di Cristiano Donelli, Policy Advisor European Parliament
È stato comunicato a Bruxelles il piano RepowerEU che definisce strategie e azioni concrete per continuare nel percorso per affrontare il cambiamento climatico, ma soprattutto per uscire dalla dipendenza dalle fonti fossili provenienti dal territorio russo sostituendole con energie rinnovabili. La Commissione Europea lo aveva già preannunciato a inizio marzo non appena la Russia era stata esclusa d qualsiasi discorso e ora possiamo cominciare a pensare quanto questo pacchetto possa essere efficace nei fatti nel raggiungimento dei risultati climatici ed energetici.
Ciò che impatta di più nel pensiero comune per questo insieme di nuove norme, riguarda i pannelli solari che dovranno obbligatoriamente tappezzare i tetti di tutti i nuovi edifici, dal 2025 su edifici pubblici e commerciali mentre dal 2029 anche per i privati. L’energia solare è senza dubbio una componente importante nella strategia delle rinnovabili per orientarsi nel futuro, ma insieme all’eolico ingrassa quasi esclusivamente una filiera di componentistica e di competenze che risiedono in Cina.
Con uno sviluppo così massiccio di queste due tipologie di energia non programmabile passeremmo da una dipendenza (Mosca) a un’altra (Pechino), non raggiungendo nemmeno lontanamente l’obiettivo condivisibile di essere autonomi dal punto di vista del consumo dell’energia. Anche da un punto di vista ambientale non è che si faccia un servizio a favore della sostenibilità percorrendo questa strada, perché l’estrazione e la lavorazione dei materiali per produrre le tecnologie rinnovabili utilizzano fossili, tra cui il carbone.
Il piano è variegato e prevede anche azioni idealmente positive, ma l’insieme di diversi sotto-obiettivi per ogni tipologia di energia rischia di rendere sempre più rigido il mercato dei prezzi, già in difficoltà per le scelte dei passati decenni e acuita dall’attuale situazione geopolitica degenerata. Basti vedere com’è cambiato nel giro di un anno l’obiettivo complessivo di rinnovabili nel mix energetico europeo entro il 2030, prima 32%, poi 40% col piano “Fit for 55”, ora non bastava e si passa al 45%.
È una gara al rialzo per risultare sempre più efficaci agli occhi delle persone, ma prima di sparare numeri che preoccupano ci si dovrebbe dedicare a raggiungere gli obiettivi inizialmente proposti e da cui siamo ancora lontani. Anche qui, ovviamente, tutto si realizzerà con i soldi diPantalone, che sia sotto forma di prestiti o sovvenzioni, ma sicuramente non è il mercato che da solo fa capire fortemente che tutti vogliono installare le rinnovabili a casa propria. Ma in politica, anche quella presunta “data-driven” di oggi, ciò che conta è l’apparenza, quello che fai vedere che farai, tanto chi ci andrà a vedere veramente se i risultati sono stati raggiunti?