Transizione verso le zero emissioni: la UE sostenga la sua industria dell’auto

di Sigrid de Vries, direttore generale di ACEA

 

Da quando Ursula von der Leyen ha pronunciato il suo discorso sullo stato dell’Unione all’inizio di settembre, l’annuncio che la Commissione europea intende avviare un’indagine antisovvenzioni sui veicoli elettrici (EV) importati dalla Cina ha provocato increspature non solo in tutta Bruxelles, ma in tutto il mondo.

È chiaro che un commercio “libero ed equo” è stato essenziale per creare un settore automobilistico europeo di successo e una base del suo successo globale. Una sana concorrenza guida l’innovazione nella produzione europea, offrendo ai consumatori scelte sempre più ampie. Il principio implica condizioni di parità tra tutti i concorrenti, in contrasto con le tendenze protezionistiche.

Il commercio libero ed equo è una parte importante del puzzle della competitività globale. Ma le minacce alla competitività industriale dell’Europa assumono molte forme. Ciò di cui abbiamo fondamentalmente bisogno è una strategia industriale globale che ci consenta di competere su un piano di parità con altre regioni del mondo. Ciò significa garantire l’accesso ai materiali critici e all’energia a prezzi accessibili, un quadro normativo molto più favorevole, infrastrutture di ricarica e rifornimento, incentivi all’acquisto e molto altro ancora.

L’Europa dovrebbe sostenere la sua industria automobilistica nella transizione verso lo zero emissioni nette, stabilendo un business case per la trasformazione, lungo tutta la catena del valore. Un esempio immediato di come l’ecosistema dell’UE può essere sostenuto si trova nel commercio con il Regno Unito, uno dei nostri principali mercati di esportazione e fondamentale per far crescere l’industria europea dei veicoli elettrici. Tuttavia, se la Commissione non agirà con urgenza, alla fine di quest’anno verrà applicata una tariffa del 10% sulle esportazioni di veicoli elettrici verso il Regno Unito. Ciò potrebbe costare ai produttori di veicoli dell’UE 4,3 miliardi di euro nei prossimi tre anni, riducendo la produzione di veicoli elettrici di circa 480.000 unità. E andrebbe a scapito della garanzia di un ecosistema di veicoli elettrici sano in Europa, risultando esattamente l’opposto di ciò che l’UE vuole ottenere. Esortiamo pertanto la Commissione ad agire ora per prorogare di tre anni l’attuale periodo di introduzione graduale delle norme sulle batterie.

Sta diventando una buona tradizione che subito dopo il discorso sullo stato dell’Unione europea, ACEA pubblichi il proprio “Stato dell’industria automobilistica”. Gli ultimi dati di questa nuovissima pubblicazione rivelano che, nonostante la forte concorrenza dall’estero, le crescenti tensioni commerciali e un contesto normativo complesso, c’è molto che l’industria automobilistica europea può celebrare, e molto per l’Europa da difendere.

Ad esempio, le Case automobilistiche europee hanno aumentato gli investimenti in ricerca e sviluppo in Europa nel 2021, consolidando la loro leadership come i maggiori investitori automobilistici a livello globale. In effetti, le Case automobilistiche europee hanno investito circa il doppio e quasi quattro volte di più rispetto alle loro controparti giapponesi e cinesi, rispettivamente, per un totale di ben 60 miliardi di euro.

Ancora una volta, l‘industria automobilistica europea ha dimostrato il suo contributo sostanziale all’economia dell’UE. Più di 13 milioni di europei sono ora impiegati in tutta la catena del valore del settore automobilistico, ovvero circa 200.000 in più rispetto al 2019, pari a un considerevole 7% della forza lavoro dell’UE. Si tratta di un’impresa degna di nota in un contesto economico difficile segnato da prezzi dell’energia da record e interruzioni dell’approvvigionamento. Anche i principali Stati membri dell’UE hanno beneficiato di entrate significative derivanti dalle vendite di veicoli e dalle tasse di proprietà, con quasi 400 miliardi di euro nel 2022.

Il 2022 ha visto anche la produzione di veicoli dell’UE continuare il suo rimbalzoraggiungendo 13 milioni di unità, 1 milione in più rispetto all’anno precedente. Per le automobili, la produzione è cresciuta al ritmo più veloce degli ultimi dieci anni, invertendo quattro anni consecutivi di declino, segno che l’industria sta tornando ai dati pre-pandemia.

Nel complesso, la Pocket Guide di ACEA fornisce un quadro tempestivo di un settore di grande rilevanza dell’economia europea. L’Europa è sempre stata una casa naturale per l’industria automobilistica. Abbiamo una reputazione di lunga data per l’eccellenza automobilistica, producendo alcuni dei veicoli più high-tech ed efficienti nei consumi del pianeta, oltre a una solida eredità come innovatori e concorrenti leader in tutto il mondo. Siamo impegnati a costruire su questo successo in Europa e siamo pronti a co-modellare questo viaggio con i responsabili politici.

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