Terre rare e batterie: ecco la verità “insostenibile”

di Alessandro Panza, europarlamentare

(dall’intervento  in Plenaria UE del 15 febbraio 2023)

Finalmente sulla questione delle terre rare emergerà tutta la pochezza della politica energetica europea, tutta l’ipocrisia della Commissione e tutta l’ottusità con cui pretendete di salvare il mondo senza accorgervi che lo state massacrando, imponendoci un modello di sostenibilità che sostenibile non lo è affatto.

E sì, perché mentre ci obbligate a comprare le auto elettriche, che contengono dai nove agli undici chili di terre rare, che nel loro ciclo produttivo consumano, secondo i ricercatori dell’Università della California, tre-quattro volte l’energia necessaria per un’auto a motore termico, non tenete in considerazione le conseguenze di queste scelte. Quali? Per esempio le conseguenze ambientali. Per ottenere un solo chilo di gallio servono 50 tonnellate di roccia, e addirittura 200 per un chilo di lutezio, processi che avvengono con il consumo di migliaia di metri cubi di acqua, acidi solforici e nitrici, poi scaricati nel suolo o in mare.

Inoltre, sostenere il cambiamento del nostro modello energetico richiede già il raddoppiamento della produzione di metalli rari ogni quindici anni circa e nel corso dei prossimi trent’anni sarà necessario estrarre più minerali di quanti l’umanità ne abbia estratti negli ultimi 70.000 anni, e alcuni potrebbero già esaurirsi nei prossimi quattro o cinque anni.

Per non parlare poi delle conseguenze geopolitiche. Alcuni di questi metalli, che sono fondamentali per la produzione di sistemi di comunicazione, armamenti e beni di uso comune, sono nel 90-95 % nelle disponibilità della sola Cina e nella restante parte di paesi a lei alleati, mettendo l’Europa in una condizione di dipendenza ben peggiore di quella dal gas russo.

La realtà è che basate le vostre ideologie ambientaliste su menzogne e omissioni. Sì, perché Germania, Svezia, Francia e molti altri Paesi europei hanno giacimenti di terre rare, ma non li estraggono perché inquina e quindi hanno deciso di delocalizzare l’impatto ambientale e l’inquinamento da estrazioni in Paesi poveri, pronti a sacrificare il loro ambiente per arricchirsi, senza considerare che le conseguenze, comunque, le pagheremo tutti.

Sulle terre rare, di cui si parla sempre troppo poco, si consumerà probabilmente la fine della leadership europea, ma qualcuno sarà contento perché, anche se avremo un Continente più povero, avremo raggiunto la neutralità climatica, ma ancora una volta sulla pelle dei cittadini che non ne possono nulla.

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