Lo dice anche Draghi: l’UE cambi rotta sul Green Deal

Lo dice anche Draghi: l'UE cambi rotta sul Green Deal

di Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione

Ho partecipato a Roma all’evento Automotive Talks organizzato da BtheOne, per esprimere la nostra posizione sulla situazione del mercato Automotive in Italia e in Europa. Per comprendere l’attuale scenario bisogna tornare al 2015, quando scoppia il Dieselgate, un problema circoscritto a Volkswagen, che venne trasformato in un atto d’accusa contro l’intera motorizzazione diesel. Questo fenomeno sarà il preludio alla nascita del Green Deal nel 2019, voluto dalla Presidente della Commissione Europea, con l’imposizione delle motorizzazioni elettriche.

Una campagna ideologica sostenuta da ambientalisti, forze politiche e istituzioni europee che ha portato all’imposizione della deadline del 2035 per lo stop alle immatricolazioni di auto endotermiche. Questa decisione si è rivelata fortemente penalizzante per l’industria automobilistica europea, leader mondiale sulla motorizzazione Diesel ed in generale all’avanguardia nelle motorizzazioni endotermiche.

Una scelta dettata non già dal progresso tecnologico, ma da scelte politiche che non hanno tenuto conto della realtà del mercato: oggi la penetrazione di auto elettriche sul circolante europeo raggiunge a mala pena l’1,5% e questo dato conferma l’inutilità del target 2035.

Le case automobilistiche  oggi soffrono la concorrenza dei produttori cinesi, all’avanguardia sulle motorizzazioni elettriche: costi energetici inferiori del 60% e forti sussidi statali consentono loro di proporre veicoli ibridi ed elettrici a prezzi molto più bassi. Le case europee, come Stellantis, stanno perdendo competitività.

È quindi necessario un cambio di rotta: in questa direzione si muove l’ARA, Alleanza delle Regioni Automotive, presieduta dall’ assessore di regione Lombardia Guido Guidesi, alla quale si stanno affiancando numerose realtà: le associazioni delle case produttrici europee e di recente anche la Germania, a livello governativo, hanno preso una posizione netta contro la scadenza del 2035, invocando la neutralità tecnologica come strumento per ridurre ed eliminare l’impronta carbonica, un principio che Federmotorizzazione sostiene dal 2019, quando molte case avevano sottovalutato la portata delle conseguenze.

Anche una personalità di grande spicco per i ruoli che ha interpretato e per l’alta considerazione di cui gode, come l’On Mario Draghi, sostiene venga scongiurata la dead line del 2035.

 

Foto ufficio stampa Confcommercio Mobilità e Federmotorizzazione

 

 

Recommended Posts