di Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE
Drivalia rivoluziona la mobilità con soluzioni sostenibili e auto accessibili
Drivalia, leader nella mobilità sostenibile, ha ampliato il proprio portafoglio con il progetto Drivalia Future e il lancio di Future Lease, offrendo auto usate di qualità a prezzi competitivi. Con un impegno verso l’economia circolare, l’azienda propone soluzioni di mobilità accessibili e sostenibili, pronte a conquistare il mercato italiano ed europeo.
Drivalia, società di noleggio e mobilità del gruppo CA Auto Bank, continua a espandere la propria offerta con soluzioni innovative e sostenibili, consolidando la sua posizione di leader nel settore. Con Drivalia Future, la società non solo punta a soddisfare le esigenze di chi cerca una mobilità accessibile, ma lo fa con un occhio attento alla sostenibilità e all’economia circolare.
L’evoluzione di Drivalia: dalla mobilità tradizionale al futuro sostenibile
Drivalia è nata come società specializzata in soluzioni di noleggio e leasing, ma negli ultimi anni ha ampliato il proprio orizzonte per diventare un attore chiave nel panorama della mobilità moderna. Oggi l’azienda vanta una gamma di soluzioni a 360°, che comprendono i noleggi a breve, medio e lungo termine, l’abbonamento auto e il car sharing elettrico, a cui si sono aggiunte la vendita e il noleggio di veicoli usati certificati. Questo approccio diversificato risponde alle esigenze di una clientela che cerca flessibilità e convenienza, senza compromettere la qualità.
Drivalia Future: il futuro dell’economia circolare
Drivalia Future rappresenta una svolta nel modo di intendere il ciclo di vita dei veicoli. Le auto della flotta, una volta terminato il noleggio o l’abbonamento, non vengono semplicemente dismesse, ma rigenerate e rivendute. Grazie a un attento processo di certificazione, i veicoli vengono sottoposti a controlli di qualità rigorosi e riproposti sul mercato come auto di seconda mano di alta gamma.
L’acquisto può avvenire sia tramite la piattaforma digitale di Drivalia Future, sia presso i Future Store, attualmente presenti a Roma e Torino e destinati a espandersi in altre città come Milano e Napoli. Questi punti vendita fisici permettono ai clienti di vedere dal vivo i veicoli disponibili e ricevere un servizio personalizzato. Il progetto è in linea con l’obiettivo di offrire una soluzione completa di mobilità sostenibile e accessibile, non solo in Italia, ma anche in altri mercati europei.
La piattaforma digitale di Future, presentata per la prima volta in Italia nel 2023, è un esempio perfetto di questa evoluzione. Si tratta di un sistema che consente di estendere la vita delle auto usate della flotta, proponendo veicoli che hanno completato il ciclo di noleggio o abbonamento, ma che sono ancora in perfette condizioni e pronti per essere venduti a nuovi proprietari. Le auto proposte in vendita sono veicoli che hanno percorso meno di 25.000 km e hanno un’età inferiore ai 24 mesi, garantendo così una seconda vita all’insegna della qualità e della sostenibilità.
Future Lease: una nuova formula di mobilità sostenibile
Una delle innovazioni più recenti introdotte da Drivalia è il Future Lease, una formula di noleggio a lungo termine pensata per i veicoli usati. Questa iniziativa si inserisce perfettamente nella filosofia dell’azienda, volta a promuovere l’economia circolare e il rinnovo del parco auto circolante. Future Lease permette di noleggiare un veicolo di alta qualità a un prezzo competitivo, assicurando un impatto ambientale ridotto e un risparmio economico per il cliente.
Questa nuova offerta si sta già affermando sul mercato italiano e prevede un’espansione in altre nazioni europee, come confermato dall’azienda. L’obiettivo è quello di portare Future e Future Lease anche in paesi come la Francia, la Spagna e la Germania, per rispondere a una domanda crescente di mobilità sostenibile e accessibile in tutta Europa.
La visione del CEO Paolo Manfreddi
Paolo Manfreddi, CEO di Drivalia, ha spiegato l’importanza di questi nuovi progetti per l’azienda: “Il nostro obiettivo è offrire una seconda vita alle auto della nostra flotta, garantendo un’alternativa di mobilità accessibile e di qualità. Drivalia Future riflette il nostro impegno verso uno sviluppo sostenibile e responsabile, già attivo con successo in altri Paesi europei”.
Manfreddi ha sottolineato che la missione di Drivalia è quella di essere un pioniere nella mobilità del futuro, proponendo soluzioni che non solo riducono l’impatto ambientale, ma rendono anche l’auto accessibile a una vasta platea di utenti, dai privati ai professionisti, passando per le piccole e medie imprese.
Jojob: ecco l’Osservatorio “Aziende in Movimento” sul carpooling aziendale
Nel panorama della mobilità sostenibile in Italia, Jojob si distingue con il lancio dell’Osservatorio “Aziende in Movimento“, che analizza le tendenze e l’efficacia del carpooling aziendale. Il nuovo report mostra dati sorprendenti: nel primo semestre del 2024, oltre 290.000 viaggi condivisi tra colleghi hanno permesso di ridurre il traffico e le emissioni di CO2, con un risparmio di ben 553.516 kg di anidride carbonica e 845.660 euro per i dipendenti.
Cresce il carpooling aziendale: un’analisi dettagliata
Sono 2.926 le sedi aziendali e 177.637 i dipendenti coinvolti nel carpooling aziendale promosso da Jojob. Le regioni italiane con il maggior numero di viaggi condivisi sono Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio, con Roma che guida la classifica delle province più attive. “L’Osservatorio ci offre una fotografia chiara del contributo delle aziende italiane verso la sostenibilità”, spiega Gerard Albertengo, CEO di Jojob.
Il carpooling si afferma come una soluzione sempre più diffusa, con benefici che vanno oltre il semplice risparmio economico. «Grazie al lavoro dei mobility manager aziendali – aggiunge Albertengo – è possibile pianificare soluzioni efficaci che riducono l’impatto ambientale e migliorano la qualità della vita dei dipendenti».
**I settori più virtuosi: metalmeccanico e bancario in prima linea**
L’analisi dell’Osservatorio evidenzia come il settore bancario sia il più virtuoso nell’adozione del carpooling, con il 78,43% delle sedi coinvolte, seguito dal settore metalmeccanico, dove il 24,06% dei dipendenti utilizza regolarmente il servizio di carpooling. Questi settori, spesso caratterizzati da grandi stabilimenti situati in aree suburbane, trovano nella mobilità condivisa una risposta pratica per ridurre l’uso dei veicoli privati.
Un risparmio concreto per i lavoratori
I pendolari italiani che scelgono il carpooling non solo contribuiscono a ridurre le emissioni di CO2, ma traggono un beneficio economico diretto. Secondo l’indagine di Jojob, il 61,4% dei carpooler lo fa principalmente per risparmiare sui costi di trasporto, mentre il 15,4% è motivato dalla riduzione dell’impatto ambientale. Un ulteriore 6,5% apprezza la socializzazione durante il viaggio condiviso.
L’importanza del Mobility Manager
Un ruolo fondamentale in questo processo è ricoperto dal mobility manager, che nelle aziende italiane diventa sempre più centrale nella gestione delle soluzioni di trasporto. “Il mobility manager è la figura chiave per il successo del carpooling aziendale”, afferma Albertengo. “La sua capacità di promuovere la mobilità sostenibile è cruciale per le aziende che vogliono ridurre il proprio impatto ambientale”.
Le città più attive nel carpooling aziendale
Il report di Jojob evidenzia anche la geografia del carpooling in Italia. La Lombardia è in testa con il 18,3% delle aziende ad aver adottato il servizio, seguita dall’Emilia-Romagna con il 16,7% e dal Lazio con l’8,7%. A livello provinciale, Roma primeggia con il 7,6% delle sedi, seguita da Brescia (4,3%) e Trento (4,1%).
Il carpooling, una soluzione per il futuro
Jojob continua a investire nella mobilità sostenibile, offrendo soluzioni innovative e adattabili alle esigenze aziendali. “Abbiamo grandi ambizioni per il futuro – conclude Albertengo -. Vogliamo espandere il carpooling in tutto il Paese e dimostrare come questa soluzione possa fare la differenza non solo per l’ambiente, ma anche per il benessere dei lavoratori”.
Foto Ufficio stampa JOJOB
Salone del Leasing a Milano: da Assilea focus sull’auto
Il Salone del Leasing 2024 si prepara a inaugurare una nuova edizione, ponendo al centro il ruolo del leasing auto, un settore che non solo rappresenta una parte dominante degli investimenti in leasing, ma si configura anche come pilastro della transizione verso la mobilità sostenibile. L’evento, organizzato da Assilea, si terrà a Milano il 23 e 24 ottobre presso il Magna Pars Event Space.
Nonostante le sfide economiche, il leasing auto ha confermato la sua centralità nel mercato, mantenendo una quota del 64,2% del totale degli investimenti in leasing nei primi nove mesi del 2024. Dati che evidenziano la resilienza del settore, sostenuta soprattutto dalla crescita delle autovetture in leasing (+8,4%) e dei veicoli commerciali (+21,4%).
Il leasing auto come driver della mobilità aziendale
Il leasing auto continua a rappresentare una risorsa chiave per le PMI italiane, che vedono in questo strumento una soluzione vantaggiosa per rinnovare le proprie flotte, adottando veicoli di ultima generazione senza affrontare i costi della proprietà. Grazie a questa flessibilità, il leasing permette di accedere a veicoli innovativi e a basse emissioni, contribuendo anche alla crescita della mobilità green.
Ad oggi, circa 1 auto green su 3 in Italia è finanziata tramite leasing o noleggio a lungo termine (NLT), una tendenza che evidenzia come il settore stia rispondendo positivamente alle esigenze di sostenibilità. Il leasing si è affermato come uno strumento finanziario fondamentale per rendere accessibili le tecnologie più avanzate a un ampio numero di imprese, sostenendo la transizione verso una mobilità più rispettosa dell’ambiente.
Noleggio a lungo termine: un comparto in difficoltà
Nonostante la crescita del leasing auto, il noleggio a lungo termine ha registrato una contrazione significativa del 14% nei primi nove mesi del 2024. Questo calo, attribuito principalmente alle incertezze economiche e normative, rappresenta una sfida per il settore, soprattutto considerando che si tratta del nono mese consecutivo di flessione.
Il Salone del Leasing 2024 sarà un’occasione per discutere di come superare queste difficoltà e rilanciare il mercato del noleggio a lungo termine, anche attraverso l’introduzione di nuove strategie e politiche. “Il settore ha bisogno di ripensare il proprio approccio, soprattutto in un contesto di cambiamento come quello attuale”, ha dichiarato Carlo Mescieri, presidente di Assilea.
La mobilità sostenibile al centro della discussione
Uno dei principali temi del Salone del Leasing 2024 sarà la mobilità sostenibile e il ruolo chiave del leasing nel facilitare la diffusione di veicoli elettrici, ibridi e plug-in. Il leasing rappresenta una soluzione strategica per promuovere l’adozione di veicoli green, favorendo il rinnovamento delle flotte aziendali e contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2.
Assilea sottolinea come il leasing sia stato uno dei fattori trainanti per il mercato delle auto elettriche in Italia, rendendo accessibile questa tecnologia a un numero crescente di imprese. «Il leasing green è la chiave per la mobilità del futuro», ha affermato Mescieri, «permette alle aziende di adottare soluzioni sostenibili, riducendo i costi e accelerando la transizione ecologica».
Le sfide normative per il leasing auto in Europa
Il Salone del Leasing sarà anche il palcoscenico per discutere delle nuove sfide normative che il settore sta affrontando a livello europeo. Le modifiche introdotte con Basilea 3 stanno influenzando il comparto del leasing finanziario, che ha registrato una flessione del 19,7% nel 2024. In controtendenza, il leasing operativo ha visto una crescita del 13,2%, segno che il mercato sta cercando di adattarsi alle nuove dinamiche.
Nel corso del Salone, figure di spicco come Irene Tinagli e Patrick Beselaere analizzeranno l’impatto delle nuove normative sulle imprese del leasing, discutendo delle prospettive future e delle opportunità di crescita in un contesto regolamentare sempre più complesso.
Il leasing come strumento strategico per le PMI
Nonostante il rallentamento in alcuni settori, il leasing continua a essere uno strumento strategico per le PMI, che utilizzano questo modello per finanziare investimenti in macchinari, veicoli e altre risorse produttive. Tuttavia, il rallentamento del leasing strumentale registrato nel 2024, dovuto anche alle politiche monetarie restrittive, rappresenta un segnale di allarme.
Carlo Mescieri, presidente di Assilea, ha sottolineato come il leasing abbia giocato un ruolo fondamentale nella ripresa post-pandemia dell’Italia: «Il leasing è stato essenziale per supportare la ripresa economica, e con l’arrivo delle misure di Transizione 5.0, ci aspettiamo un nuovo slancio agli investimenti, in particolare nel settore dei macchinari e delle tecnologie avanzate».
Foto da ufficio stampa Assilea
Snam Transition Plan: roadmap chiara e credibile verso il Net Zero al 205
Foto – L’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier
La presidente Monica de Virgiliis e l’amministratore delegato Stefano Venier hanno presentato il primo Transition Plan di Snam, una roadmap trasparente per delineare in maniera definita e sistematica gli obiettivi al 2050, e le relative azioni e risorse per sostenere la transizione energetica del Gruppo e la decarbonizzazione del Paese. Il Transition Plan, approvato dal consiglio di amministrazione, evidenzia l’impegno di Snam per la decarbonizzazione e il miglioramento della biodiversità, in coerenza con la strategia e il profilo di investimenti della società. Il documento sarà costantemente aggiornato per riflettere l’evoluzione del sistema energetico, compresi l’innovazione tecnologica e i risultati ottenuti durante questo percorso.
“Il primo Transition Plan di Snam fornisce un set completo di iniziative, metriche e KPI per supportare una transizione credibile verso il Net Zero al 2050″, ha dichiarato l’amministratore delegato Stefano Venier. “Nel complesso percorso verso il Net Zero, questo è il momento giusto per agire attraverso una roadmap di sostenibilità a tutto tondo con un percorso solido e attendibile verso le emissioni Net Zero e un impatto positivo sulla natura. Una quota crescente di finanza sostenibile ci aiuterà a raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione”.
Il documento si basa su scenari energetici a lungo termine che rappresentano l’evoluzione più aggiornata della domanda energetica italiana, in coerenza con quelli sviluppati congiuntamente con l’operatore di trasporto elettrico italiano, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) 2024 e gli scenari europei del settore, come ad esempio quelli elaborati dai gestori di rete continentali (ENTSOs). Questi riferimenti stabiliscono il contesto in cui Snam opererà entro il 2040 estendendo il fronte temporale, per la prima volta, fino al 2050, a completamento del percorso di transizione al Net Zero.
Una valutazione approfondita dei rischi in tutti gli scenari conferma la resilienza del modello di business multi-molecola di Snam, basato principalmente sull’uso e l’esposizione al rischio fisico degli asset lungo l’intero percorso fino al 2050 e oltre: solo l’1% dei gasdotti presenta un rischio di sottoutilizzo fino al 2040 e meno del 10% nel 2050. La regolazione, il ruolo critico degli asset e le opportunità di un loro repurposing, combinate con la posizione dell’Italia al crocevia dei flussi energetici verso l’Europa, supportano la visione di Snam di diventare un operatore paneuropeo multi-molecola nel lungo periodo.
Tutti gli investimenti per lo sviluppo della rete sono sottoposti ad analisi costi-benefici richieste dal regolatore e, in numerosi casi, a una consultazione pubblica per garantire che siano necessari e nell’interesse del sistema. Il percorso di Snam verso il Net Zero si baserà su due pilastri principali: la riduzione delle emissioni e la minimizzazione dell’impatto sulla biodiversità. Come parte della sua strategia climatica, Snam è fermamente impegnata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040 (per le emissioni c.d. scope 1 e 2) e il Net Zero per tutte le emissioni, incluso lo scope 3, entro il 2050.
Le emissioni di CO2 sono già diminuite del 10% rispetto al 2022, mentre per il 2024 si prevede una riduzione di circa il 20%; coerentemente con questo percorso, Snam si impegna a raggiungere il -25% entro il 2027, il -40% entro il 2030 e il -50% entro il 2032. Anche la riduzione delle emissioni di metano rappresenta una priorità chiave: Snam ha già registrato una riduzione del -57,5% nel 2023 rispetto al 2015 e sta già lavorando sui prossimi obiettivi: -64,5% entro il 2027, -70% entro il 2030 e -72% entro il 2032.
Per quanto riguarda la biodiversità, Snam si impegna a raggiungere la Zero Net Conversion quest’anno e a generare un impatto positivo sulla natura entro il 2027, che prevede il completo ripristino della vegetazione e del paesaggio ex ante combinati con policy definite sulla gestione del territorio, dell’acqua e dei rifiuti.
Snam è inoltre impegnata nella decarbonizzazione del sistema energetico, facendo leva sul ruolo chiave nello sviluppo delle attività di transizione: biometano, idrogeno, cattura e stoccaggio del carbonio ed efficienza energetica. Questi sforzi sono supportati da un solido programma di investimenti di 26 miliardi di euro per il periodo 2023-2032. La prima parte dal 2023 al 2027, con 11,5 miliardi di euro (al netto dei finanziamenti pubblici), è focalizzata sul mantenimento dell’affidabilità e della resilienza degli asset a livello mondiale, combinata con la contemporanea riduzione della loro impronta di carbonio. Nel lungo periodo (2028-2032), le opportunità di investimento complessive saranno pari a 14,5 miliardi di euro (al netto dei finanziamenti pubblici) per supportare l’evoluzione del sistema energetico, incluso il repurposing delle infrastrutture esistenti verso un sistema multi-molecola. In particolare, lo scale-up della dorsale H2 e il progetto Ravenna CCS, insieme all’accelerazione dello sviluppo delle stazioni di compressione a doppio combustibile, porteranno a un aumento significativo del capex allineato alla tassonomia UE dal 37% (2023-2027) al 52% (2028-2032).
La finanza sostenibile supporterà la più ampia strategia di Snam e gli sforzi di transizione, in linea con gli obiettivi di sostenibilità del Gruppo, passando dal 40% del totale dei finanziamenti impegnati nel 2020 a circa l’80% nel 2023. La quota di finanza sostenibile aumenterà ulteriormente all’85% entro il 2027. Gli strumenti sustainability-linked di Snam adeguano le loro caratteristiche finanziarie a seconda che determinati KPI di Sostenibilità, predefiniti in fase di sottoscrizione, siano raggiunti o meno entro una data stabilita, rafforzando così l’impegno dell’azienda a raggiungere i propri target di decarbonizzazione: oltre il 50% del finanziamento sostenibile oggi è legato agli indicatori di riduzione delle emissioni, a ulteriore conferma del più ampio impegno di Snam in materia di sostenibilità.
Il piano è supportato da un coinvolgimento attivo delle terze parti e da un dialogo continuo con tutti gli stakeholder, sostenuto da una solida supervisione sugli impegni climatici e da un sistema di governance robusto, che dal 2021 incorpora la transizione energetica nello statuto societario e stabilisce, tra le altre cose, una politica di remunerazione coerente con gli obiettivi di sostenibilità, promuovendo un coinvolgimento sistematico degli stakeholder, con particolare riferimento alla comunità finanziaria.
Verso #FORUMAutoMotive: commessi troppi errori, ora bisogna salvare l’Europa dell’auto
Per l’edizione autunnale di #FORUMAutoMotive, la secondo dell’anno, la vigilia è caldissima. I temi che abbiamo posto all’ordine del giorno del 28 ottobre, giornata che sarà interamente occupata dall’evento, sono incandescenti.
L’avanzata cinese in Europa vista, però, come opportunità economica e occupazionale; il faccia a faccia tra chi è pro e chi è contro il Green Deal; la necessità di apportare modifiche all’impalcatura delle regole di decarbonizzazione del settore automotive che, come varate dal precedente esecutivo UE, stanno mettendo in ginocchio il comparto e portano alla deindustrializzazione. Temi che saranno anche commentati nel messaggio che il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rivolgerà ai partecipanti.
E proprio su questi argomenti, dopo i confronti che chiuderanno la mattinata, sì svolgerà l’attesa Automotive Eurotribuna Politica del pomeriggio che sarà aperta dall’intervento in diretta del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Insieme a una rappresentanza di eurodeputati italiani dei vari schieramenti saranno presenti, come da tradizione, i vertici delle associazioni automotive del Paese. Il botta e risposta che ne scaturirà, con le richieste di chiarimenti e azioni urgenti per assicurare la competitività all’industria automotive europea, animeranno la giornata. In gioco ci sono migliaia e migliaia di posti di lavoro e dal comparto sono già pervenute allarmanti notizie di chiusure di impianti e tagli di personale.
#FORUMAutoMotive, che si è sempre battuto contro le applicazioni di norma viziate da ideologie e interessi politici, per primo, già anni fa, aveva dato l’allarme sui prevedibili danni che il Green Deal, come varato, avrebbe causato all’economia e al settore in questione.
Troppe sottovalutazioni (incluso il potenziale dei competitor cinesi) eccessivi entusiasmi, voglia di riscatto delle aziende dopo il Dieselgate e una politica ideologica sposata anche dalla maggior parte dei costruttori che hanno investito e programmato risorse per miliardi, hanno portato l’Unione Europea alla situazione drammatica in cui ci si trova. Tutte decisioni prese ignorando colpevolmente le esigenze del mercato, fattore chiave.
E ora, quando si è praticamente arrivati al limite del punto di non ritorno, ecco verificarsi passi indietro, ripensamenti e prese di coscienza dei rischi. Ma c’è anche chi, pur di non ammettere errori strategici, insiste sulla via intrapresa.
Come sempre, #FORUMAutoMotive cercherà di dare il suo contributo fattivo, dando voce a chi è direttamente interessato e coinvolto nella questione. Il tutto alla luce del sole e privilegiando, come facciamo da sempre, il buon senso e la realtà dei fatti.
Appuntamento, dunque, a lunedì 28 ottobre dalle 9 nello spazio congressi dell’Hotel Enterprise di Milano, in corso Sempione. Sulla nostra pagina Facebook l’intera giornata sarà trasmessa in diretta.
Auto imprescindibile per l’80% dei giovani: sguardo sul futuro della mobilità
Nonostante i cambiamenti in corso nel settore della mobilità e l’aumento delle alternative sostenibili, l’auto rimane un punto fermo per le nuove generazioni. Lo conferma l’edizione 2024 dell’Osservatorio Cetelem, che ha analizzato le abitudini e le aspettative degli automobilisti in 14 Paesi, rivelando che l’80% dei giovani è fortemente legato alla propria vettura, una cifra che in Cina raggiunge addirittura il 97%. Un dato nettamente superiore rispetto a quello degli over 50, tra cui solo il 70% esprime lo stesso livello di attaccamento.
Fiducia e aspettative
La ricerca dimostra come i giovani vedano un futuro positivo per l’auto. Circa il 47% degli intervistati tra i 18 e i 29 anni ritiene che l’auto avrà un ruolo sempre più rilevante nei prossimi anni, mentre il 33% prevede che la sua importanza rimarrà invariata. Questo dato segna un’inversione rispetto al 2011, quando solo il 29% dei giovani credeva che il ruolo dell’auto sarebbe cresciuto, mentre il 45% prevedeva una stabilità del settore.
Federico Rossi, analista di mobilità sostenibile, spiega: “I giovani non solo continuano a vedere l’auto come un mezzo essenziale, ma sono anche aperti al cambiamento, specialmente verso soluzioni più rispettose dell’ambiente”. È proprio questa propensione all’innovazione che sta delineando il futuro del mercato automobilistico, con un interesse crescente verso le auto elettriche.
Elettriche: tra progresso e sostenibilità
La transizione verso i veicoli elettrici è un altro aspetto rilevante emerso dallo studio. La metà dei giovani intervistati considera l’auto elettrica sinonimo di progresso e rispetto per l’ambiente. Il 63% degli under 30 ritiene che le motorizzazioni elettriche sostituiranno definitivamente i motori a combustione interna, un’opinione condivisa solo dal 47% degli over 50. Questi dati indicano un’accettazione più ampia della tecnologia elettrica tra le nuove generazioni, che vedono nei veicoli elettrici non solo un’evoluzione necessaria, ma anche un’opportunità per ridurre l’impatto ambientale.
Nonostante questa visione positiva, una parte dei giovani (39%) rimane contraria al divieto dell’Unione Europea di vendere auto con motore a combustione a partire dal 2035. Anche in questo caso, la differenza generazionale è marcata: il 46% degli over 50 si oppone a questa misura, mostrando una maggiore resistenza al cambiamento.
Cina: un mercato di riferimento per l’auto
È interessante notare come il legame con l’auto sia particolarmente forte in Cina, dove il 97% dei giovani dichiara di essere affezionato al proprio veicolo. Questo dato riflette il boom economico e la crescita del mercato automobilistico nel Paese, che ha visto un’impennata nella domanda di auto private negli ultimi decenni. “La Cina rappresenta oggi un mercato chiave per il settore automobilistico globale – afferma Marco Bianchi, esperto di mercati emergenti – ed è evidente come i giovani cinesi vedano l’auto non solo come uno strumento di mobilità, ma anche come simbolo di status e progresso”.
Il rapporto tra auto e cambiamento climatico
La relazione tra i giovani e l’auto non è priva di contraddizioni. Da un lato, il 44% dei giovani crede che l’auto sia uno dei principali responsabili del cambiamento climatico, rispetto al 30% degli over 50. Dall’altro, solo il 4% rifiuta l’idea di possedere un’auto per ragioni legate all’inquinamento. Questo dimostra come, sebbene i giovani siano consapevoli dell’impatto ambientale dei veicoli, continuino a considerare l’auto indispensabile.
Le Case automobilistiche, secondo il 50% dei giovani intervistati, stanno compiendo sforzi adeguati per rendere i veicoli più ecologici. Tuttavia, il dibattito sulla sostenibilità rimane aperto, soprattutto in Paesi come Francia e Germania, dove lo scetticismo sui benefici delle auto elettriche è ancora diffuso.
Mobilità alternativa: l’ascesa del car sharing
Parallelamente all’affezione per l’auto, cresce anche l’adozione di soluzioni di mobilità condivisa, come il car sharing e l’uso della bicicletta. Il 69% dei giovani utilizza la bicicletta, rispetto al 52% degli over 50, mentre il 56% fa ricorso al car sharing, una pratica in netto aumento rispetto al 30% registrato nel 2011. Questi dati dimostrano come le nuove generazioni siano sempre più disposte a integrare diverse soluzioni di mobilità, dimostrando una certa flessibilità nell’adattarsi a un modello di trasporto più sostenibile.
Conclusioni: il futuro della mobilità giovanile
Il futuro della mobilità è chiaramente segnato dall’attenzione dei giovani verso l’ambiente e le nuove tecnologie. L’auto continua a essere un simbolo di indipendenza e progresso, ma si sta trasformando in un mezzo sempre più sostenibile, grazie all’evoluzione verso l’elettrico e alla diffusione di soluzioni di mobilità condivisa. Se i giovani continueranno a giocare un ruolo chiave in questo cambiamento, sarà fondamentale per il settore automobilistico adattarsi rapidamente a queste nuove esigenze.
Foto di Andrew Pons su Unsplash
Contano le doti o la provenienza?
di Ferdinando Restelli (l’editoriale del magazine “Insella”)
Da quando il mondo digitale è entrato nelle nostre vite (e in redazione), si ripete ogni giorno la stessa storia. Arriva una nuova moto, la presentiamo sul sito e sui canali social e zac! iniziano le discussioni. I temi? Sempre gli stessi. Se si tratta di un marchio “premium”, soprattutto se europeo, arrivano i fan del marchio che applaudono qualsiasi cosa di quella moto, anche i difetti, e quelli che odiano lo stesso marchio e criticano anche i suoi pregi. Con le giapponesile discussioni vanno sul razionale: spuntano dal nulla schiere di “ingegneri” (veri o mancati che siano) che spiegano la tecnica e fanno post infiniti per sostenere o per critica- re ciò di cui si parla.
Con gli scooter i toni si fanno più accesi: a fronte di una stragrande maggioranza “silenziosa” che legge, osserva, apprezza (con i like) e chiede educatamente info, ci sono sempre i rompiscatole che non amano questi mezzi e lo fanno sapere in modo rumoroso. Ma quando arrivano le moto e gli scooter orientali, e in particolare cinesi, apriti cielo! I leoni da tastiera si scatenano: le analisi (a distanza) sulle soluzioni tecniche e sulla qualità dei materiali si sprecano, inframmezzate da esperienze personali o di famiglia (“a mio cuggino…”) e da valutazioni socio-politiche (“ci rubano il lavoro”, “la crisi è colpa loro”, ecc) che raramente tengono conto della realtà delle aziende occidentali in genere ed europee in particolare.
Ma i numeri non mentono: mentre questi commenti pieni di odio sono in genere qualche decina, al massimo un centinaio, le visualizzazioni totali si contano a centinaia di migliaia, dimostrando l’interesse vero per questi prodotti che dopo inizi a volte deludenti (nessuno nega la scarsa qualità di alcuni pro-
dotti arrivati da noi 10-15 anni fa) ora offrono un rapporto qualità/prezzo molto interessante.
La cinese CFmoto 450MT e l’indiana Royal Enfiedl Himalayan 450 che abbiamo messo a confronto hanno superato con risultati brillanti l’analisi dei nostri tester e del nostro centro prove, diventando il simbolo del numero di “Insella” dedicato interamente alle moto di valore e dal prezzo abbordabile. Moto di ogni genere e per tutti i gusti: dalla custom “importante” SWM StormBreaker 1200 alla retrò media QJ Motor SRV 550, dalla naked sportiva per patenti A2 KTM 390 Duke alla enduro Beta RR 300 X-Pro, senza dimenticare lo scooter per eccellenza, la Vespa Sprint 125 S e la piccola elettrica off-road NIU XQi3.
Una sola moto supera (di poco) il muro dei 10.000 euro: la Honda CBR 650 R E-Clutch. Una moto importante perché introduce il tema delle moto “automatiche”: scommettiamo che saranno loro le protagoniste delle prossime discussioni al calor bianco sui nostri social? Stavolta i cinesi non sono coinvolti: sono in gioco marchi noti e prestigiosi. Dopo la frizione elettronica di Honda arriveranno a brevissimo la Yamaha MT-09 Y-AMT automatica e poi le
BMW R 1300 GS e Adventure con cambio elettroassistito ASA. Volete saperne di più? Vi aspettiamo nel nostro sito, nelle nostre pagine social… e sul magazine “Insella del prossimo mese!
“Pensieri e parole… scritte”: la rassegna stampa di Mario Verna
Ottobre, caldo come sempre, ma stavolta l’auto è protagonista quasi assoluta, AGITAZIONE. Parigi val bene una dichiarazione, botte e risposte, ma è il salone… ESIBIZIONE. Intanto il tempo passa… TIC TAC… ANSIA
“Auto Europa 2024”: le sette finaliste del premio UIGA
I soci UIGA, l’Unione Italiana Giornalisti dell’Automotive, coadiuvati da una giuria di 150 Opinion Leader, tra cui il promotore di #FORUMAutoMotive, Pierluigi Bonora, hanno designato le auto che parteciperanno alla fase finale di Auto Europa 2025, giunta alla trentanovesima edizione.
Il conto alla rovescia per la due giorni della premiazione corre veloce. Il 21 e 22 ottobre 2024, infatti, le sette finaliste si contenderanno l’assegnazione dell’importante riconoscimento nella sede di Bosch Italia, a Milano, grazie ai voti dei giornalisti specializzati che compongono l’associazione, della giuria formata dagli opinion leader e dal pubblico, che potrà esprimere il proprio parere e votare collegandosi al link – già attivo – www.premioautoeuropa.it
Alfa Romeo Junior
L’Alfa Romeo Junior è una crossover compatta, con un’anima sportiva tipica del marchio italiano. È lunga 417 cm, offre una abitabilità soddisfacente e un bel bagagliaio. Viene proposta con motore a benzina mild hybrid da 1,2 litri, capace di erogare 136 CV, ma ci sono anche versioni totalmente elettriche, come la Junior Speciale da 156 CV. La Junior Veloce, la più potente, da 280 CV, percorre lo 0-100 km/h in 5,9 secondi. L’integrazione dell’assistente virtuale “Hey Alfa” basato su intelligenza artificiale, offre un supporto vocale utile durante il viaggio, facilitando l’interazione con il sistema e migliorando l’esperienza di guida.
Bmw X2 – iX2
La nuova Bmw X2 è una Suv compatta premium, che ora raggiunge una lunghezza di 455 cm, 19 in più della versione precedente. È disponibile con propulsori a benzina, a gasolio e mild hybrid, con ordini di cavalleria abbastanza trasversali: dai 150 della sDrive 18d a gasolio ai 300 della M35i benzina pura. Le varianti totalmente elettriche, iX2, sono disponibili in due livelli di potenza: 277 e 313 cavalli, a due e a quattro ruote motrici. Sulle nuove X2 e iX2 il grande Curved Display e l’Operating System Bmw 9 permettono di gestire facilmente musica, navigazione e impostazioni del veicolo e la funzione AirConsole Gaming trasforma l’auto in una console da gioco.
Dacia Duster
Lunga sempre 434 cm, la Dacia Duster, decisamente moderna fuori e dentro, continua a essere una delle Suv più economiche sul mercato. La nuova generazione segna l’arrivo delle motorizzazioni Mild Hybrid 130 CV, e Full Hybrid, 140 CV, derivate dalle E-Tech, tecnologia sviluppata della Renault. Sono accompagnate dalla gettonatissima variante a Gpl da 100 CV. La gamma prevede trazione anteriore o 4×4, cambio manuale o robotizzato. Il nuovo sistema multimediale Dacia Media Nav Live offre una intuitiva esperienza di guida connessa e interattiva. Con un touchscreen da dieci pollici, garantisce l’accesso a mappe aggiornate, traffico in tempo reale e servizi connessi.
Lancia Ypsilon
Una compatta di carattere, lunga 408 cm, 24 in più della generazione precedente, e la prima Lancia elettrica. In questa versione vanta un propulsore da 156 cavalli e una batteria da 51 kWh. L’altra motorizzazione è la mild hybrid 48 Volt a benzina, motore tre cilindri, 1200 cc, da 100 CV. “Sala” è invece l’acronimo di una tecnologia innovativa sviluppata da Stellantis, che offre un’esperienza multisensoriale coinvolgente, combinando suono, aria e luce per migliorare il comfort a bordo. Nuova Ypsilon, dotata di guida autonoma di Livello 2, è completamente connessa, compatibile con Android Auto e Apple CarPlay senza fili, per un’integrazione fluida dello smartphone.
Maserati Grecale Folgore
Grecale Folgore, elettrica, lunga 486 cm, garantisce un’esperienza ogni giorno eccezionale. Basta leggere che il motore eroga 558 CV e che lo 0-100 km/h si fa in quattro secondi per capire che Grecale è davvero una Folgore. L’autonomia, se si guida senza strafare, può superare i 500 km. Con l’App Maserati Charge, realizzata con Bosch, si può accedere a una rete di ricarica con 650mila punti in Europa e si predispone la ricarica in modo da passare dal 20 all’80% in soli 29 minuti. Con Alexa Home to Vehicle, da casa si gestiscono il blocco delle porte o l’invio di destinazioni al navigatore.
Mini Countryman
La nuova Countryman sfoggia lo stile Mini in misure da crossover. È lunga 444 cm, più 19 rispetto alla versione precedente. La versione John Cooper Works ALL4 a benzina, da 300 CV, è quella preferita dai piedi pesanti. Ad affiancarla le versioni mild hybrid da 170 e 219 CV e il risparmioso modello a gasolio da 163 CV. La gamma elettrica può essere a due ruote motrici, motore da 204 CV e 250 Nm, oppure 4×4, motore da 313 CV e 494 Nm. Il display centrale Oled, caratterizzato da un design rotondo ad alta risoluzione, è il fulcro dell’abitacolo e offre numerose funzioni intuitive. Nella parte inferiore, è possibile accedere rapidamente a modalità di navigazione, media, telefono e climatizzazione.
Toyota C-HR
La nuova generazione continua a essere una crossover coupé con una forma che non passa inosservata. Il gruppo propulsore full hybrid combina un motore benzina da 1,8 litri o 2 litri con uno elettrico, per una potenza complessiva tra 140 e 197 CV Grazie a una batteria più grande, che può essere ricaricata anche con il cavo, la C-HR ibrida plug-in offre 70 km di guida in modalità elettrica. La potenza combinata è di 223 CV, lo 0-100 km/h si fa in 7,4 secondi e la CO2 emessa ogni km è pari a 19 grammi. L’app MyT sblocca e avvia l’auto dallo smartphone, mentre la funzione parcheggio consente le manovre da remoto.