Svolta “green”: fiscalità dell’auto da riformare

Effetto annunci: ci risiamo

di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

Ad agosto il mercato auto ha registrato il primo segno positivo dopo 13 flessioni consecutive, attribuibile  soprattutto al notevole contributo dell’inflottamento a noleggio a lungo termine di alcuni operatori ma, al netto  di questa circostanza, il mercato resta in grande ritardo e le prospettive di una effettiva risalita sono molto incerte. Infatti, la crescita esponenziale dei costi energetici, che minaccia direttamente e indirettamente tutte le realtà imprenditoriali, si riflette inesorabilmente anche sulle nostre aziende dove l’aumento dei listini dei carburanti e dei diversi costi connessi alle produzioni di autoveicoli impatta sulla capacità di spesa dei potenziali acquirenti, con il rischio concreto di assistere ad un peggioramento della situazione economica del Paese nel secondo  semestre dell’anno.

Tuttavia, il mese di agosto, nel pieno della campagna elettorale per le elezioni del nuovo Parlamento, ha offerto diverse novità in ambito automotive che abbiamo accolto con grande soddisfazione. Anzitutto, la proroga al 30  settembre per il completamento delle prenotazioni Ecobonus del secondo semestre 2021, rimaste fuori dal  precedente allungamento del termine a 270 giorni previsto con l’art. 40 del DL Semplificazioni 73/2022. In questo  modo, nonostante i persistenti ritardi nei tempi di produzione e consegna dei veicoli, nessun acquirente perderà  il contributo statale accordato alla stipula del contratto.

Inoltre, il recente annuncio del MISE di una rimodulazione parziale degli incentivi auto  2022 – attraverso l’introduzione dell’extrabonus per le persone con ISEE inferiore a 30mila euro che acquistano  un veicolo elettrico o plug-in, l’estensione dell’ecobonus per le flotte a noleggio e le agevolazioni all’installazione di colonnine per la ricarica in ambito domestico – le cui disposizioni non sono ancora state pubblicate in “Gazzetta  Ufficiale” e quindi attendiamo di conoscere la versione definitiva del provvedimento, rappresentano segnali di  attenzione della politica che spingono nella direzione di una maggiore velocità di rinnovo del vetusto parco  circolante italiano, evitando l’inutilizzo di una parte consistente dei fondi 2022. Auspichiamo che le norme e i  successivi adempimenti ministeriali avvengano comunque in tempi brevissimi per non alterare il mercato  dell’auto.

Sottolineo che una rimodulazione dovrebbe investire anche i veicoli commerciali, di  cui residua ben oltre il 92% delle risorse annue stanziate. Ad ogni modo in autunno, con il nuovo Esecutivo, oltre a questo tema, sarà prioritario continuare il dialogo costruttivo per vagliare finalmente una riforma strutturale della fiscalità dell’auto, in grado di segnare davvero la svolta “green”, almeno nell’ambito business dell’automotive.

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