Verso fine 2023: i concessionari mostrano cautela

i concessionari mostrano cautela

di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor

 

In novembre sono state immatricolate in Italia 139.278 autovetture con una crescita sullo stesso mese del 2022 del 16,19%. Grazie anche a questo risultato il consuntivo dei primi undici mesi chiude a quota 1.455.271 con un incremento del 20,1%  sullo stesso periodo del 2022, ma con un calo di ben il 18,1% sullo stesso periodo del 2019 che non era ancora stato investito dalla crisi innescata dalla pandemia e da tutti gli altri fattori negativi che l’hanno seguita: dalla guerra in Ucraina, alla carenza di componenti essenziali per la produzione delle autovetture, al riaffacciarsi sulla scena mondiale dell’inflazione e ora anche dal conflitto esploso in Israele.

Arrivati a novembre è facile fare previsioni per l’intero 2023. Riteniamo che le immatricolazioni si attesteranno a quota 1.576.000. Il livello ante-pandemia, che era ed è l’obiettivo da raggiungere, resta quindi lontano. L’inchiesta congiunturale di novembre condotta dal Centro Studi Promotor su un campione rappresentativo di concessionari mette in luce che le vendite 2023 sono state frenate essenzialmente da tre fattori: la situazione economica delle famiglie aggravata dalla riduzione del potere d’acquisto per effetto dell’inflazione, i livelli decisamente elevati raggiunti dai listini e la situazione economica generale. Particolarmente critica appare poi la situazione per le vendite di auto elettriche la cui quota sfiora in Italia il 4% contro il 15,2% dell’Europa Occidentale.

L’attenzione in questa fase di mercato resta quindi concentrata su due obiettivi: come ritornare ai livelli ante-crisi? Come lanciare l’auto elettrica? La già citata indagine sui concessionari mette in luce una notevole cautela per i prossimi mesi. In particolare, il 63% degli interpellati indica su bassi livelli gli ordini acquisiti in novembre, mentre il 33% indica bassi livelli di giacenze di autovetture presso i concessionari con conseguenti difficoltà di consegna anche per vetture da tempo ordinate, il 49% indica i prezzi su alti livelli e il 44% si attende, tra l’altro, ulteriori aumenti dei listini delle auto. Le prospettive per il 2024 non appaiono quindi particolarmente favorevoli. D’altra parte, a fronte di una previsione di crescita del Pil dell’1%, per il 2024, vi sono le incognite legate al ritorno del patto di stabilità, la cui sospensione nel 2020 ha consentito di recuperare rapidamente il crollo del Pil legato alla pandemia, e il cui ritorno potrebbe riaprire vecchie ferite.

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