Mercato dell’auto in Italia: troppi i segnali di disagio

Mercato in altalena: premiate solo le ibride e pende la minaccia delle multe

di Massimo Artusi, presidente di Federauto

 

Il risultato negativo di novembre delle immatricolazioni di auto in Italia non ci coglie di sorpresa essendo stato ampiamente anticipato dai segnali registrati in precedenza dai concessionari e dalla significativa riduzione dell’affluenza nei saloni che si è riflettuta in una performance negativa del canale privati che si è aggiunta, peraltro, alla flessione di tutti gli altri canali di vendita. Senza le auto immatricolazioni da parte dei concessionari, dunque, il calo sarebbe stato ben superiore.

C’è da aggiungere che il mercato attraversa una fase di grande difficoltà sulla quale probabilmente pesa moltissimo il disagio dei privati e delle aziende rispetto al tema della transizione energetica, almeno nei termini in cui è stata imposta a livello europeo. A novembre, infatti, tutte le alimentazioni hanno registrato una flessione e tra queste spicca il -17,5% delle auto elettriche che mostra una perdurante fatica di questo segmento ad accreditarsi come prospettiva futura.

Ma, a nostro avviso, anche i segnali che arrivano dal settore aziende esprimono il disagio verso scelte di politica fiscale come quelle contenute nella legge di Bilancio, volte a riqualificare la tassazione dei fringe benefits delle auto assegnate ai dipendenti, con l’intento di favorire la diffusione di auto elettriche, in realtà andando contro la logica di utilizzo di questi mezzi.

Stiamo toccando con mano gli effetti di una transizione energetica dirigista che mostra forti resistenze da parte del mercato, mentre anche le case costruttricinavigano a vista tra chiusure di impianti, licenziamenti e sostituzioni di alti dirigenti. C’è da chiedersi per quanto tempo ancora il sistema automotive potrà assorbire questo indirizzo. Le auto immatricolazioni di BEV da parte dei concessionari non sono la soluzione perseguibile nel medio periodo in un contesto di acclarate difficoltà dell‘industria dell’auto che saranno certamente accentuate dall’inasprimento, previsto per il 2025, delle penalties in materia di CO2.

 

 

Recommended Posts