Noleggio veicoli: superare burocrazia e vecchie norme fiscali

Incentivi: efficaci solo per l'acquisto di veicoli elettrici?

di Italo Folonari, vicepresidente di ANIASA

Si assiste da alcuni anni a un susseguirsi di nuove normative tributarie sulle attività di noleggio veicoli, che ne rendono estremamente penalizzanti le modalità di pagamento. 

Eppure con 1,5 milioni di veicoli gestiti e con un contributo alle casse erariali di quasi 3 miliardi di euro all’anno (certi e puntuali), il settore è un contribuente “speciale”, promotore cioè di correttezza e di emersione fiscale, rendendo i soggetti con cui opera contribuenti virtuosi.

 

Il noleggio chiede oggi un nuovo regime di tassazione. Il pagamento dei tributi locali, in particolare bollo e Imposta Provinciale di Trascrizione, è via via diventato assurdamente complicato per le imprese del settore, che vanta 270.000 clienti tra aziende, PA e privati. Occorre superare il regime fiscale attuale basato sui criteri di territorialità del secolo scorso: i veicoli a noleggio, pur immatricolati in una Provincia, circolano infatti su tutte le strade nazionali.


Va poi sistemata l’attuale infelice normativa del fringe benefit, un dazio occulto per l’intera filiera automotive. Quest’anno case auto, aziende di noleggio, imprese clienti, driver, fleet e mobility manager devono barcamenarsi su tre differenti regimi di tassazione dell’auto ad uso promiscuo. Una complicazione che ha indotto circa 50.000 driver a chiedere la proroga del contratto in scadenza, con minori entrate per lo Stato e gli Enti locali.

 

Italo Folonari-Foto -Aniasa

 

 

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