Rischio Cina: l’incoscienza dell’Europa 

di Andrea Taschini, general manager

In un recente e interessante articolo di Federico Rampini sul “Corriere della sera” viene descritto il paradosso in cui gli Stati Uniti e l’Unione Europea si sono messi a proposito di transizione energetica. Quasi tutti i materiali strategici necessari e cioè pannelli solari, pale eoliche e batterie per auto elettriche, sono di esclusiva produzione cinese; ma non solo, sono prodotti da intere popolazioni ridotte in semi schiavitù.

Mentre gli Usa stanno tirando il freno a mano consapevoli dei rischi insiti, nascono per gli europei due domande fondamentali.

1) Ci rendiamo conto che strategicamente stiamo finendo in una forte dipendenza energetica da un Paese illiberale, oggi nostro antagonista, ma destinato a diventare presto nostro nemico?

2) Siamo consapevoli che per abbassare le emissioni di CO2 praticamente già vicine allo zero netto, ci rendiamo complici di atti di grave sfruttamento umano in antitesi con quanto l’Europa va dichiarando ogni giorno? Rispondere a queste domande ci fa scendere con i piedi per terra, facendoci sentire un po’ meno modaioli da ZTL e un po’ più consapevoli del guaio in cui tanto incoscientemente ci stiamo andando a infilare

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