di Michele Crisci, presidente di UNRAE
I risultati di settembre in Italia, con un secondo calo consecutivo delle immatricolazioni, ma una forte crescita delle BEV, evidenziano l’urgente necessità di rifinanziare gli incentivi per la fascia di autovetture con emissioni 0-20 g/km di CO2, rendendo immediatamente disponibili i 240 milioni di euro di fondi residui degli incentivi 2024.
Durante il recente Consiglio di Competitività, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha presentato le linee guida della proposta italiana per una nuova politica industriale europea, che sarà poi formulata con gli altri paesi europei che ne condividono i contenuti.
Per il settore automotive, il Governo italiano chiede che la Commissione Europea anticipi al 2025 la revisione delle modalità che dovrebbero condurre allo stop dei motori endotermici entro il 2035. Tre sono le condizioni fondamentali poste dall’Italia per raggiungere tali obiettivi al 2035.
1. L’istituzione di un fondo di sostegno per l’intera filiera automotive e per i consumatori che acquistano veicoli elettrici prodotti in Europa.
2. L’adozione di un approccio basato sulla neutralità tecnologica, riconoscendo il ruolo di biofuel, e-fuel e idrogeno.
3. La definizione di una strategia per l’autonomia europea nella produzione di batterie.
È fondamentale definire al più presto sia la strategia europea per il settore automotive nel suo complesso, sia quella che il Governo italiano intende adottare per accompagnare la transizione con un piano di sostegno pluriennale, per dare certezze a consumatori e imprese nelle loro scelte di acquisto.
Bisogna partire subito a lavorare su un tema rilevante che solleviamo da anni: la necessità di una riforma fiscale per le auto aziendali, chiedendo che detraibilità dell’IVA e deducibilità dei costi siano parametrate alle emissioni di CO2 e il periodo di ammortamento sia ridotto a 3 anni; misure che devono essere realizzate tramite i Decreti attuativi della Delega Fiscale.
Nel piano di sostegno alla domanda per il triennio 2025-2027 chiediamo al Governo interventi mirati tra cui il ripristino dei 250 milioni di euro, parte del miliardo originariamente previsto per il 2025, che sono stati stornati per il Decreto Coesione. Altro punto nodale è la rimozione del price cap per le auto della fascia 0-20 g/km o, almeno, la sua equiparazione a quello della fascia 21-60 g/km.