“Sfogo” di De Meo, mea culpa ACEA e la nostra domanda senza risposta: perché solo ora?

Luca De Meo, numero uno di Renault e da inizio anno presidente dell’Associazione dei costruttori europei di auto (ACEA), si è tolto qualche macigno dalle scarpe. E visto il lungo periodo che si è tenuto questi macigni, essersene liberato ha rappresentato una sorta di liberazione. Già, ma la domanda scontata è perché non lo ha fatto prima? Perché?

Da De Meo sono infatti arrivate accuse precise all’indirizzo della Commissione UE (“a Bruxelles c’è un gruppo di estremisti dell’elettrico che non si rende conto – o non vuole farlo – di quanto il futuro sia complesso”), ma è anche pervenuta un’ammissione di colpa sull’operato proprio di ACEA («ha mancato di coraggio nel comunicare le alternative all’elettrico e nello spiegare come gli e-fuels, ad esempio, potrebbero da subito essere disponibili»).

Tutte parole che, ancora una volta, fanno capire come chi lo ha preceduto al vertice di ACEA non abbia avuto la forza, la volontà o il coraggio di prendere una posizione decisa nei confronti dell’iter ideologico avviato qualche anno fa da Bruxelles.

Come non dar ragione ad Andrea Taschini, manager automotive e opinionista, secondo il quale “l’establishment industriale ha per troppo tempo e inspiegabilmente taciuto di fronte a evidenti e insormontabili difficoltà nel competere con la Cina, partendo dalla disponibilità delle materie prime, fino ai costi energetici che compongono il quadro produttivo dell’auto a batteria”.

La riprova gli europei la toccheranno con mano a inizio settembre, in occasione del secondo Salone della Mobilità, a Monaco di Baviera, evento che ha preso il posto della grande rassegna espositiva di Francoforte che ha chiuso i battenti con l’edizione del 2019.

Rispetto all’IAA tenutosi a Monaco nel 2021, infatti, il numero di aziende cinesi partecipanti sarà quasi il doppio. Le Case automobilistiche di Pechino – tra cui BYD, MG Motor, Xpeng,  Leapmotor, Seres e Dongfeng – si uniranno alle tedesche Volkswagen, Mercedes-Benz e Bmw.

Gli osservatori del settore hanno affermato che la forte presenza della Cina all’IAA evidenzia la crescente minaccia per le affermate Case europee da parte dei rivali cinesi in patria. Un rischio particolare riguarda il segmento dei veicoli elettrici entry-level, attualmente “molto scoperto”  come offerta da parte dei marchi del Vecchio continente.

De Meo, intanto, punterebbe sullo spostamento dal 2035 al 2040 dell’addio ai motori termici: “Questo – puntualizza – consentirebbe di far crescere ancora il mercato dell’elettrico. E se poi ci sarà un riconoscimento della neutralità tecnologica, ancora meglio”.

Nel 2024 è in agenda il rinnovo dell’Europarlamento e i giochi potrebbero riaprirsi. Vero, come precisa De Meo, che “la strada elettrica ormai è segnata”. Ma un “piano B allargato” – ci permettiamo di suggerire – vista la situazione di incertezza, sarebbe consigliabile averlo.

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