Un “cimitero” di modelli Volkswagen e Audi in mezzo al deserto del Mojave, in California. Tutte vetture coinvolte nel Dieselgate, lo scandalo emerso nel settembre 2015 e costato al colosso tedesco miliardi e miliardi tra sanzioni e risarcimenti. Ebbene, foto e servizi vari sono stati pubblicati recentemente da siti web.
AVL Green Camp 2025: tra Intelligenza Artificiale e veicoli a guida autonoma
AVL Italia, azienda specializzata in soluzioni tecnologiche infrastrutturali e per la mobilità sostenibile nei settori automotive, ferroviario, marittimo ed energetico, ha concluso, con un record di presenze, la quinta edizione dell’AVL Green Camp. Nato come percorso di formazione rivolto agli studenti delle classi seconde della scuola media, l’AVL Green Camp si pone l’obiettivo di avvicinare i giovanissimi alle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), permettendo loro di sperimentare e coltivare l’interesse verso la tecnologia e la scienza.
Ogni anno viene selezionato un argomento legato al tema della sostenibilità ambientale, elaborato attraverso incontri teorici e attività laboratoriali in cui si mettono in pratica i concetti appresi. L’edizione 2025 ha affrontato il tema dell’Intelligenza artificiale e dell’automazione dei veicoli. Attraverso la combinazione di una sessione teorica a cura degli ingegneri di AVL Italia e attività pratiche in laboratorio con gli educatori della Cooperativa Accento, che collabora con l’azienda fin dalle prime edizioni del Green Camp, si è indagato sul che cos’è l’IA e in cosa si differenzia dall’intelligenza umana; sul riconoscimento delle immagini e il ruolo dell’IA nella guida autonoma; sulle reti neurali predittive per ottimizzare i consumi e ridurre l’impatto ambientale.
Quest’anno l’AVL Green Camp ha visto il coinvolgimento delle classi seconde medie di due istituti scolastici: Istituto Comprensivo Don G. Dossetti di Cavriago (RE) e la Scuola secondaria di I grado A.S. Aosta di Reggio Emilia. Alla seconda parte del progetto, i laboratori pratici all’interno delTechnical Center di AVL Italia, hanno partecipato 18 ragazzi, selezionati in base alle motivazioni espresse, 9 del Dossetti e 9 dell’Aosta.
“L’intenzione – dice Dino Brancale, amministratore delegato di AVL Italia – resta quella di offrire agli studenti e alle studentesse un’opportunità di apprendimento interattivo, stimolando la loro curiosità e, in particolare quest’anno, la consapevolezza su come l’IA possa contribuire a migliorare la mobilità del futuro, rendendola più sicura e sostenibile. Grazie al Comune di Cavriago e alla Cooperativa Accento che ci hanno aiutato a realizzare la quinta edizione di questa iniziativa. Chi lavora nel campo della scienza e della tecnologia ha il dovere di mostrare a tutti, soprattutto ai più piccoli, la bellezza e le potenzialità di queste materie. Investire in sostenibilità, transizione ecologica e innovazione significa anche educare le nuove generazioni a confrontarsi attivamente con questi temi, fin da piccoli”.
Nello specifico del percorso, i ragazzi hanno lavorato al computer per apprendere i metodi del machine learning e come l’Intelligenza artificiale può essere addestrata al riconoscimento delle immagini; hanno studiato il funzionamento di mini robot e come questi possono essere dotati di sensori di riconoscimento; hanno utilizzato sistemi di programmazione per individuare percorsi urbani a minor impatto ambientale.
“Ci sono buone pratiche che fanno la differenza nella vita delle persone – aggiunge il sindaco di Cavriago Francesca Bedogni -. Le iniziative di orientamento per la scelta della scuola secondaria di secondo grado sono tante e molto utili ma, soprattutto quando si prova a vincere il pregiudizio o addirittura lo stereotipo di genere, nulla è più efficace dell’esperienza diretta. Da questa consapevolezza condivisa è nata la collaborazione che ci ha portati alla quinta edizione di AVL Green Camp. Le ragazze e i ragazzi che negli anni hanno partecipato ai camp hanno fatto una esperienza che ha cambiato profondamente la loro percezione delle professioni scientifiche e tecnologiche e li ha aiutati a vedersi nel futuro, nell’ambito di quel percorso di orientamento che li traghetterà poi verso la scuola secondaria di secondo grado. Siamo convinti che in questo ambito la collaborazione tra istituzioni e territorio possa aprire opportunità straordinarie e lavoriamo con AVL proprio in questa direzione”.
Foto da ufficio stampa AVL
Noleggio auto: luci e ombre del primo semestre
di Alberto Viano, presidente di ANIASA
La 500 nella storia dei rally: conclusa la Pechino-Parigi
La mitica 500 guidata da Roberto Chiodi e Fabio Longo, dopo aver concluso con successo il rally più antico e lungo al mondo, è stata esposta per alcuni giorni al Museo Multimediale “Dante Giacosa” di Garlenda (Savona). Per la prima volta nella storia una Fiat 500 ha disputato e concluso la Pechino-Parigi, il rally intercontinentale più antico (prima edizione del 1907 vinta dall’Itala del principe Scipione Borghese), più lungo (14.750 km in 37 giorni di gara) e più difficile al mondo (tutti i ricambi a bordo, nessuna assistenza programmata).
L’auto ha attraversato 12 Stati lungo “la metà del mondo” su piste ai limiti della percorribilità, affrontando tempeste di sabbia e vento, superando sterrati e pietraie, fango, torrenti e il terribile ondulè con vibrazioni continue che sconquassano macchina, denti e budella di chi è a bordo. Il tutto con una Fiat 500 R del 1973, preparata dal “mago” Michele De Filippis, ma pur sempre di serie e consona alle verifiche Fiva.
Una autentica impresa da annoverare nella storia di questo modello che rappresenta veramente la genialità italiana nel motorismo e il principio delle cose ben fatte e durature.
Viva la piccola 500, dunque. E un plauso anche all’equipaggio
I due “decani” della manifestazione, il dentista Fabio Longo e il giornalista Roberto Chiodi (sette partecipazioni complessive); il proprietario Federico Pedini Amati, ministro del Turismo di San Marino, salito a bordo nei primi tre giorni e all’arrivo; e l’imprenditore sammarinese Stiven Muccioli, al volante da Baku ad Ankara. Un team tanto audace e motivato quanto incosciente, perché l’idea di affrontare una Pechino-Parigi – sapendo benissimo in cosa consiste – qualsiasi persona ragionevole l’avrebbe bocciata in partenza. Ma le imprese si compiono (come scritto sul cofano di “Lucia”) andando “Oltre ogni immaginazione”.
foto uff stampa fiat 500 club italia
Guida contromano e incidenti: occorre agire anche sulla segnaletica
di Valerio Casotti, presidente di Assosegnaletica
che Assosegnaletica continui a contribuire al dibattito pubblico sul tema. La nostra associazione ha fornito in più occasioni input significativi e ritiene opportuno farlo anche oggi in modo costruttivo.
In questo contesto, è fondamentale evidenziare come una segnaletica stradale poco efficace
ed efficiente possa rappresentare un fattore rilevante di distrazione e, di conseguenza,
contribuire al verificarsi di incidenti – non solo tra gli anziani. Negli ultimi anni, numerosi paesi
europei hanno implementato con successo sistemi di segnaletica dedicata, mostrando un
significativo abbassamento del numero di incidenti.
Risulta, quindi, fondamentale una progettazione accurata del segnalamento stradale, accompagnata da una manutenzione predittiva e dall’adozione delle buone pratiche europee già consolidate per contrastare il fenomeno del contromano.
Tra le previsioni della delega per la riforma del Codice della Strada, si annovera l’aggiornamento della segnaletica stradale, in conformità alle norme internazionali in materia, e organizzazione della circolazione. È un passo necessario per rendere le nostre strade più sicure e per tutelare la vita dei cittadini anche dalla guida in contromano.
Ribadiamo, dunque, la nostra disponibilità a collaborare con le istituzioni competenti per sviluppare e implementare norme chiare ed efficaci in materia di sicurezza stradale, mettendo a disposizione competenze e innovazioni, per contribuire a una rete stradale più sicura e accessibile a tutti.
Caccia alla 500 scomparsa: il gioco online del Fiat 500 Club Italia
Il Fiat 500 Club Italia è orgoglioso di annunciare il lancio di un innovativo gioco online educativo pensato per i più giovani, con l’obiettivo di avvicinarli alla storia e alla cultura della leggendaria Fiat 500 e del Club che ne promuove i valori storici e culturali.
Il gioco, disponibile gratuitamente sul sito ufficiale del Fiat 500 Club Italia, propone un’esperienza interattiva e coinvolgente, dove i ragazzi possono imparare divertendosi. Attraverso quiz, missioni, curiosità e sfide, i partecipanti scopriranno il mondo delle 500 storiche, le tappe fondamentali della loro evoluzione e il ruolo del Fiat 500 Club Italia nella valorizzazione di questo patrimonio automobilistico.
“Con questo progetto vogliamo trasmettere ai più giovani la passione per la Fiat 500 e far conoscere il nostro impegno nella tutela della sua storia -ha dichiarato il presidente Maurizio Giraldi -. È un modo moderno e divertente per educare, coinvolgere e creare un ponte tra le generazioni.».
L’attenzione ai giovani è un importante tassello della vita associativa del Club, come dimostra il noto evento “Crescere Sicuri”, al quale partecipano circa 1.000 bambini e ragazzi e che vede il Museo Multimediale della Fiat 500 Dante Giacosa di Garlenda protagonista per una intera settimana ogni primavera; molte sono anche le iniziative dedicate alle scuole e ai bambini in tutta Italia grazie al coinvolgimento dei 200 Coordinamenti locali. Recentemente, inoltre, è stato istituito un Gruppo Giovani #500GG, composto da figli dei soci del Fiat 500 Club Italia e giovanissimi iscritti che organizzano incontri ed eventi che li coinvolgono direttamente. Tornando al gioco, questo è stato studiato per bambini e ragazzi utilizzando tecnologie didattiche e ludiche di ultima generazione, ed è accessibile da qualsiasi dispositivo. Un’iniziativa che unisce cultura, tecnologia e passione.
foto uff stampa Club 500 Italia
Grazie Pippo Baudo: un amico che diede a Ford Italia un grande impulso
Autotorino: prima piattaforma digitale sulla mobilità elettrica
Autotorino, top dealer automotive italiano, è tra i primi attori del settore in Europa a presentare una piattaforma in grado di unificare e semplificare l’accesso alle informazioni sul mondo della mobilità elettrica: “Autotorino Evolution Advisor”, accolto con interesse e curiosità anche dall’industria, propone un approccio caratteristico che parte dalle esigenze di ciascun automobilista. A partire da un semplice quiz sulle proprie abitudini di guida, la piattaforma è in grado di individuare il livello di affinità alla mobilità elettrica, fornire previsioni di costi, consumi, impatto ambientale e molto altro per una scelta consapevole e sicura.
L’interesse verso la mobilità sostenibile in Italia continua a crescere. Nel primo quadrimestre 2025, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, si nota infatti un incremento significativo delle immatricolazioni in tutti i segmenti ad alimentazione green: nonostante i volumi ancora inferiori rispetto ad altre alimentazioni, l’elettrico puro (BEV) ha segnato un +82%, seguito dal +25,7% delle ibride plug-in e dal +16,4% delle ibride. Secondo un recente studio di Quintegia, inoltre, l’Italia, rispetto ad altri paesi europei, procede lentamente ma con costanza lungo il processo di elettrificazione: il nostro Paese ha investito nel migliorare l’infrastruttura aumentando il numero di colonnine per la ricarica, mentre registra un livello inferiore alla media europea per quanto riguarda le immatricolazioni del nuovo, e di conseguenza anche per il rinnovo del parco circolante. Autotorino ha quindi sviluppato la sua nuova piattaforma per sostenere con consapevolezza questo percorso di crescita e fornire uno strumento concreto, sicuro e che restituisce risposte chiare e precise a chi è interessato ad essere protagonista di questo cambiamento.
“La mobilità si evolve, si moltiplicano le tecnologie e le forme di fruizione; i consumatori si trovano in uno scenario che spesso percepiscono come complesso. Autotorino ha quindi sviluppato la piattaforma Evolution Advisor che aiuta a compiere una scelta consapevole e su misura – commenta Luca Genini, Direttore Servizi Finanziari, Assicurativi, Mobilità di Autotorino -. Abbiamo realizzato uno strumento digitale per aiutare le persone ad orientarsi, fornendo risposte chiare, sia dal punto di vista tecnico che pratico; ad esempio, simulando diverse soluzioni per la ricarica domestica e in mobilità. Un portale che unisce l’esperienza consulenziale di Autotorino con l’innovazione tecnologica, con l’obiettivo di diventare il riferimento non solo per chi si avvicina per la prima volta alla mobilità elettrica, ma anche per chi già la conosce e desidera esplorarne tutte le potenzialità.”
Dopo un percorso di formazione e approfondimento interno, Autotorino è ora pronta a guidare concretamente il cambiamento attraverso competenze e innovazione. Fiore all’occhiello di “Autotorino Evolution Advisor” è il simulatore che attraverso alcune semplici domande sulle abitudini e lo stile di guida è in grado di restituire un profilo personalizzato: “entusiasta elettrico”, “aspirante elettrico”, “entusiasta plug-in” e “aspirante plug-in”. Ma non solo, al termine del quiz la piattaforma permette di simulare le diverse opzioni di ricarica e conoscerne i tempi, confrontare i costi rispetto alle vetture termiche, analizzare le emissioni risparmiate, localizzare i punti di ricarica nei luoghi di interesse e scoprire la selezione di veicoli Autotorino che rispondono alle proprie esigenze. È anche possibile mettere a confronto i modelli di interesse dando facilmente evidenza di caratteristiche importanti per la scelta quali i tempi di ricarica, l’impatto ambientale e il risparmio di carburante. A completare la piattaforma anche una sezione dedicata ad articoli divulgativi e a domande frequenti sul mondo elettrico per rimanere sempre aggiornati.
Focus auto usata: comportamenti d’acquisto e motivazioni
In un contesto segnato da caro carburanti e incertezze economiche, l’auto usata si conferma una scelta strategica per molti italiani, non solo dettata dalla necessità di risparmiare ma anche guidata da valori di sostenibilità. A evidenziarlo è l’Osservatorio Second Hand Economy 2024 – realizzato da BVA Doxa per Subito, che quest’anno per la prima volta analizza anche i comportamenti di chi ha acquistato o sta per acquistare un’auto usata.
Motori: un settore maturo, digitale e guidato dalle auto
Il mercato dell’usato in Italia nel 2024 ha generato il valore record di 27 miliardi, corrispondente all’1,2% del PIL. Un valore importante e in continua crescita (+1 miliardo sul 2023), prodotto per oltre il 40% dai veicoli (10,8 miliardi). All’interno della categoria, le auto restano il comparto dominante per valore (circa il 70%), seguite da moto&scooter e veicoli vommerciali. Tuttavia, per numero di acquisti, sono gli accessori autoa guidare la classifica. Che sia per evitare i tempi di attesa o abbattere i costi del nuovo, per poter accedere a brand premium anche con un budget limitato, o ancora perché si è alla ricerca di un’auto storica, l’usato è comunque la prima scelta degli italiani anche quando si parla di automobili. I dati UNRAE parlano chiaro: nel 2024 i passaggi di proprietà delle auto usate sono stato quasi il doppio di quelle nuove.
“Secondo l’Osservatorio Second hand Economy il 57% del valore del mercato delle auto usate, pari a 5,9 miliardi di euro, è generato grazie all’online – commenta Andrea Volontè, Direttore Vendite di Subito – a dimostrazione di come la ricerca sulle piattaforme digitali sia diventata non solo il punto di partenza imprescindibile, ma spesso anche il punto di arrivo del processo di acquisto”.
Ecco perché quest’anno Subito, insieme a BVA Doxa, ha scelto di dedicare un focus specifico al mondo dell’auto usata. Un approfondimento reso necessario dalla centralità di questo mercato che riflette in modo emblematico le trasformazioni nei comportamenti di consumo degli italiani: più pragmatici, attenti al bilancio familiare, ma anche più responsabilità nelle scelte. Dalle oltre 2.000 interviste condotte è emerso che il 15% degli italiani ha acquistato un’auto usata negli ultimi tre anni, mentre un ulteriore 7% sta valutando di farlo. Proprio a questa parte del campione sono state rivolte domande specifiche, con l’obiettivo di capire meglio i loro comportamenti e le ragioni delle loro scelte.
Alimentazione: la transizione ecologica procede a rilento
Nonostante la crescente attenzione alla transizione ecologica e lo sviluppo di nuove tecnologie, i dati dell’Osservatorio mostrano come le alimentazioni preferite rimangono il Diesel (33%) e la benzina (29%), con il GPL (19%) che mantiene un buon livello di proprietà. Le ibride si attestano al 15%, mentre le full electric restano ancora marginali ( 4% ), segnale di una transizione più lenta e forse meno prioritaria di quanto previsto.
Un percorso d’acquisto ibrido
Il percorso che porta all’acquisto di un’auto usata si costruisce oggi attraverso una combinazione di canali, dove l’online rappresenta il primo passo fondamentale. Il 38% degli italiani inizia la ricerca su siti e app specializzate come Subito Motori, utilizzati sia per l’esplorazione iniziale, che per la selezione dei modelli preferiti e per il contatto con il venditore che precede l’indispensabile incontro. Le concessionarie restano centrali ( 35%) , nella ricerca ma soprattutto nella fase finale, per toccare con mano il veicolo e completare l’acquisto con maggiore sicurezza.
Non manca il ruolo del passaparola, ancora oggi considerato utile dal 15% degli acquirenti: non solo per trovare opportunità interessanti, ma anche per raccogliere esperienze, consigli e rassicurazioni da chi ha già affrontato lo stesso percorso. I diversi canali non sono alternativi, ma spesso vengono utilizzati in parallelo: l’online per scoprire e confrontare, l’offline per verificare e decidere, il passaparola per orientarsi. Un approccio ibrido, che unisce razionalità, fiducia e concretezza.
Da dove si parte nella ricerca di un’auto usata? Il criterio più determinante resta il budget: poco più di un terzo degli intervistati (35%) dichiara infatti di partire da una disponibilità economica precisa e di orientarsi verso ciò che rientra in quella fascia, cercando l’affare. Il 21%, invece, ha idee chiare sul modello desiderato e si muove di conseguenza, selezionando quello che offre le migliori condizioni o il miglior rapporto qualità-prezzo. Per il 15%, la priorità è acquistare un usato “fresco”, possibilmente a km0 o comunque recente ; infine, il 13% si lascia guidare dal marchio , spesso premium, considerando l’usato la porta di accesso a un’auto aspirazionale.
Per quanto riguarda i vantaggi nell’acquisto di un’auto usata, la convenienza economica resta quello principale: il 47% degli italiani dichiara di non voler spendere troppo per un’auto, sia per una questione di risparmio, sia perché probabilmente considera l’auto uno strumento funzionale, non è un oggetto del desiderio. Al secondo posto tra i vantaggi percepiti, la possibilità di acquistare comunque in concessionaria con garanzie (43%), offrendo maggiore sicurezza anche nel mondo dell’usato. Molto significativa è la dimensione etica: il 40% degli intervistati sceglie l’usato per contribuire attivamente all’economia circolare , affermando di voler dare una seconda vita a un’auto già esistente, abbattendo così gli ingenti costi ambientali della produzione di un’auto nuova.
“Siamo abituati a vedere nella seconda mano una scelta etica legata alla lotta agli sprechi – lo dimostra il 55% degli italiani che le attribuisce un valore sociale e di circolarità. Tuttavia, ci ha colpito un’adesione valoriale così forte anche per quanto riguarda l’auto, un acquisto meno frequente e complesso, ma proprio per questo ben ponderato”, osserva Andrea Volonté.
Seguono motivazioni più pratiche: il 37% non vuole investire troppo perché usa poco l’auto o non la considera essenziale, mentre il 35% preferisce acquistarla da privati per risparmiare ulteriormente. Una fetta più appassionata (22%) è invece attratta da auto d’epoca, youngtimer o modelli da collezione, per i quali l’usato resta l’unico canale possibile. Al contrario, le preoccupazioni maggiori riguardano possibili problemi di affidabilità (61%) con il rischio di generare delle spese impreviste non pianificate (48%), ma anche la mancanza di incentivi statali incide per il 20%.
Gen Z: più digitale, meno preoccupata ma anche meno esperta
Per quanto riguarda i modelli usati, le scelte della Gen Z non si discostano molto dal totale campione, ma c’è un dato curioso: il Diesel risulta essere più scelto rispetto alla media (37% contro il 33%), nonostante questa generazione sia la più sensibile alle tematiche ambientali. Le auto elettriche, probabilmente a causa dei costi ancora elevati, non riescono ad emergere, mantenendo percentuali simili a quelle del campione complessivo.
Inoltre, il ruolo del concessionario diminuisce drasticamente (21% contro il 35% della media), mentre rimane solido il peso delle piattaforme online (37%), con un incremento dell’importanza del passaparola (19%) e dei social media (16%), che per il campione totale sono marginali. I vantaggi di acquisto si allineano in gran parte con quelli percepiti dal resto del campione, ma emergono alcune differenze significative nelle motivazioni: il risparmio economico, ad esempio, ha un peso minore tra i più giovani, probabilmente perché spesso non sono loro a sostenere direttamente la spesa. Al contrario, per il 31% l’auto usata rappresenta la soluzione ideale per affrontare la prima esperienza di guida , in quanto accessibile e meno impegnativa.
Interessante anche il quadro delle preoccupazioni: la Gen Z si mostra meno ansiosa rispetto all’affidabilità del veicolo (50% contro il 61% della media) e agli eventuali costi imprevisti (38% contro 48%). Tuttavia, questo atteggiamento più rilassato potrebbe riflettere una minore esperienza rispetto alle generazioni precedenti, rendendo più complicata la fase decisionale. Il 23% dei giovani, infatti, dichiara di avere difficoltà a mettere insieme tutti gli elementi necessari per una scelta consapevole; il 15% fatica a confrontare i prezzi per identificare un vero affare; e il 17% è preoccupato di non riuscire a trovare modelli recenti dotati di tecnologie avanzate o sistemi di sicurezza aggiornati. Questi dati raccontano una generazione che, pur essendo nativa digitale, ha bisogno di strumenti più intuitivi, supporto informativo e contenuti educativi per affrontare con maggiore sicurezza il percorso verso la mobilità autonoma.
Foto da sito Mocauto
C’era una volta un sogno a 4 ruote: il fascino perduto dell’automobile
di Michele Ceci
(dal magazine “Prismag” con alcuni virgolettati di Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotove, sui temi caldi automotive)
Non è un caso che, nel gergo comune, la parola “automobile” sia diventata un sinonimo forbito di “macchina”. Per molti decenni, prima del computer e subito dopo i primi farmaci, la mobilità privata ha rappresentato – nell’immaginario collettivo – una delle invenzioni umane più rivoluzionarie e dirompenti. L’introduzione di modelli sempre più accessibili al grande pubblico ha fatto il resto: non c’è libro di storia contemporanea che, nelle proprie pagine sul miracolo economico italiano degli anni Cinquanta, non citi almeno una volta la motorizzazione di massa. In un’Italia appena uscita dalla guerra, l’acquisto della prima auto viene spesso presentato come un riscatto personale per molte famiglie.
Vetture a basso prezzo come la mitica Fiat 500 – e prima di lei la 600 – iniziano a popolare le autostrade in costruzione, sempre più servite grazie ai distributori dell’Agip di Enrico Mattei e ai primi Autogrill della Pavesi. In un reportage di uno dei primi numeri della rivista “Quattroruote”, l’Alfa Romeo Giulietta, passata poi alla storia come la fidanzata d’Italia, batte sul tempo il Settebello di Ferrovie dello Stato, giungendo a Roma in 5 ore e 59 minuti. Con un tratto d’autostrada, certo, ma solo fino a Firenze, dove all’epoca l’A1 terminava. Dopo più di sessant’anni, nell’incantesimo su ruote qualcosa sembra però essersi rotto.
Costosa da comprare e da mantenere, nel nuovo ordine urbano l’automobile è diventata un ingombro. Per le giovani generazioni, spesso precarie sul lavoro e nella città di residenza, il mezzo privato è un miraggio (economicamente parlando) o un incubo, quando imbottigliamenti, multe e rischio incidenti sono all’ordine del giorno. “La convenienza dei mezzi pubblici nelle città è indubbia”, osserva Pierluigi Bonora, firma di lungo corso delle pagine automobilistiche de “il Giornale”, direttore di ACI Radio (Automobile Club d’Italia) e promotore di #FORUMAutoMotive, “ma bisogna creare le condizioni per lasciare l’auto fuori dai centri città in condizioni sicure, per esempio con parcheggi intermodali sorvegliati, illuminati e frequentabili anche nelle ore serali e notturne”.
Nelle più recenti fotografie statistiche scattate da ACI sul parco auto italiano, si evidenzia come i passaggi di proprietà di vetture usate siano aumentati nei primi sei mesi del 2025. Tutto ciò a fronte di un crollo quasi sistematico delle immatricolazioni di auto nuove: impressionante, in particolare, il dato di giugno, con un crollo del 16,9 per cento rispetto allo stesso mese del 2024. Tra i nuovi acquisti spiccano automobili ibride a benzina, mentre chi sceglie l’usato anche con chilometraggio ridotto preferisce ancora le vecchie alimentazioni diesel e benzina. Le conseguenze tangibili si riscontrano in un parco auto sempre più vecchio, dove chi opta per comprare sceglie l’usato, mentre nel mercato del nuovo proliferano noleggi a lungo termine, leasing e finanziamenti, un mercato in crescita costante dal 2023. A tal proposito, però, “al Pubblico registro automobilistico (Pra) sono registrati tutti i movimenti di proprietà ma non è richiesta nessuna divisione per fasce d’età, per esempio. Tantomeno i motivi per cui un acquirente preferisca un determinato mezzo [nuovo o usato, ibrido o termico, ndr] a un altro”, sottolinea Paolo Borgognone dell’ufficio stampa dell’Automobile Club d’Italia.
Ma l’impatto sul mito della patente è comunque sensibile: fra gli under 25, solo il 46 per cento ha conseguito la licenza di guida, contro il 72 per cento fra gli over 50. «Per alcuni anni ho ritenuto di aver solo posticipato la cosa, ma quando mi sono trasferito a Bologna da Messina, ho realizzato che per la maggior parte del mio tempo non mi sarebbe servita», ci racconta Dario, 27 anni, che ha rinunciato “inizialmente più per motivi di pigrizia che non per un ragionamento etico”. “Ora come ora”, conclude, “non penso di farla”. Patenti a parte, sono meno di seicentomila le autovetture intestate alla generazione Z. “L’automobile è stata oggetto di strumentalizzazione, va usata con criterio, ma il modo in cui viene presa di mira – dipinta come cattivo esempio di occupazione degli spazi cittadini, inquinamento, pericolo e ostentazione – è decisamente opinabile, anche perché, per molti di coloro che rimandano, prima o poi la patente diventa inevitabile», commenta Bonora, che da anni promuove il #FORUMAutoMotive a Milano.
Chi abita fuori città o lontano dalle stazioni ferroviarie continua infatti a considerare la patente come inevitabile, o perlomeno come un male necessario. “Guidare per me è una necessità, più che altro. Sono nato e cresciuto in un paese di 300 anime nell’appennino tosco-romagnolo, un esempio da manuale di area interna: non ci sono servizi di base come scuole superiori, centri di aggregazione giovanile e impianti sportivi o un servizio sensato di trasporti, ma nemmeno supermercati, banche o strutture sanitarie”, ci spiega Andrea, che aggiunge: “L’auto diventa dunque una necessità per motivi di indipendenza ma anche di benessere. C’è un sacco di pressione mentale, isolamento, fomo [fear of missing out, paura di essere tagliati fuori, ndr] e tempo perso quando vieni da queste zone. Non ce la fai mai a svolgere attività extra-scolastiche con facilità, o anche ad avere una vera rete di amici o possibilità, perché sei sempre quello che viene da lontano. Quando mi sono spostato, prima a Milano e poi in Belgio, non ho mai sentito il bisogno di guidare per fare quello di cui avevo bisogno o accedere a servizi anche di base. In linea di massima, non penso che vivendo altrove avrei rinunciato a prendere la patente in toto, perché la considero comunque un asset in termini di indipendenza, alla quale io do molto valore». Non da ultimo, vi sono poi città dove il servizio di trasporto pubblico è storicamente carente: «A Messina, morfologicamente, la macchina è pressoché necessaria, ed è proprio perché spendo lì una porzione estremamente risicata del mio tempo che ho rinunciato a fare la patente. Tuttora, percepisco il problema solo quando torno in Sicilia”, aggiunge Dario.
Anche per chi ottiene l’agognata licenza, spesso dopo mesi di pratica e intralci burocratici, la decisione di comprare un’auto apre la strada a numerose incognite. Non aiuta probabilmente il mercato delle quattro ruote, che procede a tappe forzate con l’elettrificazione e una platea di consumatori che, almeno in Italia e per il momento, non sembra disponibile a seguire la transizione. “Le scelte decarbonizzanti possibili erano molte, dai biocarburanti all’ibrido diesel, ma a livello europeo si è presa una strada normativa a senso unico”, commenta Bonora; una strada che “peraltro, come molti sanno, favorisce apertamente i produttori auto cinesi. Oltretutto, anche questi colossi si sono resi conto di come la tendenza potrebbe cambiare e si stanno preparando a reagire. Per fortuna, la Commissione europea sembra aver capito l’errore e, non a caso, ha già lanciato una serie di consultazioni volte a rivedere la normativa attuale sulle emissioni zero”. L’obiettivo della svolta sembra chiaro: un momentaneo cambiamento nei costumi non deve né può provocare un cataclisma industriale. D’altra parte, è difficile non capire le sensibilità ambientali della nuova generazione: “Sono un grande ambientalista da sempre e mi dà davvero fastidio che nelle mie zone si debba utilizzare così tanto l’auto, soprattutto perché i tre quarti dei viaggi sono in solitaria. Incentivare i mezzi pubblici vorrebbe dire far muovere un autobus per poche persone e anche l’elettrico non è una soluzione, viste le strade in salita piene di curve, che fanno di gran lunga aumentare i consumi. L’economia qui gira grazie al settore agricolo, pertanto non riesco a pensare a un modo reale per rispondere a questo problema”, aggiunge Andrea. Per un’Italia geograficamente spaccata fra metropoli, città medio-piccole e aree interne, la nuova era della mobilità si preannuncia dunque complessa e piena di interrogativi: su tutti, la sfida di promuovere una transizione ecologica senza lasciare indietro nessuno.
Foto da archivio di Michele Ceci