
di Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia, vicepresidente del gruppo PPE al Parlamento europeo
Le istituzioni europee dovranno rivedere il Regolamento sulle emissioni delle automobili, trovando una sintesi ragionevole in termini di sostenibilità, ma anche di sopravvivenza delle industrie. In questa fase stanno emergendo tutte le contraddizioni che hanno accompagnato la fase negoziale: da un lato si chiede alle aziende europee di essere più competitive nella sfida ecologica, dall’altro le regole esistenti le porteranno a diminuire la produzione per rispettare parametri “green’ anacronistici”, che conducono nella direzione opposta.
Il settore e anche un esempio chiave della mancanza di pianificazione dell’Ue, che applica una politica climatica senza una politica industriale. Dobbiamo rivedere le regole e dobbiamo fare in fretta perché non sussiste solo la spada di Damocle del 2035sull’immatricolazione dei veicoli elettrici, ma anche la tagliola del 2025 – l’anno prossimo – per l’entrata in vigore delle penalties per le industrie che non rispetteranno discutibili e autolesionistici parametri ecologici sulle produzioni delle auto.
Tutto questo è inaccettabile, soprattutto alla luce dell’attuale andamento del mercato dell’auto e della concorrenza sleale che proviene dalle produzioni cinesi. A questo punto l’Europa deve compiere un atto di responsabilità non solo in termini di scadenze temporali. ma anche sulla base delle evidenze scientifiche. Bisogna tornare a valutare l’impatto ecologico dell’auto non più e non solo sulle emissioni allo scarico ma sul suo intero ciclo di vita. L’industria europea è sempre pronta ad accettare nuove sfide, ma non le irragionevoli contraddizioni con l’alibi della transizione green.
Foto da ufficio stampa di Salini