L’auto e l’Italia: mala tempora currunt

Europa ed emissioni (già abbattute): per le idiozie UE benessere del Continente a rischio

di Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia

Con il calo di novembre (-11%), il mercato dell’auto del 2024 è sceso in territorio negativo. La chiusura dell’anno porterà a un livello di immatricolazioni ben più basso delle attese, attorno a 1,58 milioni di nuove targhe. Le speranze di rilancio basate sugli inutili ecobonus sono state puntualmente smentite. Particolarmente pesante la situazione di Stellantis, che continua a scendere di quota. A novembre si è persa una vendita su quattro. Fiat (-41%) mantiene a stento la terza posizione dietro a Toyota e Volkswagen, ma il già poco consono gradino più basso del podio è persino insidiato da Dacia, che nell’undicesimo mese dell’anno ha immatricolato appena 260 auto in meno di Fiat.

A sottolineare la gravità della situazione della più importante azienda automobilistica (ex) italiana è la classifica Top 5 marchi per canale: Fiat non compare nelle prime 5 posizioni tra i privati, è soltanto terza nelle immatricolazioni dirette aziendali (dietro a Mercedes e BMW), addirittura quarta nel noleggio a lungo termine. In compenso rimane largamente prima nelle auto-immatricolazioni.

Quota BEV all’interno dei marchi Stellantis in Italia 2,6% (4% la media mercato). In Europa per non pagare multe bisognerà vendere 1 elettrica ogni 4 termiche. L’Italia, se nel 2025 volessimo fare gli stessi volumi 2024, raddoppiando la quota di BEV e PHEV, pagherebbe multe per circa 3 miliardi di euro. Se il mercato vetture in Italia nel 2025 volesse non pagare multe, sempre raddoppiando la quota di BEV e PHEV, chiuderebbe a 650.000 unità, il collasso del sistema.

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