Norme “green” UE: settore a un bivio pericoloso

Incubo dazi Trump: l'UE scongiuri la guerra commerciale

di Paolo Starace, presidente di UNRAE Veicoli Industriali

 

Con dicembre 2024 si è concluso un anno dai due volti, contraddistinto da un primo semestre in crescita dell’11,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, seguito da un secondo semestre caratterizzato da una flessione consistente (-14,2%). Questo scenario era stato ampiamente previsto e proprio per questo erano stati sollecitati interventi mirati per scongiurarne gli effetti. Appelli che, nostro malgrado, sono rimasti inascoltati e che ora devono essere prioritariamente posti al centro dell’agenda del Governo, per evitare che tale trend negativo si protragga nel corso dell’intero 2025. Le radici del malessere del settore dei veicoli industriali sono profonde e non possono essere certamente attribuite al processo di transizione green. Infatti, sebbene le immatricolazioni dei veicoli a  zero emissioni siano aumentate del 119,6%, la stragrande maggioranza dei mezzi venduti  continua a essere appannaggio dei motori endotermici (99,3%). Alla luce della prossima scadenza dei target di riduzione delle emissioni di CO2 in capo ai soli Costruttori e delle recentissime dichiarazioni del Commissario UE per il Clima, Hoekstra, emerge il rischio che le aziende costruttrici pongano in essere soluzioni protettive, ma potenzialmente distorsive per il mercato.



Risulta, pertanto, urgente una presa di coscienza sulle possibili ripercussioni di tale scenario, non solo sul costo del trasporto  delle merci, ma anche sull’occupazione, come già evidenziato nel settore auto. È  fondamentale intervenire tempestivamente e porre rimedio attraverso un approccio olistico  che coinvolga tutti gli stakeholder a livello sovranazionale.

Recommended Posts