Transizione “green”: prevale una pericolosa deriva ideologica

di Gilberto Pichetto, viceministro allo Sviluppo economico

Con il ministro Giancarlo Giorgetti, entro il prossimo 28 giugno, sarà convocato il Tavolo Automotive. Guardo con preoccupazione la deriva ideologica uscita dal voto di Strasburgo: una scelta a senso unico che non tiene conto dei percorsi alternativi e di quanto si sta facendo, per esempio, sul fronte dell’idrogeno e dei carburanti sintetici, considerando che il trasporto pesante non potrà basarsi solo sull’elettrico.

Auspico che si arrivi a un meccanismo che scongiuri un disastro ai danni del settore manifatturiero italiano. L’Italia è il ventre molle dell’Ue essendo dipendente da altri dal punto di vista energetico. Il “Tavolo Automotive” deve proseguire sulla strada impostata con le associazioni e i sindacati che ha portato allo stanziamento, a ora, di 8,7 miliardi per accompagnare la filiera nel processo di transizione. Una linea strategica, quella di affiancare le aziende, che l’Ue avrebbe dovuto applicare.

Per quanto mi riguarda credo fortemente nell’adozione del nucleare. E ritengo non basti fissare il cosiddetto tetto sul gas a livello Ue. Se siamo tutti della stessa famiglia occorre convergere su un conto unitario: perché in certi Paesi l’energia costa tot e in altri, come il nostro, molto ma molto di più? Sono tutti problemi da risolvere proprio alla luce di quanto è stato votato a Strasburgo e alla scelta, ribadisco ideologica, di una mobilità solo elettrica.

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