Auto e Moto d’Epoca: a Bologna per un emozionante nuovo inizio

La 40º edizione di “Auto e Moto d’Epoca” si terrà dal 26 al 29 novembre, per la prima volta, negli spazi espositivi di BolognaFiere, nel cuore della Motor Valley, terra dei miti e della passione per i motori. “Questo è un anno molto importante per Auto e Moto d’Epoca – commenta Mario Carlo Baccaglini, Ceo di Intermeeting – Dopo l’ultima edizione da record a Padova, festeggiamo quarant’anni di storia, cultura e passione in una nuova sede, con più spazi espositivi, 235.000 mq a disposizione, nuovi settori e tante novità. I nuovi spazi di BolognaFiere ci consentono di realizzare tutte le potenzialità del mondo del classic. A Bologna gli appassionati delle auto e moto d’epoca potranno immergersi nel passato, viverne le emozioni, toccare con mano il presente e immaginare il futuro. Sarà una grande festa per tutti: espositori, collezionisti, visitatori, giornalisti da più di 40 Paesi nel mondo!”.

Sono proprio tante le novità di questa edizione bolognese, che segna uno spartiacque nella lunga storia della fiera Classic italiana. Uguale a se stessa per la qualità e l’emozione che è in grado di regalare, ma nuova nel look, nei servizi e nella narrazione. Un nuovo inizio. A partire dagli spazi espositivi, 235.000 mq – distribuiti in 11 padiglioni e 4 porte di accesso, oltre a più di 14.500 posti auto coperti per visitatori ed espositori – che registrano il tutto esaurito, grazie alla partecipazione dei più importanti player internazionali del motorismo storico, delle case produttrici, dei dealer e commercianti più importanti del settore. Sono tante le new entry che vogliono far parte dell’edizione 2023. New entry anche per il padiglione interamente dedicato alle due ruote, 15.000 mq per un vero Salone dedicato a tutti gli appassionati delle moto storiche. Per gli appassionati di motociclette un patrimonio culturale mai visto prima riunito assieme. Tra le presenze, una moto del mondo delle corse firmata HONDA esposta in anteprima mondiale con la partecipazione del pluripremiato Lucio Cecchinello Racing Team e la storica 750 HONDA K0; un focus speciale sulla storia BMW Motorrad per i 100 anni del brand; e diversi esemplari dell’importante Collezione Battilani di Imola, una tra le più rinomate in Italia per la qualità e la quantità delle sue moto (300) e, in particolare, per gli esemplari italiani dalle origini agli anni 40.

Altra importante novità: la presenza delle più importanti collezioni museali al mondo. È la rete costituita dai più prestigiosi musei europei dedicati all’automobile, a partire dal MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile che, a Bologna, proseguirà i festeggiamenti per i 90 anni dalla sua fondazione esponendo 8 vetture della collezione. Tra le anteprime una Ferrari 312 T5 1981, una Monaco-Trossi 1935 e una Lancia Lambda “Weymann” 1929. Insieme al MAUTO saranno per la prima volta presenti a Auto e Moto d’Epoca con delle auto rappresentative: Autoworld Brussels (Belgio), il Louwman Museum (Paesi Bassi), il Musée National de l’Automobile di Mulhouse (Francia), il National Motor Museum di Beaulieu (UK), il Musée National de la Voiture | Château de Compiègne (Francia).

 

Anche la Motor Valley dell’Emilia-Romagna (a cui Auto e Moto d’Epoca ha aderito), distretto unico al mondo per concentrazione di brand e vocazione motoristica (con 188 team sportivi, 13 musei specializzati, 18 collezioni private, 4 autodromi e 11 piste da karting) sarà presente a Bologna. Nel padiglione 32 in mostra le eccellenze a due e quattro ruote di Ferrari, Maserati, Lamborghini, Ducati, Pagani e Dallara. Presenti anche i 4 autodromi della “Terra dei Motori” (Varano de’ Melegari, Autodromo di Modena, Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola, Misano World Circuit Marco Simoncelli), assieme a scuderie, collezioni private e raduni. Realtà che, insieme, ogni anno richiamano oltre 2 milioni di visitatori e appassionati.

 

Alla continuità tra passato e futuro è saldamente legata la partecipazione di importanti marchi automobilistici che, ad Auto e Moto d’Epoca, si rivolgono ad un pubblico di appassionati mettendo in risalto il filo rosso che unisce le auto storiche ai nuovi modelli immessi sul mercato e all’innovazione e tecnologia che li accompagna. Hanno confermato la loro partecipazione alla 40º edizione di Auto e Moto d’Epoca: Volvo Cars Italia, Toyota Motor Italia, FCA Stellantis Heritage, Mercedes Benz Italia, Alpine, Bentley, McLaren, BMW Motorrad, Carrozzeria Touring Superleggera.

 

Presenti anche l’Automobile Club Italiano e l’ACI Storico nell’ampia area che ospiterà autentici gioielli delle quattro ruote oltre a un ricco calendario di eventi e talk dedicati grazie anche alla presenza di ACI Radio con le sue dirette Confermata anche l’esperienza della Piazzetta Lancia, un’area espositiva dedicata a tutti i club della grande marca italiana. Prima assoluta per il neonato Club Cayenne che porterà a cinque il numero dei club Porsche presenti ad Auto e Moto d’Epoca 2023. Tra gli anniversari non mancheranno i festeggiamenti per i 70 anni dell’Autodelta e i 100 anni del Quadrifoglio Alfa Romeo. E ancora la collezione Marazzato che unirà gli esemplari di camion d’epoca all’esperienza VR di guida sulle strade degli anni ‘50. Tanti i raduni che, grazie ai grandi spazi scoperti di BolognaFiere, potranno essere organizzati all’interno del quartiere fieristico.

 

E ancora: restauro, materiali e manutenzione. Tutto ciò che è riconducibile all’amore e alla cura dell’auto sarà racchiuso nel grande MALL della Fiera. Partecipano le migliori aziende italiane che mettono insieme tecnologia all’avanguardia, tradizione e cura: l’artigianato al servizio di collezionisti ed appassionati.

A sottolineare il legame profondo che lega passato e futuro dell’Automotive e il passaggio di valori e cultura dell’innovazione dai veicoli storici ai nuovi modelli che entrano nel mercato si terrà a Bologna anche il Fiva Heritage Workshop, uno degli appuntamenti più importanti nel calendario delle istituzioni motoristiche internazionali. Con gli attori più importanti del Classic internazionale – e i vertici delle case automobilistiche – si parlerà di futuro dell’auto d’epoca, rapporto con l’Automotive contemporaneo e crescita delle nuove generazioni di appassionati.

 

Il mercato Classic di Auto e Moto d’Epoca rimane il più grande e variegato d’Europa e lo spostamento alla fiera di Bologna, meglio conosciuta e più connessa a livello infrastrutturale, ha contribuito ad incrementare le prenotazioni sia di espositori che visitatori internazionali. Tra le anteprime segnaliamo una collezione di modelli unici come: una Ferrari 250 GT Spider California, una Ferrari 250 SWB, una Ferrari 250 Spider Pininfarina, una De Tomaso Mangusta, una Iso Grifo, una Maserati Mistral Spider 3500cc e una Ferrari 330. Perché Auto e Moto d’Epoca è tutto questo e molto di più. È l’emozione di condividere l’atmosfera e tutte le sfaccettature del Classic con appassionati provenienti da più di 40 Paesi nel mondo. Un tratto distintivo che ha reso il salone unico nel panorama delle fiere internazionali.

UNASCA: Film Festival “scolastico” sulla sicurezza stradale

Una iniziativa promossa da UNASCA per coinvolgere e sensibilizzare i giovani su questo delicato tema: nasce, così,  il “Film Festival italiano sulla sicurezza stradale”, dopo una prima edizione sperimentale, svoltasi in primavera a Milano presso l’Istituto Emanuela Setti Carraro Dalla Chiesa.


Ideatore di questa iniziativa è Manuel Picardi, segretario generale di EFA (la Federazione Europea di Autoscuole) e membro della Segreteria Nazionale UNASCA (Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica), il quale sulla scia dell’esperienza maturata con progetti internazionali, racconta come ha portato a compimento il progetto: “Parlare di sicurezza stradale agli adolescenti non è semplice. Il modo migliore per farlo? Lasciar parlare loro. Noi li abbiamo messi nella condizione di farlo con lo strumento che conoscono meglio, lo smartphone. Da genitore
ho cercato di spiegare loro che fuori dall’universo contenuto nello schermo dello smartphone, c’è un mondo reale che vale la pena scoprire e di essere vissuto. È bastato organizzare una discussione su specifici argomenti riguardanti la problematica della sicurezza stradale nel mondo, seguita da un breve chiacchierata con esperti di comunicazione video per fornire ai giovani gli strumenti adatti a creare dei cortometraggi che potessero esprimere il loro punto di vista della situazione
(spesso di utenti deboli) e poter lanciare un messaggio reale al mondo virtuale.
Il resto – conclude Picardi – lo hanno fatto loro nel tempo libero: hanno scelto i temi e hanno dato vita ai loro video progetti, passando del tempo insieme, recitando, mettendosi in discussione e facendo qualcosa di utile”.

Una commissione composta dai professori della scuola e dagli esperti di comunicazione ha votato il video migliore, in termini di idea, messaggio e realizzazione. E grazie al contributo di UNASCA, come premio è stata offerta la possibilità ai ragazzi di rigirare il video, con una casa di produzione ufficiale, la RKH Studio di Torino. Ora, il video vincitore verrà presentato al prossimo Film Festival mondiale della sicurezza stradale, che si terrà a Carcassone, in Francia, nella primavera del 2024.


Tutti i video prodotti dai ragazzi, comunque potranno essere caricati sul portale della Carta Europea della Sicurezza Stradal, la piattaforma digitale della Commissione Europea, che periodicamente pubblica le migliori iniziative locali nel campo della sicurezza stradale. Il video vincitore nel 2023 è scaricabile qui. Le scuole, gli istituti di formazione e gli altri soggetti che intendono partecipare alle prossime edizioni del progetto possono contattare direttamente UNASCA all’indirizzo progetti@unasca.it.

MIMIT e ANFIA: accordo strategico per la transizione automotive

Foto: Da sinistra: il ministro Adolfo Urso e Roberto Vavassori

Per gestire in maniera coordinata e razionale le sfide della  transizione ecologica della filiera automotive italiana al 2030 e al contempo promuovere  crescita e possibilità d’impiego in un settore strategico, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, e il presidente di ANFIA, Roberto Vavassori, hanno sottoscritto Palazzo Piacentini un protocollo d’intesa che identifica le priorità di intervento a  sostegno degli investimenti delle imprese nei prossimi anni.

L’obiettivo condiviso del piano di lavoro è quello di stimolare l’incremento della  produzione nazionale per raggiungere volumi superiori al milione di veicoli prodotti negli  stabilimenti italiani. Un percorso che, attraverso strumenti di supporto e accompagnamento agli investimenti produttivi e in ricerca e innovazione, porterà al  consolidamento delle competenze fondamentali per la decarbonizzazione della mobilità e all’ampliamento della capacità d’innovazione dei costruttori di veicoli e di componenti, in  relazione alle nuove tecnologie chiave per lo sviluppo futuro della mobilità di persone e  merci, secondo un approccio basato sulla neutralità tecnologica.

“Il protocollo rappresenta un passo importante nella strategia di politica  industriale dell’automotive in cui ci focalizziamo sullo sviluppo e sulla riconversione della  filiera italiana affinché sia competitiva anche nell’era dell’elettrico – ha dichiarato il  inistro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso -. Questo accordo è il pilastro su cui costruire un più vasto e complessivo progetto per rilanciare il settore e la produzione nazionale, a partire dall’intesa con Stellantis su cui siamo impegnati in queste settimane. Il nostro obiettivo è la stesura di un piano di transizione di largo respiro volto a rilanciare la produzione e l’occupazione, supportando lo sviluppo di una filiera italiana più  innovativa, sostenibile ecologicamente ed economicamente, in coerenza con il futuro  dell’industria. Crediamo fortemente che sia possibile invertire la rotta, a partire dai  volumi di produzione, su cui ci poniamo l’obiettivo di raggiungere almeno un milione di  veicoli all’anno fabbricati nel nostro Paese, perché il Sistema Italia lavora finalmente  insieme nella giusta direzione, come abbiamo dimostrato sul fronte europeo. Anche grazie  a questo siamo stati in grado di cambiare prima il regolamento sui veicoli leggeri e poi di determinare quello decisivo di Euro 7, con una visione finalmente concreta, realistica,  pragmatica, in cui è prevalsa la ragione sulla ideologia”.

“Siamo soddisfatti per questa firma che impegna il MIMIT e l’industria ad una collaborazione reciproca, che conferma la chiara volontà politica del Governo di  affrontare al meglio questo momento cruciale per la nostra filiera – commenta Roberto  Vavassori, presidente di ANFIA -. Al tempo stesso, siamo consapevoli che questo piano di lavoro rappresenta solo l’inizio di un percorso complesso, che impegnerà fortemente le  nostre imprese, le parti sociali, i territori e che vedrà un Comitato Tecnico nella funzione  di attuazione e coordinamento delle previsioni del piano. ANFIA è impegnata a realizzare uno studio che prevede, tra le altre cose, la mappatura  delle competenze già oggi presenti in Italia su tutti gli aspetti e le tecnologie della  mobilità veicolare, incluso lo sviluppo di vettori energetici decarbonizzati e gli ambiti della mobilità del futuro come l’elettrificazione, e la guida autonoma, per evidenziarne aree di eccellenza e gap di competitività. La concorrenza globale è fortissima e i nostri competitor americani ed asiatici si muovono  velocemente anche grazie ad importanti sostegni pubblici agli investimenti. L’Europa e  l’Italia non devono essere da meno ed è quindi ora di accelerare in questa direzione  perché non possiamo più permetterci di perdere altro tempo prezioso”.

Le principali aree di intervento del protocollo d’intesa verranno declinate nei lavori del “Tavolo automotive”, che sarà il luogo di discussione e definizione degli strumenti e delle  tempistiche degli interventi condivisi verso l’incremento della produzione nazionale di  veicoli, il sostegno agli investimenti per la riconversione produttiva delle aziende della  componentistica, il mantenimento e rafforzamento dei centri di ricerca ed innovazione in Italia degli OEMs e dei componentisti.

Particolare attenzione verrà poi posta alla riqualificazione del personale e alla creazione di  nuove figure professionali, alla tutela dei lavoratori a rischio, all’attrazione degli  investimenti esteri anche attraverso l’operatività della ZES unica del Mezzogiorno di futura attivazione, all’adozione di politiche di supporto al mercato per la diffusione della mobilità  elettrica e a idrogeno e al rinnovo del parco autovetture e veicoli commerciali e al  rafforzamento dei rapporti di fornitura tra il costruttore e la filiera della componentistica.

Il protocollo prevede che ANFIA si impegni a supportare Stellantis per la definizione, entro  90 giorni, di uno studio di analisi e mappatura della filiera che approfondirà i fattori che  penalizzano la competitività delle aziende e l’ecosistema della ricerca e sviluppo in Italia e  rispetto agli altri Paesi competitor, oltre ad indirizzare lo sviluppo strategico delle  tecnologie portanti per il consolidamento dei sottosettori, stabilendo gli orientamenti per  l’attuazione della ristrutturazione e del consolidamento degli stessi.

Il MIMIT si impegna invece a proseguire il negoziato con Stellantis per condividere in tempi  brevi un Piano di lavoro che dovrà definire le condizioni per incrementare gli attuali volumi  produttivi degli stabilimenti in Italia, consolidare il posizionamento dei centri di ingegneria e di ricerca e sviluppo italiani nel Gruppo, sviluppare un piano occupazionale e di politiche  attive che tenga conto del rinnovato impegno del colosso dell’auto a rilanciare la produzione di veicoli nel nostro Paese, avviando un processo di consolidamento e  riposizionamento della componentistica nazionale.

Consorzio MIRO (AsConAuto): Rigoldi rieletto al vertice

Giovanni Rigoldi, neorieletto presidente del consorzio MIRO e consigliere per il triennio in corso nella squadra di vertice di AsConAuto, afferma con fermezza,  in occasione del rinnovo dei componenti del Consiglio di amministrazione del consorzio:  “Io non ho paura. In un sistema della distribuzione dei ricambi che sta cambiando e di fronte a una situazione sempre più complessa, è indispensabile avere al comando una compagine all’altezza, non solo sempre più espressione del consorzio in termini di numero di dealer soci e di brand auto rappresentati, ma anche di esperienza e caratteristiche professionali diverse”.

 

Rigoldi ha quindi aggiunto: “La presenza, infatti, di un patrimonio di sempre maggiori esperienze contribuirà all’efficacia dell’azione di MIRO. Il nostro neo rinnovato consiglio di amministrazione è in grado di affrontare con spirito innovativo tematiche consolidate e problematiche in evoluzione. In un network, quello di AsConAuto che continua a innovare: non solo una logistica unica – 26 Distretti, 12 Consorzi, oltre 500 dipendenti, 1.025 Concessionarie – ma anche soluzioni tecnologiche all’avanguardia (ARiA, Integra, A-Service, BeeTip…). È un sistema distributivo originale e unico in Europa, diventato un caso da studiare e da imitare, che va oltre il periodo sempre più complicato nel quale operiamo e che non crediamo possa ritenersi limitato – per noi dealer – al passaggio all’auto elettrica”.

 

Il Cda, fresco di nomina, ricalca solo parzialmente quello che ha guidato nell’ultimo triennio il consorzio MIRO, il consorzio AsConAuto di Milano. L’Assemblea dei soci ha riconfermato, infatti, il presidente uscente Giovanni Rigoldi (Autorigoldi), il vic presidente Matteo Milani (Fratelli Milani) e il consigliere Davide Roversi. New entry: Marc Aguettaz (GIPA)Davide Blatti (Autotorino) e Patrizia Bolciaghi (Renord).

Sicurezza stradale: barriere più sicure e anche eco-sostenibili

In occasione della quarta edizione dell’evento “Visione Sicurezza”, SMA Road Safety e VITA International hanno annunciato un importante accordo di collaborazione, finalizzato ad accrescere la sicurezza delle barriere stradali, riducendone l’impatto visivo e ambientale. SMA Road Safety è molto apprezzata, anche a livello internazionale, per i suoi dispositivi salvavita ad alta innovazione, mentre VITA International è un affermato produttore di barriere ecocompatibili. La collaborazione tra queste due importanti realtà ha permesso di creare SMA for VITA: l’attenuatore d’urto Ermes di SMA è ora realizzato in acciaio corten, per uniformarsi visivamente alle barriere laterali di VITA International, realizzate anch’esse in acciaio corten e legno.

Si tratta di una soluzione volta a tutelare la bellezza di tutte le zone montane e rurali e il loro elevato valore paesaggisticosenza rinunciare in alcun modo alle prestazioni in quanto a sicurezza stradale passiva.

 

SMA for VITA rappresenta l’unione di due soluzioni all’avanguardia: Ermes è un terminale unico nel suo genere, oltre a essere bifacciale e redirettivo, può essere collegato a ogni tipo di barriera (laterale e mediana) ed è testato oltre i limiti previsti dalla normativa europea vigente. Ha infatti effettuato e superato test con pick-up di 2.000 kg, mentre in termini di legge il test può essere eseguito con veicoli fino a 1.500 kg. Anche per questa ragione, il prodotto risponde ai severi requisiti di omologazione Mash e può operare sul territorio americano.

La gamma di barriere di sicurezza sostenibili in legno e acciaio di VITA International, dalla durabilità aumentata grazie al fatto che sono certificate con e senza il rivestimento, include modelli unici al mondo, nel loro genere, come la versione spartitraffico.

 

SMA for VITA garantisce le medesime prestazioni e caratteristiche di robustezza del terminale di barriera Ermes, già in uso sulle nostre strade. A cambiare, quindi, è la sua colorazione, simile al legno e resa possibile grazie alla lavorazione dell’acciaio effetto corten. Un’attenzione all’impatto paesaggistico che SMA persegue anche con altri prodotti, come Andromeda, la barriera spartitraffico e bordo laterale, ugualmente realizzata in acciaio corten.

“La collaborazione con VITA International è nata da una condivisione di valori e intenti: accrescere la sicurezza stradale, realizzando prodotti all’avanguardia, frutto di ricerca e sviluppo, tutelando la sicurezza di chi viaggia in strada, ma anche impattando positivamente sull’ambiente. Oltre a integrarsi in modo armonico con il paesaggio, entrambe le soluzioni proposte sono interamente riciclabili, per la massima sostenibilità a fine vita. Ermes può anche essere riparato senza richiedere la sostituzione in toto del dispositivo, riducendo i tempi di manutenzione e i relativi costi. Vogliamo dimostrare che la salvaguardia ecologica può e deve riguardare tutti i settori produttivi, senza esclusioni – conclude Roberto Impero, CEO di SMA Road Safety -. Ogni azienda è chiamata a fare la propria parte per traghettare il mondo verso un futuro più sostenibile, nel quale la produttività economica e la tutela ambientale siano due fattori della medesima equazione”.

“Questa partnership – rileva Irina Mella Burlacu, CEO di VITA International – fa emergere uno degli strumenti più importanti in nostro possesso per centrare gli obiettivi della Vision Zero, ovvero della sicurezza stradale assoluta: la collaborazione, che nasce proprio dalla comunanza di intenti. È nostro preciso dovere di imprenditori e cittadini consapevoli, infatti, costruire continuamente dei ‘ponti’, delle connessioni: tra valori, come la sicurezza e insieme ad essa la sostenibilità (Net Zero), tecnologie e soprattutto persone, con le loro competenze ed energie che, operando insieme, moltiplicano la loro efficacia”.

 

 

MINI di nome, ma l’appeal è maxi: ed è elettrico

di Luca Talotta

 

La nuova generazione di prodotti MINI ha fatto il suo debutto in Italia presso la suggestiva sede di via Monte Napoleone 12 a Milano. House of BMW, che diventa per l’occasione House of MINI, ha ospitato il lancio dei nuovi modelli appartenenti alla nuova generazione MINI. Interpretando il claim “Nice to meet you again”, i visitatori hanno avuto l’opportunità di rivedere il design classico dei modelli più rappresentativi della gamma MINI e scoprire le soluzioni di un nuovo tipo di mobilità all’avanguardia, più sostenibile e tecnologicamente avanzata.

 

Le nuove All-Electric MINI Cooper e MINI Countryman, totalmente elettriche, sono state esposte nel cortile della House of MINI. “Il quadrilatero della moda milanese da oggi veste MINI – afferma Federica Manzoni, Head of MINI Italia – sono molto orgogliosa di essere qui, in questo luogo speciale, nel quale abbiamo voluto creare un punto di riferimento per la community e, naturalmente, per presentare i nuovi modelli della MINI Family e dare una anteprima della visione del futuro del nostro brand”.

 

La nuova generazione di modelli MINI unisce il divertimento di guida, l’esperienza d’uso e l’impegno verso l’ambiente in una nuova era. Con la prospettiva di diventare un marchio completamente elettrico entro il 2030, MINI ha creato un design autentico che combina la tecnologia futuristica con i principi fondamentali del design e della carrozzeria. Questo approccio riflette la gioia di innovare e il carattere urbano di MINI.

 

La nuova All-Electric MINI Cooper, quinta generazione dell’iconico modello a tre porte, riunisce la tradizione del marchio, il design MINI e l’impegno verso un futuro completamente elettrico. La nuova MINI Countryman, invece, è un’auto elegante che combina un design distintivo, tecnologie di guida avanzate e un’esperienza digitale coinvolgente. Entrambe le vetture rappresentano il percorso verso il futuro completamente elettrico del marchio e il divertimento di guida completamente elettrico. Le nuove All-Electric MINI Cooper e MINI Countryman sono disponibili in diverse varianti con potenze e autonomie diverse, a seconda delle esigenze del cliente.

Green Vehicles: un Kit per trasformare il motore Diesel in ibrido

Foto: Enrico Cappanera, General Manager di Green Vehicles

Trasformare veicoli commerciali con motore tradizionale – alimentati a diesel – in mezzi ibridi, grazie all’installazione di un motore elettrico. È la sfida ecologica dell’azienda Green Vehicles, che sbarca ora nelle aree marchigiane colpite dal sisma del 2016. La realtà jesina è infatti tra i vincitori del “Bando B1.3.B – Innovazione PMI” di Next Appennino, il programma di rilancio delle regioni del Centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016, finanziato dal Fondo Complementare al PNRR per le Aree Sisma. Grazie al contributo del bando – che ammonta a 1,33 milioni di euro – l’azienda Green Vehicles realizzerà un investimento localizzato nel comune di Fabriano. Qui svilupperà e ingegnerizzerà il progetto che prevede l’installazione di un “Kit retrofit” per la trasformazione di veicoli commerciali diesel in ibridi.

 

La tecnologia Mild Hybrid – la più recente delle tipologie di ibrido attualmente presenti nel mercato – prevede la presenza di un classico motore benzina, diesel o gpl affiancato da uno elettrico, che partecipa attivamente e costantemente alla trazione. L’azienda ha così brevettato in tutto il mondo – con relativo prototipo – un “Kit di ibridizzazione per veicoli con motori endotermici after market” che permette l’installazione di un motore elettrico in un secondo momento rispetto alla fase di produzione iniziale. Il motore elettrico installato partecipa attivamente alla trazione e funge anche da generatore, recuperando e immagazzinando l’energia sviluppata in decelerazione e frenata.

 

“Una soluzione innovativa – spiega Enrico Cappanera, General Manager di Green Vehicles – che consente di trasformare veicoli esistenti in mezzi più rispettosi dell’ambiente, con sicuri vantaggi anche in termini economici. I veicoli dotati di sistema Mild Hybrid consentono di ridurre le emissioni del 15%, i costi di gestione fino al 25% ed i consumi di carburante fino al 20% rispetto ai normali motori endotermici. Se abbinati al sistema Diesel/gpl il risparmio di combustibile Diesel può superare il 50%. Si tratta di un’operazione che valorizza il Made in Marche, mettendo a sistema la transizione sostenibile delle amministrazioni e il know-how di chi opera sul territorio”.

 

Il progetto finanziato da Next Appenino permetterà di avere a disposizione una gamma di “Kit retrofit” personalizzati, che possano coprire le tipologie e i modelli di veicoli commerciali più comuni presenti nel mercato. In questo modo si eviterà la fase iniziale di progettazione – tipicamente anche la più onerosa – avendo già a disposizione disegni e componenti per poter realizzare l’ibridizzazione in pochi giorni.

“Questo permette di generare efficienza nel settore della mobilità – conclude Enrico Cappanera – in particolare quella dei veicoli commerciali Diesel fino a 3.5 tonnellate, che in Italia sono oltre 3,5 milioni. Questi avrebbero così accesso alle zone dei centri storici interdette ai motori tradizionali, risparmiando fortemente sui consumi che incidono significativamente sui costi delle merci trasportate e quindi sull’inflazione nazionale. Inizieremo con i veicoli che trasportano merci e una volta industrializzato il processo, la tecnologia diventerà disponibile anche per le auto”.

ACI-ISTAT, incidentalità stradale 2022: tornati ai livelli pre-pandemia

Codice delle strada: in arrivo regole chiare

Foto: Geronimo la Russa, presidente di Automobile Club Milano

Nel 2022 sulle strade lombarde si sono registrati 28.786 incidenti stradali (25.838 nel 2021) che hanno provocato 37.912 feriti e 402 morti (rispettivamente 33.672 e 357 nell’anno precedente). Le statistiche – elaborate da Automobile Club d’Italia e ISTAT – mostrano così un ritorno dell’incidentalità stradale ai livelli del 2019, prima della pandemia. A Milano città nel 2022 gli incidenti sono stati 7.783 con 44 morti e 9.865 feriti (7.465, 34 e 9.286 nei dodici mesi precedenti). A Milano e provincia si sono invece verificati 12.613 collisioni che hanno causato 100 morti e 16.101 feriti (11.385, 87 e 14.390 le statistiche relative al 2021).

Nella città di Monza si sono contati 575 incidenti, 4 decessi e 694 feriti (dato 2021: 539, 1, 658), mentre nella provincia i sinistri sono stati 2.172, 15 decessi e 2.764 persone con lesioni (1.848, 19 e 2372 nel 2021).

I dati di Lodi città: 150 incidenti, 3 morti e 212 feriti (138, 1 e 176 nell’anno precedente). Nella provincia di Lodi nel 2022 si sono registrati 405 incidenti con 9 morti e 623 feriti (345, 4 e 503 l’anno prima). A livello nazionale nella provincia di Roma è stato registrato il più alto numero di pedoni morti (56), seguita da Milano (24), Napoli (23) e Torino (18). Nella provincia di Padova il più alto numero di ciclisti deceduti (10), seguono Udine (9) e Milano, Venezia e Ravenna (8).

In Italia, dei 16 morti su monopattino (in 2.929 incidenti +77,8 per cento rispetto al 2021), 4 sono concentrati nella provincia di Milano, 3 nella provincia di Roma e 2 nella provincia di Torino. Insieme, totalizzano il 56% dei morti a livello nazionale.

“Tra le cause principali degli incidenti stradali al primo posto c’è sempre la guida distratta e l’utilizzo del cellulare, la velocità e il mancato rispetto della segnaletica stradale”, afferma Geronimo la Russa, presidente dell’Automobile Club Milano, nella cui competenza rientrano anche le province di Monza-Brianza e Lodi. “Dopo avere analizzato questi dati è facile rendersi conto che dobbiamo percorrere ancora molta strada in termini di prevenzione e innalzamento dei livelli di sicurezza. Oltre ai devastanti drammi umani, questa situazione comporta enormi sprechi con elevati costi sociali per la collettività. Occorrono più formazione e informazione, più consapevolezza da parte di tutti gli utenti della strada, migliore gestione della circolazione e più controlli”, ha concluso La Russa.

L’analisi di Bain & Company: Europa in difesa, sempre meno city-car

Foto: Gianluca Di Loreto, partner di Bain & Company

Il comparto automotive si sta drammaticamente spostando a Est. La componente europea ormai deve accontentarsi di giocare un ruolo non più in attacco, bensì in difesa. È quanto emerge da uno studio condotto da Bain & Company e presentato dal partner Gianluca Di Loreto in occasione dell’evento “Quattroruote Next”. Ad incidere la componente demografica: se nel 1990 gli asiatici erano il quadruplo degli europei, oggi il loro dato aumenta di sei volte e nel 2040 tale rapporto salirà a sette.

Lo spostamento del baricentro è ancora più evidente per il PIL, che per l’Asia è passato dal 18% del totale globale all’attuale 40% con una stima del 43% per il 2028 mentre per l’Europa è sceso dal 34% al 24% ed è destinato a calare ancora al 22% in cinque anni. La Cina è passata dal 6% al 45% della ricchezza asiatica, mentre l’Italia ha visto una contrazione del suo peso in Europa dal 15% all’8%.

A incidere su questo spostamento anche le nuove tecnologie, ormai dominate dagli operatori asiatici: a loro fa capo il 68% e l’82% dei brevetti, rispettivamente, per il 5G e per le batterie allo stato solido (è il 62% per i soli cinesi). Inoltre, l’Asia controlla il 50% del mercato dei semiconduttori e il 72% delle attività di assemblaggio finale. La conseguenza è un aumento importante della presenza cinese anche nel mondo dell’auto. Tra il 2000 e il 2022, la Cina è salita dal 4% al 32% della produzione globale, mentre l’Europa è scesa dal 34% al 19% e il Nord America dal 31% al 17%.

E non deve stupire neanche il contributo sempre più forte nelle emissioni annuali di gas serra. L’Asia ne emette cinque volte più dell’Europa: nel 1990 era asiatico il 20% delle 21 milioni di gigatonnellate di CO2 equivalente, ma nel 2021 era già al 53% di 34,2 gigatonnellate, con la sola Cina passata dall’11% al 32%. L’Europa, di contro, è scesa dal 19% al 10% e ha visto un costante calo delle emissioni (-0,6 gigatonnellate contro +14,2). Non solo. Il Vecchio continente ha visto anche una contrazione delle emissioni cumulate da combustione di carburante tra il 2001 e il 2021: è passato dal 18% di 267 al 14% di 885 gigatonnellate, mentre l’Asia è salita dal 21% al 37%. Ecco perché, per Di Loreto, “combattere il cambiamento climatico è doveroso, ma bisogna tener conto del contesto: il peso dell’Europa si è ridotto progressivamente nel tempo”. 

La crisi dei semiconduttori è ormai quasi finita grazie alla crescente disponibilità di chip, legata anche al calo della domanda del settore dell’informatica, e all’aumento della capacità produttiva. Un’altra importante criticità, fortunatamente in via di risoluzione – viene sottolineato nel report di Bain & Company illustrato a “Quattroruote Next” ., è rappresentata dai prezzi di acciaio, gas, plastica o gomma, ormai lontani dai picchi dei mesi scorsi. Rimane il problema della crescita inarrestabile di alcune materie prime come litio, rame, manganese o terre rare: il litio, per esempio ha superato i picchi del biennio 2021-22, ma è sempre sopra del 78% sui livelli pre-Covid.

In Europa, dove la domanda è ormai sempre più influenzata dalle politiche ambientali a livello locale o nazionale, le varie crisi degli anni scorsi (pandemia, chip e materie prime) hanno colpito le vendite (il 2023 si chiuderà sotto del 24% rispetto al 2019) e contribuito a uno spostamento del mix verso l’alto. Il solo segmento A ha visto la perdita di 1 milione di pezzi in Europa e in Italia sta letteralmente scomparendo (dal 19% del 2000 al 14% del 2022 fino al 3% atteso nel 2028). Inoltre, è sempre più forte il peso degli asiatici, passati dal 23% del mercato europeo di inizio secolo al 29% (35% la stima tra cinque anni).

Al contempo, i costruttori del Vecchio continente stanno spostando sui segmenti più alti il loro focus sulle elettriche: C, D ed E pesavano per il 52% della produzione continentale nel 2018, ma sono destinati a salire all’80% quest’anno. In tal modo, però, si sta lasciando spazio libero segmenti bassi ad altri player, soprattutto asiatici. I consumatori italiani, intanto – avverte Di Loreto – non comprano il nuovo, rottamano di meno, si tengono il vecchio e così il parco circolante vede la sua età media salire fino ai 12,6 anni del 2022 (erano 11,4 nel 2019). Di conseguenza, si sta manifestando il cosiddetto “effetto Cuba” e l’Europa si sta incartando su obiettivi opposti a quelli che si era prefissati”.

È necessario investire sul consolidamento europeo per difendere l’industria da una nuova e probabile guerra dei prezzi e proteggere i componentisti, in particolare in Italia, e ancora di più aumentare la spesa in Ricerca e Sviluppo. Solo così si potrà – secondo l’analisi di Bain & Company – rinnovare e reinventare la filiera, per chiudere il divario e affrontare i cambiamenti in atto.

Sostenibilità: chi investe in ESG è più competitivo

Le imprese che puntano sulla sostenibilità, ambientale e sociale, tendono ad avere performance migliori e ad essere più competitive rispetto alla concorrenza. Infatti, risultano meglio preparate a fronteggiare gli shock derivanti dalle crisi. Gli investitori ne sono consapevoli e selezionano portafogli con imprese che dimostrano di rispettare i criteri ESG, acronimo di Environment, Social and Governance, criteri  sempre più diffusi che servono alle aziende europee per diventare più sostenibili, ad esempio attraverso la decarbonizzazione, e valutare i futuri investimenti.

Maggiore competitività significa minori commissioni per gli investitori. Un vantaggio che li spinge a decidere di continuare a puntare su fondi e attività che si ispirano a princìpi di sostenibilità, secondo i dati di Morningstar, rispettando le aspirazioni dei più giovani sul medio-lungo termine in parallelo con la transizione green.

E’ quanto emerge dal paper “ESG – Valore condiviso” realizzato da “Start Magazine” in collaborazione con ICINN – Istituto per la Cultura dell’Innovazione, IGT e Inwit, che è stato presentato a Roma.