di Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro studi Fleet & Mobility
(da “il Giornale” del 5 febbraio 2023)
Lo stop alle auto termiche è inutile per il clima, dannoso per l’ambiente, impraticabile socialmente e distruttivo per l’industria e l’economia. La buona notizia è che non ci sarà, perché alla fine saranno i consumatori a decidere. Ma ora governo e industria decidano se seguire la scienza o Greta. L’European Environment Agency, organo della Ue, riporta che il trasporto europeo nel 2019 ha emesso 0,835 gt di CO2, di cui il 72% su strada, ossia 0,601 gt, di cui 61% auto, ossia 0,367 gt, pari all’1% (un-per-cento) del totale.
Come termine di paragone, l’International Energy Agency riporta che nel biennio 2020-21, mentre il resto del mondo riduceva le emissioni di CO2 di 0,570 gt la sola Cina le incrementava di 0,750 gt. Questo significa che se tutte le auto circolanti in Europa dovessero magicamente passare a zero emissioni, il beneficio per il clima non solo sarebbe infimo, ma verrebbe annullato dal Dragone in un solo anno. Corollario: di cosa stiamo parlando?
Un’auto elettrica ha emissioni zero allo scarico, non nel ciclo completo. Poi c’è la produzione di elettricità. Nell’attuale mix europeo, poco più della metà viene da nucleare e rinnovabili: le emissioni zero non esistono. Bisogna aggiungere i danni legati all’estrazione e alla lavorazione delle materie prime. La curva di adozione tende a un limite, un tetto, ben distante dal 100%. L’uso dell’auto elettrica impone una programmazione degli spostamenti, dipendente dal tempo e dalla difficoltà di ricarica, che non è compatibile con gli stili di vita odierni, fatti di decisioni last minute e di flessibilità.
Suicidio industriale ed economico. L’industria automobilistica europea ha una tecnologia sui motori e sui cambi difficile da eguagliare in tempi brevi dai concorrenti cinesi. Rinunciare a questo vantaggio competitivo significa aprire il mercato ai costruttori del Dragone. Però adesso il governo e l’industria non possono più esitare. Serve che prendano una posizione netta e definitiva: assecondare questo suicidio economico e industriale oppure affermare che il motore termico non sarà discontinuato e lavorare affinché i prossimi organismi frutto delle elezioni del prossimo anno rimettano le cose a posto.