di Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti ANFIA
In continuità con la flessione del primo semestre 2024, in cui le esportazioni della componentistica italiana hanno riportato una contrazione dell’1,8%, il peggioramento del secondo semestre segna un trend negativo per l’anno 2024.
La Germania si conferma il primo Paese di destinazione dell’export per un valore di 4,9 miliardi di euro e una quota del 19,9% sul totale esportato, ma il valore delle esportazioni risulta in calo del 5,8% rispetto al 2023. Considerando i maggiori Paesi dell’area UE+EFTA+UK, il valore dell’export è in flessione anche rispetto ad Austria (-18,5%), Belgio (-12,7%), Svezia (-7,5%), Spagna (-6,7%) e Paesi Bassi (-5,5%).
Fuori dall’UE, il Regno Unito – verso il quale le esportazioni crescono del 6,4% – mantiene il primato per saldo positivo della bilancia commerciale (poco più di 1 miliardo di Euro), mentre si registrano cali nell’export di componenti verso Stati Uniti (-15,4%), Giappone (-10,5%), India (-13,8%), Corea del Sud (-27,9%), Canada (-16,5%), Turchia (-13,7%) e Cina (-11,5%).
La componentistica automotive italiana ha vissuto un 2024 complesso, segnato dal significativo calo della produzione di autoveicoli sia a livello europeo, sia nazionale. Questa contrazione ha reso più difficile per i fornitori sostenere i costi fissi, aggravando ulteriormente la loro situazione economica già minata da una fase di forte instabilità del commercio internazionale.
Si tratta di criticità rimaste tali anche nel 2025, con un mercato in sofferenza e livelli di produzione ancora bassi per l’industria automotive europea e italiana. Il contesto in cui le imprese si muovono, inoltre, è segnato dall’incertezza sugli sviluppi della transizione verso la decarbonizzazione della mobilità – si attendono gli esiti della revisione del Regolamento UE sulla riduzione delle emissioni di CO2 degli autoveicoli leggeri prevista per i prossimi mesi, che speriamo vada nella direzione del pragmatismo di un approccio tecnologicamente neutrale verso il traguardo delle emissioni zero – che mette in difficoltà soprattutto le imprese specializzate nella componentistica per motori endotermici, chiamate a ripensare i propri modelli di business e strategie industriali per
orientare gli investimenti.
Ripercussioni negative si attendono anche a seguito dell’introduzione dei nuovi dazi USA, considerando che l’Italia esporta negli Stati Uniti veicoli e componenti per un valore di oltre 4,5 miliardi.
In un simile scenario, è più che mai necessario definire rapidamente un piano di politica industriale che preveda misure mirate a sostegno delle imprese, dal contenimento dei costi energetici, alla semplificazione delle procedure di accesso ai finanziamenti per
attività di ricerca e sviluppo.
Foto da ufficio stampa ANFIA