Stop ai motori endotermici: ok la volontà del premier di rivedere il tutto

Effetto annunci: ci risiamo

di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

 

E’ tempo di valutazioni e possiamo tirare le somme dell’anno appena terminato: il 2022 non è stato certamente  un anno buono per la transizione verso l’elettrico. La quota di mercato di questa alimentazione, che sarebbe  dovuta crescere con la spinta degli incentivi statali, ha invece consuntivato una flessione rispetto al 2021,  arretrando dal 4,6% al 3,7% e facendo registrare il peggior andamento tra i più grandi mercati in Europa. I volumi  di immatricolato dell’anno sono stati i più bassi degli ultimi 40 anni, anche peggio dell’anno 2020 in cui eravamo  nel pieno della pandemia e le reti di vendita subirono la chiusura forzata dell’attività per oltre due mesi.

Di questo passo il rinnovo del parco circolante italiano continua a essere molto lento e le previsioni per l’anno appena  iniziato, in un contesto economico di forte inflazione, restano ancorate alla prudenza. Inoltre, soprattutto in vista  del divieto europeo di vendita dei veicoli endotermici a partire dal 2035, rimangono molto forti i dubbi circa  l’opportunità di puntare sul 100% elettrico e sul tema abbiamo accolto con favore le recenti dichiarazioni del  presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, per poter rivedere tale impostazione che appare troppo stringente nei tempi  ai fini di una transizione ecologica ragionevolmente sostenibile, oltre che dal punto di vista ambientale, anche  economico e sociale.

Nel 2022, purtroppo, la politica dei contributi alla rottamazione e all’acquisto di veicoli green decisa ad aprile  scorso e modificata nel pieno dell’estate, non si è rilevata efficace considerando che alla fine dell’anno risultano avanzi di risorse superiori a 270 milioni di euro sulle fasce 0-20 e 21-60 g/km di CO2 e oltre 8,5 milioni per i veicoli  commerciali N1 e N2, a riprova che qualcosa non ha funzionato nell’impostazione normativa per l’erogazione e  rispetto alle effettive necessità del mercato.

L’auspicio è che tali consistenti disavanzi di risorse possano, non solo, essere canalizzati  velocemente sul nuovo anno, ma soprattutto che, intervenendo sul DPCM 6 aprile 2022, così come novellato dal  DPCM 4 agosto 2022, si rivedano alcuni aspetti normativi che, allo stato attuale, ostacolano la completa fruizione  degli incentivi per gli acquisti di veicoli a bassissimo impatto ambientale.

Per ottimizzare l’impiego dei fondi, Federauto ha fatto una serie di proposte, inclusive anche dell’estensione degli incentivi di fascia 0-20 e 21-60  g/km di CO2 a tutte le persone giuridiche e dell’ampliamento dei contributi destinati ai veicoli commerciali ad altre alimentazioni, oltre che ai soli veicoli elettrici. Ovviamente, la riforma fiscale del settore resta al centro dell’agenda della Federazione, così come lo sviluppo capillare di impianti di ricarica elettrica anche a elevata  potenza, su rete stradale e autostradale, sulla quale resta ancora molto da fare.

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