Lancia Ypsilon: ultimo restyling per la record car, nel ’24 si volta pagina

Foto: Luca Napolitano, il testimonial Cristiana Capotondi, Maurizio e Alessandro Marinella, della prestigiosa griffe napoletana di cravatte

La gamma 2023 di Ypsilon  si presenta ora più connessa, più efficiente e con sempre più stile. “Tech à porter. Tecnologia senza fili. Eleganza senza compromessi”, è il claim della campagna pubblicitaria dedicata alla nuova Ypsilon on air con Cristiana Capotondi come testimonial. La Lancia Ypsilon dei record ha ottenuto nel 2022 la miglior quota della sua storia, consolidando la leadership nel segmento B, per il quarto anno consecutivo.

Ecco l’intervista a Luca Napolitano sul delicato passaggio dall’ultima Ypsilon, dell’attuale generazione, a quella futura.

 

 

Carburanti: l’Italia è uno dei Paesi UE dove il pieno costa di più

 

Quanto costa fare il pieno in Italia e negli altri Paesi europei? In quali nazioni incidono maggiormente le tasse sul costo alla pompa? Facile.it ha analizzato il prezzo dei carburanti in 12 nazioni dell’UE ed è emerso che se nel 2022, anche grazie ai tagli sulle accise, gli automobilisti italiani sono stati tra coloro che hanno speso di meno per il carburante, l’inizio del 2023 ci ha proiettato ai primi posti della classifica europea con un triste primato: siamo la nazione, tra quelle analizzate, dove oggi le accise e imposte pesano di più sul prezzo finale.

 

La spesa nel 2022

L’analisi, realizzata tenendo in considerazione il prezzo del carburante riportato dalla Commissione europea e ipotizzando il consumo di un’autovettura utilitaria con una percorrenza di 10.000 km l’anno, ha evidenziato come nel 2022 la spesa media sostenuta dall’automobilista italiano per la benzina sia stata pari a 1.008 euro, valore che fa guadagnare al nostro Paese il settimo posto tra i dodici analizzati cioè, oltre all’Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia.

Nello scorso anno, il prezzo del pieno è stato più salato in diverse nazioni; in Danimarca, ad esempio, gli automobilisti hanno speso il 15% in più rispetto a noi (1.160 euro), in Grecia il 13% (1.140 euro) e in Germania il 6% (1.069 euro).

Se la Francia ha fatto registrare valori molto simili a quelli dell’Italia (1.005 euro) sono stati decisamente più fortunati gli automobilisti austriaci, per i quali la spesa è stata inferiore del 5% rispetto a quella sostenuta dai nostri connazionali (960 euro) e soprattutto quelli della Slovenia (-18%; 830 euro); prezzi che spiegano come mai molti italiani varchino spesso i confini per fare rifornimento in questi Paesi.

Se si guarda al prezzo del Diesel, invece, la spesa sostenuta nel 2022 dall’automobilista italiano dell’esempio è stata pari a 1.009 euro, valore che fa guadagnare al nostro Paese la quart’ultima posizione nella classifica dei dodici. Fanno meglio di noi solo Portogallo (-1%, 998 euro), Spagna (-1%, 997 euro) e, ancora una volta, Slovenia (-10%, 909 euro).

Maglia nera dei costi per la Svezia, dove gli automobilisti nel 2022 hanno speso, per il diesel, 1.275 euro (+21% rispetto all’Italia); al secondo posto tra i Paesi più cari si posiziona la Danimarca (1.091 euro, vale a dire l’8% in più rispetto alla nostra nazione).

 

Il peso delle accise e imposte

Analizzando i dati della Commissione europea aggiornati alla prima settimana del 2023 e relativi al valore percentuale di accise e imposte sul prezzo del carburante emerge che, tra le nazioni esaminate, l’Italia è quella dove queste voci pesano di più; per la benzina sono pari al 58,2% del prezzo pagato alla pompa, mentre per il Diesel sono pari al 51,1%. Solo un mese fa, nella prima settimana di dicembre 2022 e prima che venisse tolto il temporaneo sconto sulle accise, come del resto previsto dal Governo precedente, invece, il nostro Paese era terzultimo in classifica; accise e imposte incidevano il 46,4% sul prezzo della benzina e il 38,9% su quello del Diesel.

Tornando ai dati della prima settimana del 2023, per la benzina, al secondo posto della graduatoria, si posiziona la Grecia (57,9%) mentre al terzo la Germania (54,2%). Decisamente più fortunati gli automobilisti di Spagna e Slovenia dove le percentuali si fermano, rispettivamente, al 46,6% e al 47,9%. Per il Diesel, dopo l’Italia si posiziona la Francia, dove accise e imposte pesano il 48,7% del prezzo totale, e l’Austria, dove arrivano al 44,6%. In Germania il peso di queste voci è pari al 41,8%, mentre scende addirittura al 39,9% in Spagna.

Curioso il caso svedese: è il Paese, tra quelli analizzati, dove il peso percentuale delle tasse sul Diesel è più basso (37,2%), ma nonostante questo il prezzo alla pompa è il più alto d’Europa.

L’UE ci ascolti: meno limiti, date e multe

 

di Luca De Meo, presidente di ACEA (Associazione europea dei costruttori di auto)
(da “Restart” di Rai2)

Penso che in Europa ci sia bisogno di strategia industriale e di una politica industriale europea e di meno limiti, date e multe. Bisogna discutere su un approccio comune ed è necessario che la Comunità europea ascolti l’industria per cercare soluzioni comuni. Anche quest’anno darò una mano ai miei colleghi tedeschi, spagnoli, francesi, italiani, per riuscire ad aprire un dialogo e costruire una strategia.

Ci vorranno 20 anni per riuscire a cambiare. L’Europa deve organizzarsi per controllare in maniera più solida tutta la catena del valore dell’auto elettrica che è molto diversa dal tema della combustione, perché il 40% del costo di una vettura elettrica è dentro la batteria e l’80% del costo della batteria sono le materie prime.