Borse di studio UNRAE: ecco i giovani premiati

Le tecniche innovative ed emergenti, come il neuromarketing e l’heritage marketing, applicate all’automotive, il trend dell’auto elettrica e la percezione della mobilità sostenibile da  parte dei consumatori italiani: sono i temi, sempre più attuali, delle tesi di laurea premiate da  UNRAE con le borse di studio riservate ai neolaureati nell’anno accademico 2021-2022.  

Giunto alla 22a edizione, il premio UNRAE quest’anno è stato assegnato a quattro studenti  provenienti da quattro diverse Università con voti di laurea superiori a 105/110, come prescritto  dal bando, due dei quali hanno ottenuto il giudizio massimo di 110/110 e lode. Tre dei quattro neolaureati sono donne, indice del consolidato interesse delle stesse per l’automobile, come  mostra anche la crescente quota femminile tra gli acquirenti di auto, che il Centro Studi e  Statistiche dell’UNRAE calcola pari al 42% nei 9 mesi 2022. 

Interessanti i titoli delle tesi premiate: “Neuromarketing e Brand Association: le  neuroscienze a supporto dell’automotive nell’ottica della Service-Dominant Logic” e  “L’heritage marketing nell’automotive” sono le tesi sulle tecniche di marketing elaborate da due neolaureate delle Università di Salerno e della Cattolica di Milano. Da facoltà di scienze  economiche delle Università di Bergamo e di Urbino (Carlo Bo) provengono le altre interessanti  tesi su “Settore automotive e trend innovativi: il caso Tesla” e “La mobilità sostenibile e l’utilizzo  dell’auto elettrica nel mercato italiano: la prospettiva del consumatore”.  

Dalla prima edizione lanciata nel 2000 a oggi, UNRAE ha consegnato 190 borse di studio ad  altrettanti studenti di atenei sparsi in tutta Italia, in prevalenza Università pubbliche ma con  nutrita presenza di prestigiose Università private.  

Per la prossima edizione, riservata agli studenti laureati da ottobre 2022 a luglio 2023, il  bando prevede un ulteriore premio speciale che verrà attribuito a una tesi di natura storica  sull’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere presenti sul mercato italiano fondata nel 1950. Il premio potrà diventare permanente, aggiungendosi a quelli per i migliori  elaborati accademici sui temi del marketing automotive, i cui autori riceveranno una borsa di  studio di 1.200 euro ciascuno e l’eventuale possibilità di uno stage lavorativo nelle aziende associate a UNRAE. È anche inclusa la possibilità di partecipare gratuitamente al Master in  Marketing Automotive promosso dall’Editoriale Domus e dalla testata specializzata “Quattroruote”. 

Il presidente di UNRAE, Michele Crisci, ha così commentato la scelta delle tesi da premiare: “Con orgoglio proseguiamo con l’iniziativa delle borse di studio alle migliori tesi di laurea sull’automotive che UNRAE ha inaugurato più di venti anni fa, certi di contribuire in tale  modo ad accrescere l’interesse dei giovani verso uno dei settori più importanti dell’economia nazionale e augurando ai laureati una brillante carriera nel settore che è sempre stato fucina di  professionalità di elevato standard anche internazionale”. Di seguito i laureati vincitori: Marco Barin (110/110 e lode), Università di Urbino Carlo Bo; Mara Ghislandi (105/110), Università di Bergamo; Valentina Rosa Saia (110/110 e lode), Università Cattolica del Sacro Cuore; Francesca Sammartino (108/110), Università di Salerno.

 

Jeep Avenger, ecco il Suv elettrico su misura per l’Europa

Autonomia da 400 a 550 chilometri (ciclo urbano) In Italia sarà proposta anche con motore turbo-benzina da 100 cv di potenza (26.900 euro). Si distingue per comodità, compattezza e altezza da terra. Sistema di controllo Selec-Terrain

 

di Amleto Gatti

Lo storico marchio Jeep abbraccia le più moderne tecnologie in fatto di propulsione 100% elettrica: così nasce Avenger, primo veicolo totalmente a batteria del marchio che fa parte della famiglia Stellantis. Testa di ponte verso un futuro a emissioni zero, ha l’obiettivo di continuare a primeggiare nel comparto di riferimento come fa con gli sterrati e i terreni difficili. Sul mercato italiano, Avenger viene proposta anche con motore termico. Nata dopo una lunga gestazione figlia della voglia di conservare le prerogative del marchio, pur mossa da un “cuore” nuovo, Avenger è stata presentata allo scorso Salone di Parigi. È un suv compatto, del segmento B, disegnato seguendo i desideri della clientela europea che ama vetture comode ma non ingombranti, alte da terra, performanti, capaci di affrontare le asperità della strada e ad alto concentrato di tecnologia. Lunga poco più di quattro metri (4.080 mm, 160 in meno rispetto a Renegade), larga 1,78 metri e alta 1,53, Avenger è una vera Jeep, subito riconoscibile. L’anteriore, compatto e muscoloso, è dominato da un’ampia calandra con la griglia a 7 fori laddove nella versione termica troverebbero spazio le prese d’aria. Una “e” azzurra avverte che si tratta di un motore a elettroni. I gruppi ottici squadrati sono a led. I montanti anteriori, leggermente più inclinati rispetto alle altre vetture del marchio, a tutto vantaggio dall’aerodinamica, fanno da contraltare alle fiancate innervate alla linea di cintura e al battitacco, da ampi raggi a sbalzo che donano personalità e imprimono sensazione di potenza alla vettura.

 

 

Totalmente squadrata la superficie vetrata delle portiere posteriori, caratteristica tipica di Jeep. Al posteriore, i corpi luminosi sono un richiamo evidente all’attuale Renegade e anche le linee del portellone la ricordano da vicino. Gli sbalzi corti anteriori e posteriori e le ruote più grandi rispetto alle dirette concorrenti ne esaltano le proporzioni e la presenza su strada. Negli interni, Avenger segue il dettame di Jeep “design to function”. Quindi, linee pulite e plancia snella che richiama quella di Wrangler. Nella parte superiore trova spazio un’unica fascia orizzontale che comprende tutte le bocchette, la luce ambiente e un touchscreen centrale da 10,25”. La console centrale è stata sviluppata per sfruttare al meglio lo spazio utilizzabile: 34 i litri dei vani a disposizione. Il bagagliaio misura 380 litri nella versione termica, 355 in quella full electric, con altezza di carico abbassata a 720 mm mentre il portellone posteriore – elettrico – misura oltre un metro. Il gruppo propulsore combina il motore elettrico da 400 volt con 155 cv (115 kW) e 260 Nm di coppia massima. La batteria da 54 kWh garantisce un’autonomia di 400 km nel ciclo WLTP, che diventa di 550 km nel ciclo urbano per un consumo dichiarato di 15,9 kWh/100 km. Collegata a un punto di ricarica pubblica da 100 kW richiede appena tre minuti per percorrere 30 km; oppure 24 minuti per passare dal 20 all’80% di energia immagazzinata.

 

 

Ma una Jeep può dirsi tale soltanto se supera indenne la prova dello sterrato, e anche in questo la nuova Avenger non solo è all’altezza dei modelli precedenti, ma aggiunge anche la spinta dell’elettrico. Anzi, è proprio qui che la nuova nata dà il meglio di sé, grazie a un’elevata altezza da terra che consente ampi angoli di attacco (20°) e di uscita (32°) e che può contare sui sofisticati sistemi di controllo di serie come il Selec-Terrain – in 6 modalità, da “Normal” per la guida di tutti i giorni a “Eco”, “Sport”, “Snow” , “Mud” e “Sand” – l’Hill Descent Control. Per quanto riguarda la sicurezza, Avenger offre la guida autonoma di livello 2, che regola automaticamente la velocità e la traiettoria, e si avvale dell’Adaptive Cruise Control e del Lane Centering.

 

Jeep Avenger è disponibile sul mercato italiano anche con una versione endotermica a benzina. Il motore è il T3 GSE 1.2 turbo da 100 cv e 205 Nm di coppia, con una velocità di picco di 184 km/h e che ferma il cronometro dello 0-100 km/h a 10,6 secondi. Il cambio manuale a 6 rapporti. Avenger arriverà negli showroom all’inizio del 2023, prezzi a partire da 26.900 euro per la versione termica e di 39.500 per quella elettrica.

 

777 Hypercar: il sogno di Levy da 7 milioni

di Roberta Pasero

È 7 il numero perfetto per Andrea Levy che all’Autodromo di Monza ha presentato il suo marchio 777 hypercar, che è anche il nome dei  7 esemplari di un’automobile esclusivamente da pista, motore V8 aspirato, 4.500 cc di cilindrata che svilupperà 730 cv a 9.000 giri, alimentato da carburanti sintetici, in vendita a 7 milioni di euro l’una.

Chi l’acquista entrerà in un club d’élite che prevede custodia dell’ hypercar all’autodromo di Monza, eventi in pista con ingegneri e team dedicati e in attesa della consegna prevista tra un paio di anni, l’invio a casa di un simulatore per fare training tecnica e di un apparecchio per esercitare i muscoli del collo in modo che poi chi sarà al volante sappia affrontare senza danni i’accelerazione laterale.

Sicurezza stradale: riforma del Codice e più controlli

Matteo Salvini

di Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
(la lettera del ministro alla “Gazzetta dello Sport” e pubblicata il 2 dicembre 2022)

 

 

Come ministero, oltre a valutare una eventuale riforma del Codice della strada su cui stanno ragionando i tecnici (l’obiettivo è tutelare gli utenti più a rischio, proprio come i ciclisti), abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione sui social che sarà intensificata nel periodo natalizio. È un’iniziativa che ho ereditato: ne faremo altre. È fondamentale una ricognizione sulla qualità delle infrastrutture, a partire dalle strade, perché anche la buca più banale può rivelarsi una trappola mortale soprattutto per chi si muove su due ruote. Il mio obiettivo è liberare energie e risorse, per evitare che gli interventi (perfino quelli più semplici) siano soffocati dalla burocrazia. Più buonsenso, meno lentezze.

Il richiamo alla ragionevolezza vale per tutti, anche per evitare l’eccessiva avventatezza nella realizzazione di piste ciclabili inadeguate, che sono tutto tranne che sicure: ci sono casi di percorsi ricavati solo con qualche pennellata sull’asfalto, in mezzo a strade trafficate, per poter dire “c’è la corsia dedicata alle bici” senza che ci sia reale tutela per le due ruote.

Stiamo approfondendo il tema delle patenti, per verificare il funzionamento del sistema dei punti che – soprattutto all’inizio – erano stati uno strumento efficace anche in ottica di prevenzione. Banalmente, i cittadini si sentivano più controllati e quindi erano più ligi alle regole.

Con il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ho avviato una serie di riflessioni per coinvolgere gli studenti in modo nuovo, funzionale, diretto. L’obiettivo è portare nelle classi il tema della sicurezza stradale, rendendolo argomento rilevante nella quotidianità. Pensiamo ai monopattini, che sono gettonati soprattutto tra i più giovani: è giusto richiamare al rispetto di alcune regole per evitare il Far West e aumentare il senso di responsabilità.

La scuola è un tassello fondamentale per far crescere la consapevolezza delle nuove generazioni, anche per evitare le troppe tragedie che colpiscono i giovanissimi. Non dimentico Luca Marengoni, travolto dal tram a 14 anni mentre pedalava nella mia Milano. Vogliamo “prevenire”, quindi, senza dimenticare la doverosa “tolleranza zero” per chi non rispetta le regole.

Con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi vogliamo intensificare i controlli stradali, con particolare attenzione per l’uso improprio del cellulare. Un messaggio, una telefonata, un’occhiata ai social: basta poco per rovinare delle vite. Il tutto senza dimenticare il contrasto ad abuso di alcol e consumo di droga: sono obiettivi di interesse generale e fondamentali affinché le nostre strade siano più sicure.

Altro tema: chi ha subìto il ritiro della patente, può ottenerla solo se c’è la ragionevole certezza non ricada negli stessi errori. A tal proposito, sono rimasto molto colpito dalla recente morte del giovane Francesco Valdiserri, travolto da una ragazza positiva all’alcol e recidiva. Un brutto film visto troppe volte: un’altra persona imbottita di stupefacenti e con troppi cocktail in corpo ha investito e ucciso Miriam Ciobanu, 22 anni, in provincia di Treviso: la vittima era a piedi.

La sicurezza stradale va coltivata giorno per giorno, lavorando molto sul piano culturale dei cittadini, a due o quattro ruote, a piedi, in bici o in auto, nel nome del rispetto del prossimo e del rispetto delle regole. Il tutto si traduce in una frase solo apparentemente scontata: bisogna rispettare quel bene preziosissimo che è la vita.