RE-BREATH: giù le emissioni da usura dei freni nel trasporto pubblico

RE-BREATH: giù le emissioni da usura dei freni nel trasporto pubblico
A tre anni dall’inizio si avvia alla sua conclusione il progetto RE- BREATH (Reduction of Brake Wear Emissions in the Transport Sector), un’iniziativa finanziata dal programma LIFE della Commissione Europea che ha coinvolto partner d’eccellenza a livello europeo per migliorare la conoscenza delle emissioni di microparticelle non esauste generate dai sistemi di frenatura del sistema di trasporto pubblico locale (TPL); valutare il loro impatto sulla qualità della vita delle persone e sull’ambiente; e, infine, progettare e sviluppare un sistema frenante degli autobus innovativo e più rispettoso dell’ambiente e intervenire con opere di mitigazione verde.

Grazie alla collaborazione tra ricerca, impresa e istituzioni pubbliche, RE-BREATH ha dimostrato che un’innovazione mirata nei sistemi frenanti può contribuire concretamente a rendere il trasporto pubblico più sostenibile.
Test su strada reali condotti per 16 mesi nelle città di Bergamo e Bratislava, identificate dall’Agenzia Europea dell’Ambiente tra i centri urbani con più alte concentrazioni di PM10, hanno riportato risultati che confermano gli obiettivi iniziali di progetto.

Il cuore del progetto è rappresentato da un sistema frenante innovativo sviluppato da Brembo N.V. con dischi freno in una speciale ghisa low wear e pastiglie freno progettate appositamente per lavorare in sinergia con i nuovi dischi. Il disco freno deriva dall’esperienza di Brembo nell’ambito del trasporto privato rispettoso della nuova normativa Euro7. La pastiglia freno, il cui lancio sul mercato è previsto entro la fine del 2025, invece è stata appositamente sviluppata per veicoli pesanti ed è completamente priva di rame (100% copper-free), Il nuovo sistema ha raggiunto l’obiettivo di mantenere elevata l’efficienza di frenata riducendo sensibilmente le emissioni di particolato rispetto ai sistemi convenzionali.

I risultati del progetto RE-BREATH hanno testimoniato: il significativo aumento della durata dei dischi freno durante la dimostrazione su strada, paragonata ai dati storici: +50% rispetto ai sistemi OE (Original Equipment) e +100% rispetto ai sistemi AM (Aftermarket).; la riduzione delle emissioni di PM10: -10% confrontando il sistema OE (Original Equipment) con la soluzione RE-BREATH, utilizzando il fattore di emissione del test al banco e la metodologia EEA (European Environment Agency) per la stima delle emissioni; una diminuzione della concentrazione di PM10 tra il 40% e il 70% presso le fermate degli autobus dotate di barriere verdi, a conferma dell’efficacia degli interventi di mitigazione ambientale.

I dati del progetto sono stati condivisi con la Task Force 5 (gruppo PMP, UNECE) per contribuire allo sviluppo di futuri standard di emissione. I test, infatti, hanno evidenziato la loro potenziale scalabilità in contesti simili, ad alta domanda e i risultati raggiunti aprono la strada a un’adozione più ampia di componenti sostenibili all’interno delle flotte.
Grazie alla collaborazione con Arriva Italia e Arriva Slovakia, il sistema è già in fase di replicazione sulla flotta di veicoli commerciali leggeri in Italia (Bergamo e Roma) e in Slovenia, anticipando la normativa Euro 7, che entrerà in vigore dal 2026.

Il progetto ha visto il contributo attivo anche del Comune di Bergamo, responsabile della comunicazione e degli interventi di mitigazione verde a livello locale, e del Consiglio Nazionale delle Ricerche – con l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (CNR-IIA) e l’Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati (CNR-ISMN) – responsabile della misurazione della qualità dell’aria e degli inquinanti emessi dai freni dei mezzi alle fermate degli autobus, oltre che dell’elaborazione del modello di dispersione degli inquinanti.

Guardando al futuro, i partner del progetto credono fermamente che una collaborazione continua tra imprese, ricerca, istituzioni pubbliche e comunità locali sia essenziale per promuovere ulteriori soluzioni di mobilità a basso impatto. Il modello replicabile sviluppato grazie a RE- BREATH costituisce oggi una best practice concreta per costruire città più verdi, vivibili e resilienti, in cui la mobilità urbana risponde alle esigenze dei cittadini e dell’ambiente.
Foto da ufficio stampa Brembo

Viaggio nel mondo AppassionAuto: immagini dall’edizione 2023

Viaggio nel mondo AppassionAuto: l'edizione 2023

AppassionAuto: la tua passione per far del bene. Dal 12 al 14 settembre 2025 al via da Comano Terme, nel Trentino, la tredicesima edizione del raduno di beneficenza  per gli amanti delle 4 ruote supercar, le auto d’epoca e le auto classiche. L’evento è organizzato da un gruppo di volontari che hanno realizzato tutto questo unendo la loro passione per le autovetture a quella di fare del bene. “Siamo orgogliosi di aver creato un raduno di solidarietà che parte dal cuore per dare un piccolo aiuto a chi è in difficoltà“, sottolineano gli organizzatori.

Il raduno è dedicato alla memoria di Augusto Gottardi, Marcella Bono, Giannino Luchese e Giuseppe Gorfer, grandi appassionati di auto e di solidarietà.

 

 

Toyota e la via del pragmatismo: bene i motori di nuova generazione

La lezione di Draghi: il "Green Deal" così concepito è insostenibile

di Domenico De Rosa, CEO del Gruppo SMET

 
La scelta di Toyota rappresenta un raro esempio di lucidità industriale in un’epoca segnata da scelte tecnologiche univoche e spesso affrettate.
Mentre gran parte dell’industria europea sembra anestetizzata verso l’abbandono totale del motore termico per decreto della Commissione Europea, l’azienda giapponese investe in propulsori di nuova generazione capaci di convivere con ogni tipo di trazione.

L’intesa con Subaru e Mazda e lo sviluppo di unità da 1,5 e 2 litri pronte per qualsiasi configurazione tecnica mostrano un approccio fondato sul realismo e sulla capacità di adattamento. Non è un rifiuto del sedicente progresso imposto, ma il riconoscimento che il futuro richiede pluralità di soluzioni, efficienza e libertà di scelta.

Toyota dimostra a tutti che la vera innovazione nasce dall’inclusione di più strade possibili e non dall’eliminazione preventiva di quelle già collaudate.

Domenico De Rosa – Foto da ufficio stampa SMET Group

Fiera Milano e IEG: alleanza strategica sull’auto d’epoca

Fiera Milano e IEG: alleanza strategica sull'auto d'epoca
Una novità per il sistema fieristico nazionale. Fiera Milano e Italian Exhibition Group (IEG) acquisiscono da Andrea Martini, che tramite la società Mosaico Capital ne detiene le partecipazioni, il 70% di EMAC S.r.l., società specializzata nell’organizzazione di eventi fieristici per l’automotive d’epoca. La nuova compagine societaria vedrà, pertanto, Fiera Milano e IEG al 35% ciascuno, mentre il restante 30% resterà in capo ad Andrea Martini, garantendo una gestione sinergica e strategica alle due manifestazioni di settore.

Il debutto avverrà con la quindicesima edizione di Milano AutoClassica (21-23 novembre 2025 a Fiera Milano).
A seguire, in primavera la terza edizione di Vicenza Classic Car Show, alla Fiera di Vicenza dal 28 al 30 marzo 2026. La partnership segna l’inizio della collaborazione tra Fiera Milano e IEG: è convinzione delle due società fieristiche che un percorso di lavoro congiunto fra i principali operatori fieristici del Paese possa creare sinergie concrete, sviluppare progetti condivisi e presentarsi in modo più competitivo anche sui mercati internazionali.
Forme di collaborazione si estenderanno anche al settore congressuale, dove Fiera Milano e IEG vantano poli
di eccellenza internazionale come Allianz MiCo (Milano) e Palacongressi di Rimini. 
A questi si affiancano il Vicenza Convention Centre e il Palazzo dei Congressi di Fiuggi, gestiti da IEG e il MoMeC a Roma, di Fiera Milano. Unendo le forze, Fiera Milano e IEG avranno la possibilità di promuovere, soprattutto all’estero, l’Italia come destinazione congressuale d’eccellenza.
“Questa operazione è perfettamente coerente con il nostro Piano Strategico 2024-2027, che punta a rafforzare il portafoglio di mostre organizzate e ospitate, in Italia e all’estero. EMAC rappresenta un passo concreto nella direzione auspicata da tempo: unire le forze tra i grandi quartieri fieristici italiani”, dichiara l’Amministratore
Delegato e Direttore Generale di Fiera Milano, Francesco Conci
. “Solo attraverso sinergie reali possiamo affrontare con maggior forza i mercati esteri e consolidare il ruolo dell’Italia nel panorama fieristico globale.
Accanto alla dimensione fieristica, EMAC è anche un banco di prova per nuovi modelli di collaborazione tra operatori italiani, in grado di generare economie di scala, attrattività internazionale e sviluppo di filiere verticali di eccellenza. I numeri lo dimostrano: secondo la più recente classifica ICCA 2024, l’Italia è prima in Europa e seconda al mondo con 635 congressi internazionali ospitati nell’ultimo anno, un risultato che evidenzia quanto possiamo ottenere quando lavoriamo insieme”.

“Abbiamo sempre pensato che il sistema fieristico nazionale potesse e dovesse ambire alla creazione di sinergie su singole verticali industriali e scenari internazionali”, spiega l’Amministratore Delegato di IEG, Corrado Peraboni. “Con Fiera Milano abbiamo trovato un partner che, per standing e postura, ha reso possibile questo primo e significativo passo. Collaborazioni di questo tipo consentiranno di creare valore per i territori e per gli azionisti delle società, oltre che la creazione di maggiori opportunità per le aziende che ospitiamo nelle nostre manifestazioni. Ove se ne presenti la possibilità, coglieremo future possibili operazioni di sistema Paese come un importante tassello, a fianco della crescita organica e per linee esterne, della strategia di espansione del nostro Gruppo”.

“Accolgo con entusiasmo l’ingresso di Fiera Milano e Italian Exhibition Group nella compagine societaria di Emac”, dichiara Andrea Martini. “Milano AutoClassica e Vicenza Classic Car Show sono manifestazioni con caratteristiche distintive, ma fortemente complementari, ciascuna con propri punti di forza che ne hanno decretato il successo. Sotto una regia unificata e con il supporto di due soci del calibro di Fiera Milano e IEG potranno generare importanti sinergie e aprire nuove prospettive di crescita. Inoltre, la loro collocazione in due momenti strategici dell’anno, autunno e primavera, consentirà di presidiare l’intero arco della stagione fieristica, garantendo una presenza costante sul mercato e favorendo la fidelizzazione di espositori e pubblico”.
Attraverso l’operazione, Fiera Milano e IEG dimostrano che la partnership è la leva più efficace per consolidare
la leadership fieristica, e congressuale, dell’Italia
e portarla con ancora più forza sui mercati internazionali.
EMAC gestirà due appuntamenti chiave per l’automotive heritage“.

Milano AutoClassica. Nato nel 2012, il salone dedicato al mondo delle auto classiche e sportive è ospitato negli spazi di Fiera Milano. Si contraddistingue per l’alto standard qualitativo dell’offerta espositiva.
Nell’edizione 2024 ha registrato oltre 82.000 visitatori, 600 media accreditati, 4.500 vetture esposte e 1.000
auto iscritte ai raduni. La quindicesima edizione si terrà a Fiera Milano dal 21 al 23 novembre 2025.

Vicenza Classic Car Show. Nato nel 2024
, il salone si è affermato come appuntamento di primavera per gli appassionati di motorismo storico, colmando il vuoto di eventi del settore nella prima parte dell’anno.L’edizione
2025 ha registrato 35.000 visitatori (con un aumento del 38% rispetto al 2024), 240 media accreditati, 2.300
vetture esposte e 310 auto iscritte ai raduni
. La prossima edizione è in programma a Fiera Vicenza dal 28 al
30 marzo 2026. 
Foto da ufficio stampa Fiera Milano

Bambini a bordo: il seggiolino non va scelto a caso

Bambini a bordo: il seggiolino non va scelto a caso

La sicurezza dei bambini in auto è un tema centrale, ma ancora oggi molti genitori non sono pienamente consapevoli di normative e buone pratiche fondamentali: ad esempio, quasi 1 su 2 non sa che la scelta del seggiolino dipende dall’altezza del bambino, come previsto dalla normativa i-Size, e in molti casi si ignora che dopo un incidente il seggiolino va sempre sostituito, anche se non visibilmente danneggiato.

 

Chicco – si legge in una nota dell’azienda – è l’unico marchio in Italia a disposizione di un crash test center privato, presso il proprio stabilimento di Verolanuova (BS), dove i seggiolini vengono sottoposti a test dinamici avanzati secondo gli standard europei di omologazione ECE R129. Un’infrastruttura tecnica unica nel panorama nazionale.

 

L’UE e la spinta sulla mobilità verde: l’impatto con la realtà economica

Il futuro dell'automotive in Europa: CLEPA chiede misure per salvaguardare la produzione

di Benjamin Krieger, segretario generale del CLEPA

 

La realtà odierna è sconfortante. I fornitori si trovano ad affrontare margini di profitto sempre più ridotti e le piccole e medie imprese rischiano sempre più spesso il fallimento. I costi per la conformità alle normative sulle emissioni di carbonio aumentano e le barriere commerciali si moltiplicano. Gli investimenti stanno rallentando e le aziende stanno riconsiderando la propria presenza in Europa a favore di ambienti più prevedibili ed economicamente vantaggiosi. La perdita di posti di lavoro non è più solo un rischio, ma una realtà che colpisce migliaia di dipendenti lungo tutta la catena di fornitura, dagli operai specializzati agli ingegneri certificati. Quando energia, manodopera e conformità normativa sono tutti fattori critici, dobbiamo chiederci: quale vantaggio competitivo offre l’Europa?

Nel frattempo, le tensioni geopolitiche si stanno intensificando. Una serie di nuovi dazi statunitensi ha già interrotto i flussi commerciali, mentre le relazioni con la Cina sono caratterizzate da parità di condizioni e preoccupazioni relative alla dipendenza dalla catena di approvvigionamento. Le restrizioni di ritorsione della Cina all’esportazione di materie prime essenziali, tra cui le terre rare essenziali per i veicoli elettrici, sottolineano la reale vulnerabilità dell’autonomia industriale dell’Europa.

Questo non è altro che un campanello d’allarme. Senza una risposta ben coordinata, l’Europa rischia di trovarsi schiacciata tra un’eccessiva estensione delle politiche e una perturbazione del commercio globale. Il recente allentamento delle sanzioni sulle emissioni di CO₂ per le case automobilistiche è positivo, ma temporaneo. Non può correggere un percorso normativo che rischia di compromettere l’innovazione e gli investimenti futuri.

Il Piano d’azione per l’industria automobilistica presentato dalla Commissione europea a marzo riconosce l’importanza strategica del settore. Ma le buone intenzioni non bastano. I recenti dialoghi strategici devono ora tradursi in azioni concrete. Le misure finora in discussione mancano della prospettiva, della portata e dell’ambizione necessarie per garantire la leadership industriale dell’Europa nei decenni a venire. Ciò si tradurrà in minori opportunità di lavoro per i giovani europei, minore creazione di valore all’interno del mercato unico dell’UE e, in definitiva, minori entrate fiscali per gli Stati membri dell’UE. Per cambiare rotta, tre cose sono fondamentali.

 

Ratificare gli accordi commerciali e ripristinare le nostre principali relazioni commerciali

Dobbiamo ripristinare condizioni di parità nelle relazioni commerciali con la Cina e garantire l’accesso reciproco al mercato a condizioni eque. Un accordo commerciale equilibrato tra UE e USA sarà fondamentale per entrambe le parti; le ritorsioni dovrebbero essere mirate e servire solo ad aumentare le possibilità di un esito negoziato. Un’escalation tariffaria prolungata non farà altro che alimentare l’instabilità e dobbiamo evitare che le ritorsioni colpiscano prevalentemente due volte le aziende europee. Infine, è necessario sostenere la diversificazione attraverso la ratifica e la negoziazione di accordi commerciali, incluso l’accordo Mercosur.

 

Adottare un approccio tecnologicamente aperto alla regolamentazione della CO₂

Ciò include il supporto a combustibili sostenibili, tecnologie a idrogeno e soluzioni ibride, oltre ai veicoli elettrici a batteria (BEV). Imporre una soluzione tecnologica rischia di trascurarne altre. I BEV sono essenziali, ma non esclusivi. Norme eccessivamente prescrittive ignorano la preparazione del mercato, limitano l’innovazione e aumentano i costi. Si prevede che la produzione di BEV e PHEV nel 2025 sarà inferiore di oltre 1,25 milioni diunità rispetto alle aspettative di appena due anni fa, in parte a causa dell’incertezza normativa e fiscale.

 

Ancorare l’ambizione climatica alla realtà industriale

Gli obiettivi climatici dell’UE devono essere raggiunti parallelamente alla garanzia della capacità industriale e delle catene di approvvigionamento. Che si tratti di batterie, motori per veicoli elettrici o motori a combustione interna modernizzati. L’autonomia strategica dipende dalla pluralità tecnologica e dalla resilienza. CLEPA e i suoi membri si impegnano a collaborare con le istituzioni dell’UE per dare vita a una transizione verde che non sia solo intelligente dal punto di vista climatico, ma anche economicamente sostenibile e competitiva a livello globale.

Le decisioni prese ora definiranno il posto dell’Europa nell’ordine industriale mondiale. Assicuriamoci di non guardarci indietro nel 2035 chiedendoci: perché abbiamo perso ciò che avevamo il potere di proteggere?

 

L’UE e l’automotive: no al suicidio economico più importante della storia

Ursula ci taglia fuori dal Tavolo del 12 settembre: pessimo segnale
di Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della Lombardia e presidente della Automotive Regions Alliance
 
C’è la necessita di apportare correttivi rispetto alle attuali direttive della Commissione Europea cosi da evitare quello che potrebbe essere ricordato come il suicidio economico più importante della storia. Oggi registriamo positivamente l’unità delle Regioni sul principio della neutralità tecnologica. Abbiamo inoltre chiesto congiuntamente il massimo coinvolgimento delle regioni per il nuovo Piano d’azione europeo per l’automotive, ribadendo altresì una forte preoccupazione per la situazione del settore a livello europeo; una situazione che richiede cambiamenti immediati.
 
Come “Sistema Lombardo” in questi quattro anni crediamo di aver messo in campo tutto quello che potevamo. Siamo stati i primi a lanciare un grido di allarme nel silenzio piu assordante, abbiamo predisposto documenti scientifici grazie al supporto del Cluster della Mobilita Lombarda e delle Università, abbiamo creato alleanze con le Regioni europee. Adesso tocca all’Europa dare risposte concrete e apportare cambiamenti radicali per salvare un settore strategico per la manifattura europea.
 
Noi continueremo a lottare per salvare aziende e posti di lavoro. Per noi i principi della neutralità tecnologica e della pluralità di trazione non cambiano e ci aspettiamo che anche la Commissione li faccia propri.


Foto ufficio stampa Guido Guidesi

Asta record a Monterey: 26 milioni (in beneficenza) per la Ferrari Daytona SP3

Asta record a Monterey: 26 milioni (in beneficenza) per la Ferrari Daytona SP3

Foto: Enrico Galliera, direttore commerciale e marketing della Ferrari (a destra) con il tycoon che si è aggiudicato l’asta dell’esemplare unico di Maranello

Ferrari, in collaborazione con RM Sotheby’s a Monterey, in California, ha stabilito un nuovo record mondiale. È stato venduto ieri per il valore di 26 milioni di dollari un esemplare unico di Ferrari Daytona SP3 Tailor Made del 2025, che è diventata la Ferrari di nuova produzione più costosa mai venduta a un’asta.

 

Commissionata come ulteriore esemplare oltre alla produzione originale in serie limitata di 599 unità, la vettura presenta una suggestiva livrea in fibra di carbonio a vista e Giallo Modena con il primo logo Ferrari a figura intera applicato sulla carrozzeria. Gli interni sono rifiniti in Q-Cycle, un tessuto sostenibile ricavato da pneumatici riciclati, e includono cinture di sicurezza gialle e motivi ricamati del Cavallino Rampante.

 

L’intero ricavato della vendita record andrà a beneficio della Ferrari Foundation, un ente di beneficenza pubblico dedicato alla promozione di programmi educativi e progetti comunitari in tutto il mondo.

 

Foto da ufficio stampa Ferrari



Autotorino e Volley Bergamo 1991: il legame continua

Autotorino e Volley Bergamo 1991: il legame continua
Autotorino e Bergamo unite da un legame che, in oltre vent’anni, il principale Dealer italiano ha stretto con la Città dei Mille, la sua comunità e i simboli della sua eccellenza in molti ambiti, come il Volley Bergamo 1991. Da sempre vicina al mondo dello sport e ai suoi valori come l’impegno, la passione, il desiderio di costante miglioramento e la motivazione nel raggiungere sempre nuovi traguardi, Autotorino ha condiviso negli anni Duemila diverse tappe significative dei Rossoblù, sostenendo la mobilità del Team.

L’estate 2025 vede nuovamente accanto le due realtà, per un percorso che coprirà due stagioni: Autotorino sarà Gold Sponsor e Official Automotive Partner di Volley Bergamo 1991 per i campionati 2025/26 e 2026/27.

Così Plino Vanini, presidente di Autotorino, saluta l’avvio della rinnovata collaborazione: “Con il Volley Bergamo 1991 abbiamo da sempre un rapporto stretto e aperto, anche oltre l’avverarsi di formali sponsorizzazioni; nonostante ciò, sentiamo forte l’emozione e l’orgoglio di tornare ufficialmente a condividere le prossime due stagioni nella massima serie della pallavolo femminile Italiana, espressione del sano movimento pallavolistico sviluppato attorno ai colori Rossoblù, tra Serie A1, squadre giovanili e un tifo radicato ed entusiasmante”.

“La presenza di Autotorino al nostro fianco è garanzia di sicurezza – sottolinea Paolo Bolis, Chief Financial Officer di Volley Bergamo 1991 – si tratta di un Partner autorevole e una realtà che nel corso degli ultimi anni ha saputo farsi strada in un settore molto competitivo presentandosi al pubblico attraverso numerose sponsorizzazioni sportive. Siamo felici che abbia scelto di accompagnarci per due stagioni”.

Autotorino metterà a disposizione di Volley Bergamo 1991 una flotta di 9 vetture in grado di offrire la giusta soluzione per le esigenze di ciascun fruitore, dai dirigenti alle atlete, grazie alla possibilità di rispondere a specifiche necessità e preferenze con l’ampio novero di Case rappresentate ufficialmente e di servizi personalizzati per la fruizione.


Foto ufficio stampa Autotorino

Bye bye company car: si torna al rimborso chilometrico?

La realtà dei fatti: oltre la metà delle auto elettriche ferme nei piazzali
di Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro studi Fleet&Mobility

Smantellare la flotta e tornare all’auto del dipendente con rimborso chilometrico. L’ipotesi è più seria di quanto si pensasse. Il think tank AgitaLab ha lanciato un sondaggio tra gli addetti ai lavori intervenuti alla “Capitale Automobile”. Uno su due ritiene probabile/molto probabile che nei prossimi anni qualche azienda possa fare inversione a U sulle company car. La stessa indicazione era già venuta da un’assise di importanti fleet manager riuniti da Q8 Italia.

Che significa? Innanzitutto, che obbligare manager e quadri a girare con auto alla spina crea molte resistenze e malumori. Se poi aggiungiamo la voce che arriva da Bruxelles, per cui sarebbero proprio le flotte a dover adottare le auto elettriche visto che i cittadini non ne vogliono sapere, tutto diventa semplice: se la flotta diventa un problema, elimina la flotta e avrai risolto il problema.

In realtà, non sarebbe per niente facile. Ma non per questo meno probabile. I noleggiatori faranno bene a difendere dagli attacchi di una politica distruttiva non solo il loro business, ma un sistema moderno ed efficiente di gestione delle auto. Speriamo non commettano l’errore dei costruttori, che hanno accettato supinamente un’imposizione che li sta portando alla rovina.
Foto da Centro studi Fleet&Mobility