L’auto in Italia: dalle Associazioni 6 priorità per il Governo

L'auto in Italia: dalle Associazioni 6 priorità per il Governo

di Roberto Pietrantonio, presidente di UNRAE

 
Grazie al lavoro di squadra con le altre Associazioni, abbiamo definito sei priorità di intervento che riteniamo fondamentali per rimettere l’automobile al centro della discussione politica ed economica del Paese, come merita. Parliamo di: 1) stabilità e chiarezza delle misure incentivanti, che siano semplici e strutturali; 2) un piano nazionale per le infrastrutture di ricarica e per le altre alimentazioni; 3) una riforma della fiscalità sull’auto aziendale, in linea con le migliori pratiche europee; 4) un sostegno concreto alla filiera industriale e artigianale italiana; 5) un supporto chiaro e trasparente ai clienti, per accompagnarli nella transizione; 6) una valorizzazione culturale dell’automobile e del trasporto su gomma, riconoscendone il ruolo di motore economico e sociale del Paese.

Su questi punti siamo pronti, fin da subito, a mettere le nostre competenze ed energie a disposizione delle Istituzioni, per aiutarle a prendere decisioni rapide e decisive nell’interesse della collettività e della competitività dell’Italia.
foto da ufficio stampa UNRAE

Digitalizzazione e IA: i motori per mobilità sostenibile e il rilancio industriale

Digitalizzazione e IA: i motori per mobilità sostenibile e il rilancio industriale

Unire la forza delle tecnologie digitali alla transizione ecologica del settore trasporti: questa è una delle sfide decisive per il futuro della mobilità e della manifattura italiana. Con questo obiettivo si è svolto, presso la sede di Confindustria a Roma, l’evento “Tecnologie digitali e AI per una mobilità smart e sostenibile” promosso dal Competence Center CIM4.0 e dal Cluster Nazionale Trasporti, nell’ambito dell’iniziativa HD-Motion, European Digital Innovation Hub, dedicato alle PMI e alle Pubbliche Amministrazioni. Il dibattito è stato moderato da Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive.

 

AI e digitale per guidare il cambiamento

I numeri parlano chiaro: secondo il Gartner CIO and Technology Executive Survey 2025, il 71% delle aziende a livello globale prevede di implementare soluzioni basate su Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) entro il 2025, percentuale che salirà al 95% entro il 2027. Tuttavia, ad oggi, solo una piccola impresa su dieci ha già adottato l’AI, dato raddoppia se parliamo di medie imprese. La forbice tra intenzioni e applicazione reale e continuativa è ancora molto ampia, soprattutto in un settore strategico come quello della mobilità che comprende l’automotive, il trasporto pubblico e ferroviario, i veicoli elettrici e la guida autonoma.

Mobilità sostenibile: il contesto e i dati a livello Italiano

L’Italia sconta ancora ritardi nell’elettrificazione del trasporto: questo è certificato da una crescita lenta dei veicoli elettrici a batteria a cui si somma il fatto che i veicoli Plug-in Hybrid stentano a decollare e che l’attuale parco auto circolante è tra i più vecchi di tutta Europa. Si può affermare che di fatto la “politica europea” al contenimento della CO2 non sta funzionando.
 
Inoltre, va considerato che il trasporto su gomma rimane centrale nel nostro Paese sia per i privati sia per la logistica, motivo per cui si dovrebbe guardare con sempre più attenzione a soluzioni sostenibili per i veicoli commerciali leggeri e pesanti, con l’impiego di biocarburanti
e low-carbon fuels.

Risulta evidente come la ricerca e l’Innovazione, attraverso le nuove tecnologie applicate alla mobilità,
rappresentino una grande forza propulsiva in termini di competitività globale. L’avanzamento competitivo di questo settore non può che favorire la ricostruzione di una leadership Industriale europea.

Proprio in tale direzione, puntando su una Europa leader nella mobilità sostenibile, è stato pensato il progetto HD-Motion, coordinato da CIM4.0 che punta a favorire la trasformazione digitale delle MPMI e lo sviluppo di filiere industriali innovative, in cui pubblico e privato collaborino in sinergia.
Il confronto, che ha visto coinvolti i principali attori dell’automotive e della mobilità in Italia, ha evidenziato la necessità di: accelerare l’adozione dell’AI e del digitale nei settori della mobilità: dallo sviluppo prodotto ai servizi; sostenere le imprese nella transizione industriale; sviluppare politiche pubbliche coerenti e sostenibili nel tempo; creare un contesto favorevole per PMI, startup e filiere strategiche del Made in Italy; potenziare infrastrutture smart e connesse; adottare politiche industriali orientate allo sviluppo di una mobilità sicura e a basse emissioni.
Un messaggio chiaro: l’Italia può guidare la transizione

“HD-Motion va visto come un modello di partnership che funziona a cui ispirarsi per definire, con coraggio, una nuova azione decisamente più ambiziosa, la più grande iniziativa pubblico-privata di ricerca e innovazione nel settore automobilistico o della mobilità, finalizzato a mantenere e riconquistare la competitività dell’UE e colmare il divario di innovazione.
“Un’iniziativa che dovrà concentrarsi sull’impatto, garantendo la leadership nelle tecnologie e nelle capacità produttive future e affrontando al contempo le sfide sociali, a vantaggio degli utenti e della società. E che dovrà coinvolgere tutti gli ecosistemi industriali e le migliori competenze del Paese, attrarre i giovani talenti ma, soprattutto, essere un riferimento per i settori coinvolti, in primis quello automobilistico, i relativi processi, il quadro normativo e gli standard applicativi, in modo che vi sia un’unica linea strategica e operativa da perseguire in maniera sistemica”, ha dichiarato Enrico Pisino, CEO di CIM4.0.

Il trasporto su gomma rimane centrale. Dobbiamo però guidare la transizione con soluzioni tecnologiche sostenibili e accessibili. Il Paese ha tutte le carte in regola per diventare hub europeo dell’innovazione a zero emissioni, a condizione di attuare scelte coraggiose, coordinate e orientate al lungo periodo”, ha commentato il prof. Ennio Cascetta, Presidente del Cluster Nazionale Trasporti.

“In linea con l’input dell’action plan UE per l’automotive, che prevede una forte spinta alla diffusione dei veicoli a guida autonoma e connessa, le aziende europee e italiane della nostra filiera hanno l’opportunità di emergere con le loro eccellenze tecnologiche – le parole di Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA -. Affinché questa possibilità si concretizzi, stiamo lavorando con il Governo e con gli stakeholder europei per l’approvazione di un IPCEI dedicato, in grado di accelerare l’immissione di queste tecnologie sul mercato. L’Italia deve lavorare rapidamente alla creazione delle condizioni necessarie per la sperimentazione e la circolazione dei veicoli a guida autonoma di livello 3 e superiore, dalle modifiche del Codice della strada, alle tematiche relative alla responsabilità dei Costruttori e dei conducenti, alla semplificazione nell’implementazione delle infrastrutture intelligenti”.
Foto da ufficio stampa ANFIA

L’auto in Italia: privati sempre al palo, questi incentivi inutili

Asse Italia-Germania: apprezzamento e condivisione sulla lettera all'UE

di Massimo Artusi, presidente di Federauto

 

Leggere in modo ottimistico la chiusura in territorio positivo a settembre sarebbe, a nostro avviso, un atto di superficialità rispetto al reale stato delle cose che si coniuga con l’esigenza di chiusura di un trimestre complesso, caratterizzato dalla costante flessione del canale privati.

A settembre il contributo delle reti concessionarie in termini di auto immatricolazioni è stato oltre misura, rappresentando da sole il 13% del totale. Questo spiega il risultato positivo del mese che, oltretutto, ha beneficiato di una performance numerica importante del noleggio, in particolare del lungo termine e di un giorno lavorativo in più.

Gli incentivi in avvio ad ottobre, legati alla rottamazione e destinati unicamente alle BEV, potranno costituire un fattore di inversione della tendenza negativa? A nostro avviso no. La strada maestra non è quella degli interventi di breve termine, per giunta concentrati sulle auto elettriche rispetto alle quali la risposta del mercato non è certamente adeguata alla visione del regolatore europeo ed ai target di vendita.

Il nostro auspicio è che a partire dalla prossima Legge di bilancio il Governo voglia dare un segnale di chiarezza nella direzione di scelte politiche in favore di un intervento strutturale, a partire dalla riforma del trattamento fiscale della auto aziendali e delle auto concesse in benefit ai dipendenti, che innescherebbe un circuito virtuoso di rinnovo del parco.

 

Foto da ufficio stampa Federauto

 

 

Euro 7 e pneumatici: perché servono test affidabili per proteggere ambiente e innovazione

Euro 7 e pneumatici: perché servono test affidabili per proteggere ambiente e innovazione

L’entrata in vigore della normativa Euro 7, adottata nell’aprile 2024, segna un momento cruciale nella transizione verso una mobilità più sostenibile. Per la prima volta, infatti, vengono introdotti limiti specifici alle emissioni di particelle da usura degli pneumatici, un fenomeno che genera ogni anno quasi 500.000 tonnellate di residui sulle strade europee. Michelin, leader mondiale nel settore, sostiene pienamente questo passo in avanti e sottolinea l’importanza di adottare metodi di prova realistici e trasparenti per garantire l’efficacia della normativa.

 

Euro 7: una svolta per la mobilità sostenibile

L’obiettivo di Euro 7 è chiaro: ridurre in modo significativo l’impatto ambientale dell’usura dei pneumatici e, al tempo stesso, premiare i produttori virtuosi che investono in ricerca e sviluppo. Non tutti gli pneumatici, infatti, sono uguali: in base a materiali, architettura e scelte progettuali, le emissioni possono variare fino a quattro volteGrazie al regolamento, pneumatici che superano i limiti di emissione stabiliti non potranno più essere commercializzati nell’Unione europea.

 

Il test su strada: realistico e già validato

Il metodo di prova che misura le emissioni in grammi per chilometro e per tonnellata di carico in condizioni reali è quello considerato più affidabile. Frutto di sei anni di lavoro congiunto tra industria e istituzioni, è stato adottato anche dall’ADAC, l’Associazione automobilistica tedesca nota per il rigore scientifico dei propri test. I risultati, coerenti con quelli dei produttori, lo rendono il candidato ideale come riferimento normativo per Euro 7.

 

Il test in laboratorio: rischi di distorsione

In alternativa, si sta valutando un metodo basato su prove al tamburo in laboratorio. Tuttavia, lo stesso ADAC – in uno studio pubblicato nel giugno 2025 – ha evidenziato che questo approccio non è ancora sufficientemente maturo e può produrre discrepanze significative: fino al 28% di differenza per lo stesso pneumatico. Il rischio è duplice: economico, favorendo l’importazione di pneumatici a basso costo e minore innovazione; ambientale, riducendo l’efficacia stessa della normativa Euro 7. Per questo Michelin sostiene l’applicazione immediata dei test su strada, lasciando ai test di laboratorio un ruolo complementare, ma solo quando avranno raggiunto una piena affidabilità tecnica.

 

Michelin: oltre 20 anni di ricerca per pneumatici più sostenibili

La riduzione delle particelle di usura è da oltre vent’anni una priorità per Michelin. Già dal 2005 l’azienda ha investito risorse significative in ricerca sui materiali e sull’architettura dei pneumatici. Alcuni dati: tra il 2015 e il 2020 le emissioni di usura sono diminuite del 5%, con oltre 100.000 tonnellate di particelle evitate; uno studio ADAC del 2025 su 160 modelli di pneumatici ha confermato che i prodotti Michelin emettono in media il 26% in meno di particelle rispetto ai concorrenti premium; uno studio del 2022 aveva già certificato una riduzione del 28% rispetto alla media del mercato. L’azienda ha annunciato che sarà in grado di applicare la normativa Euro 7 dal 2028 per i nuovi modelli e dal 2030 per l’intera gamma auto.

 

La posizione di Michelin

Florent Menegaux, Presidente del Gruppo, ha dichiarato: «Mentre l’Europa prende coscienza della necessità di sostenere la propria industria senza rinunciare alle proprie ambizioni ambientali, le decisioni sul metodo di prova degli pneumatici nell’ambito della normativa Euro 7 illustrano perfettamente le scelte che si trova di fronte: sostenere l’innovazione e il rigore a beneficio dell’ambiente, oppure accettare compromessi che minano lo standard e penalizzano gli stakeholder responsabili».

 

Un passaggio chiave per l’industria europea

La sfida di Euro 7 non riguarda solo i costruttori di pneumatici, ma l’intera filiera della mobilità. L’affidabilità dei metodi di prova sarà determinante per distinguere i produttori realmente impegnati nell’innovazione da chi cerca scorciatoie. La transizione verso pneumatici a basse emissioni di particelle è uno dei tasselli fondamentali per costruire un futuro di mobilità sostenibile in Europa.

 

madeline-liu-H86zjx6FPdU-unsplash – Da ufficio stampa Michelin

L’auto in Italia: vendite su, in attesa degli incentivi

L'auto in Italia: vendite su, in attesa degli incentivi
di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor

In settembre sono state immatricolate in Italia 126.679 autovetture con una crescita sullo stesso mese del 2024 del 4,1%. Il consuntivo dei primi nove mesi chiude invece con 1.167.437 immatricolazioni e quindi con un calo del 2,9% sullo stesso periodo del 2024. Ovviamente questo di gennaio-settembre è un risultato tutt’altro che soddisfacente che proiettato sull’intero anno, tenendo conto della stagionalità delle vendite, consente di prevedere per il 2025 un volume di immatricolazioni di 1.489.164 auto, con un calo del 4,5% sul 2024 e con un calo molto più consistente (-22,3%) rispetto al 2019, cioè rispetto all’anno che ha preceduto la pandemia e che è il primo livello da raggiungere nella lenta risalita delle vendite dopo i guasti della pandemia.

Per quanto riguarda in particolare il mese scorso, occorre considerare che l’andamento del mercato è stato influenzato anche dalle molte notizie sistematicamente diffuse da ambienti di Governo sui nuovi incentivi alla rottamazione per le auto elettriche che a partire dal 15 ottobre saranno a disposizione di cittadini (e in misura minima anche delle aziende). E’ pacifico che l’annuncio con grandi dettagli e con notevole anticipo delle caratteristiche di una nuova campagna di incentivazione ha influenzato la domanda.

Tra l’altro l’entità degli incentivi è significativa e quindi una risposta positiva ci sarà, ma l’aver limitato la platea dei potenziali beneficiari a persone con redditi non particolarmente elevati, per non dire bassi, se è apprezzabile dal punto di vista sociale non sembra molto efficace per sostenere le vendite di auto elettriche, che hanno prezzi non certo abbordabili da persone che non sempre riescono ad acquistare un’automobile e generalmente si rivolgono alle auto usate o sono costretti a rinunciare alle quattro ruote.

D’altra parte, pur con tutto il rispetto per le esigenze dell’ambiente, l’auto elettrica non pare proprio la soluzione migliore per facilitare l’accesso al mercato dei ceti meno abbienti, tanto più che l’auto elettrica viene scelta soprattutto come seconda auto.
Foto Ufficio Stampa Centro Studi Promotor
 

Il futuro dell’automotive in Europa: CLEPA chiede misure per salvaguardare la produzione

Il futuro dell'automotive in Europa: CLEPA chiede misure per salvaguardare la produzione

L’industria automobilistica europea sta attraversando un momento cruciale. I fornitori generano il 75% del valore di un veicolo e sostengono 1,7 milioni di posti di lavoro, ma l’aumento dei costi, la frammentazione della regolamentazione e la concorrenza globale minacciano la base industriale europea. CLEPA, l’associazione europea dei fornitori del settore automobilistico, ha appena pubblicato un nuovo documento di posizione che evidenzia misure urgenti per proteggere la creazione di valore, i posti di lavoro e l’innovazione nell’UE, garantendo al contempo che il continente rimanga leader mondiale nella mobilità.

“L’Europa è impegnata in una battaglia decisiva per la propria sovranità industriale”, ha dichiarato Benjamin Krieger, Segretario Generale del CLEPA. “I fornitori sono impegnati a investire e innovare, ma non possono farlo in condizioni di parità. Mantenere un ecosistema automobilistico competitivo e resiliente nell’UE richiederà un’azione urgente e orientata al mercato da parte dell’industria e misure politiche mirate, per rafforzare l’attrattiva dell’Europa come sede di produzione, ricerca e sviluppo e investimenti”.

“Ciò include la gestione di fattori chiave per la localizzazione, come i prezzi dell’elettricità e gli oneri normativi, e al contempo la valutazione di politiche volte a garantire il contenuto locale dell’UE nei veicoli per preservare il know-how e la capacità produttiva”.

Il documento delinea le principali raccomandazioni politiche per proteggere i posti di lavoro e l’ecosistema automobilistico europeo: dall’apertura tecnologica e dalle condizioni favorevoli alla mobilità elettrica e ai carburanti alternativi, alle politiche sui contenuti locali , alle strategie commerciali e di investimento, fino al sostegno alle transizioni verde e digitale . Senza un’azione rapida, l’Europa rischia di perdere capacità produttive e know-how essenziali, mettendo a repentaglio gli obiettivi climatici e la competitività.

 

 

Benjamin Krieger, segretario generale del CLEPA – Foto da ufficio stampa CLEPA

 

L’auto in Italia: fenomeno GPL, bene le ibride plug-in

L'auto in Italia: fenomeno GPL, bene le ibride plug-in

di Roberto Vavassori, presidente di ANFIA

A settembre 2025, complice un giorno lavorativo in più rispetto allo stesso mese del 2024 (22 giorni contro 21) e la chiusura del terzo trimestre con i relativi obiettivi da raggiungere per la rete vendita, il mercato auto italiano registra un rimbalzo positivo (+4,1%). Un risultato che, tuttavia, non sposta la preoccupazione per l’attuale andamento delle immatricolazioni, considerando che presumibilmente l’anno chiuderà comunque in ribasso sui volumi già critici del 2024.

Nel cumulato da inizio anno, tra le tendenze ormai consolidate spicca la costante buona performance delle vendite di veicoli alimentati a GPL, che rappresentano un unicum in Europa. Sfiorando il 10% dell’immatricolato, danno un importante contributo verso la progressiva decarbonizzazione della mobilità.
Significativa, sempre nel cumulato, anche la crescita delle vendite di vetture ibride plug-in (+159,9%), una tecnologia che, insieme al Governo italiano, stiamo cercando di salvaguardare come utile strumento per favorire la decarbonizzazione.
In merito agli incentivi PNRR, speriamo che l’apertura della piattaforma a cittadini e microimprese avvenga presto e che, nonostante le limitazioni importanti, la risposta del mercato possa essere positiva e dare una spinta alla domanda di auto e veicoli commerciali.
Foto da ufficio stampa ANFIA
 

Museo Fratelli Cozzi: la mostra itinerante “Donne e motori? Gioie e basta”

Museo Fratelli Cozzi: la mostra itinerante "Donne e motori? Gioie e basta"

Se qualcuno crede ancora nei modi di dire: “Donne e motori, gioie e dolori”, “Donna al volante, pericolo costante”, “Guidi/parcheggi come una donna“, avrà presto modo di ricredersi, grazie a “Donne e motori? Gioie e basta”, il progetto fotografico del Museo Fratelli Cozzi.

“Donne e Motori? Gioie e basta” è una mostra fotografica itinerante che ritrae donne che si sono distinte in ambito istituzionale, professionale, personale, sociale, culturale. Il progetto è stato ideato da Elisabetta Cozzi, fondatrice e presidente del Museo Fratelli Cozzi ed è una iniziativa dell’associazione Friends of Museo Fratelli Cozzi.

A immortalare le 40 testimonial scelte è la fotografa Camilla Albertini che ha curato anche le edizioni precedenti. Con il suo sguardo artistico ha ritratto le donne a bordo delle automobili della collezione museale, facendo emergere l’identità e il carisma delle protagoniste. 

 

Ogni donna ha posato insieme a una “sorella” con la quale ha un rapporto speciale in ambito professionale o personale.

Obiettivo auto sicure: i 16 modelli testati da Euro NCAP nel 2025

Obiettivo auto sicure: i 16 modelli testati da Euro NCAP nel 2025

Euro NCAP ha pubblicato i risultati della settima serie di test 2025, un banco di prova fondamentale per valutare i livelli di sicurezza passiva e attiva delle nuove automobili in commercio. Sedici i modelli sottoposti a prove rigorose, dai crash test alle verifiche sui sistemi di assistenza alla guida, con esiti che confermano l’innalzamento degli standard globali, ma anche alcune criticità da non sottovalutare.

 

Le auto premiate con 5 stelle

A brillare in questa sessione sono i primi modelli europei elettrici della turca Togg, la T10F e la T10X, entrambe premiate con le cinque stelle. La T10F ha ottenuto un punteggio del 95% nella protezione degli occupanti adulti, mentre la T10X si è attestata al 94%, piazzandosi tra le migliori vetture testate da Euro NCAP. La protezione dei bambini ha raggiunto l’85%, mentre i sistemi di sicurezza attiva hanno garantito un livello elevato di affidabilità.

 

Firefly, la sorpresa cinese nel segmento compatto

Risultato eccellente anche per Firefly, marchio del gruppo NIO, che si distingue nel settore delle citycar elettriche con un 96% di protezione degli adulti, il valore più alto registrato da inizio 2024.

 

Audi, Hyundai, MINI e smart confermano gli standard

Tra i grandi nomi europei e coreani, hanno ottenuto cinque stelle: Audi Q4 e-tronHyundai IONIQ 9MINI Acemansmart #5. SUV e crossover che uniscono design, tecnologia e sistemi di sicurezza avanzati.

 

L’ascesa dei marchi cinesi

I costruttori cinesi confermano una crescita costante anche sul fronte sicurezza. Cinque stelle sono andate a AION V (SUV elettrico), EXLANTIXES (berlina familiare), IM IM6 (crossover), BYD Dolphin Surf (hatchback). Un segnale importante di come la competizione globale spinga verso standard qualitativi sempre più alti.

 

Volkswagen ID.Buzz e Lynk & Co 08: promosse, ma con riserve

Anche Volkswagen ID.Buzz e Lynk & Co 08 hanno ottenuto le cinque stelle, seppur con qualche criticità. Entrambi i modelli hanno rischiato di perdere il massimo riconoscimento a causa della scarsa protezione del bacino dei pedoni, evidenziando margini di miglioramento per i costruttori.

 

I modelli a 4 stelle

Non tutti i veicoli hanno raggiunto l’eccellenza. Tra i sedici testati, quattro si sono fermati a quattro stelleBMW 1 Series, penalizzata per la scarsa protezione di torace e arti inferiori del conducente e del passeggero nei crash test frontali; Ctroën C5 Aircross, che ha perso punti per la protezione degli utenti vulnerabili e per i sistemi di assistenza alla guida; Suzuki e-Vitara e la gemella Toyota Urban Cruiser, entrambe penalizzate per la scarsa protezione del torace del conducente in caso di urto frontale contro barriera rigida.

 

La sfida della sicurezza continua

«Con la disponibilità di veicoli sempre più sicuri, i guidatori e i passeggeri possono beneficiare di una maggiore protezione – ha dichiarato l’ing. Luigi Di Matteo, Coordinatore Centrale dell’Area Tecnica ACI -. Questa sfida continua nel settore automobilistico spinge all’innovazione, portando a standard di sicurezza più elevati a beneficio di tutti». Il messaggio è chiaro: l’obiettivo è ridurre il più possibile i rischi su strada, rafforzando la fiducia dei consumatori nelle nuove tecnologie.

 

Perché i test Euro NCAP sono fondamentali

I test di Euro NCAP non rappresentano soltanto un indice di qualità, ma sono diventati un parametro essenziale nelle decisioni di acquisto. I consumatori europei, sempre più attenti a temi come sicurezza, sostenibilità e valore tecnologico, valutano questi risultati come garanzia di affidabilità. In un mercato globale in cui i nuovi attori – dalla Turchia alla Cina – stanno sfidando i colossi storici, la competizione porta benefici diretti per chi guida ogni giorno.

 

choi-wingkin-8AFoZLezJ3c-unsplash – Foto da ufficio stampa Euro NCPA

 

 

“Se non sei lucido non guidare”: ACI e FIA insieme per la sicurezza stradale

“Se non sei lucido non guidare”: ACI e FIA insieme per la sicurezza stradale

L’Automobile Club d’Italia ha aderito alla nuova campagna “Se non sei lucido, non guidare”, promossa da FIA Region I – Federazione Internazionale dell’Automobile – lanciata in oltre trenta Paesi tra Europa, Africa e Medio Oriente. L’iniziativa durerà fino al 30 settembre 2026.

 

I rischi legati ad alcool, droghe, medicinali e stanchezza

“Se non sei lucido, non guidare” vuol dire guidare solo se si è in pieno possesso delle proprie facoltà psico-fisiche. In gioco ci sono rischi concreti: l’assunzione di alcoldroghecerti medicinali, ma anche la stanchezza possono compromettere drasticamente la concentrazione, la velocità di reazione e la capacità decisionale.

 

 

Sensibilizzare per evitare incidenti

La campagna si pone l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della lucidità mentale e fisica alla guida; far comprendere che anche piccole dosi di alcol o medicinali, o la semplice stanchezza, possono essere pericolose; promuovere comportamenti responsabili attraverso messaggi semplici ma incisivi.

 

Strumenti e diffusione

ACI sosterrà l’iniziativa tramite i propri canali social, diffondendo video brevi che evidenziano comportamenti virtuosi e rispettosi delle norme stradali. La campagna è sostenuta da FIA Foundation e dal FIA Safe and Sustainable Mobility Grants Programme.

 

Il ruolo di ACI

Il Commissario Straordinario di ACI, Generale Tullio Del Sette, ha affermato che guidare è una responsabilità che «richiede il massimo dell’attenzione e delle abilità». Ha sottolineato come anche minime quantità di alcol, medicinali o droghe, oltre alla stanchezza, possano compromettere la capacità di reazione, decisione e dunque la sicurezza. Restare lucidi significa, secondo Del Sette, proteggere la propria vita e quella degli altri. Anche il sub-Commissario, Giovanni Battista Tombolato, ha ribadito l’importanza del messaggio: attraverso video incisivi l’ACI mira a diffondere comportamenti attenti che salvaguardino tutti gli utenti della strada.

 

 

Il contesto internazionale: la campagna FIA “Stay in Control”

La campagna è parte della più ampia azione “Stay in Control” di FIA Region I, che ha come focus il pericolo di guidare sotto l’influenza (non solo dell’alcol, ma anche di sostanze psicotrope, medicinali e della fatica).

 

gabe-pierce–UAmLjpbFis-unsplash – Foto da ufficio stampa ACI