Foto: Alberto Viano, presidente di ANIASA
“Se si osservano nell’attuale decennio i numeri delle immatricolazioni nei 7 Paesi d’Europa a maggiore densità automobilistica (in ordine di volumi: Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Spagna, Belgio e Olanda), risulta evidente che la ripresa post pandemia c’è stata, ma siamo ben lungi dal recuperare pienamente le vendite degli anni precedenti al Covid-19. Ovviamente non è soltanto la crisi economica ed energetica innescata dalla pandemia ad aver rallentato il mercato dell’automobile. si sono aggiunte le tensioni internazionali della guerra tra Russia e Ucraina e anche le difficoltà dovute all’imposizione forzata della transizione ecologica”, È quanto afferma ANIASA (Associazione nazionale industria autonoleggio, sharing mobility e automotive digital) in una dettagliata analisi. Le immatricolazioni complessive dei Paesi Top 7 nel 2023 hanno fatto registrare un totale appena inferiore ai 10 milioni di autovetture, a fronte dei circa 12,4 milioni del 2019 (un volume simile a quello del biennio precedente). Il mercato dei 7 Paesi, sceso al di sotto dei 10 milioni di immatricolazioni già nel 2020, ha continuato a calare fino al 2022, per poi dare un segnale di ripresa nel 2023, quando si è registrato un discreto +14,8%.
Sul versante dei veicoli commerciali (LCV), le immatricolazioni hanno fatto segnare un andamento diverso, più altalenante, ma che ha evidenziato un trend di medio periodo similare: un crollo nel 2020 con la pandemia, una ripresa abbastanza netta nel 2021, di nuovo una contrazione significativa nel 2022 e una risalita lo scorso anno (+16,6%), anche se su volumi complessivi inferiori a quelli del 2021. Dal 2019 al 2023 il mercato dei veicoli commerciali leggeri (0-3,5t) è passato da oltre 1,6 milioni di unità a poco più di 1,4 milioni.
In ambito autovetture, a differenza di quanto avvenuto nel 2022 sul 2021, tutti i Top 7 hanno mostrato un segno positivo, con il Belgio a far segnare il dato più favorevole (+29,5%) e la Germania quello meno appariscente (+7,3%). Il +18,9% dell’Italia è il secondo migliore risultato, anche se vicino al +18,4% dei Paesi Bassi e al +17,9% del Regno Unito.