di Roberto Benaglia, segretario generale FIM
Il rinvio deciso dall’Ue potrà essere un’opportunità, solo se il tempo servirà ad assumere migliori decisioni sulle tecnologie sulle quali investire e sulle politiche di accompagnamento e sostegno al settore. Quello che assolutamente non serve ora, è alimentare un clima di ulteriore incertezza che rischia di frenare le scelte negli investimenti e sulle tecnologie, mettendo ancor di più a rischio l’occupazione.
Lo stallo nelle scelte rischia solo di essere un ulteriore elemento di confusione in un settore che ormai ha già investito decine di miliardi di euro verso la transizione ecologica e motori elettrici. La politica non deve fare a braccio di ferro, ma servono subito risposte chiare, che diano la direzione al settore e permettano di confermare e realizzare gli investimenti e l’occupazione necessari.
Fim Cisl da molti anni chiede una politica industriale europea e decisioni di sostenibilità ambientale, ma che siano socialmente possibili. Invece, fino a oggi abbiamo avuto un’Unione Europea capace di definire obiettivi ambiziosi ma incapace di mettere in campo politiche di sostegno adeguate, per questo ribadiamo la necessità di avere un Fondo Sociale europeo per la transizione del settore dell’automotive che permetta di reindustrializzare il settore e soprattutto tutelare i lavoratori.