Trasporto elettrico al 2025: miraggio fuori dalla nostra portata

di Tommaso Foti, parlamentare di FDI 
(dall’assemblea di Assogasliquidi-Federchimica)

 

Prima di tutto, bisogna cercare di cancellare dall’orizzonte il pericolo del 2035, entro cui bisognerebbe andare tutti a un trasporto di natura elettrica. Perché parliamo di un miraggio che è al di fuori della nostra portata, ma penso anche al di fuori della portata di tutta Europa. E che rischia fortemente di far sì che il settore automotive non faccia più alcun tipo di studio o progresso nei prossimi anni, atteso che la vita più breve di un veicolo è almeno di 8 anni.

Per cui, se noi guardiamo al 2035, non ci sarà nemmeno più una vera e propria ricerca in questo settore. Se si inizia un ragionamento serio per quanto riguarda l’attuale situazione, cercando di favorire attività di decarbonizzazione che si possono raggiungere anche con una politica incentivante, è evidente che a questo punto realizziamo un combinato disposto molto più razionale, nel senso che lasciamo una parte del mercato all’elettrico, ma per il resto ci confrontiamo con soluzioni che possono portare le imprese dei vari settori a studiare le migliori tecnologie che diversamente dopo diversi anni verrebbero meno.

I dati ci dicono che parte della CO2 presente non dipende solo dai trasporti. Sappiamo, ad esempio, che ci sono impianti di riscaldamento che provocano emissioni anche molto superiori. Dobbiamo agire su questi temi, non dobbiamo precludere a settori come quello che fa capo ad Assogasliquidi di poter avere uno sviluppo e un’esistenza meritoria che ha portato risultati ben più che lusinghieri nel nostro Paese.

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