
di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto
A meno di un mese dalla chiusura dell’anno, che stimiamo chiudere intorno a 1.580.000 autovetture, rileviamo ancora la mancata modifica dello schema degli incentivi alla domanda – nonostante i numerosi annunci nella prima parte dell’anno – che porterà ad avere anche per il 2023, un rilevante avanzo di risorse nelle fasce 0-20 e 21-60 g/km di CO2, dimostrando l’inefficacia dei numerosi paletti fissati dall’attuale normativa.
Al contrario la rimodulazione del vigente piano Ecobonus, insieme a una revisione della fiscalità dell’auto aziendale, sarebbe in grado di agevolare la sostituzione di modelli endotermici con alternative a bassissime emissioni e questo rappresenta la vera sfida della transizione ecologica, riguardo alla quale l’Italia si presenta molto indietro rispetto agli altri Paesi europei. Non dimentichiamoci, inoltre, che per il 2024 sono disponibili ulteriori 630 milioni per autovetture e commerciali leggeri che sommati ai residui 2022 e 2023 costituiscono un cospicuo plafond per stimolare adeguatamente gli acquisti di veicoli non inquinanti.
Attendiamo, al più presto, un confronto allargato con il Governo – già nei prossimi giorni impegnato sul fronte della riconversione industriale nazionale del settore automotive – così da poter rimettere in pista risorse preziose per agevolare il ricambio del parco circolante. Procrastinare ulteriormente questa decisione, in attesa degli esiti del cosiddetto “Tavolo Sviluppo Automotive” e la ventilata ipotesi del cosiddetto Leasing Sociale, significherebbe rallentare ulteriormente il conseguimento di effetti reali sul mercato e sull’ambiente.