UNEM: non c’è solo la “scossa” per decarbonizzare

Foto: Claudio Spinaci, presidente di UNEM

Con il pacchetto “Fit for 55” l’Unione Europea indica un percorso «obbligato» che decreta la fine dei motori endotermici a esclusivo beneficio della trazione elettrica, escludendo di fatto alternative altrettanto valide già disponibili, tra cui i biocarburanti e, più in generale, i Low Carbon Fuels (LCF). Ecco allora lo studio, presentato al recente #FORUMAutoMotive, “Decarbonizzare i trasporti. Più soluzioni per un obiettivo comune”, realizzato in collaborazione con il RIE di Bologna, sul contributo dei Low Carbon Fuel (LCF) nel processo di decarbonizzazione del trasporto leggero, che non passa necessariamente solo per l’elettrico.

Lo studio nasce con l’obiettivo di verificare l’esistenza di percorsi diversi rispetto a quello “full electric” indicato dalla UE, ovviamente coerenti con gli obiettivi di decarbonizzazione nel settore del trasporto leggero, approfondendo le potenzialità e il ruolo di questi nuovi carburanti a basso o nullo contenuto di carbonio, lo stato dell’arte delle tecnologie, le principali caratteristiche tecniche, logistiche ed economiche, i fattori abilitanti, la disponibilità di materie prime per la loro produzione, nonché le possibilità di sviluppo in relazione agli scenari energetici attesi per il 2030.

A tal fine, è stata condotta una dettagliata analisi delle opzioni percorribili con particolare riferimento alle diverse tipologie di Low Carbon Fuels (LCF) e sulla base di queste valutazioni lo studio propone uno scenario alternativo, ma non antitetico a quello adottato da RSE, in grado di raggiungere gli obiettivi ambientali del pacchetto «Fit for 55» ma con un maggior sviluppo dei LCF e una più realistica diffusione dei veicoli elettrici. Il confronto tra i due scenari rende evidente come l’uso di LCF in combinazione con la parziale elettrificazione del parco veicoli nel trasporto leggero su strada, concorra efficacemente alla riduzione delle emissioni rispetto ad uno scenario “full electric”.

Anzi, misurando le emissioni GHG lungo il ciclo di vita del veicolo e dei fuels e non solo allo scarico, i vantaggi tendono a essere maggiori al crescere della componente rinnovabile nei fuels dal momento che i cicli di produzione di un veicolo elettrico e delle batterie annullano il vantaggio di non avere emissioni allo scarico. È quanto peraltro emerge da una simulazione effettuata con un nuovo strumento interattivo messo a punto dal Concawe, denominato “Car CO2 Comparator2, realizzato per misurare e confrontare in modo interattivo le emissioni di gas serra nel ciclo di vita delle autovetture in base a diversi parametri: powertrains, fuel utilizzati, profilo di guida, intensità carbonica nella produzione di elettricità o di fuel, condizioni ambientali. I parametri, inseriti nel modello interattivo, modulabili in funzione del confronto scelto, derivano da analisi specifiche e dalla letteratura prevalente in materia.

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