costruttori i cui investimenti stanziati e in corso sono fortemente sbilanciati sul “tutto elettrico”. Per i danni rivolgersi a Bruxelles e ai sovrani dell’ideologia.

Alfa Romeo Tonale: dedicato all’Italia

Jean-Philippe Imparato, PierluigiBonora, Alfa Romeo (Stellantis)
di Pierluigi Bonora
 
Anteprima lariana per Tonale, il C-Suv di Alfa Romeo. Presentazione al Tempio Voltiano, di Como, dove è custodita la genialità di Alessandro Volta, e prova sulle alture dei dintorni.
 
Al battesimo, era presente anche l‘ad di Stellantis, Carlos Tavares, che ha risposto alle domande dei giornalisti sia su Alfa Romeo sia, più in generale, sulle strategie del gruppo alla luce dei sempre più complessi scenari internazionali ed energetici.
 
Eccoci con Jean-Philippe Imparato, ad di Alfa Romeo, poco dopo aver concluso la prova. Le prime Tonale saranno consegnate ai clienti in Italia nel secondo fine settimana di giugno. 

Intervista a Michele Crisci, riconfermato presidente di Unrae

di Pierluigi Bonora (da “il Giornale” del 1 maggio 2022)

«L’impegno nei due mandati precedenti è stato massimo: da 10 come voto, insieme a tutto il team di Unrae. L’automotive fa ormai parte dell’agenda politica». Michele Crisci, 57 anni, presidente e ad di Volvo Italia, per la terza volta eletto presidente di Unrae, l’associazione dei costruttori esteri in Italia, ha tra le tante priorità del suo programma quella di unire sempre di più le associazioni del comparto. «Sì – rimarca – per procedere uniti, come una federazione capace di coprire gli interessi di tutti. Stellantis? Unrae ha contatti costanti con i vertici italiani. Tanti i temi in comune».

 

Presidente, nuovo mandato e ancora tante complessità.

«Dalla pandemia, alla scarsità di materie prime e chip, quindi la guerra in Ucraina e il caro energia: gli impatti sul settore sono evidenti. Unrae ha lavorato con coraggio. La mia conferma va nel segno della continuità».

 

Europa e nodo della produzione di energia.

«Bisogna stare molto attenti nel coniugare l’autonomia energetica con le necessità economiche. Quando si fa riferimento solo ai prezzi dell’energia e ai rifornimenti da Paesi instabili, si corrono molti rischi. È necessario procedere verso un’autonomia con soluzioni sostenibili, ma anche dai punti di vista sociale, economico e politico. Ciò che non è stato fatto».

 

L’impatto sull’automotive?

«Ci sarà chi sceglierà di accelerare, puntando su rinnovabili, elettrificazione e, con i suoi tempi, l’idrogeno. E chi rifletterà di più su carburanti sintetici o soluzioni diverse. Quando si dice che occorre arrivare alle zero emissioni, ritengo non si possa imporre una strada unica, ma quella della neutralità tecnologica: raggiungere l’obiettivo con tutto quello che è disponibile. Quindi, indicazioni, ma non obblighi».

 

Il piano Ue «Fit for 55» con l’addio previsto alla produzione dei motori endotermici dal 2035?

«A Bruxelles c’è discussione. In particolare, sulla misurazione delle emissioni di CO2 non più solo allo scarico, ma su tutto il ciclo di vita del veicolo. Tutti sono ora chiamati a fare sforzi in tale direzione, anche nella produzione delle materie prime. E se le parti in causa avessero investito come ha fatto il nostro settore, la situazione sarebbe diversa. È chiaro che una scadenza sul tema CO2 ci dovrà essere, da vedere se nel 2035 o più avanti. Importante è la chiarezza sugli obiettivi nel rispetto degli equilibri occupazionali e lasciando in disparte l’ideologia. Le aziende, inoltre, devono essere messe nelle condizioni di mantenere i propri piani strategici, costati investimenti miliardari».

 

A proposito, incentivi varati da quasi un mese, ma manca ancora l’ok della Corte dei Conti.

«Anche il dato sulle vendite di aprile sarà pesante. L’ok dovrebbe comunque arrivare entro la seconda settimana di maggio, ma spero prima. Chiediamo anche l’allungamento dei tempi di validità degli incentivi da 180 a 360 giorni, vista la situazione. La guerra, tra l’altro, ha bloccato i trasporti delle auto dall’Oriente. Inoltre, dare incentivi troppo tagliati sul produttore nazionale rappresenta un errore strategico, premiando solo la domanda nel breve».

 

Flotte aziendali a bocca asciutta.

«Il Dpcm ha voluto andare incontro solo ai privati, senza considerare il ruolo centrale del noleggio nella transizione green con l’acquisto di tante auto elettriche e la successiva proposta al mercato di veicoli di ultima generazione dopo appena 3 anni e a prezzi molto ridotti. E qui c’è il contributo concreto al rinnovamento del parco auto circolante».

 

Il nodo detraibilità Iva.

«In Italia resta al 40%. La proposta è uno scaglionamento: 100% per le emissioni di CO2 da 0 a 20 g/km e 80% per quelle da 21 a 60 grammi. Sarebbe un’opportunità. Nel Nord Europa il boom delle auto green deriva proprio dai tagli apportati all’Iva».

 

I consumatori e la svolta elettrica.

«C’è curiosità. Ma occorre la capillarità delle colonnine ed è importante azzerare le perdite di tempo per cercare i punti di ricarica sulle app: non tutti hanno dimestichezza. Ora chi viaggia sa che pochi chilometri dopo può trovare la stazione di servizio per il carburante».