Le cinture di sicurezza, Airbag, poggiatesta e seggiolini sono dispositivi di sicurezza stradale passiva, di uso comune,progettati per ridurre o azzerare le conseguenze negative di un incidente. Anche la strada però influisce in modo importante sulla nostra sicurezza: cuspidi stradali, pali, piloni, alberi, fino alla parte terminale del guardrail rappresentano degli ostacoli frequentissimi su tutte le tratte, ma devono essere protetti per legge da apposite soluzioni salvavita, come attenuatori, terminali e barriere laterali. Ma è sempre così?
Quel che è certo è che sia la sicurezza stradale passiva, che entra in funzione quando si verifica un incidente, sia la sicurezza stradale attiva, che riguarda la prevenzione degli incidenti attraverso una guida rispettosa delle regole, possono essere efficacemente supportate dalle nuove applicazioni tecnologiche.
“Oggi, la tecnologia applicata alla sicurezza stradale non riguarda unicamente la guida autonoma – racconta Roberto Impero, Ceo di SMA Road Safety, eccellenza italiana a livello mondiale che progetta e realizza dispositivi stradali salvavita -. Nel mezzo ci sono tante soluzioni innovative, i cosiddetti ADAS (sistemi avanzati di sicurezza alla guida) che possono fare la differenza e supportare la guida, intervenendo tempestivamente per evitare che una distrazione si trasformi in tragedia. Pensiamo alla tecnologia ISA ad esempio, che impiega l’intelligenza artificiale per gestire la velocità delle auto, tramite telecamere e mappe, mantenendo sempre un’adeguata distanza di sicurezza rispetto alla velocità di marcia. Oppure il rilevatore di stanchezza, l’assistenza per il mantenimento della corsia di marcia, fino all’allarme di rischio collisione, il rilevamento in retromarcia e la frenata d’emergenza. È assolutamente necessario però sensibilizzare gli automobilisti sull’importanza di usare queste soluzioni quotidianamente, affinché non restino dei dispositivi dormienti del veicolo, anche se dal 2023 obbligatori per le nuove immatricolazioni. Resta poi il problema del parco veicolare circolante, datato e quindi sprovvisto di tutte le innovazioni utili a una guida sicura”.
Istat ha rilevato che il 40% delle auto circolanti in Italia oggi abbia più di 15 anni, il 60% più di 10. Proprio per questa ragione la sicurezza delle infrastrutture gioca un ruolo centrale per cercare di ridurre il numero delle vittime, anche nel rispetto dell’ambizioso programma Vision Zero dell’Unione Europea.
In particolare, a livello infrastrutturale è sempre più cruciale la necessità di un’adeguata manutenzione delle strade esistenti, attraverso un monitoraggio periodico e costante. La tecnologia anche in questo ambito gioca un ruolo importante, per aiutare il gestore stradale, legalmente responsabile degli eventuali danni causati dalla tratta in sua custodia, nel monitorare lo stato dell’infrastruttura, così come nella corretta progettazione, installazione e manutenzione dei dispositivi salvavita presenti in strada.
Per supportare gli addetti ai lavori SMA Road Safety ha realizzato Geronimo, “un dispositivo hi tech – racconta Roberto Impero, nella foto – da abbinare agli attenuatori d’urto che, in caso d’incidente, registra il video dell’impatto. Risulta molto utile per il gestore stradale e le forze dell’ordine, per risalire alle dinamiche esatte del sinistro. Avvisa inoltre le autorità e i soccorsi in tempo reale: la tempestività d’intervento è spesso cruciale, soprattutto quando l’impatto avviene a un veicolo isolato, su una strada poco battuta.” E sempre in situazioni di pericolo accorre in aiuto Andromeda, una barriera laterale tecnologicamente evoluta “che è in grado di segnalare al gestore in tempo reale incidenti, code e presenza di ghiaccio, attraverso un portale dedicato. Allo stesso tempo, pre-allerta il conducente, segnalando il pericolo tramite led integrati”.
La tecnologia però può supportare il lavoro del gestore stradale a monte. “L’App SMA guida gli addetti ai lavori nella fase di installazione e manutenzione dei dispositivi di sicurezza stradale passiva – prosegue Impero -. In questo modo si ottimizzano le tempistiche di posa o di ripristino, riducendo i costi di manodopera, ma anche il tempo in cui la strada resta sprovvista di un elemento salvavita”.
.I nuovi sistemi ADAS per le auto, così come la tecnologia connessa ai dispositivi salvavita delle infrastrutture stradali devono diventare parte integrante del modo di progettare i nuovi veicoli e la sicurezza delle strade. “Queste soluzioni hanno la stessa valenza che decenni fa ebbero le cinture di sicurezza obbligatorie e la patente a punti. Devono lanciare una nuova traiettoria, orientata al decremento di morti e feriti e aprire, è proprio il caso di dirlo, una nuova strada, verso la mobilità connessa e automatizzata del futuro” conclude Roberto Impero, Ceo di SMA Road Safety.