Sostenibilità e consumatori: va evitato il rischio di “greenwashing”

di Ilaria Mattana, Senior Manager PwC Italia ESG (dall’evento ROM-E)

 

Da anni portiamo avanti ricerche che monitorano investimenti pubblici e privati sulla sostenibilità. Cos’è cambiato dal 2014 in poi? È migliorata l’attenzione del legislatore europeo forzando le aziende a rendicontare le performance. Il panorama normativo si sta evolvendo, parallelamente stanno arrivando nuovi elementi di sfida, come il bando alle vetture endotermiche, che coinvolgerà sia l’automotive che l’indotto. Per le aziende dimostrare di essere green è un elemento di sfida, ma anche di costo.

 

L’UE è all’avanguardia da questo punto di vista. La direttiva chiede di verificare gli investimenti green e il trend è in forte crescita. L’italia è un po’ indietro, ma sono più motivi fiscali che interesse. Il PNRR è stato costruito su pilastri come sostenibilità, inclusione, salute ecc. L’Italia è uno dei Paesi più avanti nell’erogazione di questi fondi. Cosa pensano i consumatori?

 

Sono disposti a pagare di più per la sostenibilità laddove ci sia trasparenza e maggiore responsabilizzazione verso alcune tematiche. Altrimenti in periodi come questi di grande inflazione continuano a scegliere in base a criteri come il pricing. Nel periodo di 3-5 anni i prodotti di largo consumo green hanno avuto un elevato tasso di crescita: i consumatori premiano la sostenibilità, ma va evitato il rischio di “greenwashing”.

Recommended Posts