
di Pier Francesco Caliari, opinionista
Nella transizione sostenibile della mobilità esistono due fronti ben distinti che non sono presi in considerazione dal decisore politico obnubilato dal talebanismo ideologico. E mi spiego. Esiste la mobilità urbana e la mobilità allargata. Per quanto riguarda la prima bisognerà parlare di transizione ecologica e dimensionale. e soprattutto dimensionale. Non ha senso che nelle città si usino mezzi per il commuting che siano “grandi” e “ingombranti” e “termici” con evidenti problemi di parcheggio e congestione del traffico.
Quindi, il futuro sarà “piccolo” “elettrico” e semplicemente ricaricabile. E qui le due ruote (bici o scooter), le minicar, il delivery, i monopattini, lo sharing e un trasporto pubblico efficiente saranno i veri protagonisti del cambiamento soprattutto culturale. E il tutto avverrà se ci sarà la disponibilità delle istituzioni e della scuola a guidare il cambiamento.
Per quanto riguarda la mobilità allargata l’elettrico è un fake che porterà solo disastri ambientali e industriali. La via dovrebbe essere al massimo l’ibrido poichè oggi un motore termico è praticamente zero inquinante rispetto al mondo industriale, ma è il più facile da mettere sotto accusa dagli ipocriti ambientalisti da talk show televisivo.