S&P e l’economia globale: preoccupano inflazione e guerra. E L’Europa

Inflazione

I due principali rischi di ribasso per l’economia globale sono le pressioni inflazionistiche persistenti, che richiedono una risposta di politica monetaria più forte e più lunga da parte delle Banche centrali, e il trascinarsi della guerra Russia-Ucraina, che esacerba la crisi energetica in corso e l’aumento dell’avversione al rischio. Lo scenario negativo di S&P Global Ratings si basa su una serie di proiezioni alternative per 15 economie chiave e determina gli effetti su tre variabili economiche chiave (crescita, inflazione e disoccupazione) per il 2023-2025. Secondo le stime di S&P, questo scenario ha circa una probabilità su tre di realizzarsi.

In questo scenario, l’Europa sarebbe la più colpita: la crescita dell’Eurozona sarebbe di 90 punti base (bps) più debole rispetto allo scenario di base nel 2023. La Germania subirebbe una recessione prolungata, con una crescita inferiore di 1,2 punti percentuali nel 2023 e di 90 punti base nel 2024. L’inflazione sarebbe di 1-2 punti percentuali più alta rispetto allo scenario di base nel 2023 e diminuirebbe gradualmente, rimanendo al di sopra del target fino al 2025.

Per gli Stati Uniti, l’inflazione rimarrebbe elevata, spingendo la Federal Reserve a continuare ad aumentare i tassi in modo aggressivo. Le riserve di risparmio derivanti dagli stimoli legati alla pandemia si esauriscono e la spesa dei consumatori diminuisce ulteriormente tra la metà del 2023 e l’inizio del 2024. Con il progressivo aumento dei tassi, la recessione, che nello scenario di base era poco profonda, si aggrava e dura più a lungo; ciò spinge la crescita del PIL dell’intero 2023 al di sotto della previsione di base di una contrazione dello 0,1%.

Nella regione Asia-Pacifico, lo scenario negativo avrebbe un effetto moderato sulla crescita, poiché gli shock ad esso legati non impattano direttamente sulla regione. L’impatto sarebbe particolarmente modesto nelle grandi economie, principalmente guidate dalla domanda interna, come Cina, India e Indonesia. Ma la combinazione di una domanda esterna più lenta e di una fiducia più debole avrebbe un effetto maggiore sulla crescita di economie come la Corea del Sud e Taiwan, dove le esportazioni sono più importanti.

Un rallentamento globale più marcato, condizioni finanziarie più rigide e prezzi dell’energia più elevati renderebbero il 2023 più cupo per le economie dei mercati emergenti. Rispetto alla previsione di base, la Polonia e il Messico sarebbero i più colpiti, dati i loro significativi legami economici con le economie europee e statunitensi, rispettivamente.

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