Lo stop UE al 2035: no allo smantellamento dell’industria automotive

di Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera

Tutelare l’ambiente è fondamentale, ma la transizione verso sistemi di mobilità green deve essere ragionata e graduale: si parla tanto di sostenibilità ma l’Ue si è dimenticata quella sociale, visto che la decisione di vietare la vendita di auto con motore endotermico comporterà la partita di almeno 600mila posti di lavoro nel continente.

La Lega è fortemente contraria a questa scelta, che impatta in modo particolare sull’Italia, da sempre vocata all’automotive. Solo nel distretto torinese per l’indotto si contano oltre 700 aziende (un terzo del totale nazionale), con 60 mila persone occupate e un fatturato di 17 miliardi all’anno. Non possiamo permetterci di smantellare l’esistente in nome di un’ideologia “green” miope e ottusa, che fissa per noi date e limiti senza preoccuparsi dell’economia dei territori: così facciamo solo un gigantesco regalo alla Cina, il principale produttore di batterie elettriche e il principale Paese inquinatore al mondo.

Le auto a propulsione elettrica sono ancora troppo care, in Italia solo il 3,7 per cento di quelle vendute nel 2022 e a questo problema di costo si aggiunge quello infrastrutturale per adeguare la rete di colonnine di ricarica, asimmetrica e concentrata per il 58 per cento al Nord.

Quello che serve è, invece, una visione industriale strategica e di lungo periodo.

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