
di Pietro Putti, presidente e amministratore delegato di GME – Gestore dei Mercati Energetici (dall’evento ROM-E)
«Il tema dei mercati energetici è intimamente legato alle innovazioni tecnologiche ma anche alle normative. Abbiamo dei macro obiettivi che l’Europa si è data. Ricordo che la politica energetica italiana passa necessariamente da quella europea. Queste scelte sono oggi notevolmente cambiate.
Con la guerra è parso evidente a tutti che c’è un tema di sicurezza energetica. Per esempio con il gas, che noi produciamo in una quota davvero poco significativa. Il nucleare lo abbiamo abbandonato e personalmente ritengo sia stato un errore. Ora nella tassonomia europea questo tema è tornato: a tutti è chiaro che le rinnovabili sono necessarie ma intermittenti. E questo è necessario soprattutto per le industrie.
Oggi, se tutti volessimo la macchina elettrica non la potremmo utilizzare, perché non c’è energia sufficiente né l’infrastruttura. Servono grandi investimenti. L’Italia è un Paese un po’ bizzarro: i nostri migliori scienziati spesso lavorano all’estero. Ad esempio le centrali nucleari russe sfruttano un brevetto italiano, e oggi sono le più sicure al mondo.