di Michele Crisci, presidente di Unrae
Le immatricolazioni di aprile riflettono gli ordinativi raccolti nei mesi scorsi, e quindi scontano pesantemente l’attesa degli incentivi, che fino all’adozione del DPCM – il 6 aprile scorso – si auspicavano di respiro molto più ampio. Vogliamo tuttavia sperare che alla pubblicazione del decreto, con un pesante e nocivo ritardo, segua presto l’ampliamento delle categorie di beneficiari dei bonus, tramite ulteriori provvedimenti.
Limitare gli incentivi ai soli veicoli elettrici ed escludere, anche a fronte di rottamazione, i mezzi a combustione tradizionale che sono il 98,5% del totale, significa non solo ridurre le potenzialità del mercato, ma soprattutto ritardare il rinnovo del parco circolante di questo importante comparto, tra i più vecchi d’Europa; con il ritmo attuale ci vorranno ancora 22 anni per sostituirlo interamente”.
Con la quantità di infrastrutture di ricarica ad oggi presente in Italia, inoltre, risulta difficile promuovere l’elettrificazione del parco circolante dei veicoli commerciali. Apprezziamo il varo degli incentivi, ma è altrettanto fondamentale che si predisponga una solida rete infrastrutturale, anche attraverso sgravi fiscali per l’installazione da parte dei privati, altrimenti il mercato dei veicoli a zero emissioni stenterà a decollare verso i livelli richiesti dai programmi di transizione energetica”.