Speciale “familiari”: in Italia piacciono ancora, meglio se premium

a cura di Safe-Drive

Strette in una morsa, da un lato le Suv, dall’altro i veicoli commerciali, le vetture familiari sembrano una tipologia di auto in via di estinzione. I dati sono impietosi. Secondo Jato Dynamics, società specializzata in trend e statistiche del mercato automobilistico, nel 2002 le giardinette in Europa hanno ottenuto il loro record di quota di mercato e di volume, con rispettivamente il 6,9% e 3,3 milioni di unità. Nel 2020, invece, le vendite complessive di station wagon hanno totalizzato solo 1,75 milioni di unità, pari al 2,7% del totale.

 

In questo cataclisma gli italiani si comportano fuori dal coro. E’ vero che le wagon non raggiungono più i risultati di 20 anni or sono, ma mantengono uno zoccolo duro di estimatori. Oltre 44 mila esemplari saranno venduti quest’anno per una penetrazione sul mercato superiore al 3,5%. Dall’analisi della classifica di vendita per modello si scopre che al primo posto si trova l’Audi A4 Avant seguita da Fiat Tipo e Skoda Octavia. Il dato più sorprendente riguarda, però, un altro aspetto di questa classifica: i marchi premium Audi, Bmw, Mercedes si trovano, infatti, nelle prime 10 posizioni a testimoniare che più di acquisti derivanti dal mondo del lavoro, le familiari piacciono a chi pretende dalla sua auto anche un certo tipo di apprezzamento sociale.

 

Protagoniste del lungo test organizzato da “Safe-Drive” sulle panoramiche strade delle Langhe sono state quattro station wagon con motorizzazioni differenti. Subaru Outback con gruppo propulsore a benzina; Suzuki Swace equipaggiata con un sistema Full Hybrid; Peugeot 308 e Mercedes Classe C elettrificate con tecnologia plug-in, sistemi ibridi ricaricabili che consentono di tagliare le emissioni di CO2 in notevole quantità, dai 23 g/km della Peugeot ai 13 g/km della Mercedes.

 

Come sempre alla cura e alla messa a punto di gruppi meccanici e propulsivi tanto diversi tra di loro hanno provveduto i Bosch Car Service. Si tratta di una rete formata da oltre 1.300 officine distribuite su tutto il territorio italiano, in grado di assicurare la manutenzione e le riparazioni da parte di tecnici altamente qualificati e costantemente aggiornati con il supporto di centri di formazione Bosch. Grazie a loro, esperti anche dei sistemi di sicurezza ADAS, che equipaggiano ormai la quasi totalità delle vetture, non si è verificata nessuna spiacevole sorpresa.

 

Inoltre, le quattro auto del long test sono state equipaggiate e monitorate con attenzione anche dai tecnici Hankook. Non solo hanno controllato in ogni fase lo stato d’uso degli pneumatici, ma hanno utilizzato modelli capaci di raggiungere due obiettivi: consumare il meno possibile e di conseguenza tagliare le emissioni di CO2 e migliorare le prestazioni. E ora è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti.

 

Mercedes-Benz Classe C SW Plug-in

di Michele Fontana

Ecco a voi la migliore Mercedes Classe C di sempre, arricchita da un valore aggiunto non da poco, la tecnologia ibrida plug-in che ne fa l’auto più convincente della gamma. Per coloro che sono rimasti fedeli alla guida con seduta bassa, all’eleganza, allo spazio di carico, insomma, per coloro che sono rimasti fedeli al caro concetto di station wagon e non hanno ceduto alla seduzione del crossover, questa nuova generazione di Classe C sembrerebbe la vettura perfetta. Anzi, si potrebbe definirla una doppia vettura in unico corpo: una full electric perfetta per la città, grazie alla capacità di 100 km di autonomia in modalità completamente elettrica garantita dal sistema EQ power, e una vettura ideale per i lunghi viaggi, grazie al capiente serbatoio benzina che garantisce una autonomia senza pensieri.

 

Esteticamente sa essere suadente senza dover alzare i toni, e farsi notare con le sue linee elegantemente pacate e discrete.

Gli interni: sono un trionfo di eleganza unita alla più spinta tecnologia e quel tocco di sana e appagante opulenza, tipico delle Mercedes, non manca certo su questa Classe C, anzi, sembra addirittura amplificato. Tra i fiori all’occhiello va annoverata l’ultima generazione del sistema MBUX, vanto della Casa. Tutte le funzioni di interfaccia con la vettura oggi sono più complete e intuitive al tempo stesso, compreso il comando vocale. Il motore 2.0 a benzina, un 4 cilindri da 204 cv, unito a quello elettrico genera complessivamente 313 cv. Il cambio è il performante G-Tronic a nove rapporti, trazione posteriore e batteria da 25,4 kWh.

 

I tempi di ricarica sono stati letteralmente abbattuti. Attraverso una colonnina veloce da 55 kW, in 20 minuti si fa un pieno di ioni, che tradotto significa oltre 100 km da percorrere in modalità elettrica.

 

Sistemi di assistenza alla guida, sistemi di sicurezza attiva e passiva sono da prima della classe e molti di questi importati direttamente dall’ammiraglia di casa, la Classe S. Ma è il sistema ibrido che convince senza riserva. Il periodo dei compromessi sembra terminato con questa classe C; si gode appieno degli aspetti di un motore elettrico e uno endotermico senza rinunciare alle performance di uno a beneficio dell’altro.

 

Con i paddle al volante è perfino possibile impostare l’intensità del recupero di energia. Alla familiare con la stella si può domandare praticamente tutto; una guida più sportiva, una parsimoniosa, una che ottimizzi i vantaggi dell’ibrido e perfino chiederle di conservare la giusta ricarica per percorrere in elettrico i tratti cittadini a traffico limitato.

 

Piacere di guida e prestazioni sono da vettura premium; velocità massima di 240 km/h con scatto da 0 a 100 km/h in 6,2 secondi.


Unica piccola nota stonata arriva dal bagagliaio che, per via del volume delle batterie, perde in capacità di carico (360 litri) rispetto alle sorelle con motorizzazione semplicemente ibrida. Un prezzo che visti i vantaggi si paga più che volentieri. E a proposito di prezzi, il listino per Mercedes Classe C Sw 300e Plug-in parte da 59.000 euro.

 

Peugeot 308 SW Plug-in 

di Andrea Minerva

Già immaginiamo il diktat delle alte sfere Peugeot: “Al design sportivo non si rinuncia, nemmeno per una station wagon”. Normale per un marchio che le corse automobilistiche ha iniziato a correrle e vincerle ancora alla fine dell’800 e che oggi vorrebbe arricchire un già considerevole palmares provando ad aggiungere un’altra vittoria alla 24 Ore di Le Mans.

 

Beh, sia come sia, designer e progettisti al servizio della corte di Sochaux ci hanno proprio preso quando hanno tratteggiato forme e linee della nuova Peugeot 308 SW. E non si tratta di una mera considerazione personale, pur sempre opinabile. Lo spunto, in realtà, arriva dai tanti sguardi che nel corso dello “Speciale station wagon” di “Safe-Drive” si sono posati sulla familiare francese, conditi da commenti del tipo: “Che bella questa Peugeot! Ma che modello è? Ah, una 308 station wagon. Sì, davvero molto bella”. Vox populi, vox dei, dicevano i romani antichi.

 

Di certo l’aerodinamica molto curata fa il suo, a partire dalla linea ribassata del tetto. In generale la silhouette è da “palestrata”, tonica e ben tornita. Con un equilibrio delle forme che riesce comunque a evidenziare una spiccata espressività.

 

Davanti ci sono le luci diurne ad artiglio dotate di tecnologia Matrix Led, con richiami per nulla velati alla tradizione leonina di Peugeot. L’allineamento tra abitacolo e passaruota gioca in favore della compattezza mentre il lato “B”, che in una station svolge un ruolo mica da poco, è cattivo quanto tutto il resto, con i muscoli al posto giusto incorniciati dai fari 3D Full Led a tre fasi luminose. La ciliegina sulla torta è lo spoiler posteriore, non eccessivo ma di bella presenza.

Le misure sono compatte, lunghezza 463 cm, 27 in più della berlina, larghezza 185, altezza 144.

E dopo questa descrizione già sentiamo la classica domanda: “Eh, ma il bagagliaio, e lo spazio a bordo?” Rispondiamo. Lo spazio per stivare i bagagli non è poco. Nelle versioni benzina e Diesel è di 608 litri, ma in questo caso siamo alle prese con la versione ibrida plug-in di Peugeot 308 Sw, e la presenza del pacco batterie riduce la capienza a 508 litri, un dato più che accettabile. Identica considerazione per il comfort di bordo, agevolato da uno spazio adeguato per i passeggeri, sia sui sedili anteriori sia su quelli posteriori.

 

In quanto ibrida plug-in, è una familiare con una doppia motorizzazione: un propulsore benzina 1.598 cc Pure Tech da 150 cv e un motore elettrico da 81 kW. La potenza complessiva del sistema è di 225 cv, con una coppia massima di 360 Nm. La trazione è anteriore e la trasmissione affidata al cambio automatico elettro-attuato a otto rapporti.

 

La velocità massima di 225 km/h e l’accelerazione da 0 a 100 in 7,6 secondi la dicono lunga sul carattere di questa vettura. Merito soprattutto della simbiosi tra il motore a benzina e quello elettrico. Volendo si può viaggiare in surplace, placidamente, senza strappi e scossoni, ma l’eventuale richiesta di potenza viene esaudita all’istante, con una spinta forte e decisa. L’assetto abbastanza rigido, l’avantreno reattivo e la buona taratura delle sospensioni accompagnano bene questo caratterino niente male, assecondando all’occorrenza anche una guida piuttosto sportiva.

 

A ogni modo, è possibile selezionare tre diverse modalità di guida, Electric, Hybrid e Sport, con la possibilità di percorrere in pura modalità elettrica circa 60 km nel ciclo misto e una decina in quello urbano.

Ciò che ha invece convinto di meno “Safe-Drive” è la posizione di guida. È praticamente indispensabile abbassare il piantone dello sterzo e cercare di adattare la propria posizione sul sedile per riuscire a leggere correttamente e completamente il pannello digitale davanti agli occhi. Non è sempre una manovra agevole. Concludiamo con il listino che per Peugeot 308 Sw Hybrid Plug-in E-Eat8 GT Pach è di 42.950 euro.

 

Subaru Outback 2.5 

di Andrea Minerva

La questione iniziale non era di poco conto. E “Safe-Drive” naturalmente se l’è posta. Era più corretto inserire la Subaru Outback in uno speciale dedicato alle station wagon oppure alle crossover? Un eventuale sondaggio darebbe un probabile responso di pareggio tra le due scelte. Perché in fondo è vero, e l’anima di Subaru Outback è proprio questa, ovvero presentarsi come una station wagon, però dopo aver ricevuto un sovradosaggio di vitamine. Quindi, in buona sostanza, non si sbaglia a considerarla né in un modo, e neppure nell’altro. E per questa volta, che station wagon sia.

 

L’aspetto è imponente, già di per sé sinonimo di potenza e sicurezza. Aiutiamoci con i numeri: la lunghezza è di 487 cm, la larghezza di 187, l’altezza di 167 e l’altezza da terra oltrepassa i 21 cm. Un “Panzer” pronto a qualsiasi sfida. Che poi non è un’idea così sbagliata. Nell’epoca dell’elettrificazione dell’auto Subaru Outback non rinuncia infatti ai grandi classici del marchio giapponese: la trazione integrale AWD e il motore boxer quattro cilindri. Questa coppia rappresenta Subaru dalla bellezza di 50 anni e oggi si avvale di uno sviluppo evolutivo decisamente interessante. Buona parte del merito passa dalla Subaru Global Platform, che in sostanza è la base sulla quale viene poi realizzato il pianale delle vetture.

 

Oggi questa piattaforma ha consentito di incrementare la rigidità torsionale del 70% e del 100% la capacità di flessione. La percezione di questi risultati è decisamente palpabile, basta mettersi alla guida.

La sagoma monumentale di Outback lascerebbe intuire una scarsa propensione a destreggiarsi lungo le strade più tortuose, ma non è così. Gli inserimenti in curva sono precisi, senza avvertire fenomeni fastidiosi come il sottosterzo, quindi una tendenza all’allargamento della traiettoria ideale, né il rollio, quando il trasferimento di carico eccede verso le ruote esterne rispetto alla curva.

 

Outback ha un comportamento lineare e sincero. Al volante c’è tutto il tempo per godersi una guida rilassata e mai troppo impegnativa, del resto questa è l’ammiraglia del marchio giapponese. Procedendo lungo i saliscendi che incorniciano le colline e il territorio delle Langhe c’è il tempo sia per apprezzare il confortevole e ben curato abitacolo della sia per prendere confidenza con le numerose funzioni a disposizione. La prima presa in considerazione è il SI Drive, sinonimo di Subaru Intelligent Drive.

 

La gestione di questo sistema è semplice e intuitiva; con la funzione Intelligent Mode Outback privilegia le prestazioni più equilibrate e risparmiose. Con il comando Sport Mode si migliora la risposta dell’acceleratore e il motore di 2.498 cc benzina a quattro cilindri può esprimere tutto il suo potenziale, a partire dalla potenza di 169 cv alla coppia, il cui valore massimo è di 252 Nm a 3.800 giri.

Già che ci siamo diamo un’occhiata anche alle altre prestazioni, a partire dalla velocità massima di 193 km/h fino all’accelerazione da 0 a 100 coperta in 10,2 secondi. Il consumo medio nel ciclo misto è invece di 8,6 litri per 100 km. Per quanto riguarda la trasmissione anche questa volta Subaru si affida al sistema Lineatronic, ovvero un cambio CVT a variazione continua che garantisce cambi fluidi e continui, anche se all’inizio richiede un minimo di tempo per essere compreso e sfruttato al meglio.

In caso di terreni a scarsa aderenza è sempre possibile avvalersi dell’X-Mode, nelle due modalità Snow/Dirt e Snow/Mud.

 

Al di là della già ampiamente riconosciuta efficacia va sottolineato come questo sistema sia intuitivo e semplice, non che immediato nell’applicazione. Il listino di Subaru Outback 2.5i Lineartronic Premium è di 50.000 euro.

 

Suzuki Swace 1.8 Hybrid 

di Michele Fontana

Con Swace, Suzuki cala l’asso, lo dice il nome stesso. Swace, infatti, è composto da “Sw”, Station Wagon, e “Ace”, asso appunto. In un periodo dove sul piano del mercato Suzuki va controcorrente, con risultati a dir poco lusinghieri, il marchio giapponese ha deciso di buttarsi da poco più d’un anno, sul segmento delle Sw, finora inesplorato dalle parti di Hamamatsu. Una scommessa resa possibile anche dalla collaborazione con Toyota; Swace, infatti, si basa sula medesima piattaforma della Corolla Touring con la quale condivide gran parte della meccanica. Ma come vuole distinguersi Suzuki dalla concorrenza? Essenzialmente con la praticità, vuole essere una vettura versatile e pensata in tutto e per tutto per la famiglia.

 

Le due sorelle Corolla e Swace non differiscono molto nemmeno a livello estetico; la giapponese sul frontale adotta una calandra dalle dimensioni un po’ più contenute e un paraurti anteriore caratterizzato da due prese d’aria (finte) che ospitano i fendinebbia. Per il resto la differenza è solo una questione di minimi dettagli.

 

Lunga 465 centimetri, larga 179 e alta 146, Swace sfrutta un passo generoso da 270 centimetri per offrire un abitacolo più ampio possibile. Il concetto è quello delle familiari di una volta, ovvero capienti innanzitutto. Il volume di carico raggiunge 600 litri, che possono arrivare a 1.606 a divanetto abbattuto. Ma non è solo una questione di spazio, sono molte le soluzioni intelligenti che fanno la differenza. Per iniziare, la cappelliera si ritrae automaticamente con un semplice gesto. Lateralmente si trovano due vani portaoggetti con paratie mobili facilmente asportabili per aumentare lo spazio utile in larghezza, comodo, per esempio, per alloggiare la cappelliera quando non serve. Il piano di carico è poi posizionabile su due livelli e gode così di un doppio fondo utilissimo.

Sappiamo quanto Suzuki abbia scommesso sull’ibrido, Swace naturalmente non fa eccezione, anzi, dotando la familiare giapponese di tecnologia “full hybrid” è stato compiuto un ulteriore passo in avanti. In sostanza la vettura è equipaggiata con una batteria agli ioni di litio che alimenta un motore elettrico da 53 kW. Il suo compito è prevalentemente quello di supportare il parsimonioso motore termico, un 1.8 da 98 cv, ma è in grado anche di muovere l’automobile in solo modalità elettrica per brevi tratti.

Nel complesso, il sistema eroga 122 cv di potenza e copre il classico 0-100 in 11 secondi. Swace si fa apprezzare in tutti i contesti, l’assetto è ben tarato e l’innesto in curva preciso. L’andatura rispecchia lo spirito comodo e versatile della vettura e a bordo si trova quanto basta per viaggiare in assoluta sicurezza. I consumi, quelli sì, sono da sottolineare.

 

In città, dove il vantaggio dell’ibrido si avverte maggiormente, si possono oltrepassare i 20 km con un litro di benzina. Si riducono a 15 in autostrada ma la media di 18 km/litro è più che soddisfacente. A listino è presente un solo powertrain con due allestimenti, “Cool” e “Top”, rispettivamente da 29.500 e 32.000 euro.

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