Verso il nuovo Governo: occorrono pragmatismo e lungimiranza

Effetto annunci: ci risiamo

di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

 

Dopo il ripristino e l’allineamento dei sistemi telematici del MIMS, la cui indisponibilità il 30 settembre scorso aveva determinato forte apprensione tra gli operatori della filiera, il dato definitivo del mese evidenzia una crescita imputabile oltre che ai primi effetti degli incentivi varati con il DPCM dell’aprile scorso, soprattutto al confronto con un disastroso settembre 2021, i cui volumi di immatricolato avevano registrato -32,5%.

Non sono ancora operative, invece, a causa del ritardo di pubblicazione in “Gazzetta Ufficiale” (avvenuto solo di recente), le disposizioni contenute nel DPCM 4 agosto 2022 che apportano modifiche al funzionamento degli incentivi auto 2022: occorrono ulteriori passaggi normativi e tecnici per la concreta fruibilità. Nel percorso ambizioso per il raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati a livello europeo, certamente il rilancio degli acquisti di elettriche e plug-in e i contributi per l’installazione privata di colonnine di ricarica elettrica rappresentano misure primarie, ma occorre una maggiore velocità amministrativa per dare esecuzione alle cosiddette “buone intenzioni”.


Le infrastrutture continuano, infatti, a essere insufficienti, mentre la disponibilità di una rete di ricarica elettrica pubblica e privata capillare ed efficiente su tutto il territorio,
 nonché la rapidità nei tempi di ricarica, unitamente alla maggiore competitività dei prezzi delle auto verdi, rappresentano i fattori abilitanti per stimolare scelte di acquisto volte alla più ampia diffusione della mobilità elettrica e a bassissime emissioni di CO2.

 

Recenti e autorevoli indagini mostrano come per oltre un quarto degli acquirenti le difficoltà legate alla ricarica del veicolo elettrico influenzano la decisione di acquisto finale. Inoltre, troppo spesso gli spazi dedicati alla ricarica pubblica non sono immediatamente e facilmente accessibili (aree occupate inutilmente, cavi troppo corti, avvio di App per la ricarica, ecc.), con buona pace degli automobilisti più virtuosi che impiegano tempi indeterminati per ricaricare i propri veicoli green.


Ora, dopo le elezioni politiche, attendiamo l’insediamento del nuovo Parlamento e la rapida formazione del Governo, per un confronto sui temi strategici per il settore, tra cui sono di primario interesse la rivisitazione del fisco, in particolare del regime tributario degli autoveicoli aziendali, e un maggior impegno per facilitare l’accesso ai contributi per l’installazione di infrastrutture di ricarica elettrica.

 

Inoltre, confidiamo che la rinnovata politica possa gestire con pragmatismo e lungimiranza i delicati equilibri economici, ambientali, occupazionali del nostro Paese e delle nostre imprese, alla luce delle grandi trasformazioni geopolitiche, tecnologiche ed energetiche in atto e degli effetti su economia reale e coesione sociale. Purtroppo, i rischi dell’emergenza energetica, sommati alla pressione inflazionistica sono tangibili e senza incisivi e determinanti interventi europei comuni la situazione resta complicata per tutti, anche per una transizione verso i veicoli verdi che sia equa e accessibile per cittadini e imprese.

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